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Alfonso Bonavita
Alfonso Bonavita ritorna a Milano con un ciclo di lavori inediti, 15 tele che mostrano l’evoluzione della sua incessante ricerca sulla costruzione anatomica. Artista filosofo, cronista mai giudice, racconta nei suoi lavori il divenire quotidiano.
Comunicato stampa
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Già ospitato con le sue sculture e le sue tele negli spazi della Galleria nel 2000 e nel 2002 con due mostre personali, Alfonso Bonavita ritorna a Milano con un ciclo di lavori inediti, 15 tele che mostrano l’evoluzione della sua incessante ricerca sulla costruzione anatomica. Artista filosofo, cronista mai giudice, racconta nei suoi lavori il divenire quotidiano. È l’uomo che interessa a Bonavita, l’uomo all’interno della frenetica società contemporanea in cui imperversa una cultura individualista che esalta il culto del corpo e l’immagine esteriore. Una società in cui ci si muove molto e si pensa sempre meno. Protagonista assoluto delle sue opere, l’uomo è rappresentato col volto privo di lineamenti e deformato nelle proporzioni, una sorta di gigante microcefalo dagli arti sviluppatissimi, la cui espressività è legata al caparbio uso delle ombre e dei chiaroscuri. Tele di forte impatto, dalle prospettive ardite e dalle singolari inquadrature cinematografiche, coinvolgono con la loro atmosfera lo spettatore che viene proiettato all’interno dei quadri, obbligato ad osservare la realtà circostante dalla medesima angolazione dei protagonisti.
La necessità di sperimentazione dell’artista trova espressione nell’uso continuo di materiali diversi: giornali e rotocalchi per lo sfondo e poi intonaco, fili di ferro, stampe digitali elaborate con l’aerografo, acrilici, penne ed oli. I lavori di Bonavita risentono indubbiamente dello stretto rapporto dell’artista con la scultura, particolarmente evidente nello sviluppo estremo dei volumi umani che conferiscono tridimensionalità alle tele. La letteratura, i saggi, la filosofia sono poi i campi d’indagine da cui trae ispirazione. Legge, pensa, dipinge e scrive. Assegna un titolo a ciascuna opera, giochi di ossimori e contrari o semplici riferimenti al soggetto e riporta frequentemente sul retro delle tele citazioni tratte da saggi e classici o considerazioni personali legate alla genesi dell’opera. Commenta Maurizio Sciaccaluga: “Bonavita è uno dei nomi su cui puntare per uscire dall’impasse in cui versano le grandi manifestazioni artistiche nazionali e internazionali”.
La necessità di sperimentazione dell’artista trova espressione nell’uso continuo di materiali diversi: giornali e rotocalchi per lo sfondo e poi intonaco, fili di ferro, stampe digitali elaborate con l’aerografo, acrilici, penne ed oli. I lavori di Bonavita risentono indubbiamente dello stretto rapporto dell’artista con la scultura, particolarmente evidente nello sviluppo estremo dei volumi umani che conferiscono tridimensionalità alle tele. La letteratura, i saggi, la filosofia sono poi i campi d’indagine da cui trae ispirazione. Legge, pensa, dipinge e scrive. Assegna un titolo a ciascuna opera, giochi di ossimori e contrari o semplici riferimenti al soggetto e riporta frequentemente sul retro delle tele citazioni tratte da saggi e classici o considerazioni personali legate alla genesi dell’opera. Commenta Maurizio Sciaccaluga: “Bonavita è uno dei nomi su cui puntare per uscire dall’impasse in cui versano le grandi manifestazioni artistiche nazionali e internazionali”.
11
novembre 2003
Alfonso Bonavita
Dall'undici novembre al 30 dicembre 2003
arte contemporanea
Location
IL CASTELLO ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
Milano, Via Brera, 16, (Milano)
Milano, Via Brera, 16, (Milano)
Orario di apertura
Ma-Sa 10:30/13, 15:30/19, Lu 15:30/19
Vernissage
11 Novembre 2003, dalle 18 alle 21. Cocktail