La Galleria L’Affiche di Milano presenta la prima esposizione personale di Alfred Rens, una serie di fotografie assemblate in digitale e montate su alluminio o doppio plexiglass. L’artista italo-olandese adopera la pratica fotografica come contenitore trasparente di uno spettacolo soggettivo, lo spettacolo messo in scena con oggetti suoi propri, d’uso comune e strettamente appartenenti al suo passato, infanzia, famiglia, metafore sessuali, sarcasmo domestico, legami e nodi irrisolti, tazzine e brani di anatomia, nonni e zie.
Attraverso la passione per le avanguardie del Novecento Rens impara ad amare l’arte africana e giapponese, le sue prime tele hanno echi graffitisti non solo per la resa espressionistica ed il modo di stendere i colori, ma soprattutto per l’intrinseca vittoria sulla paura e l’esplosione di libertà con le quali questo artista emergente si sente in sintonia. In seguito Rens comincia ad usare la fotografia e il passaggio, da pittura a fotografia o da scultura a fotografia, non presenta nodi irrisolti o perplessità perché, qualunque sia il
linguaggio adottato, ciò che viene restituito è esercizio di esorcismo, coazione ad esporsi, ironia, fusione ed aggregazione spontanea di racconti, narrazioni e messaggi più o meno celati.