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Alfredo d’Andrade: dalla pittura al restauro
Primo incontro del ciclo di serate dedicate alla figura e all’opera di Alfredo d’Andrade in cui verrà tracciato il percorso che ha portato l’artista portoghese a diventare il deus ex machina della storia piemontese della tutela
Comunicato stampa
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Alfredo d’Andrade dal Portogallo al Piemonte, da Lisbona a Pavone Canavese
Tra le direzioni di ricerca volte alla conoscenza del secolo appena concluso,un argomento importante è costituito dalla tutela e dal restauro, temi generati dall’appassionato dibattito culturale sviluppatosi particolarmente alla fine dell’Ottocento ma assurti a disciplina giuridica nazionale proprio al debutto del Novecento.
Ed è singolare che il deus ex machina della storia piemontese della tutela sia un artista portoghese,cresciuto in campo pittorico ed approdato solo nella sua piena maturità al confronto con il restauro e –attraverso di esso- alla conservazione dei monumenti diventando uno dei primi soprintendenti d’Italia. Fondamentale la sua partecipazione alla cerchia degli intellettuali e artisti della “scuola di Rivara”,dove la frequentazione di Felice Biscarra (tra i compilatori del primo elenco degli edifici e monumenti nazionali del Piemonte) e di Vittorio Avondo (raffinato e attento conoscitore di arte antica) lo proietta sulla scena del restauro attraverso la attiva partecipazione al recupero del Castello di Issogne,acquistato da Avondo e da lui restaurato con colta attenzione conservativa sulla quale non devono tardare studi specifici.
Inizia in quegli anni per d’Andrade un irreversibile marcia di avvicinamento ai temi della storia da conoscere e da documentare attraverso disegni, appunti, schizzi commentati che saranno la base per la realizzazione del Borgo Medioevale di Torino, fortunatissima rappresentazione delle arti piemontesi per l’Esposizione Italiana del 1884 e trampolino di lancio per il d’Andrade restauratore.
La sua capacità organizzativa gli frutterà infatti l’ulteriore incarico del restauro di Palazzo Madama e la carica di Regio Delegato per la Conservazione dei Monumenti del Piemonte e della Liguria.
Nel 1891 la Delegazione diventerà Ufficio e, nel 1907, Soprintendenza ai Monumenti.
Maturano contestualmente i tempi per la normativa di tutela : dalla legge Nasi del 1902 a quella Rosadi del 1909, entrambe sottoposte in bozza al d’Andrade dal Ministero per ulteriori affinamenti e integrazioni, segno della considerazione della quale godeva in seno al dicastero.
I restauri operati dalla Delegazione prima e dall’Ufficio poi guadagnano l’attenzione della critica europea, come è testimoniato dalla partecipazione del d’Andrade a convegni, mostre, dibattiti, esposizionì , commissioni giudicatrici, tra le quali vanno ricordate almeno l’Esposizione Universale di Parigi nel 1900, il Convegno degli Architetti di Londra e di Vienna, entrambi nel 1907 .
La sua autorevole presenza a Roma in qualità di membro delle commissioni giudicatrici per i concorsi nazionali di direttore dei musei,gallerie e uffici regionali influenzerà indirettamente il cammino della tutela e de restauro in Italia.
D’Andrade, divenuto cittadino italiano nel 1912, muore a Genova nel 1915. Nel 1930, a quindici anni dalla morte, le sue spoglie e quelle della moglie Costanza riposano nella piccola chiesa di San Pietro, all’interno delle mura del Castello di Pavone, acquistato nel 1885 e in seguito restaurato e ampliato in chiave neo medioevale.
Daniela Biancolini
Tra le direzioni di ricerca volte alla conoscenza del secolo appena concluso,un argomento importante è costituito dalla tutela e dal restauro, temi generati dall’appassionato dibattito culturale sviluppatosi particolarmente alla fine dell’Ottocento ma assurti a disciplina giuridica nazionale proprio al debutto del Novecento.
Ed è singolare che il deus ex machina della storia piemontese della tutela sia un artista portoghese,cresciuto in campo pittorico ed approdato solo nella sua piena maturità al confronto con il restauro e –attraverso di esso- alla conservazione dei monumenti diventando uno dei primi soprintendenti d’Italia. Fondamentale la sua partecipazione alla cerchia degli intellettuali e artisti della “scuola di Rivara”,dove la frequentazione di Felice Biscarra (tra i compilatori del primo elenco degli edifici e monumenti nazionali del Piemonte) e di Vittorio Avondo (raffinato e attento conoscitore di arte antica) lo proietta sulla scena del restauro attraverso la attiva partecipazione al recupero del Castello di Issogne,acquistato da Avondo e da lui restaurato con colta attenzione conservativa sulla quale non devono tardare studi specifici.
Inizia in quegli anni per d’Andrade un irreversibile marcia di avvicinamento ai temi della storia da conoscere e da documentare attraverso disegni, appunti, schizzi commentati che saranno la base per la realizzazione del Borgo Medioevale di Torino, fortunatissima rappresentazione delle arti piemontesi per l’Esposizione Italiana del 1884 e trampolino di lancio per il d’Andrade restauratore.
La sua capacità organizzativa gli frutterà infatti l’ulteriore incarico del restauro di Palazzo Madama e la carica di Regio Delegato per la Conservazione dei Monumenti del Piemonte e della Liguria.
Nel 1891 la Delegazione diventerà Ufficio e, nel 1907, Soprintendenza ai Monumenti.
Maturano contestualmente i tempi per la normativa di tutela : dalla legge Nasi del 1902 a quella Rosadi del 1909, entrambe sottoposte in bozza al d’Andrade dal Ministero per ulteriori affinamenti e integrazioni, segno della considerazione della quale godeva in seno al dicastero.
I restauri operati dalla Delegazione prima e dall’Ufficio poi guadagnano l’attenzione della critica europea, come è testimoniato dalla partecipazione del d’Andrade a convegni, mostre, dibattiti, esposizionì , commissioni giudicatrici, tra le quali vanno ricordate almeno l’Esposizione Universale di Parigi nel 1900, il Convegno degli Architetti di Londra e di Vienna, entrambi nel 1907 .
La sua autorevole presenza a Roma in qualità di membro delle commissioni giudicatrici per i concorsi nazionali di direttore dei musei,gallerie e uffici regionali influenzerà indirettamente il cammino della tutela e de restauro in Italia.
D’Andrade, divenuto cittadino italiano nel 1912, muore a Genova nel 1915. Nel 1930, a quindici anni dalla morte, le sue spoglie e quelle della moglie Costanza riposano nella piccola chiesa di San Pietro, all’interno delle mura del Castello di Pavone, acquistato nel 1885 e in seguito restaurato e ampliato in chiave neo medioevale.
Daniela Biancolini
02
dicembre 2010
Alfredo d’Andrade: dalla pittura al restauro
02 dicembre 2010
incontro - conferenza
Location
MUSEO ALFREDO D’ANDRADE
Pavone Canavese, Via Giuseppe Quilico, 5, (Torino)
Pavone Canavese, Via Giuseppe Quilico, 5, (Torino)
Vernissage
2 Dicembre 2010, ore 21
Curatore