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Alfredo Del Greco – Segni della memoria
un omaggio ad un maestro del secondo novecento per troppo tempo dimenticato anche nella sua città natale: Pescara. Attraverso 11 opere (dall’informale alla nuova figurazione fino alle interazioni degli anni ottanta)si racconta l’itinerario di ricerca di una vita nella definizione del progetto uomo
Comunicato stampa
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riprendono gli appuntamenti di usomagazzino, con segni della memoria, per raccontare di incontri ed esperienze vissute che la matericità e la concettualità dell’arte rendono tangibili fuori del tempo nell’autonomia da ogni resoconto personale, per quanto fortemente autobiografico è il procedere su percorsi selettivi ed espositivi connotati da memorie e prospettive progettuali individuali.
Sono memorie legate ad un territorio regionale, quello abruzzese, i segni lasciati da familiari frequentazioni che ho avuto l’opportunità di vivere grazie a mio padre (Giuseppe Rosato) che nel suo mestiere di scrittore non ha mai trascurato, per una passione innata diventata presto ragione di approfondimento, altre espressioni del linguaggio come la pittura e la scultura nelle loro manifestazioni più vere in ambito sia figurativo che concettuale. Ho incontrato, anche senza volerlo, uomini che nel novecento si sono impegnati con passione tecnica ed etica all’esercizio dell’arte percorrendo ambiti diversi, non necessariamente a tutti i costi innovativi, restando autentici nella costante ricerca di un progetto autonomo (espressione comunque di un sentire collettivo) di modificazione degli equilibri del mondo.
A questi uomini è dedicata la rassegna segni della memoria inaugurata a gennaio del 2012 con il ricordo di Federico Spoltore (a centodieci anni dalla nascita), proseguita con l'omaggio a Giovanni Pittoni (itinerario di una vita) e che prevede appuntamenti monografici dedicati a maestri del novecento abruzzese (Michele Cascella, Elio Di Blasio, Guido Montauti, Nino Gagliardi, ecc.), così come a maestri che all’Abruzzo e alla nostra casa si sono accostati, direttamente o indirettamente, per un felice incontro.
ALFREDO DEL GRECO
Il terzo appuntamento di segni della memoria è dedicato ad Alfredo Del Greco nato a Pescara nel 1930 dove ha insegnato discipline pittoriche al Liceo artistico; pittore di grande coerenza professionale ed etica è stato presente con il suo lavoro nelle più significative gallerie e rassegne espositive del tempo; sulla sua opera, nel 1974, è stato realizzato dalla Corona cinematografica di Roma il documentario Del Greco: per una pittura della sopravvivenza; si è spento prematuramente a Francavilla al mare nel 1992
progetto uomo: quale altro titolo per raccontare l'itinerario di ricerca di Alfredo Del Greco dove l'uomo costruisce lo spazio e ne misura le relazioni con il tempo, la luce e le cose.
Anche nell'opera informale del 1960, che apre l'esposizione, è la materia a manifestarsi, come a comporsi e a cercare subito forma che appena affiora nelle figurazioni e inizio futuro, lavori del 1961; Del Greco inizia a plasmare l'uomo da questa materia informale nella quale riconosce comunque la forma, espressione che si fa tangibile nella definizione etica dell'uomo e della sua autentica ragione di essere nelle tele del 1964 per dichiararsi con estremo rigore e poesia negli anni settanta: felice esempio ne sono, in questa occasione espositiva, il paesaggio marino e i due volti del 1975. L'esposizione si chiude con una tela dove la presenza della figura è nascosta o dispersa dietro la geometria di una letteraria architettura: interazione o sfida?
Un lavoro attento e appassionato, frutto di impegno quotidiano che ha tenuto Alfredo Del Greco necessariamente e con coerenza distante dalle tentazioni del mercato e dalla promozione di sé che tanto ancora caratterizza il nostro tempo dell'arte.
I lavori esposti appartengono alla collezione di famiglia di casa Rosato integrati con una donazione di Eugenio Riccitelli (una figura ante informale del 1958) e un'altra tela del 1960 “elettistica” già appartenuta ad Antonio Bandera (lo storico dell'arte da sempre attento al lavoro di Del Greco) e lasciata in eredità a Rossella Calanca. A questi si aggiungono le due situazioni-relazione del 1964 e l'interazione del 1984, tre importanti tele gentilmente prestate dai figli di Del Greco, che completano il racconto di un percorso di ricerca arrivato ad una definizione, che possiamo dire risolta, nonostante la prematura scomparsa dell'autore.
Una mostra dal carattere intimo, dettata dalla predilezione per il lavoro di un uomo autentico; un piccolo omaggio ad un maestro per troppo tempo dimenticato dalla sua città per dire della necessità di costruire un catalogo delle opere e dei testi critici: un impegno preso con la moglie Anna poco tempo prima che anche lei ci lasciasse e al quale spero di riuscire a dare il mio modesto contributo. (Lúcio Rosato)
Sono memorie legate ad un territorio regionale, quello abruzzese, i segni lasciati da familiari frequentazioni che ho avuto l’opportunità di vivere grazie a mio padre (Giuseppe Rosato) che nel suo mestiere di scrittore non ha mai trascurato, per una passione innata diventata presto ragione di approfondimento, altre espressioni del linguaggio come la pittura e la scultura nelle loro manifestazioni più vere in ambito sia figurativo che concettuale. Ho incontrato, anche senza volerlo, uomini che nel novecento si sono impegnati con passione tecnica ed etica all’esercizio dell’arte percorrendo ambiti diversi, non necessariamente a tutti i costi innovativi, restando autentici nella costante ricerca di un progetto autonomo (espressione comunque di un sentire collettivo) di modificazione degli equilibri del mondo.
A questi uomini è dedicata la rassegna segni della memoria inaugurata a gennaio del 2012 con il ricordo di Federico Spoltore (a centodieci anni dalla nascita), proseguita con l'omaggio a Giovanni Pittoni (itinerario di una vita) e che prevede appuntamenti monografici dedicati a maestri del novecento abruzzese (Michele Cascella, Elio Di Blasio, Guido Montauti, Nino Gagliardi, ecc.), così come a maestri che all’Abruzzo e alla nostra casa si sono accostati, direttamente o indirettamente, per un felice incontro.
ALFREDO DEL GRECO
Il terzo appuntamento di segni della memoria è dedicato ad Alfredo Del Greco nato a Pescara nel 1930 dove ha insegnato discipline pittoriche al Liceo artistico; pittore di grande coerenza professionale ed etica è stato presente con il suo lavoro nelle più significative gallerie e rassegne espositive del tempo; sulla sua opera, nel 1974, è stato realizzato dalla Corona cinematografica di Roma il documentario Del Greco: per una pittura della sopravvivenza; si è spento prematuramente a Francavilla al mare nel 1992
progetto uomo: quale altro titolo per raccontare l'itinerario di ricerca di Alfredo Del Greco dove l'uomo costruisce lo spazio e ne misura le relazioni con il tempo, la luce e le cose.
Anche nell'opera informale del 1960, che apre l'esposizione, è la materia a manifestarsi, come a comporsi e a cercare subito forma che appena affiora nelle figurazioni e inizio futuro, lavori del 1961; Del Greco inizia a plasmare l'uomo da questa materia informale nella quale riconosce comunque la forma, espressione che si fa tangibile nella definizione etica dell'uomo e della sua autentica ragione di essere nelle tele del 1964 per dichiararsi con estremo rigore e poesia negli anni settanta: felice esempio ne sono, in questa occasione espositiva, il paesaggio marino e i due volti del 1975. L'esposizione si chiude con una tela dove la presenza della figura è nascosta o dispersa dietro la geometria di una letteraria architettura: interazione o sfida?
Un lavoro attento e appassionato, frutto di impegno quotidiano che ha tenuto Alfredo Del Greco necessariamente e con coerenza distante dalle tentazioni del mercato e dalla promozione di sé che tanto ancora caratterizza il nostro tempo dell'arte.
I lavori esposti appartengono alla collezione di famiglia di casa Rosato integrati con una donazione di Eugenio Riccitelli (una figura ante informale del 1958) e un'altra tela del 1960 “elettistica” già appartenuta ad Antonio Bandera (lo storico dell'arte da sempre attento al lavoro di Del Greco) e lasciata in eredità a Rossella Calanca. A questi si aggiungono le due situazioni-relazione del 1964 e l'interazione del 1984, tre importanti tele gentilmente prestate dai figli di Del Greco, che completano il racconto di un percorso di ricerca arrivato ad una definizione, che possiamo dire risolta, nonostante la prematura scomparsa dell'autore.
Una mostra dal carattere intimo, dettata dalla predilezione per il lavoro di un uomo autentico; un piccolo omaggio ad un maestro per troppo tempo dimenticato dalla sua città per dire della necessità di costruire un catalogo delle opere e dei testi critici: un impegno preso con la moglie Anna poco tempo prima che anche lei ci lasciasse e al quale spero di riuscire a dare il mio modesto contributo. (Lúcio Rosato)
08
novembre 2013
Alfredo Del Greco – Segni della memoria
Dall'otto al 30 novembre 2013
arte moderna
Location
USOMAGAZZINO PER ALTRE ARCHITETTURE
Pescara, Via Silvio Spaventa, 10/4, (Pescara)
Pescara, Via Silvio Spaventa, 10/4, (Pescara)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 18.00-20.00
Vernissage
8 Novembre 2013, h 19.00
Autore
Curatore