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Alfredo Velli
Pittore vigevanese d’adozione e savonese di nascita di grande talento, che la città di Vigevano può vantare di aver avuto. Scomparso nel pieno della sua maturità artistica Velli ha usato il colore non per rappresentare paesaggi o figure ma per comunicare emozioni.
Comunicato stampa
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Verrà inaugurata sabato 2 aprile allo Spazio Rocco Scotellaro, con il patrociniodell’Amministrazione comunale di Vigevano una mostra dedicata al pittore Alfredo Velli (1929-1992).. Artista schivo e riservato che ha vissuto un isolamento solo apparente ma che al contrario aveva una fascia di estimatori che lo incoraggiavano ad andare avanti e a far conoscere i suoi lavori fuori Vigevano, ma a lui non interessavano la fama e il mercato nell’arte. Questa mostra non ha lo scopo di far riemergere dall’oblio un artista dimenticato, poiché Velli è ancora molto presente nella memoria di chi l’ha conosciuto e amato, sia come persona che come artista, ma una mostra voluta per rincontrarlo e sentirlo presente in mezzo a noi con i suoi colori, i suoi segni, la sua arte. Per Velli gli alberi, il cielo, le figure sono un pretesto, il suo tratto fluido carico di colore accompagnato da segni o strutturato in geometrie, finisce per avvolgerci in un vortice cromatico di sicuro effetto che tante emozioni ha saputo e continua a trasmetterci. La mostra a cura di Vincenzo Pellitta e Giovanni Bragheri si prefigge anche lo scopo di far conoscere la pittura di Velli ai più giovani e agli amanti dell’arte. Dopo la sua prematura scomparsa (1992) la Fondazione Roncalli di Vigevano, nel 1996, ha allestito nelle proprie sale una mostra antologica con un bellissimo catalogo corredato dai testi critici di Giuseppe Franzoso “critico vigevanese” che gli era stato anche tanto amico, e con quello della più famosa storica e critica dell’arte Elena Pontiggia di cui proponiamo un’estratto: ….Alfredo Velli non è stato un artista precoce o innovatore, è stato invece un artista che ha ripensato e ripercorso in maniera solitaria e introversa, seguendo un percorso autonomo di maturazione personale, e prestando ascolto solamente alle sue esigenze espressive, i modi prima dell’espressionismo e poi dell’astrazione. E ha fatto questo rivelando una particolare forza lirica e una istintiva intelligenza per le possibilità del colore. In questo senso ha saputo riscattare l’inattualità cronologica (o se vogliamo il “ritardo” nell’adesione ad alcune esperienze stilistiche, come potrebbe definirlo una critica d’arte attenta soprattutto ai diritti di primogenitura), attraverso la sincerità e l’autenticità degli esiti. Detto questo non bisogna pensare, nel suo caso, a una compiaciuta ricerca dilettantesca, a un nobile passatempo condotto con la tranquillità di chi si pone al di fuori del confronto con la storia e con la cronaca. Basta, per capirlo e comunque per avere la misura dell’inquietudine della ricerca dell’artista, rileggere due delle sue rare dichiarazioni di poetica. Diceva Velli : “Un quadro non mi sembra mai finito. Non posso considerare un mio lavoro riuscito. Se dovessi mai trovare una volta per tutte ciò di cui vado alla ricerca, sarei finito. In quel momento non avrei più niente da dire o da dare a nessuno. Ma “fortunatamente”la ricerca comporta anche il rischio di non trovare. Una volta ho letto una frase che mi è piaciuta molto e l’ho presa un po’ come un mio principio. Diceva più o meno così: se tu prendi un sasso e lo osservi, ogni giorno scoprirai qualcosa di nuovo. Se arrivi poi a capire i suoi segreti, allora hai capito il mondo”. E, ancora, amava dare questo consiglio agli amici che volevano dedicarsi alla pittura: “ Ogni sera prima di dormire traccia almeno una linea”. Dunque la sua ricerca continua, ansiosa, non certo una sinecura. Anche se poi, per una precisa scelta di carattere, aveva deciso di tenersi accuratamente lontano dal mondo dell’arte, da critici, compagni di strada e galleristi. Certo si può giudicare questa scelta troppo idealistica, o comunque penalizzante. Ma Velli aveva fatto propria la massima orientale: “ Il saggio non si lamenta di non essere conosciuto, ma di non conoscere”.Per lui l’arte era una forma di ricerca, non una ricerca di riconoscimenti.
- E dopo aver analizzato i vari periodi e stili che l’artista ha affrontato - Elena Pontiggia conclude il suo testo così: Parlare, attraverso il colore, della vita: è stato questo, soprattutto, l’ideale della sua pittura.
- E dopo aver analizzato i vari periodi e stili che l’artista ha affrontato - Elena Pontiggia conclude il suo testo così: Parlare, attraverso il colore, della vita: è stato questo, soprattutto, l’ideale della sua pittura.
02
aprile 2011
Alfredo Velli
Dal 02 al 18 aprile 2011
arte contemporanea
Location
SPAZIO ROCCO SCOTELLARO
Vigevano, Via Cesarea, 49, (Pavia)
Vigevano, Via Cesarea, 49, (Pavia)
Orario di apertura
martedì e sabato ore17-19 mercoledì e venerdì ore 21-23 domenica ore 10-12 e 17-19
Vernissage
2 Aprile 2011, ore 17,30
Autore
Curatore