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Alice nel Castello delle meraviglie
Il mondo fuori forma e fuori tempo nell’arte italiana del Novecento
Comunicato stampa
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Che la storia cominci… dal 25 maggio sino al 18 settembre le Sale Viscontee del Castello Sforzesco di Milano si aprono a una delle mostre più interessanti del panorama estivo milanese, “Alice nel castello delle meraviglie. Il mondo fuori forma e fuori tempo nell’arte italiana del Novecento”.
Un’esposizione pensata e realizzata per avvicinare all’arte contemporanea proprio il pubblico che abitualmente frequenta il Castello, formato da famiglie, studenti e bambini, cui la mostra dedica una ricchissima pagina didattica.
Partendo dall’opera letteraria del matematico e scrittore inglese Reverendo Charles Dodgson, alias Lewis Carrol, pubblicata per la prima volta nel 1865, si compie un lungo viaggio all’interno del mondo nell’arte italiana del Novecento, dove, in analogia alle esperienze di Alice, nulla è davvero o solo ciò che sembra e ogni opera rappresenta il modo particolare dell’artista di vedere le cose.
Lo stesso allestimento negli otto ambienti predisposti ad ospitare le quarantaquattro opere in mostra segue i dodici capitoli della storia di Alice con le sue continue metafore, partendo proprio dalla tana del coniglio bianco, da dove Alice cade e inizia il suo viaggio in un mondo di non sensi e paradossi. L’opera di Dadamaino del 1958, Volume, diventa così ingresso alla mostra e passaggio fondamentale per incontrare l’arte del Novecento, che si è spesso servita della verosimiglianza per mostrare la realtà in modo anomalo, e dove la simbologia sul concetto di soglia e passaggio viene arricchita dal superamento della superficie piana della pittura; sino ad arrivare allo Specchio di Michelangelo Pistoletto, proponendo al visitatore, ancora una volta, un passaggio obbligato da una dimensione magica a una reale, o se si vuole, il ritorno allo sfasamento spazio-temporale e alla percezione di una realtà dove tutto è possibile, con la stessa facilità con cui Alice gioca ad entrare nel mondo eccentrico, folle e privo di logica al di là del suo specchio.
In mezzo lo sfalsamento dimensionale, motivo ricorrente de Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie in cui la bambina è soggetta a sorprendenti ingrandimenti e rimpicciolimenti. L’utilizzo di formati tradizionali si contrappone in arte all’esplorazione di dimensioni macro e micro.
Dal mondo extralarge delle opere di Mimmo Paladino, Marco Gastini, Giulio Turcato, Alighiero Boetti, ai capolavori in miniatura di Mario Sironi, Umberto Boccioni, Giorgio Morandi, Lucio Fontana, Giacomo Balla, per arrivare alla realtà trasfigurata del mondo dell’arte, dove ogni artista ha il potere di decidere quale valore dare alle cose, come per l’orto di gommapiuma di Piero Gilardi e la fotocopiatrice molle di Loris Cecchini.
In mezzo il coniglio bianco che corre in continuazione ripetendo ossessivamente di avere fretta: e dunque si passa dal tempo accelerato rappresentato nei modi più diversi dai futuristi, al tempo incantato e alla rigidità delle opere metafisiche.
La storia di Alice ha il pregio, come l’arte, di prestarsi a molteplici letture, da quella letterale e ludica che incanta i bambini, ai livelli più complessi dell’analisi linguistica, sino ad arrivare a rappresentare un vero e proprio viaggio nel paese della matematica.
I romanzi di Carroll, Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie (1865) e Attraverso lo Specchio (1871), che gode sicuramente di minor fama, sono stati trasposti in numerosi adattamenti teatrali e cinematografici, che mettono insieme elementi dell’uno e dell’altro: il cartone animato della Disney Alice in Wonderland (1951) che ne ha decretato la diffusione di massa con strampalati personaggi e il gusto per le cose folli, la hit psichedelica dei Jefferson Airplane White Rabbit (1967), il video di Gary Hill Why the things get in a muddle (1985), l’animazione noire di Jan Svankmajer Alice (1987), la versione teatrale Alice vietato >18 anni (2003) del gruppo Fanny & Alexander.
Un’esposizione pensata e realizzata per avvicinare all’arte contemporanea proprio il pubblico che abitualmente frequenta il Castello, formato da famiglie, studenti e bambini, cui la mostra dedica una ricchissima pagina didattica.
Partendo dall’opera letteraria del matematico e scrittore inglese Reverendo Charles Dodgson, alias Lewis Carrol, pubblicata per la prima volta nel 1865, si compie un lungo viaggio all’interno del mondo nell’arte italiana del Novecento, dove, in analogia alle esperienze di Alice, nulla è davvero o solo ciò che sembra e ogni opera rappresenta il modo particolare dell’artista di vedere le cose.
Lo stesso allestimento negli otto ambienti predisposti ad ospitare le quarantaquattro opere in mostra segue i dodici capitoli della storia di Alice con le sue continue metafore, partendo proprio dalla tana del coniglio bianco, da dove Alice cade e inizia il suo viaggio in un mondo di non sensi e paradossi. L’opera di Dadamaino del 1958, Volume, diventa così ingresso alla mostra e passaggio fondamentale per incontrare l’arte del Novecento, che si è spesso servita della verosimiglianza per mostrare la realtà in modo anomalo, e dove la simbologia sul concetto di soglia e passaggio viene arricchita dal superamento della superficie piana della pittura; sino ad arrivare allo Specchio di Michelangelo Pistoletto, proponendo al visitatore, ancora una volta, un passaggio obbligato da una dimensione magica a una reale, o se si vuole, il ritorno allo sfasamento spazio-temporale e alla percezione di una realtà dove tutto è possibile, con la stessa facilità con cui Alice gioca ad entrare nel mondo eccentrico, folle e privo di logica al di là del suo specchio.
In mezzo lo sfalsamento dimensionale, motivo ricorrente de Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie in cui la bambina è soggetta a sorprendenti ingrandimenti e rimpicciolimenti. L’utilizzo di formati tradizionali si contrappone in arte all’esplorazione di dimensioni macro e micro.
Dal mondo extralarge delle opere di Mimmo Paladino, Marco Gastini, Giulio Turcato, Alighiero Boetti, ai capolavori in miniatura di Mario Sironi, Umberto Boccioni, Giorgio Morandi, Lucio Fontana, Giacomo Balla, per arrivare alla realtà trasfigurata del mondo dell’arte, dove ogni artista ha il potere di decidere quale valore dare alle cose, come per l’orto di gommapiuma di Piero Gilardi e la fotocopiatrice molle di Loris Cecchini.
In mezzo il coniglio bianco che corre in continuazione ripetendo ossessivamente di avere fretta: e dunque si passa dal tempo accelerato rappresentato nei modi più diversi dai futuristi, al tempo incantato e alla rigidità delle opere metafisiche.
La storia di Alice ha il pregio, come l’arte, di prestarsi a molteplici letture, da quella letterale e ludica che incanta i bambini, ai livelli più complessi dell’analisi linguistica, sino ad arrivare a rappresentare un vero e proprio viaggio nel paese della matematica.
I romanzi di Carroll, Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie (1865) e Attraverso lo Specchio (1871), che gode sicuramente di minor fama, sono stati trasposti in numerosi adattamenti teatrali e cinematografici, che mettono insieme elementi dell’uno e dell’altro: il cartone animato della Disney Alice in Wonderland (1951) che ne ha decretato la diffusione di massa con strampalati personaggi e il gusto per le cose folli, la hit psichedelica dei Jefferson Airplane White Rabbit (1967), il video di Gary Hill Why the things get in a muddle (1985), l’animazione noire di Jan Svankmajer Alice (1987), la versione teatrale Alice vietato >18 anni (2003) del gruppo Fanny & Alexander.
25
maggio 2005
Alice nel Castello delle meraviglie
Dal 25 maggio al 18 settembre 2005
arte moderna e contemporanea
Location
CASTELLO SFORZESCO
Milano, Piazza Castello, (Milano)
Milano, Piazza Castello, (Milano)
Biglietti
3 euro con ingresso ai musei del Castello inclusi. Ingresso libero per studenti e ragazzi sino ai 18 anni
Orario di apertura
tutti i giorni, dalle 9.00 alle 17.30. Chiuso il lunedì
Vernissage
25 Maggio 2005, ore 18
Editore
SILVANA EDITORIALE
Ufficio stampa
STUDIO DE ANGELIS
Autore