Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Alice Schivardi – A – Bee – C
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Rassegna Osare Perdere
La prossima visione e piccola personale nello spazio Fourteen, per la rassegna Osare perdere, è
con Alice Schivardi che espone un disegno sulla parete di fondo.
Un’ ape in bilico sulla bocca, organo della pronuncia della parola e della trasmissione del senso, luogo di confine tra interno ed esterno del corpo. L’immagine è istantanea dell’attimo tra il silenzio e l’emissione del verbo.
Alice Schivardi produce questo lavoro nel periodo del lockdown, dove diventa impellente una necessità di sconfinamento, di incontro, di scambio, ma anche la possibilità di poter rendere possibile una vita nuova.
Quello dell’ape è un simbolismo eloquente, persuasivo al colpo d’occhio e nella storia, da oriente a occidente, carico di significati.
L’ape è spirito della cura e corpo nella difesa di ciò che in modo organizzato e cooperativo costruisce.
L’ape ritorna a primavera, rigenera la vita e lo fa distante da latrine e letamai, non si posa sul putrido e la decomposizione, e tiene pulito l’alveare per creare una sostanza ricca e nutriente, pura.
Ci sono tante storie e leggende antiche che le attribuivano caratteri magici e degni di adorazione:
“Gli antichi Babilonesi (1600 a. C. circa) veneravano il dio Mithra che era rappresentato come un leone che teneva nelle sue fauci un’ape. Ape infatti, nella lingua locale, si pronunciava “Dabar” e “Dabar” era anche il termine per indicare la “Parola” (divina). Per gli ebrei l’ape è associata al linguaggio. In ebraico, la parola che indica l’ape è “Dbure”, e ha origine dal termine “Dbr”, ossia discorso, e tra i primi credenti ebrei, le api simboleggiavano l’eloquenza e l’intelligenza.”
“Al frutto del suo lavoro è attribuito un grande valore esoterico. Questo, per via del miele che serviva alla preparazione dell’ambrosia, bevanda sacra presso i Celti, i Germani e i Greci. Ma, dal lavoro dell’Ape proviene anche la cera, per la composizione dei ceri, oggetti rituali e sacri. L’Ape è l’emblema dell’eterna rinascita e del rinnovarsi della natura.”
“Nell’antico Egitto, paragonata all’anima, riportava in vita il defunto qualora entrasse dalla sua bocca. Per gli egizi la sua appartenenza divina era dovuta alla sua nascita dalle lacrime di Ra.”
L’ape con la sua luminescenza e ruolo di impollinatrice diventa portatrice di segreti che regolano l’universo.
Rompere il silenzio con un grido anche rispetto a quello che sta accadendo all’ambiente.
Aver cura delle api è sinonimo della cura di noi, del nostro futuro.
La prossima visione e piccola personale nello spazio Fourteen, per la rassegna Osare perdere, è
con Alice Schivardi che espone un disegno sulla parete di fondo.
Un’ ape in bilico sulla bocca, organo della pronuncia della parola e della trasmissione del senso, luogo di confine tra interno ed esterno del corpo. L’immagine è istantanea dell’attimo tra il silenzio e l’emissione del verbo.
Alice Schivardi produce questo lavoro nel periodo del lockdown, dove diventa impellente una necessità di sconfinamento, di incontro, di scambio, ma anche la possibilità di poter rendere possibile una vita nuova.
Quello dell’ape è un simbolismo eloquente, persuasivo al colpo d’occhio e nella storia, da oriente a occidente, carico di significati.
L’ape è spirito della cura e corpo nella difesa di ciò che in modo organizzato e cooperativo costruisce.
L’ape ritorna a primavera, rigenera la vita e lo fa distante da latrine e letamai, non si posa sul putrido e la decomposizione, e tiene pulito l’alveare per creare una sostanza ricca e nutriente, pura.
Ci sono tante storie e leggende antiche che le attribuivano caratteri magici e degni di adorazione:
“Gli antichi Babilonesi (1600 a. C. circa) veneravano il dio Mithra che era rappresentato come un leone che teneva nelle sue fauci un’ape. Ape infatti, nella lingua locale, si pronunciava “Dabar” e “Dabar” era anche il termine per indicare la “Parola” (divina). Per gli ebrei l’ape è associata al linguaggio. In ebraico, la parola che indica l’ape è “Dbure”, e ha origine dal termine “Dbr”, ossia discorso, e tra i primi credenti ebrei, le api simboleggiavano l’eloquenza e l’intelligenza.”
“Al frutto del suo lavoro è attribuito un grande valore esoterico. Questo, per via del miele che serviva alla preparazione dell’ambrosia, bevanda sacra presso i Celti, i Germani e i Greci. Ma, dal lavoro dell’Ape proviene anche la cera, per la composizione dei ceri, oggetti rituali e sacri. L’Ape è l’emblema dell’eterna rinascita e del rinnovarsi della natura.”
“Nell’antico Egitto, paragonata all’anima, riportava in vita il defunto qualora entrasse dalla sua bocca. Per gli egizi la sua appartenenza divina era dovuta alla sua nascita dalle lacrime di Ra.”
L’ape con la sua luminescenza e ruolo di impollinatrice diventa portatrice di segreti che regolano l’universo.
Rompere il silenzio con un grido anche rispetto a quello che sta accadendo all’ambiente.
Aver cura delle api è sinonimo della cura di noi, del nostro futuro.
10
luglio 2021
Alice Schivardi – A – Bee – C
Dal 10 al 29 luglio 2021
arte contemporanea
Location
SPAZIO FOURTEEN ARTELLARO
Lerici, Piazza E. Figoli, 14, (La Spezia)
Lerici, Piazza E. Figoli, 14, (La Spezia)
Orario di apertura
9-24
Vernissage
10 Luglio 2021, 19.00
Sito web
Ufficio stampa
Fourteen ArTellaro
Autore
Curatore
Autore testo critico
Progetto grafico
Produzione organizzazione