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Alice Visin – Non c’è rosa senza spine
Nell’ambito del FuoriSalone milanese l’artista Alice Visin utilizza i “vecchi” libri della casa editrice minimum fax per dar vita a un inaspettato giardino di carta nello studio di Dorota Koziara. L’evento è l’occasione per il lancio di un concorso di design sul riutilizzo creativo di libri altrimenti destinati al macero.
Comunicato stampa
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Non c’è rosa senza spine
Nell’ambito del FuoriSalone milanese, dal 12 al 19 aprile 2010, l’artista Alice Visin utilizza i “vecchi” libri della casa editrice minimum fax per dar vita a un inaspettato giardino di carta nello studio di Dorota Koziara. L’evento è l’occasione per il lancio di un concorso di design sul riutilizzo creativo di libri altrimenti destinati al macero.
minimum fax ha ideato il progetto Re-Book. La seconda vita dei libri, con l’obiettivo di prolungare la vita dei libri oltre il normale ciclo di esistenza nella loro tradizionale funzione.
Una delle iniziative di Re-Book è Re-Book Design Contest, un concorso per idee realizzato in collaborazione con amaneï/salina, finalizzato alla produzione di oggetti progettati a partire dal riciclo dei libri e degli scarti librari.
Per il lancio del progetto, minimum fax ha chiesto di creare una installazione realizzata con la carta dei libri da macerare ad Alice Visin, giovane progettista che ama accartocciare pagine di giornali destinate a cassonetti sempre più pieni per imprigionarle con una colata di cera in un istante senza fine, creando gioielli che sono gemme di carta, fossili contemporanei, sospesi tra la leggerezza del materiale e il peso delle parole. Le sue opere sono vere e proprie materializzazioni del concetto di gioiello contemporaneo, per definizione prezioso non per il materiale di cui è fatto ma per il valore del pensiero che contiene.
La creazione di una “poesia dorsale”, composta selezionando alcuni dei titoli e dedicata alla loro “seconda vita” (Una nuova vita/Terre in disordine pezzo a pezzo./Voi siete qui, creature ostinate. Il pittore e il pesce./Zona del silenzio, giri di parole./
Altre storie e altre storie.), è il principio per la nascita di un giardino di carta.
Ogni libro - con la sua forma, dimensioni, colore e grammatura della carta, caratteri, spaziature differenti - possiede una propria anima, che lo rende unico. Così come uniche sono le sue pagine, tutte diverse una dall’altra, con uno specifico DNA, la molecola sul cui codice si basa il manuale di costruzione di ogni essere vivente, alberi e fiori compresi.
Ecco perché ogni libro genera una pianta diversa fatta di boccioli realizzati con le sue pagine, accartocciate e immortalate nella forma che precede lo scarto, pronte a fiorire e rifiorire ancora. È l’atto creativo dell’artista, il suo intervento manuale, a restituire a ogni pagina quell’unicità che aveva perso nella sua ipoteticamente infinita “riproducibilità tecnica”. In questo modo Alice, con approccio tutto femminile, trasforma la materia senza dimenticare ciò che era.
L’installazione prende il nome da un proverbio presente in molte lingue, Non c’è rosa senza spine, che qui allude da una parte all’idea del giardino come metafora della vita e dall’altra alle spille che fisicamente formano il sostegno dei boccioli.
Ma… c’è un ma. I libri non sono solo carta ma anche parola, emozione, nutrimento. Ecco perché a chi acquista una spilla, pezzo unico e irripetibile, viene regalata una copia di un libro (che per un piccolo difetto, una copertina leggermente rovinata, una piega di troppo, non può più essere commerciabile), che -numerata e firmata- diventa garanzia dell’opera-gioiello stessa.
Perché, non dimentichiamolo, sempre di più “nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma”.
Nell’ambito del FuoriSalone milanese, dal 12 al 19 aprile 2010, l’artista Alice Visin utilizza i “vecchi” libri della casa editrice minimum fax per dar vita a un inaspettato giardino di carta nello studio di Dorota Koziara. L’evento è l’occasione per il lancio di un concorso di design sul riutilizzo creativo di libri altrimenti destinati al macero.
minimum fax ha ideato il progetto Re-Book. La seconda vita dei libri, con l’obiettivo di prolungare la vita dei libri oltre il normale ciclo di esistenza nella loro tradizionale funzione.
Una delle iniziative di Re-Book è Re-Book Design Contest, un concorso per idee realizzato in collaborazione con amaneï/salina, finalizzato alla produzione di oggetti progettati a partire dal riciclo dei libri e degli scarti librari.
Per il lancio del progetto, minimum fax ha chiesto di creare una installazione realizzata con la carta dei libri da macerare ad Alice Visin, giovane progettista che ama accartocciare pagine di giornali destinate a cassonetti sempre più pieni per imprigionarle con una colata di cera in un istante senza fine, creando gioielli che sono gemme di carta, fossili contemporanei, sospesi tra la leggerezza del materiale e il peso delle parole. Le sue opere sono vere e proprie materializzazioni del concetto di gioiello contemporaneo, per definizione prezioso non per il materiale di cui è fatto ma per il valore del pensiero che contiene.
La creazione di una “poesia dorsale”, composta selezionando alcuni dei titoli e dedicata alla loro “seconda vita” (Una nuova vita/Terre in disordine pezzo a pezzo./Voi siete qui, creature ostinate. Il pittore e il pesce./Zona del silenzio, giri di parole./
Altre storie e altre storie.), è il principio per la nascita di un giardino di carta.
Ogni libro - con la sua forma, dimensioni, colore e grammatura della carta, caratteri, spaziature differenti - possiede una propria anima, che lo rende unico. Così come uniche sono le sue pagine, tutte diverse una dall’altra, con uno specifico DNA, la molecola sul cui codice si basa il manuale di costruzione di ogni essere vivente, alberi e fiori compresi.
Ecco perché ogni libro genera una pianta diversa fatta di boccioli realizzati con le sue pagine, accartocciate e immortalate nella forma che precede lo scarto, pronte a fiorire e rifiorire ancora. È l’atto creativo dell’artista, il suo intervento manuale, a restituire a ogni pagina quell’unicità che aveva perso nella sua ipoteticamente infinita “riproducibilità tecnica”. In questo modo Alice, con approccio tutto femminile, trasforma la materia senza dimenticare ciò che era.
L’installazione prende il nome da un proverbio presente in molte lingue, Non c’è rosa senza spine, che qui allude da una parte all’idea del giardino come metafora della vita e dall’altra alle spille che fisicamente formano il sostegno dei boccioli.
Ma… c’è un ma. I libri non sono solo carta ma anche parola, emozione, nutrimento. Ecco perché a chi acquista una spilla, pezzo unico e irripetibile, viene regalata una copia di un libro (che per un piccolo difetto, una copertina leggermente rovinata, una piega di troppo, non può più essere commerciabile), che -numerata e firmata- diventa garanzia dell’opera-gioiello stessa.
Perché, non dimentichiamolo, sempre di più “nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma”.
12
aprile 2010
Alice Visin – Non c’è rosa senza spine
Dal 12 al 19 aprile 2010
arte contemporanea
Location
DOROTA KOZIARA
Milano, Alzaia Naviglio Grande, 42, (Milano)
Milano, Alzaia Naviglio Grande, 42, (Milano)
Orario di apertura
dalle 14 alle 19
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