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Alighiero Boetti – Da singolare a plurale e viceversa
In occasione della la sua terza personale 1000 Eventi si propone di far conoscere un aspetto meno conosciuto dell’ opera di Alighiero Boetti rispetto alle più celebri biro o alle mappe ma di grande importanza per comprendere la complessità della sua ricerca artistica.
Comunicato stampa
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La galleria 1000eventi è lieta di annunciare la terza mostra personale di
ALIGHIERO BOETTI: DA SINGOLARE A PLURALE E VICEVERSA.
[...] mi ritrovo a parlare sempre di questo concetto del doppio, che […] percorre tutto il mio lavoro. Il fatto è che ci troviamo di fronte a una realtà naturale: è incontrovertibile che una cellula si divida in due, poi in quattro e così via; che noi abbiamo due gambe, due braccia e due occhi e così via; che lo specchio raddoppi le immagini; che l’uomo abbia fondato tutta la sua esistenza su una serie di modelli binari, compresi i computer; che il linguaggio proceda per coppie di termini contrapposti […]. È evidente che questo concetto della coppia è uno degli elementi archetipi fondamentali della nostra cultura […]. (A. Boetti, 1988)
Verso la metà degli anni settanta Boetti mette mano ad una serie di lavori basati su regole e schemi geometrici, matematici e combinatori, come Autodisporsi e La metà e il doppio, in cui l'artista indaga la bellezza estetica contenuta nell’ espressione logica o matematica.
In occasione della la sua terza personale 1000 EVENTI si propone di far conoscere un aspetto meno conosciuto dell’ opera di Alighiero Boetti rispetto alle più celebri biro o alle mappe ma di grande importanza per comprendere la complessità della sua ricerca artistica.
E’ appunto a questo ciclo che appartengono opere quali “Per una storia naturale della misurazione”, dei primi anni 70, in cui oggetti di uso comune come una carta da gioco, un paio di forbici o dei fiammiferi vengono utilizzati come possibile unità di misura, Storia naturale della Condensazione, 1975, in cui, in 28 fogli, l’artista esplora le possibilità di declinare il numero cento sostituendo ai numeri quadretti neri e raggruppandoli in diverse forme a partire dal primo foglio bianco fino ad un unico quadrato composto da dieci quadretti per lato. In “Storia naturale della Moltiplicazione”, 1978, utilizzando lo stesso principio dei quadretti, racchiude in tre pannelli la progressione matematica 1 ,10, 100: a partire dal singolo quadratino nel primo foglio si passa a dieci forme di dieci quadretti nel secondo e cento da cento nell’ultimo.
Di grande interesse sono anche opere quali i “Cimento dell’armonia e dell’invenzione”: in questo caso l’artista adotta la regola della ripetizione reiterata del gesto. In bilico tra ossessione e meditazione ricalca pazientemente a matita le linee di una serie di fogli quadrettati: “Dati uno spazio (il foglio) e uno strumento (la matita), ovvero i due elementi base del disegno, è necessario darsi una regola decidere se vuoi ricoprire tutto il foglio o mezzo…A questo punto vi è il cimento perché le possibilità sono enormi; potresti farlo in centomila modi diversi…”. Vengono qui proposti un Cimento in due fogli realizzato ricalcando le righe orizzontalmente nel primo e verticalmente nel secondo foglio, chiudendo successivamente i quadretti con dei trattini. Nel secondo, in quattro fogli, già esposto nel 1978 presso la galleria de Foscherari di Bologna,chiude gli angoli dei quadretti con delle L nei primi tre fogli e, improvvisamente, nell’ultimo, cambia idea inventando una greca. Le cornici di quest’ ultimo lavoro sono le stesse utilizzate da Boetti per inquadrare i celebri 50 “Manifesti” .
Con UNONOVESETTEZERO, 1970 e AELLEIGIACCAIEERREOBIOETTII, 1971, quasi a contraddire questo dualismo, Boetti trasforma nomi in lettere, date in cifre e cifre in lettere, creando un mondo che coesiste in maniera perfetta: in entrambi i casi è possibile leggere l’opera sia come l’ elenco di lettere che compongono lo spelling del nome o della data che come nome e cognome dell’artista o data.
Nonostante le regole precise e rigorose Boetti è libero di muoversi da artista e presentare un risultato unico, anzi doppio, uno di Alighiero e l’altro di Boetti.
ALIGHIERO BOETTI: DA SINGOLARE A PLURALE E VICEVERSA.
[...] mi ritrovo a parlare sempre di questo concetto del doppio, che […] percorre tutto il mio lavoro. Il fatto è che ci troviamo di fronte a una realtà naturale: è incontrovertibile che una cellula si divida in due, poi in quattro e così via; che noi abbiamo due gambe, due braccia e due occhi e così via; che lo specchio raddoppi le immagini; che l’uomo abbia fondato tutta la sua esistenza su una serie di modelli binari, compresi i computer; che il linguaggio proceda per coppie di termini contrapposti […]. È evidente che questo concetto della coppia è uno degli elementi archetipi fondamentali della nostra cultura […]. (A. Boetti, 1988)
Verso la metà degli anni settanta Boetti mette mano ad una serie di lavori basati su regole e schemi geometrici, matematici e combinatori, come Autodisporsi e La metà e il doppio, in cui l'artista indaga la bellezza estetica contenuta nell’ espressione logica o matematica.
In occasione della la sua terza personale 1000 EVENTI si propone di far conoscere un aspetto meno conosciuto dell’ opera di Alighiero Boetti rispetto alle più celebri biro o alle mappe ma di grande importanza per comprendere la complessità della sua ricerca artistica.
E’ appunto a questo ciclo che appartengono opere quali “Per una storia naturale della misurazione”, dei primi anni 70, in cui oggetti di uso comune come una carta da gioco, un paio di forbici o dei fiammiferi vengono utilizzati come possibile unità di misura, Storia naturale della Condensazione, 1975, in cui, in 28 fogli, l’artista esplora le possibilità di declinare il numero cento sostituendo ai numeri quadretti neri e raggruppandoli in diverse forme a partire dal primo foglio bianco fino ad un unico quadrato composto da dieci quadretti per lato. In “Storia naturale della Moltiplicazione”, 1978, utilizzando lo stesso principio dei quadretti, racchiude in tre pannelli la progressione matematica 1 ,10, 100: a partire dal singolo quadratino nel primo foglio si passa a dieci forme di dieci quadretti nel secondo e cento da cento nell’ultimo.
Di grande interesse sono anche opere quali i “Cimento dell’armonia e dell’invenzione”: in questo caso l’artista adotta la regola della ripetizione reiterata del gesto. In bilico tra ossessione e meditazione ricalca pazientemente a matita le linee di una serie di fogli quadrettati: “Dati uno spazio (il foglio) e uno strumento (la matita), ovvero i due elementi base del disegno, è necessario darsi una regola decidere se vuoi ricoprire tutto il foglio o mezzo…A questo punto vi è il cimento perché le possibilità sono enormi; potresti farlo in centomila modi diversi…”. Vengono qui proposti un Cimento in due fogli realizzato ricalcando le righe orizzontalmente nel primo e verticalmente nel secondo foglio, chiudendo successivamente i quadretti con dei trattini. Nel secondo, in quattro fogli, già esposto nel 1978 presso la galleria de Foscherari di Bologna,chiude gli angoli dei quadretti con delle L nei primi tre fogli e, improvvisamente, nell’ultimo, cambia idea inventando una greca. Le cornici di quest’ ultimo lavoro sono le stesse utilizzate da Boetti per inquadrare i celebri 50 “Manifesti” .
Con UNONOVESETTEZERO, 1970 e AELLEIGIACCAIEERREOBIOETTII, 1971, quasi a contraddire questo dualismo, Boetti trasforma nomi in lettere, date in cifre e cifre in lettere, creando un mondo che coesiste in maniera perfetta: in entrambi i casi è possibile leggere l’opera sia come l’ elenco di lettere che compongono lo spelling del nome o della data che come nome e cognome dell’artista o data.
Nonostante le regole precise e rigorose Boetti è libero di muoversi da artista e presentare un risultato unico, anzi doppio, uno di Alighiero e l’altro di Boetti.
17
settembre 2010
Alighiero Boetti – Da singolare a plurale e viceversa
Dal 17 settembre al 20 novembre 2010
arte contemporanea
Location
GALLERIA 1000EVENTI
Milano, Via Luigi Porro Lambertenghi, 3, (Milano)
Milano, Via Luigi Porro Lambertenghi, 3, (Milano)
Orario di apertura
Da martedì a sabato 14-19
Vernissage
17 Settembre 2010, ore 18
Autore