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Alison Jackson – Shot To Fame
Il lavoro di Alison Jackson appartiene alla simulazione, creare un clone o una copia del “reale” su carta. Non è un falso, semplicemente sostituisce il posto del “reale” per l’attimo dello scatto.
Comunicato stampa
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Il lavoro di Alison Jackson appartiene alla simulazione, creare un clone o una copia del "reale" su carta. Non è un falso, semplicemente sostituisce il posto del "reale" per l’attimo dello scatto.
Come dice Baudrilland, la simulazione è diversa dal fingere. Il fingere è simulare, come fingere una malattia o fingere di essere malati. Il soggetto non è malato, sembra che lo sia ma "la simulazione minaccia la differenza tra vero e falso , tra reale e immaginario . Dal momento che il simulatore produce sintomi "veri" la nostra riflessione verterà sulla questione identificativa del se è reale la malattia e se trattarlo come malato o no.
La fotografia di Alison Jackson crea un'immagine delle icone dove la simulazione delle stesse minaccia la differenza tra il vero e il falso , tra il reale e l’ immaginario. Il soggetto diventa ‘non necessario’ poiché nell’immaginario l'icona è più importante e più seducente. Non importa se l'icona è reale o no, la necessità è che la rappresenti e crei una confusione temporanea. L’artista ricerca questa confusione e la crea nel suo lavoro.
Il suo obiettivo è esplorare i confini sfocati tra realtà e immaginario, il divario e la confusione tra i due. Si usano sosia di celebrità e personaggi pubblici per creare uno scenario apparentemente reale, che in realtà è una simulazione. La somiglianza diventa reale ed il fruitore è incredulo. Si cerca di evidenziare la relazione psicologica tra ciò che vediamo e ciò che immaginiamo. Questo è legato al bisogno di guardare, il bisogno di credere.
La Galleria Raffaella De Chirico propone il lavoro di Alison Jackson per sondare il limite dell’essere umano. Ricreare una mise-en-scène che scuota nel profondo la necessità del voyeurismo mediatico creato dal bisogno narcisistico umano e dalla importanza eccessiva dell’immagine. Si finisce per dipendere sempre di più dalle conferme dell’altro.
Come dice Baudrilland, la simulazione è diversa dal fingere. Il fingere è simulare, come fingere una malattia o fingere di essere malati. Il soggetto non è malato, sembra che lo sia ma "la simulazione minaccia la differenza tra vero e falso , tra reale e immaginario . Dal momento che il simulatore produce sintomi "veri" la nostra riflessione verterà sulla questione identificativa del se è reale la malattia e se trattarlo come malato o no.
La fotografia di Alison Jackson crea un'immagine delle icone dove la simulazione delle stesse minaccia la differenza tra il vero e il falso , tra il reale e l’ immaginario. Il soggetto diventa ‘non necessario’ poiché nell’immaginario l'icona è più importante e più seducente. Non importa se l'icona è reale o no, la necessità è che la rappresenti e crei una confusione temporanea. L’artista ricerca questa confusione e la crea nel suo lavoro.
Il suo obiettivo è esplorare i confini sfocati tra realtà e immaginario, il divario e la confusione tra i due. Si usano sosia di celebrità e personaggi pubblici per creare uno scenario apparentemente reale, che in realtà è una simulazione. La somiglianza diventa reale ed il fruitore è incredulo. Si cerca di evidenziare la relazione psicologica tra ciò che vediamo e ciò che immaginiamo. Questo è legato al bisogno di guardare, il bisogno di credere.
La Galleria Raffaella De Chirico propone il lavoro di Alison Jackson per sondare il limite dell’essere umano. Ricreare una mise-en-scène che scuota nel profondo la necessità del voyeurismo mediatico creato dal bisogno narcisistico umano e dalla importanza eccessiva dell’immagine. Si finisce per dipendere sempre di più dalle conferme dell’altro.
22
marzo 2018
Alison Jackson – Shot To Fame
Dal 22 marzo al 28 aprile 2018
fotografia
Location
RAFFAELLA DE CHIRICO GALLERIA D’ARTE
Torino, Via Della Rocca, 19, (Torino)
Torino, Via Della Rocca, 19, (Torino)
Orario di apertura
da mercoledì a venerdì 15-19
sabato 11-19
Vernissage
22 Marzo 2018, ore 18.30
Autore
Curatore