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All together
Una mostra presentata dagli scultori dell’Associazione Art-Art di Impruneta, realizzata con il Patrocinio e in collaborazione con l’Istituzione del Comune di Sesto Fiorentino “Sesto Idee” e con il Patrocinio del Comune di Impruneta.
Comunicato stampa
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Nove individualità, nove modi, tra formazione e deformazione, iconico ed aniconico, di rimando a un’arte plastica che ancora permette il creare anticorpi per non omologarsi del tutto ad una coloniale subordinazione culturale. Dino Pasquali
Così Dino Pasquali introduce la mostra presentata dagli scultori dell’Associazione Art-Art di Impruneta, ospitata presso il “Centro Espositivo Antonio Berti”, realizzata con il Patrocinio e in collaborazione con l’Istituzione del Comune di Sesto Fiorentino “Sesto Idee” e con il Patrocinio del Comune di Impruneta.
Gli artisti partecipano con sei opere ciascuno, in un allestimento che vede sculture all’interno e all’esterno, nel giardino di questo spazio espositivo aperto alla cittadinanza con finalità di valorizzazione e diffusione dell’Arte.
Due Ospiti d'Onore Silvano Porcinai e Paolo Staccioli, Soci Onorari dell'Associazione,
arricchiscono la fruizione artistica.
Il Titolo: “ALL TOGETHER" tutti insieme nella ricerca espressiva scultorea in un dialogo con il mondo attraverso la forma, un confronto e uno stimolo, un omaggio ad uno dei più importanti artisti italiani, che ha operato sul territorio fiorentino, Antonio Berti.
Francesco Battaglini, classe 1981 nasce e studia a Firenze dove vive e lavora. Dal 1995 al 1999 frequenta il liceo artistico Leon Battista Alberti, dove si diploma; l'anno successivo si iscrive all'Accademia di Belle Arti di Firenze nella Scuola di Scultura del Prof Vincenzo Bianchi e del Prof. Antonio Di Tommaso con i quali approfondisce e perfeziona gli studi. Nel 2005 sostiene la tesi in scultura dal titolo "I malesseri dell'uomo del '900" ottenendo il massimo dei voti e la lode.
Nel suo lavoro si evidenzia potente una sintesi di forme e volumi ispirati alla figura umana, dalle teste ai corpi, in un uso sapiente della materia in cui si palesano immobilità e quiete.
Dal 2000 partecipa a diverse mostre in luoghi prestigiosi di Firenze, come il Museo Nazionale di Archeologia, il Palazzo di Parte Guelfa, collabora nel 2006 con la Galleria Mentana di Firenze partecipando anche alla Biennale d'Arte Contemporanea alla Fortezza da Basso, sostiene alcune mostre a Milano, Roma e Arezzo. Su invito partecipa anche a Simposi Internazionali su pietra realizzando opere monumentali come, "pensiero per un'amica" 2006 Ari (Ch); nel 2008 realizza "venere" nella città di Atessa (Ch); nel 2011 realizza "rapace" nel parco di Travalle a Calenzano (Fi); nel 2011 realizza "two face" per il Comune di Rufina (Fi).
Partecipa anche ad alcuni Simposi su legno in Francia dal 2006 al 2012.
Franco Berretti inizia giovanissimo a lavorare la creta ed il legno, poi il sasso d’Arno e a forgiare il ferro. Dopo anni d’impegno nella grafica, esegue in fonderia le prime opere in bronzo, senza lasciare ad altri ultimare con il cesello i suoi lavori.
Nel ’79, nei laboratori di Carrara, si accosta con rispetto al marmo, ne scopre le qualità e la policromia. All’iniziale spartana produzione, sceglie oggi e definisce con il suo linguaggio semplice e raffinato soggetti veri.
Le sculture di Franco Berretti, cercano con uno zoom, di guardare in una porzione di ambiente, dove sia l’uomo, sia l’albero, vivono, e dall’ambiente sono condizionati.
Sono loro i “personaggi” che vivono la nostra condizione cercata di uomini moderni.
Nel 1972 inizia la sua ricca attività espositiva in Italia ed all’estero.
Opere esposte in luoghi pubblici e semi-pubblici: “Definizione della materia” (1982) e “3D” (2001) all’I.T.I. Leonardo da Vinci di Firenze; “Donna ambiente” (1985) a Civitella in Val di Chiana, Arezzo; “Carnificazione di un albero” (1985) a Fanano, Modena; “Sferico”(1985) al Museo del Marmo di Carrara; “Situazione ambiente” (1988) a Carovigno, Brindisi; “Albero in ambiente difficile” a Certaldo, Firenze; “Fontana con ambiente interno” (2004), all’Athenaeum Personal Hotel di Firenze; “Per catturare il vento” (2005) a Venturina, Livorno.
Ha partecipato ad alcuni Simposi: nel 1985 al “III Simposium Internazionale di Scultura Internazionale su pietra” a Fanano, Modena; nel 1986 al Concorso Internazionale “Invito alla progettazione”: “II marmo nell’arte e nell’artigianato” a Carrara; nel 1991 al “Simposium Internazionale di Scultura su legno” a Madonna di Campiglio, Trento.
Roberto Coccoloni vive e lavora a Firenze. Inizia a scolpire la pietra nel 1990 e nel 1995 espone le prime opere. Così, da autodidatta, sviluppa la sua curiosità per la scultura, lavorando ogni tipo di pietra disponibile, alla continua ricerca di materiali e di emozioni. Inizia poi lo studio del disegno, modella l'argilla, intaglia e scolpisce il legno, approfondisce la conoscenza delle tecniche di lavorazione della pietra e del marmo, sviluppa contatti con scultori ed artigiani, incontra artisti e critici: persone importanti nella sua formazione artistica.
Nella ricerca di una strada originale e vera che esprima la sua personalità, Roberto Coccoloni fissa l'immagine di un soggetto scolpendo la materia con linee essenziali, scavandone, con analisi profonde e sofferte, le caratteristiche psicologiche.
In punta di piedi ha fatto la sua prima comparsa in una rassegna, scegliendo la Mostra della Pietra Lavorata di Strada in Casentino (AR), per poi partecipare a numerose altre manifestazioni d'arte alle quali è stato invitato, in Italia e all'estero.
Così si presenta: “Mi piace pensare a me come ad uno scultore.
Mi piace pensare allo scultore come colui che si confronta con la materia, che con la materia riesce ad instaurare una dialogo che si sintetizza in una forma.
E l’idea rimane impalpabile, nascosta, non si impone. L’idea come un collante nascosto che diviene e si trasforma: l’idea elemento dinamico e magico di questo confronto”.
Bryan Holt Moore, nato a Los Angeles, ha studiato in California, in Inghilterra, in Germania. Ha vissuto e lavorato in Svizzera, Inghilterra, Norvegia e India. Ora vive in Toscana, nel Chianti.
Dice di sé Holt: [...] Sento che la forma astratta può dare una maggiore apertura interpretativa, senza un definito significato o simbologia [...].
Un concettuale che manifesta nella sinuosità della dinamica formale la natura del messaggio.
[…] Egli ha certamente assorbito le forze elementari dalla natura e la mistica positività che verso di esse ha la gente del suo paese, la California; le ha messe in comunicazione con i suoi interessi nella cultura orientale, nella cosmologia, nella psicologia analitica e archetipica di Jung, interessi personali e di una generazione che ha viaggiato alla scoperta di nuove e più dense sensibilità; le ha trasportate dentro di sé nella campagna toscana dove adesso vive, e dove altre sfumature di verde, la morbidezza delle colline, la vicinanza del sole e del mare lanciano messaggi che sa riconoscere; ha tradotto queste esperienze nelle sue sculture interrogative, sospese ma non inquietanti perché in esse si muovono forme lontanamente familiari, primarie […]. Roberto Rosati
Ricca la sua attività espositiva nel mondo con molte opere in collezioni pubbliche.
Luca Mommarelli, nato a Firenze nel 1964, vive nel Mugello, terra rigogliosa di boschi, fonte primaria della materia lignea protagonista delle sue sculture. Cresciuto nel quartiere di S. Spirito a Firenze, ricco di botteghe artigiane, ha studiato le loro tecniche: doratura a guazzo, cesello e sbalzo del rame, vetrate Liberty e modellato in creta, bagaglio fondamentale nel suo percorso artistico.
Le sue sculture in legno hanno come caratteristica il movimento: uccelli in volo, pesci guizzanti, soggetti dinamici. Lui stesso afferma: “quando i miei occhi osservano i legni contorti e usurati dal tempo , riesco ad intravedere ciò che prima non si manifestava. Con fare istintivo modello le forme nella materia lignea, per dare un soffio di nuova vita alle opere, alla ricerca dell’anima. L’energia delle fibre legnose diventa movimento e lì nelle
sue pieghe che la natura gli ha disegnato dentro, evoco la forza del tempo, le folate e l’ondeggiare nel vento dell’albero vivo …”
Marco Orsucci, nato a Livorno, si diploma in Scultura all’Accademia di Belle Arti di Firenze alla scuola di Oscar Gallo. Dal 1979 inizia un’intensa attività come scultore scenografo nei Laboratori Rubechini di Firenze eseguendo sculture per i più grandi teatri del mondo: Huston, Tokio, Madrid, Parigi, e in Italia per La Scala di Milano, La Fenice di Venezia, il Comunale di Firenze, il San Carlo di Napoli, Carlo Felice di Genova ecc.
Dopo più di un trentennio impegnato nella scenografia e nell'insegnamento si è dedicato da un paio d'anni esclusivamente alla scultura. L'artista mette al centro del suo lavoro la figura umana, con riferimenti sia al mondo classico che a situazioni attuali. Grande conoscitore dei materiali più disparati, si diverte a sorprendere, a creare situazioni di equilibrio al limite del paradosso,
Ha realizzato interventi per il Comune di Scandicci (Fi) nel Parco Naturale di Poggio Valicaia, per la Cappella di Casignano (Fi) e per la Chiesa di Torri.
Ha eseguito varie sculture per collezioni private quali “Il Mimo” (Roberto Cavalli),
il Crocifisso e la Via Crucis per la Cappella di Villa Laviosa a Livorno;
grandi sculture lignee come il Crocifisso dell’Abbandono per il Santuario di Montenero (Li) e il Crocifisso per l’Abbazia di Vallombrosa (Fi); sculture di terracotta a grandezza naturale per il Comune di S. Piero a Sieve (Fi).
Silvano Porcinai è nato a Grassina (Firenze) nel 1950, dove tuttora vive e lavora. Diplomato all’Istituto Statale d’Arte di Firenze, sezione di Oreficeria, ha svolto la sua attività di docente di scultura e modellato presso diversi istituti e licei artistici della Toscana (Firenze, Pistoia, Grosseto e Siena). Socio del Gruppo Donatello e dell’Antica Compagnia del Paiolo, Socio Onorario dell’Associazione Art-Art di Impruneta è Accademico delle Arti del Disegno, classe scultura.
Nella sue opere segue la tradizione figurativa che dal Rinascimento arriva al presente seguendo le orme dei suoi maestri elettivi verso una figurazione dinamica, nervosa, veloce, in composizioni ispirate ad atmosfere arcaiche, pre-classiche e manieriste con un’attenzione particolare alla terra di Spagna, meta preferita dei suoi frequenti viaggi. Porcinai segue personalmente tutte le fasi della sua scultura, dal bozzetto alla realizzazione di grandi formati, dalla formatura in gesso alla fusione, fino alla finitura su una materia che nelle sue mani diventa viva e vibrante.
Giuseppe Procopio: nato a Grosseto, vive e lavora a Firenze. Avvicinatosi alla scultura ai tempi della scuola ha proseguito (prima come autodidatta e poi diplomandosi presso il Liceo Artistico “L. B. Alberti” di Firenze) la ricerca di una strada personale, cercando di “oggettivare” nelle sculture che realizza, tutto quel groviglio di stati d’animo, sensazioni, gioie e dolori, ansie, paure, speranze e delusioni che sono poi l’essenza del vivere.
Usa vari materiali: legno, pietra, marmo, creta.
Ha partecipato a vari simposi di scultura su legno, su pietra, terracotta, neve.
[…] L’indagine scultorea di Giuseppe Procopio è rivolta all’essere umano concreto. Quell’essere che si domanda su sé stesso, sulla sua esistenza e sul rapporto con gli altri. E’ appunto quest’ultima domanda sulla relazione io-e-l’altro, le sue modalità e le sue forme dello svelarsi agli altri, oggetto esplicito della sua indagine. Le tecniche che adopera sono quelle classiche dello scultore che affronta la materia piena scavandone il sovrappiù o, negli ultimi lavori, plasmandone le forme con creta. Caratteristica peculiare della sua opera è l’abbinamento dei diversi materiali dal legno alla pietra serena, dal marmo al ferro, dall’ottone alla terracotta ricercando, oltre ad un effetto cromatico, uno espressivo che sfrutta le proprietà di ogni materiale usato […] Simone Casu
Paolo Staccioli, scultore e ceramista famoso (o ceramografo, cosi come lo definisce nella presentazione ad un suo catalogo, lo storico dell’arte Antonio Paolucci) che da anni produce raffinate opere in cui forma e cromatismo si annodano indissolubilmente nel manifestare radici classiche in un lessico estremamente moderno ed attuale.
Nato nel 1943, si dedica fin dall’adolescenza alla pittura; alla fine degli anni Ottanta comincia le prime esperienze con la ceramica su bassorilievi in terracotta. Successive sono le sperimentazioni degli smalti e mediante la tecnica della cottura a riduzione d’ossigeno, inizia la sua ricerca sui lustri per mezzo di terre, ossidi e sali.
Dal 2000 si dedica esclusivamente alla scultura guadagnandosi un posto di assoluto rilievo sulla scena artistica internazionale con mostre al Museo delle Porcellane di Palazzo Pitti, Museo Archeologico di Fiesole, Museo Ginori, Museo Horne.
Così Dino Pasquali introduce la mostra presentata dagli scultori dell’Associazione Art-Art di Impruneta, ospitata presso il “Centro Espositivo Antonio Berti”, realizzata con il Patrocinio e in collaborazione con l’Istituzione del Comune di Sesto Fiorentino “Sesto Idee” e con il Patrocinio del Comune di Impruneta.
Gli artisti partecipano con sei opere ciascuno, in un allestimento che vede sculture all’interno e all’esterno, nel giardino di questo spazio espositivo aperto alla cittadinanza con finalità di valorizzazione e diffusione dell’Arte.
Due Ospiti d'Onore Silvano Porcinai e Paolo Staccioli, Soci Onorari dell'Associazione,
arricchiscono la fruizione artistica.
Il Titolo: “ALL TOGETHER" tutti insieme nella ricerca espressiva scultorea in un dialogo con il mondo attraverso la forma, un confronto e uno stimolo, un omaggio ad uno dei più importanti artisti italiani, che ha operato sul territorio fiorentino, Antonio Berti.
Francesco Battaglini, classe 1981 nasce e studia a Firenze dove vive e lavora. Dal 1995 al 1999 frequenta il liceo artistico Leon Battista Alberti, dove si diploma; l'anno successivo si iscrive all'Accademia di Belle Arti di Firenze nella Scuola di Scultura del Prof Vincenzo Bianchi e del Prof. Antonio Di Tommaso con i quali approfondisce e perfeziona gli studi. Nel 2005 sostiene la tesi in scultura dal titolo "I malesseri dell'uomo del '900" ottenendo il massimo dei voti e la lode.
Nel suo lavoro si evidenzia potente una sintesi di forme e volumi ispirati alla figura umana, dalle teste ai corpi, in un uso sapiente della materia in cui si palesano immobilità e quiete.
Dal 2000 partecipa a diverse mostre in luoghi prestigiosi di Firenze, come il Museo Nazionale di Archeologia, il Palazzo di Parte Guelfa, collabora nel 2006 con la Galleria Mentana di Firenze partecipando anche alla Biennale d'Arte Contemporanea alla Fortezza da Basso, sostiene alcune mostre a Milano, Roma e Arezzo. Su invito partecipa anche a Simposi Internazionali su pietra realizzando opere monumentali come, "pensiero per un'amica" 2006 Ari (Ch); nel 2008 realizza "venere" nella città di Atessa (Ch); nel 2011 realizza "rapace" nel parco di Travalle a Calenzano (Fi); nel 2011 realizza "two face" per il Comune di Rufina (Fi).
Partecipa anche ad alcuni Simposi su legno in Francia dal 2006 al 2012.
Franco Berretti inizia giovanissimo a lavorare la creta ed il legno, poi il sasso d’Arno e a forgiare il ferro. Dopo anni d’impegno nella grafica, esegue in fonderia le prime opere in bronzo, senza lasciare ad altri ultimare con il cesello i suoi lavori.
Nel ’79, nei laboratori di Carrara, si accosta con rispetto al marmo, ne scopre le qualità e la policromia. All’iniziale spartana produzione, sceglie oggi e definisce con il suo linguaggio semplice e raffinato soggetti veri.
Le sculture di Franco Berretti, cercano con uno zoom, di guardare in una porzione di ambiente, dove sia l’uomo, sia l’albero, vivono, e dall’ambiente sono condizionati.
Sono loro i “personaggi” che vivono la nostra condizione cercata di uomini moderni.
Nel 1972 inizia la sua ricca attività espositiva in Italia ed all’estero.
Opere esposte in luoghi pubblici e semi-pubblici: “Definizione della materia” (1982) e “3D” (2001) all’I.T.I. Leonardo da Vinci di Firenze; “Donna ambiente” (1985) a Civitella in Val di Chiana, Arezzo; “Carnificazione di un albero” (1985) a Fanano, Modena; “Sferico”(1985) al Museo del Marmo di Carrara; “Situazione ambiente” (1988) a Carovigno, Brindisi; “Albero in ambiente difficile” a Certaldo, Firenze; “Fontana con ambiente interno” (2004), all’Athenaeum Personal Hotel di Firenze; “Per catturare il vento” (2005) a Venturina, Livorno.
Ha partecipato ad alcuni Simposi: nel 1985 al “III Simposium Internazionale di Scultura Internazionale su pietra” a Fanano, Modena; nel 1986 al Concorso Internazionale “Invito alla progettazione”: “II marmo nell’arte e nell’artigianato” a Carrara; nel 1991 al “Simposium Internazionale di Scultura su legno” a Madonna di Campiglio, Trento.
Roberto Coccoloni vive e lavora a Firenze. Inizia a scolpire la pietra nel 1990 e nel 1995 espone le prime opere. Così, da autodidatta, sviluppa la sua curiosità per la scultura, lavorando ogni tipo di pietra disponibile, alla continua ricerca di materiali e di emozioni. Inizia poi lo studio del disegno, modella l'argilla, intaglia e scolpisce il legno, approfondisce la conoscenza delle tecniche di lavorazione della pietra e del marmo, sviluppa contatti con scultori ed artigiani, incontra artisti e critici: persone importanti nella sua formazione artistica.
Nella ricerca di una strada originale e vera che esprima la sua personalità, Roberto Coccoloni fissa l'immagine di un soggetto scolpendo la materia con linee essenziali, scavandone, con analisi profonde e sofferte, le caratteristiche psicologiche.
In punta di piedi ha fatto la sua prima comparsa in una rassegna, scegliendo la Mostra della Pietra Lavorata di Strada in Casentino (AR), per poi partecipare a numerose altre manifestazioni d'arte alle quali è stato invitato, in Italia e all'estero.
Così si presenta: “Mi piace pensare a me come ad uno scultore.
Mi piace pensare allo scultore come colui che si confronta con la materia, che con la materia riesce ad instaurare una dialogo che si sintetizza in una forma.
E l’idea rimane impalpabile, nascosta, non si impone. L’idea come un collante nascosto che diviene e si trasforma: l’idea elemento dinamico e magico di questo confronto”.
Bryan Holt Moore, nato a Los Angeles, ha studiato in California, in Inghilterra, in Germania. Ha vissuto e lavorato in Svizzera, Inghilterra, Norvegia e India. Ora vive in Toscana, nel Chianti.
Dice di sé Holt: [...] Sento che la forma astratta può dare una maggiore apertura interpretativa, senza un definito significato o simbologia [...].
Un concettuale che manifesta nella sinuosità della dinamica formale la natura del messaggio.
[…] Egli ha certamente assorbito le forze elementari dalla natura e la mistica positività che verso di esse ha la gente del suo paese, la California; le ha messe in comunicazione con i suoi interessi nella cultura orientale, nella cosmologia, nella psicologia analitica e archetipica di Jung, interessi personali e di una generazione che ha viaggiato alla scoperta di nuove e più dense sensibilità; le ha trasportate dentro di sé nella campagna toscana dove adesso vive, e dove altre sfumature di verde, la morbidezza delle colline, la vicinanza del sole e del mare lanciano messaggi che sa riconoscere; ha tradotto queste esperienze nelle sue sculture interrogative, sospese ma non inquietanti perché in esse si muovono forme lontanamente familiari, primarie […]. Roberto Rosati
Ricca la sua attività espositiva nel mondo con molte opere in collezioni pubbliche.
Luca Mommarelli, nato a Firenze nel 1964, vive nel Mugello, terra rigogliosa di boschi, fonte primaria della materia lignea protagonista delle sue sculture. Cresciuto nel quartiere di S. Spirito a Firenze, ricco di botteghe artigiane, ha studiato le loro tecniche: doratura a guazzo, cesello e sbalzo del rame, vetrate Liberty e modellato in creta, bagaglio fondamentale nel suo percorso artistico.
Le sue sculture in legno hanno come caratteristica il movimento: uccelli in volo, pesci guizzanti, soggetti dinamici. Lui stesso afferma: “quando i miei occhi osservano i legni contorti e usurati dal tempo , riesco ad intravedere ciò che prima non si manifestava. Con fare istintivo modello le forme nella materia lignea, per dare un soffio di nuova vita alle opere, alla ricerca dell’anima. L’energia delle fibre legnose diventa movimento e lì nelle
sue pieghe che la natura gli ha disegnato dentro, evoco la forza del tempo, le folate e l’ondeggiare nel vento dell’albero vivo …”
Marco Orsucci, nato a Livorno, si diploma in Scultura all’Accademia di Belle Arti di Firenze alla scuola di Oscar Gallo. Dal 1979 inizia un’intensa attività come scultore scenografo nei Laboratori Rubechini di Firenze eseguendo sculture per i più grandi teatri del mondo: Huston, Tokio, Madrid, Parigi, e in Italia per La Scala di Milano, La Fenice di Venezia, il Comunale di Firenze, il San Carlo di Napoli, Carlo Felice di Genova ecc.
Dopo più di un trentennio impegnato nella scenografia e nell'insegnamento si è dedicato da un paio d'anni esclusivamente alla scultura. L'artista mette al centro del suo lavoro la figura umana, con riferimenti sia al mondo classico che a situazioni attuali. Grande conoscitore dei materiali più disparati, si diverte a sorprendere, a creare situazioni di equilibrio al limite del paradosso,
Ha realizzato interventi per il Comune di Scandicci (Fi) nel Parco Naturale di Poggio Valicaia, per la Cappella di Casignano (Fi) e per la Chiesa di Torri.
Ha eseguito varie sculture per collezioni private quali “Il Mimo” (Roberto Cavalli),
il Crocifisso e la Via Crucis per la Cappella di Villa Laviosa a Livorno;
grandi sculture lignee come il Crocifisso dell’Abbandono per il Santuario di Montenero (Li) e il Crocifisso per l’Abbazia di Vallombrosa (Fi); sculture di terracotta a grandezza naturale per il Comune di S. Piero a Sieve (Fi).
Silvano Porcinai è nato a Grassina (Firenze) nel 1950, dove tuttora vive e lavora. Diplomato all’Istituto Statale d’Arte di Firenze, sezione di Oreficeria, ha svolto la sua attività di docente di scultura e modellato presso diversi istituti e licei artistici della Toscana (Firenze, Pistoia, Grosseto e Siena). Socio del Gruppo Donatello e dell’Antica Compagnia del Paiolo, Socio Onorario dell’Associazione Art-Art di Impruneta è Accademico delle Arti del Disegno, classe scultura.
Nella sue opere segue la tradizione figurativa che dal Rinascimento arriva al presente seguendo le orme dei suoi maestri elettivi verso una figurazione dinamica, nervosa, veloce, in composizioni ispirate ad atmosfere arcaiche, pre-classiche e manieriste con un’attenzione particolare alla terra di Spagna, meta preferita dei suoi frequenti viaggi. Porcinai segue personalmente tutte le fasi della sua scultura, dal bozzetto alla realizzazione di grandi formati, dalla formatura in gesso alla fusione, fino alla finitura su una materia che nelle sue mani diventa viva e vibrante.
Giuseppe Procopio: nato a Grosseto, vive e lavora a Firenze. Avvicinatosi alla scultura ai tempi della scuola ha proseguito (prima come autodidatta e poi diplomandosi presso il Liceo Artistico “L. B. Alberti” di Firenze) la ricerca di una strada personale, cercando di “oggettivare” nelle sculture che realizza, tutto quel groviglio di stati d’animo, sensazioni, gioie e dolori, ansie, paure, speranze e delusioni che sono poi l’essenza del vivere.
Usa vari materiali: legno, pietra, marmo, creta.
Ha partecipato a vari simposi di scultura su legno, su pietra, terracotta, neve.
[…] L’indagine scultorea di Giuseppe Procopio è rivolta all’essere umano concreto. Quell’essere che si domanda su sé stesso, sulla sua esistenza e sul rapporto con gli altri. E’ appunto quest’ultima domanda sulla relazione io-e-l’altro, le sue modalità e le sue forme dello svelarsi agli altri, oggetto esplicito della sua indagine. Le tecniche che adopera sono quelle classiche dello scultore che affronta la materia piena scavandone il sovrappiù o, negli ultimi lavori, plasmandone le forme con creta. Caratteristica peculiare della sua opera è l’abbinamento dei diversi materiali dal legno alla pietra serena, dal marmo al ferro, dall’ottone alla terracotta ricercando, oltre ad un effetto cromatico, uno espressivo che sfrutta le proprietà di ogni materiale usato […] Simone Casu
Paolo Staccioli, scultore e ceramista famoso (o ceramografo, cosi come lo definisce nella presentazione ad un suo catalogo, lo storico dell’arte Antonio Paolucci) che da anni produce raffinate opere in cui forma e cromatismo si annodano indissolubilmente nel manifestare radici classiche in un lessico estremamente moderno ed attuale.
Nato nel 1943, si dedica fin dall’adolescenza alla pittura; alla fine degli anni Ottanta comincia le prime esperienze con la ceramica su bassorilievi in terracotta. Successive sono le sperimentazioni degli smalti e mediante la tecnica della cottura a riduzione d’ossigeno, inizia la sua ricerca sui lustri per mezzo di terre, ossidi e sali.
Dal 2000 si dedica esclusivamente alla scultura guadagnandosi un posto di assoluto rilievo sulla scena artistica internazionale con mostre al Museo delle Porcellane di Palazzo Pitti, Museo Archeologico di Fiesole, Museo Ginori, Museo Horne.
21
ottobre 2012
All together
Dal 21 ottobre al 04 novembre 2012
arte contemporanea
Location
CENTRO ESPOSITIVO ANTONIO BERTI
Sesto Fiorentino, Via Pietro Bernini, 57, (Firenze)
Sesto Fiorentino, Via Pietro Bernini, 57, (Firenze)
Orario di apertura
lunedì-venerdì 15.00-19.00 Sabato e domenica 10,00-12,00/15,00-19,00
Vernissage
21 Ottobre 2012, h 11.30
Sito web
www.artartimpruneta.it
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