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All together in white night
Un gruppo di artisti ricalca quella voglia di aggregazionedi intenti, attraverso la trasposizione cruda delle proprie esistenze.
Comunicato stampa
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Non basta una vita intera per diventare un giovane artista
“All together now” cantavano i mitici Fab Four nel 1969, un brano simbolo dell’inclusione sociale e intellettuale tra esseri umani diversi tra loro.
A distanza di quarant’anni un gruppo di artisti, che tra loro si distinguono per background culturale, contaminazioni quotidiane e piglio artistico, ricalca quella voglia di aggregazione di intenti attraverso la trasposizione forte, cruda e sincera delle proprie esistenze.
I sei artisti in mostra, tutti under 25, affrontano la produzione artistica con atteggiamenti trasversali tra loro che spaziano dall’inconsapevole al divertito, dall’introspettivo al dissacratorio.
Si parte con i lavori di Daniela Cotimbo che si affida a collage inquietanti di volti seviziati dalla cavalcante voglia di costruirsi un’identità estetica. Il risultato finale è ibrido, freddo, scostante ma inserito in un mondo plastificato, patinato, che strizza l’occhio ad un canone estetico da copertina, inarrivabile ai più. Dei volti che vivono con consapevolezza e rassegnata gioia lo status di “ibridi” in un mondo “over the top”.
Tale consapevolezza non si incontra nelle opere di Simone Di Turo, che presenta, invece, visi stanchi e rassegnati ad un declino inesorabile e definitivo. I volti cercano di aggrapparsi ad un ultimo anelito salvifico rappresentato dall’immagine, ma il potere subdolo che li ha imprigionati in un vortice decadente e solitario li attira a sé emergendo in superficie sgranando colori e forme e inquietando lo spettatore in un contesto senza luogo e senza tempo.
Da un contesto metropolitano emergono, invece, i personaggi “fumettosi” di Dario Molinaro che colpiscono per i visi spaventaticci, i sorrisi urlati, le espressioni violente sul bianco e nero. Lo spettatore è irradiato da messaggi che divertono e allo stesso tempo fanno riflettere. L’artista si scaglia contro il falso perbenismo della società che divora emozioni e sensazioni .
I personaggi di Molinaro sembrano fuoriuscire come rigettati da un background urbano che li ha prodotti e rinnegati e che ora li lascia patire in un limbo atroce in attesa di una fantomatica redenzione. Il tutto sembra la teatralizzazione di una quotidianità atrofizzata ma percorsa
ancora da un filo di speranza redentoria.
Ironicamente complicati, invece, i personaggi di Raffaele Siniscalco, che posti in pose allegre, e imperturbabili fissano lo spettatore invitandolo in un mondo dove l’esperienza estetica e quella letteraria viaggiano su binari paralleli. Le opere viaggiano in coppia con versi poetici che entrano nell’opera pur essendo posti su sparuti fogli bianchi. Il momento del contatto tra immagine e versi è testimoniato dalle tracce di colore che attraversano il testo poetico, dimostrando quanto il contatto tra le due parti sia in realtà una compensazione.
Un’analisi sull’essere umano è affrontata anche dalla fotografa Francesca Suriano che propone scatti che indagano tematiche legate alla vita degli uomini senza mai ritrarne uno.
Nelle sue foto il fluire degli eventi sembra bloccarsi un istante per poi ripartire, ritraendo interni di vecchie fabbriche, dove tra vetri rotti, lamiere deformate spuntano segni lasciati dall’uomo che aprono lo sguardo su piaghe sociali. Molte opere sono percorse da una profonda trama ludica. Il gioco è solo un pretesto, una chiave di lettura insolita per leggere la difficile condizione della gioventù contemporanea, preda di pescatori esperti e senza scrupoli.
L’uomo c’è ma non si vede anche nelle foto di Veronica Terzariol. Le foto sono schiette, prive di significati reconditi, ma ricchi di appigli che consentono all’artista di restare lucida.
Veronica Terzariol ci invita nel suo mondo che presenta attraverso fotografie dove il ritmo è una costante data da luci e colori. Molti scatti destabilizzano per la grande capacità di cogliere l’attimo esatto in cui si materializza un evento degno di essere fotografato. Di grande potere comunicative le opere che giocano con le luci e le ombre per regalare allo spettatore messaggi da decodificare.
Gerardo di Feo
“All together now” cantavano i mitici Fab Four nel 1969, un brano simbolo dell’inclusione sociale e intellettuale tra esseri umani diversi tra loro.
A distanza di quarant’anni un gruppo di artisti, che tra loro si distinguono per background culturale, contaminazioni quotidiane e piglio artistico, ricalca quella voglia di aggregazione di intenti attraverso la trasposizione forte, cruda e sincera delle proprie esistenze.
I sei artisti in mostra, tutti under 25, affrontano la produzione artistica con atteggiamenti trasversali tra loro che spaziano dall’inconsapevole al divertito, dall’introspettivo al dissacratorio.
Si parte con i lavori di Daniela Cotimbo che si affida a collage inquietanti di volti seviziati dalla cavalcante voglia di costruirsi un’identità estetica. Il risultato finale è ibrido, freddo, scostante ma inserito in un mondo plastificato, patinato, che strizza l’occhio ad un canone estetico da copertina, inarrivabile ai più. Dei volti che vivono con consapevolezza e rassegnata gioia lo status di “ibridi” in un mondo “over the top”.
Tale consapevolezza non si incontra nelle opere di Simone Di Turo, che presenta, invece, visi stanchi e rassegnati ad un declino inesorabile e definitivo. I volti cercano di aggrapparsi ad un ultimo anelito salvifico rappresentato dall’immagine, ma il potere subdolo che li ha imprigionati in un vortice decadente e solitario li attira a sé emergendo in superficie sgranando colori e forme e inquietando lo spettatore in un contesto senza luogo e senza tempo.
Da un contesto metropolitano emergono, invece, i personaggi “fumettosi” di Dario Molinaro che colpiscono per i visi spaventaticci, i sorrisi urlati, le espressioni violente sul bianco e nero. Lo spettatore è irradiato da messaggi che divertono e allo stesso tempo fanno riflettere. L’artista si scaglia contro il falso perbenismo della società che divora emozioni e sensazioni .
I personaggi di Molinaro sembrano fuoriuscire come rigettati da un background urbano che li ha prodotti e rinnegati e che ora li lascia patire in un limbo atroce in attesa di una fantomatica redenzione. Il tutto sembra la teatralizzazione di una quotidianità atrofizzata ma percorsa
ancora da un filo di speranza redentoria.
Ironicamente complicati, invece, i personaggi di Raffaele Siniscalco, che posti in pose allegre, e imperturbabili fissano lo spettatore invitandolo in un mondo dove l’esperienza estetica e quella letteraria viaggiano su binari paralleli. Le opere viaggiano in coppia con versi poetici che entrano nell’opera pur essendo posti su sparuti fogli bianchi. Il momento del contatto tra immagine e versi è testimoniato dalle tracce di colore che attraversano il testo poetico, dimostrando quanto il contatto tra le due parti sia in realtà una compensazione.
Un’analisi sull’essere umano è affrontata anche dalla fotografa Francesca Suriano che propone scatti che indagano tematiche legate alla vita degli uomini senza mai ritrarne uno.
Nelle sue foto il fluire degli eventi sembra bloccarsi un istante per poi ripartire, ritraendo interni di vecchie fabbriche, dove tra vetri rotti, lamiere deformate spuntano segni lasciati dall’uomo che aprono lo sguardo su piaghe sociali. Molte opere sono percorse da una profonda trama ludica. Il gioco è solo un pretesto, una chiave di lettura insolita per leggere la difficile condizione della gioventù contemporanea, preda di pescatori esperti e senza scrupoli.
L’uomo c’è ma non si vede anche nelle foto di Veronica Terzariol. Le foto sono schiette, prive di significati reconditi, ma ricchi di appigli che consentono all’artista di restare lucida.
Veronica Terzariol ci invita nel suo mondo che presenta attraverso fotografie dove il ritmo è una costante data da luci e colori. Molti scatti destabilizzano per la grande capacità di cogliere l’attimo esatto in cui si materializza un evento degno di essere fotografato. Di grande potere comunicative le opere che giocano con le luci e le ombre per regalare allo spettatore messaggi da decodificare.
Gerardo di Feo
05
dicembre 2008
All together in white night
05 dicembre 2008
serata - evento
giovane arte
giovane arte
Location
SPAZIO H24
Foggia, Piazza Mercato, (Foggia)
Foggia, Piazza Mercato, (Foggia)
Orario di apertura
dalle 10,00 alle 24,00
Vernissage
5 Dicembre 2008, ore 10,00
Autore
Curatore