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Allan Kaprow – Words
Opera partecipata e sensoriale con trascrizione di parole tratte da poesie, un testo recitato da Kaprow e lampadine rosse e bianche che si accendono e si spengono ritmicamente
Comunicato stampa
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"Si presuppone che nello spettacolo teatrale il medium assoluto sia la parola. Capita spesso che anche gli Happening siano caratterizzati dall’uso delle parole, che tuttavia non necessariamente conservano un senso letterale.
Se le parole hanno senso, il loro significato non rientra nella categoria degli elementi non verbali (rumori, elementi visivi, azione)… Se invece non hanno senso, perdono il loro significato e diventano puro suono."
Allan Kaprow, "Happenings in the New York Scene" (1961)
È il 1962 quando Allan Kaprow organizza Words per la prima volta presso la Smolin Gallery di New York. Questo Environment, un’opera partecipata multi sensoriale, si snoda in due sale. Trascritte su carta o stampinate su drappi in tessuto, parole tratte da poesie, giornali, fumetti ed elenchi telefonici coprono i muri della prima stanza. I partecipanti vengono incoraggiati a rivisitare queste parole e aggiungerne altre scrivendole su pezzi di carta. Tre registrazioni riproducono un testo recitato da Kaprow, mentre lampadine rosse e bianche si accendono e si spengono ritmicamente. Anche le pareti della seconda stanza sono coperte di parole. Qui i partecipanti usano gessetti colorati appesi al soffitto per decorare i muri con immagini e messaggi. I visitatori possono anche scrivere su fogli fissati con fermagli a lenzuola appese al soffitto. Un fonografo sul pavimento riproduce sussurri appena udibili.
Alexander May e Zoe Stillpass reinterpretano Words per CONVERSO chiedendo a 100 artisti, scrittori e curatori di contribuire con una lista di 100 parole ciascuno. Queste liste, queste frasi e questi passaggi verranno rielaborati da un’intelligenza artificiale che li modificherà e ricombinerà costantemente. Il network neurale ricorrente dell’AI imparerà a generare testi attraverso la ricostruzione di frasi e l’invenzione di nuove parole. La voce, diffusa nello spazio, reciterà un testo in continua evoluzione. Pannelli bianchi copriranno il pavimento della chiesa e i visitatori potranno scriverci sopra, probabilmente influenzati dalle parole recitate dall’AI. Questi supporti verranno progressivamente rimossi, impilati e rimpiazzati con nuove superfici pulite man mano che le parole satureranno lo spazio. L’interazione di persone, cose, immagini, suoni, linguaggio umano e di programmazione darà così vita a una poesia polifonica.
Quale nuovo linguaggio può emergere quando l’autorità della struttura linguistica umana collassa e le parole perdono il loro senso originario?
Words è stato prodotto in collaborazione con l'Allan Kaprow Estate e Hauser & Wirth.
Con un intervento grafico speciale di Allen Ruppersberg.
••
Alla fine degli anni Cinquanta il pittore americano Allan Kaprow (b. 1927, Atlantic City – d. 2006, Encinitas) comincia a osservare l’azione nell’Action Painting in quanto componente fondamentale della pittura stessa. Con l’opera del 1959 18 Happenings in 6 parts, una serie di attività apparentemente casuali ma accuratamente coreografate, eseguite in collaborazione con John Cage e Robet Rauschemberg, Kaprow si dedica a una carriera costellata da opere temporanee, site-specific e intellettualmente rigorose che sfidano la commoditizzazione e che in ultima istanza hanno dato vita alla performance e all’installation art. Inventore di Happening ed Environment, Kaprow incorpora elegantemente l’improvvisazione e la partecipazione del pubblico nel contesto tradizionale del museo e della galleria, superandoli.
Se le parole hanno senso, il loro significato non rientra nella categoria degli elementi non verbali (rumori, elementi visivi, azione)… Se invece non hanno senso, perdono il loro significato e diventano puro suono."
Allan Kaprow, "Happenings in the New York Scene" (1961)
È il 1962 quando Allan Kaprow organizza Words per la prima volta presso la Smolin Gallery di New York. Questo Environment, un’opera partecipata multi sensoriale, si snoda in due sale. Trascritte su carta o stampinate su drappi in tessuto, parole tratte da poesie, giornali, fumetti ed elenchi telefonici coprono i muri della prima stanza. I partecipanti vengono incoraggiati a rivisitare queste parole e aggiungerne altre scrivendole su pezzi di carta. Tre registrazioni riproducono un testo recitato da Kaprow, mentre lampadine rosse e bianche si accendono e si spengono ritmicamente. Anche le pareti della seconda stanza sono coperte di parole. Qui i partecipanti usano gessetti colorati appesi al soffitto per decorare i muri con immagini e messaggi. I visitatori possono anche scrivere su fogli fissati con fermagli a lenzuola appese al soffitto. Un fonografo sul pavimento riproduce sussurri appena udibili.
Alexander May e Zoe Stillpass reinterpretano Words per CONVERSO chiedendo a 100 artisti, scrittori e curatori di contribuire con una lista di 100 parole ciascuno. Queste liste, queste frasi e questi passaggi verranno rielaborati da un’intelligenza artificiale che li modificherà e ricombinerà costantemente. Il network neurale ricorrente dell’AI imparerà a generare testi attraverso la ricostruzione di frasi e l’invenzione di nuove parole. La voce, diffusa nello spazio, reciterà un testo in continua evoluzione. Pannelli bianchi copriranno il pavimento della chiesa e i visitatori potranno scriverci sopra, probabilmente influenzati dalle parole recitate dall’AI. Questi supporti verranno progressivamente rimossi, impilati e rimpiazzati con nuove superfici pulite man mano che le parole satureranno lo spazio. L’interazione di persone, cose, immagini, suoni, linguaggio umano e di programmazione darà così vita a una poesia polifonica.
Quale nuovo linguaggio può emergere quando l’autorità della struttura linguistica umana collassa e le parole perdono il loro senso originario?
Words è stato prodotto in collaborazione con l'Allan Kaprow Estate e Hauser & Wirth.
Con un intervento grafico speciale di Allen Ruppersberg.
••
Alla fine degli anni Cinquanta il pittore americano Allan Kaprow (b. 1927, Atlantic City – d. 2006, Encinitas) comincia a osservare l’azione nell’Action Painting in quanto componente fondamentale della pittura stessa. Con l’opera del 1959 18 Happenings in 6 parts, una serie di attività apparentemente casuali ma accuratamente coreografate, eseguite in collaborazione con John Cage e Robet Rauschemberg, Kaprow si dedica a una carriera costellata da opere temporanee, site-specific e intellettualmente rigorose che sfidano la commoditizzazione e che in ultima istanza hanno dato vita alla performance e all’installation art. Inventore di Happening ed Environment, Kaprow incorpora elegantemente l’improvvisazione e la partecipazione del pubblico nel contesto tradizionale del museo e della galleria, superandoli.
06
aprile 2019
Allan Kaprow – Words
Dal 06 aprile al 25 maggio 2019
arte contemporanea
Location
FONDAZIONE CONVERSO
Milano, Piazza Sant'Eufemia, 3, (Milano)
Milano, Piazza Sant'Eufemia, 3, (Milano)
Orario di apertura
Thursday - Saturday 11am - 7pm
Vernissage
6 Aprile 2019, h 12
Autore