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Allarme
Nei timori e tremori di un anno bisestile le opere lucide e provocatorie di dodici artisti che ci allertano con alcune delle vicende del mondo attuale.
Comunicato stampa
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Nei timori e tremori di un anno bisestile le opere lucide e provocatorie di dodici artisti che ci allertano con alcune delle vicende del mondo attuale. Sono bambini crocefissi, guerre fin troppo evidenti, diritti negati, figure capovolte appese per un filo e prossime a precipitare. E sono prati di plastica, colori striduli e ingombranti, scansioni inesorabili di quanto ci circonda e ci incatena.
Opere e installazioni di: Eugenio Alberti Schatz, Nicoletta Crocella, Carla Crosio, Stefania Dalla Torre, Mavi Ferrando, Giorgio Longo/Daniela Miotto, Gianni Marussi, Mario Palmieri, Giuseppe Prenzato, Sergio Sansevrino, Monica Wolf
Donatella Airoldi
ALLARME BISESTILE
Dicono che non c’è nulla di cui preoccuparsi, che tutto giace nella norma, squartano donne e adolescenti, piccoli pezzi di femmine vengono sparse per tutto il territorio da nord a sud, con filmati doc, per capire, lentamente, focalizzando sui particolari, come la preda abbia tentato di scampare. E’ nel normale andamento delle statistiche, ognuno ingoia la propria parte di massacro acquisendolo come una normalità sacro/santa e nessuna deve reagire. Lo affermano, è nella normalità delle cose, aspettare silenziosamente e attendere con fiducia, prima o poi qualcuno ti verrà a salvare.
Salvo errori od omissioni, clausola conclusiva nei conti, quale riserva per eventuali sviste.
Allarme, grido o segnale di chiamata improvvisa. Allarmare, verbo transitivo anche figurato, inquietare, intimorire, spaventare, mettere all’erta, mettere sull’avviso.
Lucas Cranach, Giuditta con la testa di Oloferne, 1530. Bellissima, con il rosso cardinale che le avvinghia il petto e il dolce velluto che le accarezza il viso, tiene nelle mani una spada, per ogni eventuale attacco, lo sguardo consola la visione dell’opera, rassicurante per ogni possibile ferocia umana. La parte tolta al corpo di Olofene viene trattenuta quasi dolcemente nelle sue mani forti ed imperlate.
Artemisia Gentileschi, possenza, forza senza titubanza, scardina nel 500 scuola e regole, coglie tra gli scuri oleosi e le rosse mannaie il segno profondo di un cambiamento che non ha mai avuto luce.
Gli artisti invitati si interrogano su una convergenza d’allarme che non ha nulla di ordinario, ma è la stessa realtà che stimola reazioni oblique, allineate o distorte.
Pennellate con colori acri e piccanti, sculture con crocifissioni d’infante, computer che ci appesantiscono la vita inzuppati di cemento, piccole dèe a testa in giù, appese a un filo, disorientanti e inutili, con le ricche chiome bionde al vento. Sono prati di plastica arricchita di verde smeraldo, dove puoi sdraiarti senza sporcarti di terra, fotografie in bianco e nero di città assenti con corpi assuefatti alle ombre. E sono telai che fabbricano carta d’impasto grigio fumo, guerre che coltivano campi, omogenei dissipatori di razze sparpagliate.
Gli anni bisestili si sa sono anni difformi consimili ad altri ma con una loro piccola differenza sottile che consiste in quel lieve aumento di ore notturne e diurne, una giornata intera, che carica l’intero anno di un’ansietà stravagante.
Instabili ventiquattrore forfetarie inserite in un ritmo lacunoso dove il dubbio dell’utilità effimera rischia di scardinare la fluttuazione ordinaria dei giorni e dei mesi.
Molti leggono indicazioni irriverenti, similmente è come se il nostro corpo per un determinato periodo di tempo avesse un qualcosa di strano, una sensazione d’abbondanza intrisa di innaturalità sospetta.
Cosa sta accadendo o cosa è accaduto.
Cosa abbiamo perso e ormai disintegrato. Il vuoto arpeggia negli animi negati.
“Non dipingerei - un quadro - Preferirei esserlo / La sua lucente impossibilità / Sostarvi deliziosamente / e chiedermi come si sentono le dita / i cui rari - celestiali - movimenti / evocano un così dolce tormento / e così sontuosa / Disperazione … Avessi l’arte di stordirmi con fulmini di melodia.” (Emily Dickinson)
Opere e installazioni di: Eugenio Alberti Schatz, Nicoletta Crocella, Carla Crosio, Stefania Dalla Torre, Mavi Ferrando, Giorgio Longo/Daniela Miotto, Gianni Marussi, Mario Palmieri, Giuseppe Prenzato, Sergio Sansevrino, Monica Wolf
Donatella Airoldi
ALLARME BISESTILE
Dicono che non c’è nulla di cui preoccuparsi, che tutto giace nella norma, squartano donne e adolescenti, piccoli pezzi di femmine vengono sparse per tutto il territorio da nord a sud, con filmati doc, per capire, lentamente, focalizzando sui particolari, come la preda abbia tentato di scampare. E’ nel normale andamento delle statistiche, ognuno ingoia la propria parte di massacro acquisendolo come una normalità sacro/santa e nessuna deve reagire. Lo affermano, è nella normalità delle cose, aspettare silenziosamente e attendere con fiducia, prima o poi qualcuno ti verrà a salvare.
Salvo errori od omissioni, clausola conclusiva nei conti, quale riserva per eventuali sviste.
Allarme, grido o segnale di chiamata improvvisa. Allarmare, verbo transitivo anche figurato, inquietare, intimorire, spaventare, mettere all’erta, mettere sull’avviso.
Lucas Cranach, Giuditta con la testa di Oloferne, 1530. Bellissima, con il rosso cardinale che le avvinghia il petto e il dolce velluto che le accarezza il viso, tiene nelle mani una spada, per ogni eventuale attacco, lo sguardo consola la visione dell’opera, rassicurante per ogni possibile ferocia umana. La parte tolta al corpo di Olofene viene trattenuta quasi dolcemente nelle sue mani forti ed imperlate.
Artemisia Gentileschi, possenza, forza senza titubanza, scardina nel 500 scuola e regole, coglie tra gli scuri oleosi e le rosse mannaie il segno profondo di un cambiamento che non ha mai avuto luce.
Gli artisti invitati si interrogano su una convergenza d’allarme che non ha nulla di ordinario, ma è la stessa realtà che stimola reazioni oblique, allineate o distorte.
Pennellate con colori acri e piccanti, sculture con crocifissioni d’infante, computer che ci appesantiscono la vita inzuppati di cemento, piccole dèe a testa in giù, appese a un filo, disorientanti e inutili, con le ricche chiome bionde al vento. Sono prati di plastica arricchita di verde smeraldo, dove puoi sdraiarti senza sporcarti di terra, fotografie in bianco e nero di città assenti con corpi assuefatti alle ombre. E sono telai che fabbricano carta d’impasto grigio fumo, guerre che coltivano campi, omogenei dissipatori di razze sparpagliate.
Gli anni bisestili si sa sono anni difformi consimili ad altri ma con una loro piccola differenza sottile che consiste in quel lieve aumento di ore notturne e diurne, una giornata intera, che carica l’intero anno di un’ansietà stravagante.
Instabili ventiquattrore forfetarie inserite in un ritmo lacunoso dove il dubbio dell’utilità effimera rischia di scardinare la fluttuazione ordinaria dei giorni e dei mesi.
Molti leggono indicazioni irriverenti, similmente è come se il nostro corpo per un determinato periodo di tempo avesse un qualcosa di strano, una sensazione d’abbondanza intrisa di innaturalità sospetta.
Cosa sta accadendo o cosa è accaduto.
Cosa abbiamo perso e ormai disintegrato. Il vuoto arpeggia negli animi negati.
“Non dipingerei - un quadro - Preferirei esserlo / La sua lucente impossibilità / Sostarvi deliziosamente / e chiedermi come si sentono le dita / i cui rari - celestiali - movimenti / evocano un così dolce tormento / e così sontuosa / Disperazione … Avessi l’arte di stordirmi con fulmini di melodia.” (Emily Dickinson)
20
febbraio 2008
Allarme
Dal 20 al 29 febbraio 2008
arte contemporanea
Location
QUINTOCORTILE
Milano, Viale Bligny, 42, (Milano)
Milano, Viale Bligny, 42, (Milano)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì dalle 17,15 alle 19,15
Vernissage
20 Febbraio 2008, alle ore 18. Alle ore 19.15 performance di Giuseppe Prenzato, Margery Fontana, Elisabetta Galluccio
Autore
Curatore