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Allunaggio 40 anni dopo
Questa nuova rassegna “Allunaggio 40 anni dopo..” presenta al pubblico la qualità di quanto il mondo artistico romano, e non solo, offre.
Comunicato stampa
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In occasione del 9 maggio, da numerosi decenni, le sale della Temple University di Roma si riempiono di colori, suoni e affetti, per la festa di compleanno di Maria Fede Maria Caproni. Presenti amici e artisti con loro opere, vale a dire dipinti, sculture, fotografie e disegni, che presenteranno al pubblico la qualità di quanto il mondo artistico romano, e non solo, offre.
Maria Fede Caproni ha molto apprezzato la proposta di Grazia Chiesa, responsabile degli eventi artistici della Fondazione D’Ars Oscar Signorini onlus di Milano, invitata a partecipare a questo festeggiamento: ALLUNAGGIO QUARANTA ANNI DOPO è il tema interpretato dagli artisti chiamati a Roma dalla Fondazione D’Ars. Una sala della Temple University riservata a questa festa di compleanno, è infatti dedicata allo storico anniversario dello sbarco dell’uomo sul nostro satellite. Venti sono gli artisti invitati che hanno creato, chi nel 1969 (Vanna Nicolotti, Lucio Scortegagna), chi nel 2010, con lo sguardo rivolto a questa grande conquista. La presenza di elaborazioni fotografiche (Elia Festa, Beatrice Piacentini, Edoardo Romagnoli, Elena Sanchini Borruso, Riccardo Sanchini), di acquerelli (Chiara Bo) di dipinti e di altre opere a tecnica mista (Alberto Battaglioli, Marco Canova, Federica D’Amato, Rosalia Roncheva, Hélène Foata, Lubov Jelev, Federico Marcoaldi, Adriano Ragazzi, Annamaria Russo, Vladin Vladev, Massimo Zerbini) rende viva e appassionante una rassegna che ci coinvolge facendoci apprezzare come ancora oggi risuoni nell’animo degli artisti un grande evento come l’allunaggio, da iscrivere tra le conquiste più straordinarie dell’umanità. Da segnalare, inoltre, con particolare piacere, la presenza di pregevoli opere di cinque artisti (Maria Dimitrova, Rosalia Doncheva, Lubov Jelev, Vassil Petrov, Vladin Vladev) della galleria Ave Art di Varna, in Bulgaria, la cui direttrice sarà tra le personalità culturali che brinderanno con la contessa Maria Fede Caproni al giorno di festa a lei dedicato.
La Temple University di Roma, sorta quarant’anni fa, appartiene al complesso di Villa Caproni, sulla riva del Tevere.
GLI ARTISTI
ALBERTO BATTAGLIOLI
Il tuo browser potrebbe non supportare la visualizzazione di questa immagine. Alberto Battaglioli vive e lavora come pittore e designer orafo nella provincia di Pistoia, dove si è diplomato Maestro d’Arte nel 1991. Nella sua carriera artistica ha partecipato a performance collettive e personali, ha conseguito premi di critica e da alcuni anni si occupa di didattica del disegno. Ha sperimentato diverse tecniche: disegno a carboncino, quadri a olio, china, acquarello e collage per arrivare infine a dipingere principalmente in acrilico su vetro. Si può considerare un vero artefice nel cercare attraverso la superficie del supporto, il vetro appunto, una propria dimensione espressiva. Egli crea un modo originale di vedere il mondo, rubando dall’apparenza delle cose altre e diverse forme. Grazie alla trasparenza del materiale e attraverso una fonte luminosa, appaiono due opere distinte ma fuse in una: la prima in acrilico su vetro, l'altra, in rapporto simbiotico con l’immagine, emerge sfruttando l’ombra della proiezione del soggetto dipinto. Le doppie rappresentazioni ci fanno svelare farfalle che diventano nudi sinuosi, fisionomie di donna nei gabbiani in volo, volti e corpi avvolti nelle fiamme della passione, tutte immagini che ci fanno scoprire un artista capace di trovare sempre, entro le frontiere della realtà, lo spazio per sognare.
CHIARA BO
Il tuo browser potrebbe non supportare la visualizzazione di questa immagine. Il tuo browser potrebbe non supportare la visualizzazione di questa immagine. Chiara Bo nasce a Torino. Diplomata all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, vive e lavora a Biella. Ha scelto da sempre, come sua espressione, la trasparenza dell’acquarello. Ha tenuto diverse personali, tra cui quelle alla Galleria Beaurivage di Riccione, a Palazzo Ferrero di Biella, alla Maison de la Grivola a Cogne e alla Maison de Bernard a La Thuile. Ha partecipato a mostre e concorsi, tra cui la Quadriennale di Roma, il premio Lubiam a Sabbioneta, Artisti dell’Accademia di Brera a Verona.
MARCO CANOVA
Il tuo browser potrebbe non supportare la visualizzazione di questa immagine. Marco Canova, nato a Biella nel 1977, risiede a Milano dal 2005. È stato allievo di Piera Bertarello, nota pittrice biellese, ed in seguito del visionario Antonio Massari, pittore leccese, da quarant’anni residente a Milano. Frequenta l'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, indirizzo Pittura. Numerose sono le mostre in collaborazione con D’Ars: oltre ad una personale a Milano, ha esposto anche in diversi spazi dislocati in Italia. Contorto e controverso, sentimenti cadono dai colori dei suoi quadri illuminati e composti. Poche parole, come è lui. L'impatto esplosivo. (Grazia Chiesa).
FEDERICA D’AMATO
Il tuo browser potrebbe non supportare la visualizzazione di questa immagine. Federica D’Amato è nata nel 1963 a Milano, dove vive e lavora. Frequenta il liceo artistico e compie studi di architettura al Politecnico.
L’artista scrive: “Con questa mostra viene ricordato il primo contatto dell’uomo con la superficie lunare, 40 anni fa, nel 1969: un grande passo della conoscenza, verso il progresso. Un fatto straordinario, indubbiamente! Ma io voglio raccontare del primo vero Allunaggio, che accadde molto, molto tempo prima, ai primordi della storia dell’universo, quando la Luna, con la sua orbita ellittica, periodicamente si avvicinava incredibilmente alla Terra fino quasi a sfiorarla… (…) se la luna non si bagnava in mare ci mancava un pelo”. Raggiungerla era facile: Bastava andarci proprio sotto con la barca, appoggiarci una scala a pioli e montar su… Andavamo con quella barchetta tonda e piatta, di sughero. Ci stavamo in parecchi: io, il capitano VHD VHD, sua moglie, mio cugino il Sordo, e alle volte anche la piccola XLTHLX… L’acqua era in quelle notti calmissima… Il nostro lavoro era così: sulla barca portavamo una scala a pioli: uno la reggeva, uno saliva in cima e uno ai remi intanto spingeva fin lì sotto la Luna.
(Da La distanza della Luna” - Le Cosmicomiche di Italo Calvino)
Così inizia il racconto del signor QFWFQ che all’epoca dei fatti c’era… Una storia avventurosa, certo, catturare il latte lunare… ma anche, anzi soprattutto, una storia d’amore. Amori che si rincorrono senza mai raggiungersi. Amori che non sanno concepire desideri in contrasto con la natura della luna, il suo corso, il suo destino”.
Il tuo browser potrebbe non supportare la visualizzazione di questa immagine. ELIA FESTA
Elia Festa nasce a Milano nel 1956. Nel 1970 conosce il pittore Ibrahim Kodra e frequenta il suo studio. Negli anni 71-'74 è free-lance per l'agenzia Young & Rubicam, collabora con Franco Scheichenbauer, Richard Noble e altri fotografi. Nel 1989 inizia la ricerca fotografica "L'età del Pensiero" con l'amico Pierre Restany che lo avvierà alla prima mostra personale, "Riflessioni", prodotta da Kodak nel '93 allo Studio D'Ars di Milano. Nel '92 partecipa al 25° anniversario della Galleria il Diaframma di Milano. Nel '93 realizza ritratti di designer giapponesi con una mostra personale alla Fiera di Frankfurt. Nel ‘93 inizia la collaborazione con la galleria Photology Milano e Londra: ne nascono idee e lavori, come "La Habana" (1995), la partecipazione alle mostre internazionali "Aipad Photographers" di New York (anni '96,'97,'98,'99) e "ArtBasel" (1996). Nel 1995 con l'AFIP, G. Calvenzi, R. Valtorta e K. Bolognesi realizza il libro "Vita da bambino" con collettiva itinerante nelle principali città italiane a favore del "Telefono Azzurro". Nel 2000 pubblica un lavoro decennale di ritratto e atmosfera, nella rassegna “I grandi autori della fotografia internazionale: 100 al 2000" edito da Photology; nello stesso anno inaugura una mostra personale "Bla Bla & Co" con lo scultore K. H. Steck alla Studiogalerie di Amburgo. Nel 2002 realizza il progetto di Landscape "Il Mondo che non c'è". Nel 2006, in collaborazione con il regista Salvino Raco, realizza la performance "La corsa di Sizwe Kondhile" con proiezione di opere fotografiche inerenti il tema, alla Triennale di Milano: ispirato da questo lavoro, realizza il progetto "It's about blood", dolore e anima del grande sacrificio umano della storia africana. Nel 2007, sempre con il regista Salvino Raco, realizza "La strategia della tensione", trailer sul terrorismo internazionale, all'Olinda (ex ospedale Pini). Nel 2009 elabora ed espone in anteprima a Milano "I miei numeri", lavoro realizzato dal 1989 al 1998; nello stesso anno espone a Noto in "La Habana" a cura di Davide Faccioli. Nel gennaio 2010 a Milano espone, alla galleria "Studio Visconti", il lavoro "Microbi" e, alla galleria "Photology" di Milano la videoinstallazione "Ho vissuto qui".
HÉLÈNE FOATA
Il tuo browser potrebbe non supportare la visualizzazione di questa immagine. Hélène Foata è nata a Parigi nel 1974, dove ha intrapreso l’attività di scultrice. Vive in Italia e collabora con la Fondazione D’Ars Oscar Signorini onlus da qualche anno.
Per rendere omaggio all’Allunaggio, l'artista sa dare vita a sensazioni allegre e leggiadre, utilizzando, per contrasto, materiali nobili, come il velluto blu-viola e metalli preziosi assemblati minuziosamente. L'opera, tridimensionale, fuoriesce dal quadro grazie all’inserto di aghi, piantati in modo da suggerire la topografia rilevata durante il viaggio reale.
FEDERICO MARCOALDI
Il tuo browser potrebbe non supportare la visualizzazione di questa immagine. Federico Marcoaldi nasce a Bolzano nel 1973, ma cresce tra Pisa, Vicenza, Bruxelles e prevalentemente Milano. Fin da piccolo dimostra una decisa propensione per il disegno e la pittura, iniziando con una collezione di piccoli ritratti della sua numerosa famiglia e proseguendo nella giovinezza con grandi graffiti, dei quali un piccolo numero realizzato su commissione: all'esterno di fabbriche a Porto Marghera o all'interno di uffici a Milano.
La sua arte si raffina quando si trasferisce a Roma nella bottega di Ninì Santoro, dove inizia a produrre, con maggior rigore stilistico, un'arte informale di colori acrilici dai toni accessi, a rappresentare passioni intense nella continua ricerca di un'identità molteplice, incline alla riflessione su sé e sul mondo. Dal 2005 comincia ad esporre al pubblico le sue opere in mostre collettive, dalla galleria Pentart a Trastevere alla Biblioteca del Corviale all'Hotel Sheraton. Poi con un amico artista apre una galleria-caffè-libreria al Testaccio, RGB46, che ospita molte collettive, che accanto alle opere di molti artisti comprendono spesso quelle di Marcoaldi ("incubi collettivi", "nel bosco delle soluzioni", "flatlandia", "arte e biciclette") e qualche sua personale ("A-strati" del 2008 e "Giassai" del 2010).
Nel 2010 espone anche a Bolzano "Schwer Abstrakt".
Vive ora a Milano, facendo lavori diversi, dall'imputazione dei dati al computer alla gestione del magazzino di grandi alberghi, ma anche vendendo i suoi quadri, per la maggior parte a Roma e a Milano, ma un paio delle sue opere sono state acquistate negli Stati Uniti.
Il tuo browser potrebbe non supportare la visualizzazione di questa immagine. VANNA NICOLOTTI
Vanna Nicolotti, nata a Novara, vive tra Milano e Rapallo (GE). Frequenta il Liceo Artistico e l’Accademia di Brera, per poi proseguire gli studi con Oscar Signorini. Dal 1959 fa parte di D’Ars. Esordisce nel 1960 per la Biblioteca Musicale del Conservatorio G. Verdi di Milano. Dopo la prima personale a Milano (Barbaroux, 1963), inizia la ricerca tridimensionale nell’area della nuova realtà spaziale di Lucio Fontana esponendo i primi esempi a Londra, Milano, Lecco, Como e Roma. Giunge poi a veri e propri rilievi di tela intagliata e dipinta, sovrapponendo più strati su fondo metallico (serie delle Porte e dei Mandala). È da ricordare la presentazione, al Cayc di Buenos Aires e al Museo Genaro Peréz di Cordoba in Argentina, del ciclo dedicato al Quarto Mondo. Nel 1978, lasciate le opere tridimensionali, introduce prima la parola, poi i numeri, in caratteri a rilievo disposti sul piano della tela. Tiene numerose personali in Italia e all’estero, tra cui si ricordano Madrid (Eurocasa, 1979), Soria (SAAS, 1970), Valencia (Cite, 1970), Como (Salotto, 1970), Torino (Triade, 1971), Milano (Il Giorno, 1971), New York (Avanti, 1973), Ferrara (Palazzo Diamanti, 1983), Tokyo (Ginza, 1984). Tra le rassegne: X Quadriennale di Roma (1965), “Joan Mirò” a Barcellona (1965-1973), Biennale di Bolzano (1967-1969), XI Salone di Marzo a Valencia (1970), “Peau de Lion” alla Kunst House di Zurigo (1970). L’ultima mostra “Del disegno/Della fotografia” al MACC di Caltagirone, è del 2009.
BEATRICE PIACENTINI
Il tuo browser potrebbe non supportare la visualizzazione di questa immagine. <4,4x109 1969x100>2037x100: si ipotizza che la vita sulla Terra sia iniziata, seppure non in forma “umana”, circa 4,4 miliardi di anni fa, con il formarsi delle prime grandi distese di acqua in forma liquida. In notazione scientifica, ovvero esponenziale, 4,4 miliardi corrisponde a 4,4x109. Il segno matematico“<” sta ad indicare che l’evento è avvenuto, appunto, nel passato. Se 100 equivale ad 1, otteniamo la data 1969, anno in cui, il 20 luglio, l’uomo ha posato il piede sul nostro satellite. La distanza tra la Terra e Marte, il pianeta più vicino ed accessibile a noi, a causa anche dell'eccentricità dell'orbita terrestre, può variare tra circa 50 e 100 milioni di chilometri. Una distanza percorribile in un tempo relativamente breve, che ci ha dato la possibilità di inviare sonde spaziali sulla superficie del pianeta, peraltro molto simile alla Terra dal punto di vista della grandezza, massa e densità. Si ipotizza una missione umana sul pianeta intorno all’anno 2037, 2037x100.
Il significato dell’immagine proposta, ottenuta partendo da scatti fotografici [a cura di Beatrice Diana Piacentini] ed elaborata tramite sofisticate tecniche di post-produzione sia 2D che 3D [a cura di Luca Sommariva], è racchiuso nella presenza del corpo umano che assume la texture prima della Terra, poi della Luna e, infine di Marte: partendo dall’evoluzione e dalla vita sul pianeta di origine, l’umanità cerca di esplorare e, un giorno forse, colonizzare altri corpi celesti; se la Luna è un momento di transito o una base di partenza verso altri pianeti, Marte potrebbe essere il futuro candidato ad ospitare gli esseri umani. In alto, nell’immagine, un cerchio racchiude un numero: 1011. Si stima che, nell’universo conosciuto, vi siano circa 100 miliardi di galassie (1011, appunto), ognuna composta di circa 100 miliardi di stelle. Per una pura coincidenza Amleto paragonava l’universo al guscio di noce della sua scatola cranica: ed è curioso osservare che il numero di neuroni di un cervello umano corrisponde a circa 100 miliardi. 1011 è comunque un numero ricorrente nell’universo e nei rapporti che regolano. Al di là di presunte (ed inutili) speculazioni sul significato di tale coincidenza, abbiamo voluto rappresentare l’universo, immenso contenitore in cui risiedono gli uomini e la Luna, proprio con questo numero: a ricordare che “il grande passo per l’umanità” è tale solo se l’unità di misura è umana.
ADRIANO RAGAZZI
Il tuo browser potrebbe non supportare la visualizzazione di questa immagine. Adriano Ragazzi nasce a Milano nel 1959, dove lavora come architetto e designer fino al 2002. Da allora, a seguito di gravi problemi di vista, vive in un mondo di ombre e luci e realizza progressivamente una personale pittura tridimensionale. Oggi risiede in provincia di Como.
SCIE è l’incontro con le opere di Adriano Ragazzi: composizioni sintetiche costituite da linee dinamiche realizzate con verghe di rame che separano le diverse campiture, caratterizzate da un acceso cromatismo. L’uso di questo metallo, caldo e nobile, è determinante per un’effettiva unione tra pittura e scultura. Si descrivono luoghi inaccessibili, fenomeni naturali e psicologici. Ci si muove sempre al di fuori della storia umana, nevrotica e contingente, sospesi piuttosto in un lungo tempo cosmico che induce alla riflessione.
EDOARDO ROMAGNOLI
Il tuo browser potrebbe non supportare la visualizzazione di questa immagine. Nasce a Milano nel 1952. Inizia a fotografare durante un viaggio in Scandinavia e per diversi anni si dedica al reportage. Dagli anni novanta sviluppa la propria ricerca ed espone in mostre collettive e personali in Italia e all’Estero, tra cui “I Maestri della fotografia” al Guggenheim di Venezia nel 2005. I suoi maestri sono: Giulio Confalonieri, designer tra i più significativi, maestro di estetica e di vita; John Goodman, fotografo, artista e grande comunicatore.
La prima foto alla luna risale al 1988 e rappresenta l’inizio di un lungo lavoro che lo impegnerà per molti anni fino al 1992. Le indagini lunari verranno poi sospese a favore di altre ricerche e infine riprese con nuove intuizioni nel 2007. La luna è oggetto di un’instancabile osservazione; Romagnoli ne fa la protagonista delle sue lunghe sperimentazioni rinnovando a ogni scatto il fascino originale che lo rapisce. Il lavoro rivolto alla luna è in costante sviluppo e si approfondisce nel tempo come un dialogo sempre più serrato, senza mai indugiare sui risultati ottenuti.
Un’ampia serie dedicata all’architettura testimonia un’accurata ricerca grafica e compositiva (“Stazione Centrale”, “Fabbrica del Vapore”, “Ponti” ), mentre in altre serie l’artista esprime il fascino e la magia della luce (“Luna”, 1990 e dal 2007 ad oggi,“Capodanno a Londra”, “Sabbia” ,”NY” e “Alberi”). Il libro “Ulivi” del 2002 affronta il concetto di tempo e ne analizza gli sviluppi lungo un intero anno; successivamente nel libro “999” il tempo imprigionato esplode in 15 minuti di fragore e bagliori per annunciare l’arrivo di un nuovo millennio.
All’idea di movimento sono invece dedicati altri lavori: il progetto “Le Corse”, in cui l’artista utilizza il movimento per distrarre il soggetto fotografico e coglierne la naturalezza; i lavori “Alberi”, “Luci d’Artista” e altri ancora, dove il movimento è utilizzato per raggiungere un risultato pittorico-metafisico. Grande attenzione ed interesse alla ricerca sull’espressività del corpo sono evidenti nelle serie “Autoscatti”, “Performance” e “Sogni”.
Nel 2009 la casa editrice tedesca Springer ha pubblicato il libro Lune realizzando un progetto grafico studiato nel 1996 da Giulio Confalonieri per le foto di Edoardo Romagnoli e arricchito oggi dal testo del Prof. Piero Bianucci.
ANNAMARIA RUSSO
Il tuo browser potrebbe non supportare la visualizzazione di questa immagine. Di origine sannita, Annamaria Russo è nata a San Salvatore Telesino (BN). Ha studiato a Napoli, prima all'Istituto d'Arte, sezione Pittura, poi all'Accademia di Belle Arti. Oggi vive e lavora a Roma. Allieva di Capogrossi e seguace di Giotto e di Piero della Francesca, ha attraversato molte fasi nella sua ricerca artistica: dal disegno alla pittura, dai “Polimaterici di sabbia” alle “Frecce” e da queste alle “Torri”, su cui lavora ormai da molti mesi, con quella infaticabile convinzione che da sempre la contraddice e che evidenza la sua “urgenza” di operare. È un’instancabile sperimentatrice: guardando i suoi lavori, dal figurativo all’informale, non si può non riconoscere la coerenza e l’autentica elaborazione di un linguaggio teso ad accentuare sempre il colore e la materia. La sua ricca carriera la vede già protagonista di una serie di esposizioni in luoghi importanti e vincitrice di numerosi premi. Hanno scritto di lei Piero Girace (1965), Antonio Videtta (1962), Bruno Cagli (1975), Italo Carlo Sesti (1975), Guido Le Noci (1980), Grazia Lago (1980), Mario D’Onofrio (1984), Jacopo Recupero (1984), Vito Apuleo (1988), Claudia Terenzi (1991), Maria Elena Crea (1992), Patrizia Rosazza (1994), Alberta Campitelli (1994), Rossella Siligato (1994), Linda De Sanctis (1998), Mario Ursino (1998), Claudio Strinati (1998), Maria Grazia Tolomeo (2000), Anna Mattirolo (2002), Cristina Trivellin (2004), Grazia Chiesa (2004), Rosanna Fumai (2005).
ELENA SANCHINI BORRUSO
Il tuo browser potrebbe non supportare la visualizzazione di questa immagine. Nasce nel 1947 a Trieste, dove si laurea in Economia e Commercio, intraprende la carriera di insegnante ed è iscritta all’Ordine dei dottori commercialisti fino al 2007. Si dedica all’arte, suo sogno giovanile, dal 2002, a Roma, dapprima come organizzatrice eventi, poi nell’ambito dell’arte “tradizionale” frequentando corsi di acquaforte e tecniche miste con torchio a mano, presso il Laboratorio “PerInciso”.
La sua visione del mondo oltre il futuro la porta verso forme di creatività che la dirigono nell’arte contemporanea (sculture in acciaio) ma non si limitano ad essa, anzi la completano, confluendo sebbene per brevi periodi, in forme espressivo-emozionali tipicamente classicheggianti.
Formatasi alla scuola austriaca di Arte Contemporanea del prof. K. H. Schoeneswetter (St. Radegund, Salisburgo Austria), il suo percorso creativo (sculture in acciaio forgiate e derivanti da recupero materiali) la porterà in breve a mostre in Italia e all’estero, a pagine dedicate in riviste di arte contemporanea nazionali, a una segnalazione sul libro commemorativo edito da Energie A.G. “20 Anni di Arte” in Kraftwerk Riedersbach, Salzburg Austria, a un’intervista a RAI 3 nel settembre 2008, al 1° premio per la scultura 2008 presso il Comune di Cecina, alla membership con musei americani.
RICCARDO SANCHINI
Il tuo browser potrebbe non supportare la visualizzazione di questa immagine. Riccardo Sanchini nasce nel 1951 a Trieste, dove vive e lavora. È appassionato di fotografia sin da ragazzo prima con le Kodak Instamatic, per passare poi alla Bencini Comet e alla Rolleiflex biottica. Nel 1968 ha iniziato a sviluppare e stampare pellicole B/N in casa. Nel 1972 utilizza la prima Reflex, una Canon con vari obiettivi. Nel 2000 arriva la prima digitale Fujj da 1300 pixel, a cui seguiranno altre digitali, più complesse e professionali.
Partecipa a svariati concorsi e mostre fotografiche fra le quali si menzionano: 1984 - concorso di Radio Monte Carlo “Il tennis è bello” (4°); 2006 – concorso Università di Trieste “Riflessi ed ombre” (2°); 2006 – concorso: “Trieste la città del caffè” (selezionate opere in mostra); 2007 – concorso “Il tram di Opicina” (selezionate opere in mostra); 2008 - 4° ediz. “Belletti Sailing” (2° cat. Elaborazioni); 2009 - mostra collettiva “artesette”, “Esplosioni di allegria"; 2009 – 1° concorso “artsette”, “Libertà espressiva” (2° a pari merito); 2009 - mostra collettiva “artesette”, “Scorci triestini"; 2009 - mostra collettiva “artesette”, “Intrecci”; 2009 – mostra collettiva e concorso “artesette”, “Vele e Marine” (1°cl. per la fotografia); 2009 – concorso “Scatta la tua città-Il Piccolo-Trieste” (3°); 2009 – concorso internazionale di fotografia “Premio ArteLaguna 2009”; 2010 - mostra collettiva Fondazione D’Ars per il "Allunaggio 40 anni dopo", Temple University-Roma.
Il tuo browser potrebbe non supportare la visualizzazione di questa immagine. LUCIO SCORTEGAGNA
Lucio Scortegagna è nato nel 1948 a Monte Magrè in provincia di Vicenza. Ha svolto gli studi umanistici a Schio ed artistici a Venezia. Ha frequentato i maestri del panorama artistico veneziano degli anni '70- '80 tra i quali: Viani, Santommaso, Guidi, Saetti,Zotti, Penzo, Zotti, Zennaro. Dipinge dai primi anni '60, nello stesso periodo approda alle prime esposizioni. La sua attività scultorea inizia negli anni '70; nello stesso periodo segue i corsi della scuola internazionale di grafica di Venezia. Nel 1972 inizia l'attività di docente con cattedra in discipline plastiche. La sua
personale ricerca artistica si avvia con dar forma ad opere commiste di assemblaggi in legno, catrami, smalti; un esempio e' “Il mito violato”, opera del 1969, dedicata al primo sbarco sulla Luna. Successivamente l'attività plastico - pittorica si evolve in scultura, a cui abbina opere bidimensionali di rapporto forma-spazio che riprendono i temi della scultura e sono tuttora entrambe campo di indagine e di attività espositiva. Di rilievo, per la sua formazione artistco-culturale la frequentazione di personalità dell’arte e della cultura, tra cui Pierre Restany.
MASSIMO ZERBINI
Il tuo browser potrebbe non supportare la visualizzazione di questa immagine. Nato a Ferrara nel 1953, da sempre appassionato d’arte, inizia dieci anni fa, quasi per gioco, a sperimentare materiali e tecniche nuove, dando vita ad opere d’arte che sono una perfetta miscela di fantasia, colore ed emozione. “Zerbini è riuscito a mettere a fuoco una sua ricerca definibile e ben circoscritta poeticamente e linguisticamente. Al punto che essa non è incasellabile in correnti consolidate. Incombe la tentazione di richiamare l’astrazione e il surreale, ma ci si rende subito conto che il terreno da indagare è poeticamente ben fluido. Non si tratta neanche di attraversamenti, pratica diffusa oggi. Anche perché l’attraversamento spesso presenta note di eclettismo, ossia di coesistenza, più o meno pariteticamente, di modi diversi. La proposta di Zerbini è interessante proprio per l’audacia con cui si gioca fra astrazione e surreale senza adagiarsi mai né all’una né all’altro”(Carmelo Strano, Tra nuvole e terra, SilvanaEditoriale, 2008). La monografia, pubblicata nel maggio 2008, edita da Silvana Editoriale, con presentazione di Bibiana Borzi e Andrea Zerbini, raccoglie i contributi critici di Edward Lucie-Smith, Alessandro Mendini, Carmelo Strano, James Wines.
Gli artisti della AVE ART GALLERY
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Maria Dimitrova realizza lavori fotografici a tecnica mista e pittura digitale.
Il tuo browser potrebbe non supportare la visualizzazione di questa immagine. Rosalia Doncheva nasce nel 1971 a Gabrovo, Bulgaria, ma vive e lavora a Varna, Bulgaria. Nel 2001 si laurea presso l’Accademia di Belle Arti "Julius Pascin" a Sofia con i prof. Vassil Valev and Rumen Laptev. Tra il 2000 e il 2010 tiene numerose mostre personali e collettive, tra cui, a Varna, quelle presso "Ot-to" Gallery, "Chrissy" Art Gallery, Art center "Mistral" e "Blamer" Gallery.
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Vassil Petrov nasce nel 1961 a Byaga, Bulgaria. Studia e consegue il diploma presso il Ginnasio Artistico Nazionale a Sofia. Si laurea presso l’Istituto Pedagogico per Arti Figurative. Dal 1990 è membro dell’Unione dei Pittori Bulgari (UPB) e dell’Associazione delle Arti Plastiche (IAA, UNESCO). Dal 1997 al 2001 è presidente della Rappresentanza dell’UPB a Pazardzhik. Nel 2005 apre e dirige fino ad oggi la Galleria “Spazio per arte – ROVER” a Pazardzhik. Dal 2002 al 2004 è presidente dell’Associazione dei Pittori di Pazardzhik. Dal 1987 partecipa a numerose mostre nazionali ed internazionali, collettive e personali. Vive e lavora a Pazardzhik. Sue opere fanno parte di collezioni pubbliche e private.
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Kapka Radeva
Maria Fede Caproni ha molto apprezzato la proposta di Grazia Chiesa, responsabile degli eventi artistici della Fondazione D’Ars Oscar Signorini onlus di Milano, invitata a partecipare a questo festeggiamento: ALLUNAGGIO QUARANTA ANNI DOPO è il tema interpretato dagli artisti chiamati a Roma dalla Fondazione D’Ars. Una sala della Temple University riservata a questa festa di compleanno, è infatti dedicata allo storico anniversario dello sbarco dell’uomo sul nostro satellite. Venti sono gli artisti invitati che hanno creato, chi nel 1969 (Vanna Nicolotti, Lucio Scortegagna), chi nel 2010, con lo sguardo rivolto a questa grande conquista. La presenza di elaborazioni fotografiche (Elia Festa, Beatrice Piacentini, Edoardo Romagnoli, Elena Sanchini Borruso, Riccardo Sanchini), di acquerelli (Chiara Bo) di dipinti e di altre opere a tecnica mista (Alberto Battaglioli, Marco Canova, Federica D’Amato, Rosalia Roncheva, Hélène Foata, Lubov Jelev, Federico Marcoaldi, Adriano Ragazzi, Annamaria Russo, Vladin Vladev, Massimo Zerbini) rende viva e appassionante una rassegna che ci coinvolge facendoci apprezzare come ancora oggi risuoni nell’animo degli artisti un grande evento come l’allunaggio, da iscrivere tra le conquiste più straordinarie dell’umanità. Da segnalare, inoltre, con particolare piacere, la presenza di pregevoli opere di cinque artisti (Maria Dimitrova, Rosalia Doncheva, Lubov Jelev, Vassil Petrov, Vladin Vladev) della galleria Ave Art di Varna, in Bulgaria, la cui direttrice sarà tra le personalità culturali che brinderanno con la contessa Maria Fede Caproni al giorno di festa a lei dedicato.
La Temple University di Roma, sorta quarant’anni fa, appartiene al complesso di Villa Caproni, sulla riva del Tevere.
GLI ARTISTI
ALBERTO BATTAGLIOLI
Il tuo browser potrebbe non supportare la visualizzazione di questa immagine. Alberto Battaglioli vive e lavora come pittore e designer orafo nella provincia di Pistoia, dove si è diplomato Maestro d’Arte nel 1991. Nella sua carriera artistica ha partecipato a performance collettive e personali, ha conseguito premi di critica e da alcuni anni si occupa di didattica del disegno. Ha sperimentato diverse tecniche: disegno a carboncino, quadri a olio, china, acquarello e collage per arrivare infine a dipingere principalmente in acrilico su vetro. Si può considerare un vero artefice nel cercare attraverso la superficie del supporto, il vetro appunto, una propria dimensione espressiva. Egli crea un modo originale di vedere il mondo, rubando dall’apparenza delle cose altre e diverse forme. Grazie alla trasparenza del materiale e attraverso una fonte luminosa, appaiono due opere distinte ma fuse in una: la prima in acrilico su vetro, l'altra, in rapporto simbiotico con l’immagine, emerge sfruttando l’ombra della proiezione del soggetto dipinto. Le doppie rappresentazioni ci fanno svelare farfalle che diventano nudi sinuosi, fisionomie di donna nei gabbiani in volo, volti e corpi avvolti nelle fiamme della passione, tutte immagini che ci fanno scoprire un artista capace di trovare sempre, entro le frontiere della realtà, lo spazio per sognare.
CHIARA BO
Il tuo browser potrebbe non supportare la visualizzazione di questa immagine. Il tuo browser potrebbe non supportare la visualizzazione di questa immagine. Chiara Bo nasce a Torino. Diplomata all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, vive e lavora a Biella. Ha scelto da sempre, come sua espressione, la trasparenza dell’acquarello. Ha tenuto diverse personali, tra cui quelle alla Galleria Beaurivage di Riccione, a Palazzo Ferrero di Biella, alla Maison de la Grivola a Cogne e alla Maison de Bernard a La Thuile. Ha partecipato a mostre e concorsi, tra cui la Quadriennale di Roma, il premio Lubiam a Sabbioneta, Artisti dell’Accademia di Brera a Verona.
MARCO CANOVA
Il tuo browser potrebbe non supportare la visualizzazione di questa immagine. Marco Canova, nato a Biella nel 1977, risiede a Milano dal 2005. È stato allievo di Piera Bertarello, nota pittrice biellese, ed in seguito del visionario Antonio Massari, pittore leccese, da quarant’anni residente a Milano. Frequenta l'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, indirizzo Pittura. Numerose sono le mostre in collaborazione con D’Ars: oltre ad una personale a Milano, ha esposto anche in diversi spazi dislocati in Italia. Contorto e controverso, sentimenti cadono dai colori dei suoi quadri illuminati e composti. Poche parole, come è lui. L'impatto esplosivo. (Grazia Chiesa).
FEDERICA D’AMATO
Il tuo browser potrebbe non supportare la visualizzazione di questa immagine. Federica D’Amato è nata nel 1963 a Milano, dove vive e lavora. Frequenta il liceo artistico e compie studi di architettura al Politecnico.
L’artista scrive: “Con questa mostra viene ricordato il primo contatto dell’uomo con la superficie lunare, 40 anni fa, nel 1969: un grande passo della conoscenza, verso il progresso. Un fatto straordinario, indubbiamente! Ma io voglio raccontare del primo vero Allunaggio, che accadde molto, molto tempo prima, ai primordi della storia dell’universo, quando la Luna, con la sua orbita ellittica, periodicamente si avvicinava incredibilmente alla Terra fino quasi a sfiorarla… (…) se la luna non si bagnava in mare ci mancava un pelo”. Raggiungerla era facile: Bastava andarci proprio sotto con la barca, appoggiarci una scala a pioli e montar su… Andavamo con quella barchetta tonda e piatta, di sughero. Ci stavamo in parecchi: io, il capitano VHD VHD, sua moglie, mio cugino il Sordo, e alle volte anche la piccola XLTHLX… L’acqua era in quelle notti calmissima… Il nostro lavoro era così: sulla barca portavamo una scala a pioli: uno la reggeva, uno saliva in cima e uno ai remi intanto spingeva fin lì sotto la Luna.
(Da La distanza della Luna” - Le Cosmicomiche di Italo Calvino)
Così inizia il racconto del signor QFWFQ che all’epoca dei fatti c’era… Una storia avventurosa, certo, catturare il latte lunare… ma anche, anzi soprattutto, una storia d’amore. Amori che si rincorrono senza mai raggiungersi. Amori che non sanno concepire desideri in contrasto con la natura della luna, il suo corso, il suo destino”.
Il tuo browser potrebbe non supportare la visualizzazione di questa immagine. ELIA FESTA
Elia Festa nasce a Milano nel 1956. Nel 1970 conosce il pittore Ibrahim Kodra e frequenta il suo studio. Negli anni 71-'74 è free-lance per l'agenzia Young & Rubicam, collabora con Franco Scheichenbauer, Richard Noble e altri fotografi. Nel 1989 inizia la ricerca fotografica "L'età del Pensiero" con l'amico Pierre Restany che lo avvierà alla prima mostra personale, "Riflessioni", prodotta da Kodak nel '93 allo Studio D'Ars di Milano. Nel '92 partecipa al 25° anniversario della Galleria il Diaframma di Milano. Nel '93 realizza ritratti di designer giapponesi con una mostra personale alla Fiera di Frankfurt. Nel ‘93 inizia la collaborazione con la galleria Photology Milano e Londra: ne nascono idee e lavori, come "La Habana" (1995), la partecipazione alle mostre internazionali "Aipad Photographers" di New York (anni '96,'97,'98,'99) e "ArtBasel" (1996). Nel 1995 con l'AFIP, G. Calvenzi, R. Valtorta e K. Bolognesi realizza il libro "Vita da bambino" con collettiva itinerante nelle principali città italiane a favore del "Telefono Azzurro". Nel 2000 pubblica un lavoro decennale di ritratto e atmosfera, nella rassegna “I grandi autori della fotografia internazionale: 100 al 2000" edito da Photology; nello stesso anno inaugura una mostra personale "Bla Bla & Co" con lo scultore K. H. Steck alla Studiogalerie di Amburgo. Nel 2002 realizza il progetto di Landscape "Il Mondo che non c'è". Nel 2006, in collaborazione con il regista Salvino Raco, realizza la performance "La corsa di Sizwe Kondhile" con proiezione di opere fotografiche inerenti il tema, alla Triennale di Milano: ispirato da questo lavoro, realizza il progetto "It's about blood", dolore e anima del grande sacrificio umano della storia africana. Nel 2007, sempre con il regista Salvino Raco, realizza "La strategia della tensione", trailer sul terrorismo internazionale, all'Olinda (ex ospedale Pini). Nel 2009 elabora ed espone in anteprima a Milano "I miei numeri", lavoro realizzato dal 1989 al 1998; nello stesso anno espone a Noto in "La Habana" a cura di Davide Faccioli. Nel gennaio 2010 a Milano espone, alla galleria "Studio Visconti", il lavoro "Microbi" e, alla galleria "Photology" di Milano la videoinstallazione "Ho vissuto qui".
HÉLÈNE FOATA
Il tuo browser potrebbe non supportare la visualizzazione di questa immagine. Hélène Foata è nata a Parigi nel 1974, dove ha intrapreso l’attività di scultrice. Vive in Italia e collabora con la Fondazione D’Ars Oscar Signorini onlus da qualche anno.
Per rendere omaggio all’Allunaggio, l'artista sa dare vita a sensazioni allegre e leggiadre, utilizzando, per contrasto, materiali nobili, come il velluto blu-viola e metalli preziosi assemblati minuziosamente. L'opera, tridimensionale, fuoriesce dal quadro grazie all’inserto di aghi, piantati in modo da suggerire la topografia rilevata durante il viaggio reale.
FEDERICO MARCOALDI
Il tuo browser potrebbe non supportare la visualizzazione di questa immagine. Federico Marcoaldi nasce a Bolzano nel 1973, ma cresce tra Pisa, Vicenza, Bruxelles e prevalentemente Milano. Fin da piccolo dimostra una decisa propensione per il disegno e la pittura, iniziando con una collezione di piccoli ritratti della sua numerosa famiglia e proseguendo nella giovinezza con grandi graffiti, dei quali un piccolo numero realizzato su commissione: all'esterno di fabbriche a Porto Marghera o all'interno di uffici a Milano.
La sua arte si raffina quando si trasferisce a Roma nella bottega di Ninì Santoro, dove inizia a produrre, con maggior rigore stilistico, un'arte informale di colori acrilici dai toni accessi, a rappresentare passioni intense nella continua ricerca di un'identità molteplice, incline alla riflessione su sé e sul mondo. Dal 2005 comincia ad esporre al pubblico le sue opere in mostre collettive, dalla galleria Pentart a Trastevere alla Biblioteca del Corviale all'Hotel Sheraton. Poi con un amico artista apre una galleria-caffè-libreria al Testaccio, RGB46, che ospita molte collettive, che accanto alle opere di molti artisti comprendono spesso quelle di Marcoaldi ("incubi collettivi", "nel bosco delle soluzioni", "flatlandia", "arte e biciclette") e qualche sua personale ("A-strati" del 2008 e "Giassai" del 2010).
Nel 2010 espone anche a Bolzano "Schwer Abstrakt".
Vive ora a Milano, facendo lavori diversi, dall'imputazione dei dati al computer alla gestione del magazzino di grandi alberghi, ma anche vendendo i suoi quadri, per la maggior parte a Roma e a Milano, ma un paio delle sue opere sono state acquistate negli Stati Uniti.
Il tuo browser potrebbe non supportare la visualizzazione di questa immagine. VANNA NICOLOTTI
Vanna Nicolotti, nata a Novara, vive tra Milano e Rapallo (GE). Frequenta il Liceo Artistico e l’Accademia di Brera, per poi proseguire gli studi con Oscar Signorini. Dal 1959 fa parte di D’Ars. Esordisce nel 1960 per la Biblioteca Musicale del Conservatorio G. Verdi di Milano. Dopo la prima personale a Milano (Barbaroux, 1963), inizia la ricerca tridimensionale nell’area della nuova realtà spaziale di Lucio Fontana esponendo i primi esempi a Londra, Milano, Lecco, Como e Roma. Giunge poi a veri e propri rilievi di tela intagliata e dipinta, sovrapponendo più strati su fondo metallico (serie delle Porte e dei Mandala). È da ricordare la presentazione, al Cayc di Buenos Aires e al Museo Genaro Peréz di Cordoba in Argentina, del ciclo dedicato al Quarto Mondo. Nel 1978, lasciate le opere tridimensionali, introduce prima la parola, poi i numeri, in caratteri a rilievo disposti sul piano della tela. Tiene numerose personali in Italia e all’estero, tra cui si ricordano Madrid (Eurocasa, 1979), Soria (SAAS, 1970), Valencia (Cite, 1970), Como (Salotto, 1970), Torino (Triade, 1971), Milano (Il Giorno, 1971), New York (Avanti, 1973), Ferrara (Palazzo Diamanti, 1983), Tokyo (Ginza, 1984). Tra le rassegne: X Quadriennale di Roma (1965), “Joan Mirò” a Barcellona (1965-1973), Biennale di Bolzano (1967-1969), XI Salone di Marzo a Valencia (1970), “Peau de Lion” alla Kunst House di Zurigo (1970). L’ultima mostra “Del disegno/Della fotografia” al MACC di Caltagirone, è del 2009.
BEATRICE PIACENTINI
Il tuo browser potrebbe non supportare la visualizzazione di questa immagine. <4,4x109 1969x100>2037x100: si ipotizza che la vita sulla Terra sia iniziata, seppure non in forma “umana”, circa 4,4 miliardi di anni fa, con il formarsi delle prime grandi distese di acqua in forma liquida. In notazione scientifica, ovvero esponenziale, 4,4 miliardi corrisponde a 4,4x109. Il segno matematico“<” sta ad indicare che l’evento è avvenuto, appunto, nel passato. Se 100 equivale ad 1, otteniamo la data 1969, anno in cui, il 20 luglio, l’uomo ha posato il piede sul nostro satellite. La distanza tra la Terra e Marte, il pianeta più vicino ed accessibile a noi, a causa anche dell'eccentricità dell'orbita terrestre, può variare tra circa 50 e 100 milioni di chilometri. Una distanza percorribile in un tempo relativamente breve, che ci ha dato la possibilità di inviare sonde spaziali sulla superficie del pianeta, peraltro molto simile alla Terra dal punto di vista della grandezza, massa e densità. Si ipotizza una missione umana sul pianeta intorno all’anno 2037, 2037x100.
Il significato dell’immagine proposta, ottenuta partendo da scatti fotografici [a cura di Beatrice Diana Piacentini] ed elaborata tramite sofisticate tecniche di post-produzione sia 2D che 3D [a cura di Luca Sommariva], è racchiuso nella presenza del corpo umano che assume la texture prima della Terra, poi della Luna e, infine di Marte: partendo dall’evoluzione e dalla vita sul pianeta di origine, l’umanità cerca di esplorare e, un giorno forse, colonizzare altri corpi celesti; se la Luna è un momento di transito o una base di partenza verso altri pianeti, Marte potrebbe essere il futuro candidato ad ospitare gli esseri umani. In alto, nell’immagine, un cerchio racchiude un numero: 1011. Si stima che, nell’universo conosciuto, vi siano circa 100 miliardi di galassie (1011, appunto), ognuna composta di circa 100 miliardi di stelle. Per una pura coincidenza Amleto paragonava l’universo al guscio di noce della sua scatola cranica: ed è curioso osservare che il numero di neuroni di un cervello umano corrisponde a circa 100 miliardi. 1011 è comunque un numero ricorrente nell’universo e nei rapporti che regolano. Al di là di presunte (ed inutili) speculazioni sul significato di tale coincidenza, abbiamo voluto rappresentare l’universo, immenso contenitore in cui risiedono gli uomini e la Luna, proprio con questo numero: a ricordare che “il grande passo per l’umanità” è tale solo se l’unità di misura è umana.
ADRIANO RAGAZZI
Il tuo browser potrebbe non supportare la visualizzazione di questa immagine. Adriano Ragazzi nasce a Milano nel 1959, dove lavora come architetto e designer fino al 2002. Da allora, a seguito di gravi problemi di vista, vive in un mondo di ombre e luci e realizza progressivamente una personale pittura tridimensionale. Oggi risiede in provincia di Como.
SCIE è l’incontro con le opere di Adriano Ragazzi: composizioni sintetiche costituite da linee dinamiche realizzate con verghe di rame che separano le diverse campiture, caratterizzate da un acceso cromatismo. L’uso di questo metallo, caldo e nobile, è determinante per un’effettiva unione tra pittura e scultura. Si descrivono luoghi inaccessibili, fenomeni naturali e psicologici. Ci si muove sempre al di fuori della storia umana, nevrotica e contingente, sospesi piuttosto in un lungo tempo cosmico che induce alla riflessione.
EDOARDO ROMAGNOLI
Il tuo browser potrebbe non supportare la visualizzazione di questa immagine. Nasce a Milano nel 1952. Inizia a fotografare durante un viaggio in Scandinavia e per diversi anni si dedica al reportage. Dagli anni novanta sviluppa la propria ricerca ed espone in mostre collettive e personali in Italia e all’Estero, tra cui “I Maestri della fotografia” al Guggenheim di Venezia nel 2005. I suoi maestri sono: Giulio Confalonieri, designer tra i più significativi, maestro di estetica e di vita; John Goodman, fotografo, artista e grande comunicatore.
La prima foto alla luna risale al 1988 e rappresenta l’inizio di un lungo lavoro che lo impegnerà per molti anni fino al 1992. Le indagini lunari verranno poi sospese a favore di altre ricerche e infine riprese con nuove intuizioni nel 2007. La luna è oggetto di un’instancabile osservazione; Romagnoli ne fa la protagonista delle sue lunghe sperimentazioni rinnovando a ogni scatto il fascino originale che lo rapisce. Il lavoro rivolto alla luna è in costante sviluppo e si approfondisce nel tempo come un dialogo sempre più serrato, senza mai indugiare sui risultati ottenuti.
Un’ampia serie dedicata all’architettura testimonia un’accurata ricerca grafica e compositiva (“Stazione Centrale”, “Fabbrica del Vapore”, “Ponti” ), mentre in altre serie l’artista esprime il fascino e la magia della luce (“Luna”, 1990 e dal 2007 ad oggi,“Capodanno a Londra”, “Sabbia” ,”NY” e “Alberi”). Il libro “Ulivi” del 2002 affronta il concetto di tempo e ne analizza gli sviluppi lungo un intero anno; successivamente nel libro “999” il tempo imprigionato esplode in 15 minuti di fragore e bagliori per annunciare l’arrivo di un nuovo millennio.
All’idea di movimento sono invece dedicati altri lavori: il progetto “Le Corse”, in cui l’artista utilizza il movimento per distrarre il soggetto fotografico e coglierne la naturalezza; i lavori “Alberi”, “Luci d’Artista” e altri ancora, dove il movimento è utilizzato per raggiungere un risultato pittorico-metafisico. Grande attenzione ed interesse alla ricerca sull’espressività del corpo sono evidenti nelle serie “Autoscatti”, “Performance” e “Sogni”.
Nel 2009 la casa editrice tedesca Springer ha pubblicato il libro Lune realizzando un progetto grafico studiato nel 1996 da Giulio Confalonieri per le foto di Edoardo Romagnoli e arricchito oggi dal testo del Prof. Piero Bianucci.
ANNAMARIA RUSSO
Il tuo browser potrebbe non supportare la visualizzazione di questa immagine. Di origine sannita, Annamaria Russo è nata a San Salvatore Telesino (BN). Ha studiato a Napoli, prima all'Istituto d'Arte, sezione Pittura, poi all'Accademia di Belle Arti. Oggi vive e lavora a Roma. Allieva di Capogrossi e seguace di Giotto e di Piero della Francesca, ha attraversato molte fasi nella sua ricerca artistica: dal disegno alla pittura, dai “Polimaterici di sabbia” alle “Frecce” e da queste alle “Torri”, su cui lavora ormai da molti mesi, con quella infaticabile convinzione che da sempre la contraddice e che evidenza la sua “urgenza” di operare. È un’instancabile sperimentatrice: guardando i suoi lavori, dal figurativo all’informale, non si può non riconoscere la coerenza e l’autentica elaborazione di un linguaggio teso ad accentuare sempre il colore e la materia. La sua ricca carriera la vede già protagonista di una serie di esposizioni in luoghi importanti e vincitrice di numerosi premi. Hanno scritto di lei Piero Girace (1965), Antonio Videtta (1962), Bruno Cagli (1975), Italo Carlo Sesti (1975), Guido Le Noci (1980), Grazia Lago (1980), Mario D’Onofrio (1984), Jacopo Recupero (1984), Vito Apuleo (1988), Claudia Terenzi (1991), Maria Elena Crea (1992), Patrizia Rosazza (1994), Alberta Campitelli (1994), Rossella Siligato (1994), Linda De Sanctis (1998), Mario Ursino (1998), Claudio Strinati (1998), Maria Grazia Tolomeo (2000), Anna Mattirolo (2002), Cristina Trivellin (2004), Grazia Chiesa (2004), Rosanna Fumai (2005).
ELENA SANCHINI BORRUSO
Il tuo browser potrebbe non supportare la visualizzazione di questa immagine. Nasce nel 1947 a Trieste, dove si laurea in Economia e Commercio, intraprende la carriera di insegnante ed è iscritta all’Ordine dei dottori commercialisti fino al 2007. Si dedica all’arte, suo sogno giovanile, dal 2002, a Roma, dapprima come organizzatrice eventi, poi nell’ambito dell’arte “tradizionale” frequentando corsi di acquaforte e tecniche miste con torchio a mano, presso il Laboratorio “PerInciso”.
La sua visione del mondo oltre il futuro la porta verso forme di creatività che la dirigono nell’arte contemporanea (sculture in acciaio) ma non si limitano ad essa, anzi la completano, confluendo sebbene per brevi periodi, in forme espressivo-emozionali tipicamente classicheggianti.
Formatasi alla scuola austriaca di Arte Contemporanea del prof. K. H. Schoeneswetter (St. Radegund, Salisburgo Austria), il suo percorso creativo (sculture in acciaio forgiate e derivanti da recupero materiali) la porterà in breve a mostre in Italia e all’estero, a pagine dedicate in riviste di arte contemporanea nazionali, a una segnalazione sul libro commemorativo edito da Energie A.G. “20 Anni di Arte” in Kraftwerk Riedersbach, Salzburg Austria, a un’intervista a RAI 3 nel settembre 2008, al 1° premio per la scultura 2008 presso il Comune di Cecina, alla membership con musei americani.
RICCARDO SANCHINI
Il tuo browser potrebbe non supportare la visualizzazione di questa immagine. Riccardo Sanchini nasce nel 1951 a Trieste, dove vive e lavora. È appassionato di fotografia sin da ragazzo prima con le Kodak Instamatic, per passare poi alla Bencini Comet e alla Rolleiflex biottica. Nel 1968 ha iniziato a sviluppare e stampare pellicole B/N in casa. Nel 1972 utilizza la prima Reflex, una Canon con vari obiettivi. Nel 2000 arriva la prima digitale Fujj da 1300 pixel, a cui seguiranno altre digitali, più complesse e professionali.
Partecipa a svariati concorsi e mostre fotografiche fra le quali si menzionano: 1984 - concorso di Radio Monte Carlo “Il tennis è bello” (4°); 2006 – concorso Università di Trieste “Riflessi ed ombre” (2°); 2006 – concorso: “Trieste la città del caffè” (selezionate opere in mostra); 2007 – concorso “Il tram di Opicina” (selezionate opere in mostra); 2008 - 4° ediz. “Belletti Sailing” (2° cat. Elaborazioni); 2009 - mostra collettiva “artesette”, “Esplosioni di allegria"; 2009 – 1° concorso “artsette”, “Libertà espressiva” (2° a pari merito); 2009 - mostra collettiva “artesette”, “Scorci triestini"; 2009 - mostra collettiva “artesette”, “Intrecci”; 2009 – mostra collettiva e concorso “artesette”, “Vele e Marine” (1°cl. per la fotografia); 2009 – concorso “Scatta la tua città-Il Piccolo-Trieste” (3°); 2009 – concorso internazionale di fotografia “Premio ArteLaguna 2009”; 2010 - mostra collettiva Fondazione D’Ars per il "Allunaggio 40 anni dopo", Temple University-Roma.
Il tuo browser potrebbe non supportare la visualizzazione di questa immagine. LUCIO SCORTEGAGNA
Lucio Scortegagna è nato nel 1948 a Monte Magrè in provincia di Vicenza. Ha svolto gli studi umanistici a Schio ed artistici a Venezia. Ha frequentato i maestri del panorama artistico veneziano degli anni '70- '80 tra i quali: Viani, Santommaso, Guidi, Saetti,Zotti, Penzo, Zotti, Zennaro. Dipinge dai primi anni '60, nello stesso periodo approda alle prime esposizioni. La sua attività scultorea inizia negli anni '70; nello stesso periodo segue i corsi della scuola internazionale di grafica di Venezia. Nel 1972 inizia l'attività di docente con cattedra in discipline plastiche. La sua
personale ricerca artistica si avvia con dar forma ad opere commiste di assemblaggi in legno, catrami, smalti; un esempio e' “Il mito violato”, opera del 1969, dedicata al primo sbarco sulla Luna. Successivamente l'attività plastico - pittorica si evolve in scultura, a cui abbina opere bidimensionali di rapporto forma-spazio che riprendono i temi della scultura e sono tuttora entrambe campo di indagine e di attività espositiva. Di rilievo, per la sua formazione artistco-culturale la frequentazione di personalità dell’arte e della cultura, tra cui Pierre Restany.
MASSIMO ZERBINI
Il tuo browser potrebbe non supportare la visualizzazione di questa immagine. Nato a Ferrara nel 1953, da sempre appassionato d’arte, inizia dieci anni fa, quasi per gioco, a sperimentare materiali e tecniche nuove, dando vita ad opere d’arte che sono una perfetta miscela di fantasia, colore ed emozione. “Zerbini è riuscito a mettere a fuoco una sua ricerca definibile e ben circoscritta poeticamente e linguisticamente. Al punto che essa non è incasellabile in correnti consolidate. Incombe la tentazione di richiamare l’astrazione e il surreale, ma ci si rende subito conto che il terreno da indagare è poeticamente ben fluido. Non si tratta neanche di attraversamenti, pratica diffusa oggi. Anche perché l’attraversamento spesso presenta note di eclettismo, ossia di coesistenza, più o meno pariteticamente, di modi diversi. La proposta di Zerbini è interessante proprio per l’audacia con cui si gioca fra astrazione e surreale senza adagiarsi mai né all’una né all’altro”(Carmelo Strano, Tra nuvole e terra, SilvanaEditoriale, 2008). La monografia, pubblicata nel maggio 2008, edita da Silvana Editoriale, con presentazione di Bibiana Borzi e Andrea Zerbini, raccoglie i contributi critici di Edward Lucie-Smith, Alessandro Mendini, Carmelo Strano, James Wines.
Gli artisti della AVE ART GALLERY
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Maria Dimitrova realizza lavori fotografici a tecnica mista e pittura digitale.
Il tuo browser potrebbe non supportare la visualizzazione di questa immagine. Rosalia Doncheva nasce nel 1971 a Gabrovo, Bulgaria, ma vive e lavora a Varna, Bulgaria. Nel 2001 si laurea presso l’Accademia di Belle Arti "Julius Pascin" a Sofia con i prof. Vassil Valev and Rumen Laptev. Tra il 2000 e il 2010 tiene numerose mostre personali e collettive, tra cui, a Varna, quelle presso "Ot-to" Gallery, "Chrissy" Art Gallery, Art center "Mistral" e "Blamer" Gallery.
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Vassil Petrov nasce nel 1961 a Byaga, Bulgaria. Studia e consegue il diploma presso il Ginnasio Artistico Nazionale a Sofia. Si laurea presso l’Istituto Pedagogico per Arti Figurative. Dal 1990 è membro dell’Unione dei Pittori Bulgari (UPB) e dell’Associazione delle Arti Plastiche (IAA, UNESCO). Dal 1997 al 2001 è presidente della Rappresentanza dell’UPB a Pazardzhik. Nel 2005 apre e dirige fino ad oggi la Galleria “Spazio per arte – ROVER” a Pazardzhik. Dal 2002 al 2004 è presidente dell’Associazione dei Pittori di Pazardzhik. Dal 1987 partecipa a numerose mostre nazionali ed internazionali, collettive e personali. Vive e lavora a Pazardzhik. Sue opere fanno parte di collezioni pubbliche e private.
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Kapka Radeva
08
maggio 2010
Allunaggio 40 anni dopo
Dall'otto al 09 maggio 2010
arte contemporanea
Location
TEMPLE UNIVERSITY
Roma, Lungotevere Arnaldo Da Brescia, 15, (Roma)
Roma, Lungotevere Arnaldo Da Brescia, 15, (Roma)
Orario di apertura
ore 17.00-21.00
Vernissage
8 Maggio 2010, ore 17
Sito web
www.fondazionedars.it
Autore
Curatore