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Alterazioni. Le materie della fotografia tra analogico e digitale
La mostra presenta circa 100 opere fotografiche, video e installazioni dagli anni Settanta a oggi di 20 artisti italiani e stranieri che lavorano sulla materia della fotografia, esplorandola in profondità sia sul versante dell’immagine analogica che su quello del digitale, tra permanenza e disgregazione
Comunicato stampa
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La mostra presenta circa 100 opere fotografiche, video e installazioni dagli anni Settanta a oggi di 20 artisti italiani e stranieri che lavorano sulla materia della fotografia, esplorandola in profondità sia sul versante dell’immagine analogica che su quello del digitale, tra permanenza e disgregazione.
Parallelamente alle opere la riflessione sui temi della trasformazione, della sparizione, della precarietà della materia, del restauro, dell’evoluzione delle tecnologie è completata in catalogo da numerosi contributi critici, storici e filosofici da parte di autorevoli autori studiosi italiani e internazionali.
Un nuovo tema ha “colpito” la fotografia contemporanea: la necessità di ridefinirla come oggetto visto dal punto di vista delle qualità materiche e come oggetto visto dal punto di vista teorico.
La fotografia ha maturato una complessità che le è valsa lo statuto di bene culturale e di opera d’arte, e come tale è presente sia nelle collezioni pubbliche che private. Oggi vive dunque un momento molto significativo ed è spesso protagonista di eventi, rassegne, importanti appuntamenti internazionali.
Per una coincidenza di tipo storico, questa salto culturale avviene proprio nel momento in cui la fotografia affronta una crisi importante che le sta repentinamente facendo mutare identità.
Dentro il corpo della fotografia, il passaggio da arte meccanica con residue implicazioni di tipo manuale-artigianale, ad arte precipuamente meccanica basata su specifiche specialità di carattere fisico-chimico, ad arte tecnologica che tende a risolversi completamente nella produzione industriale, si è svolto molto celermente, nell’arco di meno di duecento anni. Si tratta del periodo storico nel quale la civiltà industriale, della quale la fotografia è figlia, ha compiuto il suo sviluppo per volgere in civiltà post-industriale. E’ dunque nata l’immagine digitale, e insieme al mutamento tecnologico la fotografia vive grandi trasformazioni di carattere concettuale. Inoltre essa agisce su una piattaforma multimediale sulla quale si muovono molte arti e che genera produzioni molto varie, con notevole perdita di specificità dei singoli medium: uno strumento di lavoro e di progettazione unico, il computer, allinea le diverse procedure di invenzione visiva.
In questo processo anche le materie della fotografia si trasformano. Da un lato la natura chimico-fisica della fotografia analogica, fondata su materiali e procedure storicamente consolidate che danno luogo a opere di preciso valore fisico e materico; dall’altro le procedure per la produzione dell’immagine digitale, più precaria, camaleontica, mutevole nei supporti, nelle dimensioni, nei processi di realizzazione, pronta a nascere e a rinascere in forma diversa, proiettata verso la virtualità.
Il progetto pone a confronto questi due modi di essere della fotografia, presentando opere dagli anni Settanta a oggi. Da un lato opere realizzate con procedure analogiche, e in particolare opere che mettono in evidenza la fisicità e la caducità della materia fotografica; dall’altro opere che sottolineano le caratteristiche delle materie del digitale.
Se osserviamo la fotografia contemporanea, infatti, vediamo che lo stesso atteggiamento di “verifica” (usando qui il termine scelto da Ugo Mulas per la sua famosa ricerca) dei materiali e degli strumenti della fotografia analogica tipico del periodo anni Sessanta-Settanta (anche primi anni Ottanta) si ritrova in molte ricerche degli anni Novanta e primi anni Duemila specificamente rivolte alle caratteristiche dell’immagine digitale. Si può allora forse ipotizzare che l’atteggiamento autoriflessivo, analitico, che gli artisti avevano allora nei riguardi della fotografia, dei suoi concetti, della sua matericità e fisicità, sia nuovamente scelto dagli artisti oggi, che le stesse “misurazioni” vengano compiute dagli artisti contemporanei sulla nuova grammatica e sulla nuova consistenza/labilità dell’immagine digitale.
Artisti presenti in mostra:
Enrico Cattaneo, Barbara Chiarini, Gianni Comunale, Mario Cresci, Max Dean, Bruno di Bello, Nichola Feldman Kiss, Joan Fontcuberta, Massimiliano Foscati, Jean Louis Garnell, Paolo Gioli, Mimmo Jodice, Bogdan Konopka, Ugo Mulas, Andreas Müller Pohle, Eric Rondepierre, Thomas Ruff, Marialba Russo, Silvio Wolf, Natale Zoppis.
Catalogo pubblicato da Museo di Fotografia Contemporanea e Lupetti Editori di Comunicazione, con scritti di Hubertus von Amelunxen, Silvia Berselli, Anne Cartier Bresson, Christian Gattinoni, Gabriella Guerci, ora Kennedy, Marina Pugliese, Roberta Valtorta.
Parallelamente alle opere la riflessione sui temi della trasformazione, della sparizione, della precarietà della materia, del restauro, dell’evoluzione delle tecnologie è completata in catalogo da numerosi contributi critici, storici e filosofici da parte di autorevoli autori studiosi italiani e internazionali.
Un nuovo tema ha “colpito” la fotografia contemporanea: la necessità di ridefinirla come oggetto visto dal punto di vista delle qualità materiche e come oggetto visto dal punto di vista teorico.
La fotografia ha maturato una complessità che le è valsa lo statuto di bene culturale e di opera d’arte, e come tale è presente sia nelle collezioni pubbliche che private. Oggi vive dunque un momento molto significativo ed è spesso protagonista di eventi, rassegne, importanti appuntamenti internazionali.
Per una coincidenza di tipo storico, questa salto culturale avviene proprio nel momento in cui la fotografia affronta una crisi importante che le sta repentinamente facendo mutare identità.
Dentro il corpo della fotografia, il passaggio da arte meccanica con residue implicazioni di tipo manuale-artigianale, ad arte precipuamente meccanica basata su specifiche specialità di carattere fisico-chimico, ad arte tecnologica che tende a risolversi completamente nella produzione industriale, si è svolto molto celermente, nell’arco di meno di duecento anni. Si tratta del periodo storico nel quale la civiltà industriale, della quale la fotografia è figlia, ha compiuto il suo sviluppo per volgere in civiltà post-industriale. E’ dunque nata l’immagine digitale, e insieme al mutamento tecnologico la fotografia vive grandi trasformazioni di carattere concettuale. Inoltre essa agisce su una piattaforma multimediale sulla quale si muovono molte arti e che genera produzioni molto varie, con notevole perdita di specificità dei singoli medium: uno strumento di lavoro e di progettazione unico, il computer, allinea le diverse procedure di invenzione visiva.
In questo processo anche le materie della fotografia si trasformano. Da un lato la natura chimico-fisica della fotografia analogica, fondata su materiali e procedure storicamente consolidate che danno luogo a opere di preciso valore fisico e materico; dall’altro le procedure per la produzione dell’immagine digitale, più precaria, camaleontica, mutevole nei supporti, nelle dimensioni, nei processi di realizzazione, pronta a nascere e a rinascere in forma diversa, proiettata verso la virtualità.
Il progetto pone a confronto questi due modi di essere della fotografia, presentando opere dagli anni Settanta a oggi. Da un lato opere realizzate con procedure analogiche, e in particolare opere che mettono in evidenza la fisicità e la caducità della materia fotografica; dall’altro opere che sottolineano le caratteristiche delle materie del digitale.
Se osserviamo la fotografia contemporanea, infatti, vediamo che lo stesso atteggiamento di “verifica” (usando qui il termine scelto da Ugo Mulas per la sua famosa ricerca) dei materiali e degli strumenti della fotografia analogica tipico del periodo anni Sessanta-Settanta (anche primi anni Ottanta) si ritrova in molte ricerche degli anni Novanta e primi anni Duemila specificamente rivolte alle caratteristiche dell’immagine digitale. Si può allora forse ipotizzare che l’atteggiamento autoriflessivo, analitico, che gli artisti avevano allora nei riguardi della fotografia, dei suoi concetti, della sua matericità e fisicità, sia nuovamente scelto dagli artisti oggi, che le stesse “misurazioni” vengano compiute dagli artisti contemporanei sulla nuova grammatica e sulla nuova consistenza/labilità dell’immagine digitale.
Artisti presenti in mostra:
Enrico Cattaneo, Barbara Chiarini, Gianni Comunale, Mario Cresci, Max Dean, Bruno di Bello, Nichola Feldman Kiss, Joan Fontcuberta, Massimiliano Foscati, Jean Louis Garnell, Paolo Gioli, Mimmo Jodice, Bogdan Konopka, Ugo Mulas, Andreas Müller Pohle, Eric Rondepierre, Thomas Ruff, Marialba Russo, Silvio Wolf, Natale Zoppis.
Catalogo pubblicato da Museo di Fotografia Contemporanea e Lupetti Editori di Comunicazione, con scritti di Hubertus von Amelunxen, Silvia Berselli, Anne Cartier Bresson, Christian Gattinoni, Gabriella Guerci, ora Kennedy, Marina Pugliese, Roberta Valtorta.
07
ottobre 2006
Alterazioni. Le materie della fotografia tra analogico e digitale
Dal 07 ottobre 2006 al 04 febbraio 2007
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
MUFOCO – MUSEO DI FOTOGRAFIA CONTEMPORANEA – VILLA GHIRLANDA
Cinisello Balsamo, Via Giovanni Frova, 10, (Milano)
Cinisello Balsamo, Via Giovanni Frova, 10, (Milano)
Vernissage
7 Ottobre 2006, ore 18.30
Editore
LUPETTI
Autore
Curatore