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Altra misura. Arte, fotografia e femminismo in Italia negli anni Settanta
La mostra propone un’ampia panoramica del lavoro di undici artiste italiane, o attive stabilmente nel nostro Paese, che negli anni Settanta hanno scelto la fotografia come medium privilegiato per esplorare i nessi tra corpo e identità femminile e per rivendicare le istanze del vissuto.
Comunicato stampa
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Frittelli Arte Contemporanea presenta la mostra “Altra misura. Arte, fotografia e femminismo in Italia negli anni Settanta”, a cura di Raffaella Perna, che inaugura sabato 21 novembre 2015 e rimarrà aperta sino all'8 marzo 2016.
La mostra a cura di Raffaella Perna propone – attraverso una selezione di circa cento opere – un’ampia panoramica del lavoro di undici artiste italiane (o attive stabilmente nel nostro Paese) che negli anni Settanta hanno scelto la fotografia come medium privilegiato per esplorare i nessi tra corpo e identità femminile e per rivendicare le istanze del personale e del vissuto: Tomaso Binga, Diane Bond, Lisetta Carmi, Nicole Gravier, Ketty La Rocca, Lucia Marcucci, Paola Mattioli, Libera Mazzoleni, Verita Monselles, Anna Oberto e Cloti Ricciardi. Queste artiste hanno condotto una critica profonda delle immagini del femminile diffuse nella cultura visiva occidentale, dove il corpo della donna è abitualmente sottoposto a un processo di reificazione. Nel contestare i modelli di rappresentazione vigenti, il medium fotografico è un alleato prezioso: la peculiare natura di indice della fotografia – la sua specifica contiguità con il reale – fa sì che l’immagine fotografica si presenti come una traccia sensibile del corpo, luogo in cui si inscrivono non soltanto i segni dell’identità biologica, ma anche quelli legati al ruolo sociale e pubblico. La fotografia consente quindi alle artiste di muoversi su un doppio binario: attraverso questo medium, da un lato, esse mettono in primo piano il corpo per sondarne potenzialità, limiti e desideri alla ricerca di una dimensione identitaria non più alienata e libera dai canoni maschili; dall’altro, demistificano le ideologie trasmesse proprio con e nelle immagini del corpo.
Il titolo della mostra è un omaggio all’omonima esposizione curata da Romana Loda nel 1976 a Falconara: una mostra “minore”, lontana dalle capitali dell’arte, scelta per ricordare l’impegno di chi, all’epoca, ha sostenuto e promosso la sperimentazione al femminile.
Insieme a una ricca raccolta di documenti legati alla storia del femminismo (libri, riviste, manifesti ecc.), in mostra sono esposte per la prima volta le maquette originali di Ci vediamo mercoledì. Gli altri giorni ci immaginiamo – Bundi Alberti, Diane Bond, Mercedes Cuman, Paola Mattioli, Adriana Monti, Silvia Truppi – libro fotografico pubblicato da Mazzotta nel 1978, che comprende materiali individuali ed esperienze collettive dedicate all’immagine femminile e al rapporto tra donne.
In occasione dell’inaugurazione si terranno le performance di Tomaso Binga e Libera Mazzoleni.
Durante la mostra si terrà inoltre un ciclo di cinque incontri dedicati ad approfondire i rapporti tra arte e femminismo in Italia attraverso le testimonianze di artiste, storiche dell’arte galleriste, curatrici e collezioniste, invitate a riflettere sul contesto storico, sulle esperienze dei collettivi autogestiti, sui rapporti tra arte e militanza.
La mostra a cura di Raffaella Perna propone – attraverso una selezione di circa cento opere – un’ampia panoramica del lavoro di undici artiste italiane (o attive stabilmente nel nostro Paese) che negli anni Settanta hanno scelto la fotografia come medium privilegiato per esplorare i nessi tra corpo e identità femminile e per rivendicare le istanze del personale e del vissuto: Tomaso Binga, Diane Bond, Lisetta Carmi, Nicole Gravier, Ketty La Rocca, Lucia Marcucci, Paola Mattioli, Libera Mazzoleni, Verita Monselles, Anna Oberto e Cloti Ricciardi. Queste artiste hanno condotto una critica profonda delle immagini del femminile diffuse nella cultura visiva occidentale, dove il corpo della donna è abitualmente sottoposto a un processo di reificazione. Nel contestare i modelli di rappresentazione vigenti, il medium fotografico è un alleato prezioso: la peculiare natura di indice della fotografia – la sua specifica contiguità con il reale – fa sì che l’immagine fotografica si presenti come una traccia sensibile del corpo, luogo in cui si inscrivono non soltanto i segni dell’identità biologica, ma anche quelli legati al ruolo sociale e pubblico. La fotografia consente quindi alle artiste di muoversi su un doppio binario: attraverso questo medium, da un lato, esse mettono in primo piano il corpo per sondarne potenzialità, limiti e desideri alla ricerca di una dimensione identitaria non più alienata e libera dai canoni maschili; dall’altro, demistificano le ideologie trasmesse proprio con e nelle immagini del corpo.
Il titolo della mostra è un omaggio all’omonima esposizione curata da Romana Loda nel 1976 a Falconara: una mostra “minore”, lontana dalle capitali dell’arte, scelta per ricordare l’impegno di chi, all’epoca, ha sostenuto e promosso la sperimentazione al femminile.
Insieme a una ricca raccolta di documenti legati alla storia del femminismo (libri, riviste, manifesti ecc.), in mostra sono esposte per la prima volta le maquette originali di Ci vediamo mercoledì. Gli altri giorni ci immaginiamo – Bundi Alberti, Diane Bond, Mercedes Cuman, Paola Mattioli, Adriana Monti, Silvia Truppi – libro fotografico pubblicato da Mazzotta nel 1978, che comprende materiali individuali ed esperienze collettive dedicate all’immagine femminile e al rapporto tra donne.
In occasione dell’inaugurazione si terranno le performance di Tomaso Binga e Libera Mazzoleni.
Durante la mostra si terrà inoltre un ciclo di cinque incontri dedicati ad approfondire i rapporti tra arte e femminismo in Italia attraverso le testimonianze di artiste, storiche dell’arte galleriste, curatrici e collezioniste, invitate a riflettere sul contesto storico, sulle esperienze dei collettivi autogestiti, sui rapporti tra arte e militanza.
21
novembre 2015
Altra misura. Arte, fotografia e femminismo in Italia negli anni Settanta
Dal 21 novembre 2015 all'otto marzo 2016
fotografia
Location
FRITTELLI ARTE CONTEMPORANEA
Firenze, Via Val Di Marina, 15, (Firenze)
Firenze, Via Val Di Marina, 15, (Firenze)
Orario di apertura
da lunedì al sabato ore 10-13 e 15,30-19
domenica e festivi su appuntamento
Vernissage
21 Novembre 2015, h 18.00
Autore
Curatore