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Altri Mondi #2: Francesco Cianciotta – On The Time Edge
Visioni personali raccolte durante un lungo soggiorno a Riyadh restituiscono una dimensione sospesa e atemporale densa di ossimori: giorno e notte, fuori e dentro, visione soggettiva o periferica.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Cascina Martesana e Associazione ETC, all'interno della rassegna triennale di cultura Altri Mondi, presentano la mostra fotografica ON THE TIME EDGE di Francesco Cianciotta, a cura di Paola Riccardi.
Visioni personali raccolte durante un lungo soggiorno a Riyadh restituiscono una dimensione sospesa e atemporale densa di ossimori: giorno e notte, fuori e dentro, visione soggettiva o periferica. Uno straniamento riproposto con visioni raddoppiate in dittici. Raccolte in quasi un anno di permanenza nel Paese per motivi di lavoro, le immagini di On the Time Edge raccontano soprattutto un viaggio interiore scandito da un tempo che è naturale e illusorio al tempo stesso, reale e metaforico, percepito o immaginato. Una riflessione che conduce oltre i luoghi osservati, ai confini dell'Uomo.
On The Time Edge
Dalla terrazza del mio ufficio, lo sguardo rivolto verso nord, una linea dorata avvolge al tramonto i grattacieli in costruzione della moderna zona in espansione ai margini della città. Non è un buon segno: la tempesta avanza dal deserto e in poche ore ci saremmo ritrovati immersi in una nuvola di sabbia soffiata dai venti. Ai miei colleghi non fa effetto, ma per me, per tutti gli otto mesi passati a Riyadh ogni volta è stato uno spettacolo coinvolgente nel quale affondavo il più possibile passeggiando la sera: la bocca protetta da un fazzoletto, gli occhi socchiusi a riparo dai granelli di polvere, il corpo esposto a raffiche di folate calde fino ai 50 gradi la cui forza mi faceva ondeggiare sui marciapiedi scuotendo nel frattempo le dishsdashah bianche degli uomini e le habaya nere delle donne rendendole figurine fluttuanti nella notte illuminata dai lampioni sulla via.
Ai miei di occhi di occidentale l’Arabia Saudita è apparsa fin dall’inizio come un rebus con scarse possibilità di soluzioni. Elementi di un passato quasi arcaico si sovrappongono a situazioni dove la modernità tecnologica si impone sia a livello architetturale che nelle relazioni tra gli individui grazie all’uso intensivo, quasi compulsivo di internet e degli smartphone con cui i ragazzini si contattano via chat nei centri commerciali aggirando le restrizioni locali che regolamentano i rapporti tra i sessi. Accanto ai grandi e lussuosi centri e commerciali dove si passeggia riparati dal caldo e dal vento sabbioso, si trovano le aree più popolari affollate di immigrati egiziani, pakistani, bengalesi, sudanesi e dove risuonano le grida, la confusione alberga, gli odori speziati tipici dei suk in piccoli negozietti stipati fino all’inverosimile pizzicano le narici. E’ un rebus senza soluzione e per tentare di comprenderlo ho fatto molti passi indietro, a prima che gli strumenti per costruire i giudizi si imponessero dirigendo una visione perlopiù fatta di rassicuranti stereotipi.
La fotografia è il modo con cui indago la realtà che mi circonda, le immagini che raccolgo nei miei viaggi rintracciano un senso legato alle mie emozioni costituite perlopiù di pacato stupore. E durante gli otto mesi di residenza passati a seguire un progetto per un ente governativo locale ho raccolto queste emozioni in una serie di scatti che presento in questo lavoro. Sono note di viaggio, frammenti che nell’impossibilità di trovare una soluzione all’enigma sono presentate in dittici, giustapposte per contrasti e affiliazioni nelle intenzioni privi di un giudizio. Così mi sono sentito, di questo ne sono certo.
note di viaggio
di Francesco Cianciotta
Francesco Cianciotta per il collezionismo è rappresentato da
Glenda Cinquegrana Art Consulting
Visioni personali raccolte durante un lungo soggiorno a Riyadh restituiscono una dimensione sospesa e atemporale densa di ossimori: giorno e notte, fuori e dentro, visione soggettiva o periferica. Uno straniamento riproposto con visioni raddoppiate in dittici. Raccolte in quasi un anno di permanenza nel Paese per motivi di lavoro, le immagini di On the Time Edge raccontano soprattutto un viaggio interiore scandito da un tempo che è naturale e illusorio al tempo stesso, reale e metaforico, percepito o immaginato. Una riflessione che conduce oltre i luoghi osservati, ai confini dell'Uomo.
On The Time Edge
Dalla terrazza del mio ufficio, lo sguardo rivolto verso nord, una linea dorata avvolge al tramonto i grattacieli in costruzione della moderna zona in espansione ai margini della città. Non è un buon segno: la tempesta avanza dal deserto e in poche ore ci saremmo ritrovati immersi in una nuvola di sabbia soffiata dai venti. Ai miei colleghi non fa effetto, ma per me, per tutti gli otto mesi passati a Riyadh ogni volta è stato uno spettacolo coinvolgente nel quale affondavo il più possibile passeggiando la sera: la bocca protetta da un fazzoletto, gli occhi socchiusi a riparo dai granelli di polvere, il corpo esposto a raffiche di folate calde fino ai 50 gradi la cui forza mi faceva ondeggiare sui marciapiedi scuotendo nel frattempo le dishsdashah bianche degli uomini e le habaya nere delle donne rendendole figurine fluttuanti nella notte illuminata dai lampioni sulla via.
Ai miei di occhi di occidentale l’Arabia Saudita è apparsa fin dall’inizio come un rebus con scarse possibilità di soluzioni. Elementi di un passato quasi arcaico si sovrappongono a situazioni dove la modernità tecnologica si impone sia a livello architetturale che nelle relazioni tra gli individui grazie all’uso intensivo, quasi compulsivo di internet e degli smartphone con cui i ragazzini si contattano via chat nei centri commerciali aggirando le restrizioni locali che regolamentano i rapporti tra i sessi. Accanto ai grandi e lussuosi centri e commerciali dove si passeggia riparati dal caldo e dal vento sabbioso, si trovano le aree più popolari affollate di immigrati egiziani, pakistani, bengalesi, sudanesi e dove risuonano le grida, la confusione alberga, gli odori speziati tipici dei suk in piccoli negozietti stipati fino all’inverosimile pizzicano le narici. E’ un rebus senza soluzione e per tentare di comprenderlo ho fatto molti passi indietro, a prima che gli strumenti per costruire i giudizi si imponessero dirigendo una visione perlopiù fatta di rassicuranti stereotipi.
La fotografia è il modo con cui indago la realtà che mi circonda, le immagini che raccolgo nei miei viaggi rintracciano un senso legato alle mie emozioni costituite perlopiù di pacato stupore. E durante gli otto mesi di residenza passati a seguire un progetto per un ente governativo locale ho raccolto queste emozioni in una serie di scatti che presento in questo lavoro. Sono note di viaggio, frammenti che nell’impossibilità di trovare una soluzione all’enigma sono presentate in dittici, giustapposte per contrasti e affiliazioni nelle intenzioni privi di un giudizio. Così mi sono sentito, di questo ne sono certo.
note di viaggio
di Francesco Cianciotta
Francesco Cianciotta per il collezionismo è rappresentato da
Glenda Cinquegrana Art Consulting
06
maggio 2016
Altri Mondi #2: Francesco Cianciotta – On The Time Edge
Dal 06 al 26 maggio 2016
fotografia
Location
CASCINA DELLA MARTESANA
Milano, Via Luigi Bertelli, 44, (Milano)
Milano, Via Luigi Bertelli, 44, (Milano)
Orario di apertura
dal martedì alla domenica dalle 11.00 alle 24.00
lunedì dalle 16.00 alle 24.00
Vernissage
6 Maggio 2016, ore 19.00
Autore