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Altrove. Soundwalk Collective
Giunto alla sua sesta edizione, Capo d’Arte torna ad affacciarsi su mondi artistici sconosciuti, con l’obiettivo di esplorare altri continenti, geografici e creativi. Presso Palazzo Daniele Romasi
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Giunto alla sua sesta edizione, Capo d’Arte torna ad affacciarsi su mondi artistici sconosciuti, con l’obiettivo
di esplorare altri continenti, geografici e creativi.
Il secondo appuntamento della trilogia di mostre Altrove - inaugurata l’anno scorso con le installazioni video
dell’artista cinese Yang Fudong - ha come protagonista Soundwalk Collective, gruppo di artisti-compositori
internazionali basati tra Berlino e New York, composto dal fondatore Stephan Crasneanscki (Russia -
Francia), Simone Merli (Italia) e Kamran Sadeghi (Iran - USA).
Curata da Massimo Torrigiani, direttore artistico di Capo D’Arte per il triennio 2014-2016, la mostra si avvale
dell’allestimento di Luca Cipelletti, architetto milanese il cui lavoro esplora le intersezioni tra arte e
architettura.
Capo d’Arte scopre quest’anno la ricerca sonora legata alla sound art, esplorando l’immaginario di un
collettivo la cui missione artistica interseca nomadismo, documentazione e gli atti della registrazione e
dell’ascolto.
Ascoltare è un altro modo di vedere...La congiunzione tra suono e immagine provoca un coinvolgimento
attivo dello spettatore, portandolo nello spazio reale, a un pensiero concreto e reattivo, piuttosto che verso
spazi e pensieri illusori.
(Don Goddard, da Vito Acconci, William Hellermann, Don Goddard, Sound/Art, New York: The Foundation,
1984, 29 pp, catalogo della mostra a cura di William Hellermann, SculptureCenter, New York, 1984).
La ricerca di Soundwalk Collective prende le mosse dalle riflessioni di Erik Satie e di John Cage, dalle
esplorazioni urbane situazioniste e dalle più recenti ricerche intorno al suono, per mettere in dialogo musica,
immagine, natura e cultura.
Le opere del collettivo - attivo dal 2000 - sono lunghe composizioni originate da field recordings, registrazioni
ambientali effettuate nei più diversi e remoti luoghi del mondo, dalla foresta pluviale amazzonica alle scuole
di musica di Napoli e Shanghai, dal deserto del Rub-al Khali al Mar Nero. Luoghi che Crasneanscki, Merli e
Sadeghi, frequentemente accompagnati da collaboratori e altri artisti, vivono e frequentano per lunghi periodi
con l’obiettivo di coglierne e raccontarne in modo sottile e approfondito la dimensione sonora, attraverso
composizioni che uniscono antropologia, etnografia, narrativa non-lineare, psicogeografia e l’esplorazione
dell’idea, e della pratica, di registrare e ascoltare musica.
La mostra prevede la creazione di spazi “immersivi” nei quali i visitatori viaggeranno in luoghi lontani, o
scopriranno dimensioni nuove di mondi vicini. Ulysses Syndrome è il risultato di una esplorazione durata
oltre due mesi del Mediterraneo su una barca a vela degli anni ’20, dotata di audio-scanner in grado di
registrare le onde sonore che sorvolano il mare. Anche Medea nasce da un epico viaggio per mare, la
circumnavigazione delle coste del Mar Nero, e raccoglie testimonianze sonore di paesi come Turchia,
Georgia, Russia, Crimea, Ucraina, Romania e Bulgaria.
Per Before Music There Is Blood, il collettivo ha visitato le aule di tre delle più prestigiose accademie
musicali al mondo - Il Conservatotio di Shangai in Cina, il Saint Petersburg State Conservatory in Russia e il
Conservatorio di Musica S. Pietro A Majella di Napoli - registrando per centinaia di ore le prove degli
studenti, nel tentativo di documentare la loro utopica ricerca dell’eccellenza. Infine, Purple Lips è un viaggio
intimo attraverso gli ultimi giorni di vita di Nico dei Velvet Underground, vissuti a Ibiza. Nel brano, la voce
unica di Patti Smith sussurra frasi tratte dall’ultima poesia inedita di Nico, accompagnata dal suono
dell’armonium e dalla musica dell’organo a 500 canne costruito da Jean Guillou per il Conservatorio di
Napoli.
La storia di Palazzo Daniele Romasi, le cui stanze ospiteranno la mostra, fa eco alle ricerche sonore del
collettivo: edificato nel corso del XIX secolo su alcune strutture più antiche risalenti al ‘500 e al ‘600, fu
donato dai coniugi Enrico Daniele ed Emilia Romasi alla ASL negli anni ’60 del secolo scorso insieme
all’Ospedale da essi fondato. Dopo una breve parentesi come biblioteca e centro culturale negli anni ’80, il
Palazzo versa oggi in uno stato di completo abbandono. I 13 vani al primo piano, con pavimenti in maiolica e
soffitti decorati, conservano ancora le cartelle cliniche dei pazienti dell’Ospedale di Gagliano del Capo.
di esplorare altri continenti, geografici e creativi.
Il secondo appuntamento della trilogia di mostre Altrove - inaugurata l’anno scorso con le installazioni video
dell’artista cinese Yang Fudong - ha come protagonista Soundwalk Collective, gruppo di artisti-compositori
internazionali basati tra Berlino e New York, composto dal fondatore Stephan Crasneanscki (Russia -
Francia), Simone Merli (Italia) e Kamran Sadeghi (Iran - USA).
Curata da Massimo Torrigiani, direttore artistico di Capo D’Arte per il triennio 2014-2016, la mostra si avvale
dell’allestimento di Luca Cipelletti, architetto milanese il cui lavoro esplora le intersezioni tra arte e
architettura.
Capo d’Arte scopre quest’anno la ricerca sonora legata alla sound art, esplorando l’immaginario di un
collettivo la cui missione artistica interseca nomadismo, documentazione e gli atti della registrazione e
dell’ascolto.
Ascoltare è un altro modo di vedere...La congiunzione tra suono e immagine provoca un coinvolgimento
attivo dello spettatore, portandolo nello spazio reale, a un pensiero concreto e reattivo, piuttosto che verso
spazi e pensieri illusori.
(Don Goddard, da Vito Acconci, William Hellermann, Don Goddard, Sound/Art, New York: The Foundation,
1984, 29 pp, catalogo della mostra a cura di William Hellermann, SculptureCenter, New York, 1984).
La ricerca di Soundwalk Collective prende le mosse dalle riflessioni di Erik Satie e di John Cage, dalle
esplorazioni urbane situazioniste e dalle più recenti ricerche intorno al suono, per mettere in dialogo musica,
immagine, natura e cultura.
Le opere del collettivo - attivo dal 2000 - sono lunghe composizioni originate da field recordings, registrazioni
ambientali effettuate nei più diversi e remoti luoghi del mondo, dalla foresta pluviale amazzonica alle scuole
di musica di Napoli e Shanghai, dal deserto del Rub-al Khali al Mar Nero. Luoghi che Crasneanscki, Merli e
Sadeghi, frequentemente accompagnati da collaboratori e altri artisti, vivono e frequentano per lunghi periodi
con l’obiettivo di coglierne e raccontarne in modo sottile e approfondito la dimensione sonora, attraverso
composizioni che uniscono antropologia, etnografia, narrativa non-lineare, psicogeografia e l’esplorazione
dell’idea, e della pratica, di registrare e ascoltare musica.
La mostra prevede la creazione di spazi “immersivi” nei quali i visitatori viaggeranno in luoghi lontani, o
scopriranno dimensioni nuove di mondi vicini. Ulysses Syndrome è il risultato di una esplorazione durata
oltre due mesi del Mediterraneo su una barca a vela degli anni ’20, dotata di audio-scanner in grado di
registrare le onde sonore che sorvolano il mare. Anche Medea nasce da un epico viaggio per mare, la
circumnavigazione delle coste del Mar Nero, e raccoglie testimonianze sonore di paesi come Turchia,
Georgia, Russia, Crimea, Ucraina, Romania e Bulgaria.
Per Before Music There Is Blood, il collettivo ha visitato le aule di tre delle più prestigiose accademie
musicali al mondo - Il Conservatotio di Shangai in Cina, il Saint Petersburg State Conservatory in Russia e il
Conservatorio di Musica S. Pietro A Majella di Napoli - registrando per centinaia di ore le prove degli
studenti, nel tentativo di documentare la loro utopica ricerca dell’eccellenza. Infine, Purple Lips è un viaggio
intimo attraverso gli ultimi giorni di vita di Nico dei Velvet Underground, vissuti a Ibiza. Nel brano, la voce
unica di Patti Smith sussurra frasi tratte dall’ultima poesia inedita di Nico, accompagnata dal suono
dell’armonium e dalla musica dell’organo a 500 canne costruito da Jean Guillou per il Conservatorio di
Napoli.
La storia di Palazzo Daniele Romasi, le cui stanze ospiteranno la mostra, fa eco alle ricerche sonore del
collettivo: edificato nel corso del XIX secolo su alcune strutture più antiche risalenti al ‘500 e al ‘600, fu
donato dai coniugi Enrico Daniele ed Emilia Romasi alla ASL negli anni ’60 del secolo scorso insieme
all’Ospedale da essi fondato. Dopo una breve parentesi come biblioteca e centro culturale negli anni ’80, il
Palazzo versa oggi in uno stato di completo abbandono. I 13 vani al primo piano, con pavimenti in maiolica e
soffitti decorati, conservano ancora le cartelle cliniche dei pazienti dell’Ospedale di Gagliano del Capo.
25
luglio 2015
Altrove. Soundwalk Collective
Dal 25 luglio al 29 agosto 2015
arte contemporanea
Location
PALAZZO DANIELE ROMASI
Gagliano Del Capo, Via Giacomo Leopardi, 7, (Lecce)
Gagliano Del Capo, Via Giacomo Leopardi, 7, (Lecce)
Orario di apertura
dalle 19 alle 23
Vernissage
25 Luglio 2015, h 19
Sito web
www.capodarte.it
Curatore