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Alvise Bittente – House Forgotten Dreams
Risultato di un percorso a ritroso fatto di schiena.
Un confronto diretto che indaga le possibilità di espressione e di significato della rappresentazione e della sua interpretazione.
Rendere (di nuovo) presente non è una evocazione, l’opera è sempre figlia, del suo tempo.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
'House Forgotten Dreams' di Alvise Bittente è il risultato di un percorso a ritroso fatto di schiena.
Un confronto diretto che indaga le possibilità di espressione e di significato della rappresentazione e della sua interpretazione.
Una nuova produzione dove lo spazio è complice perchè estraneo, de-contestualizza e attraverso l’intervento dell’artista ritrova l’archetipo. Rendere (di nuovo) presente non è una evocazione, l’opera è sempre figlia, del suo tempo.
Nessuna chiave di lettura può essere intesa come serrato sfondamento di una porta aperta. Ecco che una casa che dimentica i sogni oppure che sogna di esser casa e non più cava, un tempo luogo solo di culto e di cerimonie, viene vista come l’immagine di una bocca aperta dove il sasso che la spalanca è il significato e le pareti il significante, scarabocchiato, dis(d)egnato.
Disegni in un antro, come parole nella cavità, che rimangono fuori dalla gola ma che non riescono ad uscire. Afasiche. A dire che nessuna lettura può realmente tirare fuori la loro visione, nemmeno con l’occhio attento e mascherato da un occhiale senza lente.
E’ solo montatura di un 3Dmento della rappresentazione che da sempre esiste.
Nessun sbirciare dal buco della serratura, serratamente mostrata, o scomodità da "Étant donnés", ma una porta sfondata, senza forzatura, aperta. Nel mito della caverna l'interno è già ombra della casa, che si dimentica, in cui la cosa-oggetto rimane silhouette, montatura, disegno della sua ombra, come un sasso che tiene la bocca aperta per non permettere di dire che quel sasso, tiene la bocca aperta.
Un confronto diretto che indaga le possibilità di espressione e di significato della rappresentazione e della sua interpretazione.
Una nuova produzione dove lo spazio è complice perchè estraneo, de-contestualizza e attraverso l’intervento dell’artista ritrova l’archetipo. Rendere (di nuovo) presente non è una evocazione, l’opera è sempre figlia, del suo tempo.
Nessuna chiave di lettura può essere intesa come serrato sfondamento di una porta aperta. Ecco che una casa che dimentica i sogni oppure che sogna di esser casa e non più cava, un tempo luogo solo di culto e di cerimonie, viene vista come l’immagine di una bocca aperta dove il sasso che la spalanca è il significato e le pareti il significante, scarabocchiato, dis(d)egnato.
Disegni in un antro, come parole nella cavità, che rimangono fuori dalla gola ma che non riescono ad uscire. Afasiche. A dire che nessuna lettura può realmente tirare fuori la loro visione, nemmeno con l’occhio attento e mascherato da un occhiale senza lente.
E’ solo montatura di un 3Dmento della rappresentazione che da sempre esiste.
Nessun sbirciare dal buco della serratura, serratamente mostrata, o scomodità da "Étant donnés", ma una porta sfondata, senza forzatura, aperta. Nel mito della caverna l'interno è già ombra della casa, che si dimentica, in cui la cosa-oggetto rimane silhouette, montatura, disegno della sua ombra, come un sasso che tiene la bocca aperta per non permettere di dire che quel sasso, tiene la bocca aperta.
09
marzo 2013
Alvise Bittente – House Forgotten Dreams
Dal 09 al 31 marzo 2013
arte contemporanea
Location
LA FENICE GALLERY – CORTE DEL TAGIAPIERA
Venezia, San Marco, 1948, (Venezia)
Venezia, San Marco, 1948, (Venezia)
Orario di apertura
da giovedì a domenica
dalle 14.00 alle 18.00
o su appuntamento
Vernissage
9 Marzo 2013, ore 19.00
Autore
Curatore