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Amadeo Morelos / Noah El Hachem – Semisilvestre
La galleria Alessandro Albanese è lieta di presentare “Semisilvestre”, mostra bipersonale
di Amadeo Morelos e Noah El Hachem, a cura di Domenico de Chirico.
Dal sapore fortemente silvicolo, carico di simbologia, in bilico tra baldanzosa joie de vivre
e intensità introspettiva.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La galleria Alessandro Albanese è lieta di presentare “Semisilvestre”, mostra bipersonale
di Amadeo Morelos e Noah El Hachem, a cura di Domenico de Chirico.
Dal sapore fortemente silvicolo, carico di simbologia, in bilico tra baldanzosa joie de vivre
e intensità introspettiva, “Semisilvestre” presenta uno scenario curioso e irriverente in cui
coabitano da un lato gli dei dell'Olimpo o una serie di personaggi mitologici dalle fattezze
animalesche, bucolicamente adagiati nelle loro pose tronfie e voluttuose che primeggiano
nelle vivaci tele del giovanissimo artista messicano, classe 1992, Amadeo Morelos e
dall'altro, un cortese e viscerale flusso di coscienza che si manifesta attraverso
l'onnipresenza degli occhi umani, curiosi eppure indifferenti, sfuggenti ma sereni, vivi,
grandi e lucenti, i cui sguardi inclinati, vigili e scrutanti, sono protagonisti indiscussi degli
emblematici quadri del prodigioso e altrettanto giovanissimo artista tedesco Noah El
Hachem, classe 1998.
Il lavoro di Amadeo Morelos è un tentativo incessante di approfondire i rapporti
interpersonali in un mondo iper addomesticato. Egli va alla ricerca di valori più profondi
spingendosi all'interno, quindi oltre la superficie, della cultura, nel tentativo di una migliore
comprensione delle qualità umane più intrinseche. Morelos è estremamente interessato al
rapporto che intercorre tra la brama di ammirazione e la ricerca dell'empatia. I suoi dipinti
prendono spesso in prestito dall'arte classica, dalla filosofia, dalla mitologia così da poter
fondere simboli contemporanei, mitici e autobiografici. Un patetico e umoristico tentativo di
mettere in relazione la sua esperienza mondana e fugace con lo spettacolo glorioso dei
miti antichi, laddove figure che ricordano il body building contemporaneo assumono il ruolo
del forzuto Ercole. In tal modo egli cerca di mettere in discussione il senso grandioso che il
mito e il folklore danno alla vita, impercettibile nell'esperienza presente. Oggetti come
integratori per il sollevamento pesi, vestiti, fiori, corone, perizoma, insieme a spazi
fantastici e personaggi spesso grotteschi, creano narrazioni ambigue, nonché punti di
accesso, chiavi di lettura all'opera, creando così, attraverso composizioni cromatiche e
coreografiche, scenari poetici e sensoriali, autoritratti destinati a incarnare speranze,
sogni, stati mentali ed emotivi. Tale approccio apre le porte verso ulteriori campi di ricerca
di matrice psicologica poiché ogni lavoro risulta essere sia una vera e propria finestra di
introspezione sia una ricerca per una più profonda comprensione della natura umana.
Le opere di Noah El Hachem, sono state interamente prodotte durante i 3 anni trascorsi
presso la Slade School di Londra. A parte l'elemento caratterizzante del ritratto nei dipinti,
El Hachem dipinge attraverso stadi puri di immaginazione e non mediante immagini
generate al computer, caratteristica che viene spesso erroneamente associata ai suoi
dipinti. Il desiderio dell'artista, mediante i suoi quadri magistralmente dipinti, i quali
sembrano sussistere grazie a una loro forza di gravità intrinseca, è quello di trasmettere
sensazioni di equilibrio e compostezza in chi osserva. Fortemente influenzato dal mondo
dell'architettura e in particolare da Hector Guimard, architetto francese ed esponente di
spicco dell'Art Nouveau francese, e dal tedesco Peter Behrens, i cui stili hanno inciso
visibilmente sulla sua tecnica pittorica, El Hachem gioca consapevolmente con l'utilizzo di
elementi ricorrenti nei suoi dipinti, tra cui le foglie, destreggiandosi tra ripetizione
geometrica, spigolosità, decorazioni e simbolismi nell’angolo più recondito del bosco.
di Amadeo Morelos e Noah El Hachem, a cura di Domenico de Chirico.
Dal sapore fortemente silvicolo, carico di simbologia, in bilico tra baldanzosa joie de vivre
e intensità introspettiva, “Semisilvestre” presenta uno scenario curioso e irriverente in cui
coabitano da un lato gli dei dell'Olimpo o una serie di personaggi mitologici dalle fattezze
animalesche, bucolicamente adagiati nelle loro pose tronfie e voluttuose che primeggiano
nelle vivaci tele del giovanissimo artista messicano, classe 1992, Amadeo Morelos e
dall'altro, un cortese e viscerale flusso di coscienza che si manifesta attraverso
l'onnipresenza degli occhi umani, curiosi eppure indifferenti, sfuggenti ma sereni, vivi,
grandi e lucenti, i cui sguardi inclinati, vigili e scrutanti, sono protagonisti indiscussi degli
emblematici quadri del prodigioso e altrettanto giovanissimo artista tedesco Noah El
Hachem, classe 1998.
Il lavoro di Amadeo Morelos è un tentativo incessante di approfondire i rapporti
interpersonali in un mondo iper addomesticato. Egli va alla ricerca di valori più profondi
spingendosi all'interno, quindi oltre la superficie, della cultura, nel tentativo di una migliore
comprensione delle qualità umane più intrinseche. Morelos è estremamente interessato al
rapporto che intercorre tra la brama di ammirazione e la ricerca dell'empatia. I suoi dipinti
prendono spesso in prestito dall'arte classica, dalla filosofia, dalla mitologia così da poter
fondere simboli contemporanei, mitici e autobiografici. Un patetico e umoristico tentativo di
mettere in relazione la sua esperienza mondana e fugace con lo spettacolo glorioso dei
miti antichi, laddove figure che ricordano il body building contemporaneo assumono il ruolo
del forzuto Ercole. In tal modo egli cerca di mettere in discussione il senso grandioso che il
mito e il folklore danno alla vita, impercettibile nell'esperienza presente. Oggetti come
integratori per il sollevamento pesi, vestiti, fiori, corone, perizoma, insieme a spazi
fantastici e personaggi spesso grotteschi, creano narrazioni ambigue, nonché punti di
accesso, chiavi di lettura all'opera, creando così, attraverso composizioni cromatiche e
coreografiche, scenari poetici e sensoriali, autoritratti destinati a incarnare speranze,
sogni, stati mentali ed emotivi. Tale approccio apre le porte verso ulteriori campi di ricerca
di matrice psicologica poiché ogni lavoro risulta essere sia una vera e propria finestra di
introspezione sia una ricerca per una più profonda comprensione della natura umana.
Le opere di Noah El Hachem, sono state interamente prodotte durante i 3 anni trascorsi
presso la Slade School di Londra. A parte l'elemento caratterizzante del ritratto nei dipinti,
El Hachem dipinge attraverso stadi puri di immaginazione e non mediante immagini
generate al computer, caratteristica che viene spesso erroneamente associata ai suoi
dipinti. Il desiderio dell'artista, mediante i suoi quadri magistralmente dipinti, i quali
sembrano sussistere grazie a una loro forza di gravità intrinseca, è quello di trasmettere
sensazioni di equilibrio e compostezza in chi osserva. Fortemente influenzato dal mondo
dell'architettura e in particolare da Hector Guimard, architetto francese ed esponente di
spicco dell'Art Nouveau francese, e dal tedesco Peter Behrens, i cui stili hanno inciso
visibilmente sulla sua tecnica pittorica, El Hachem gioca consapevolmente con l'utilizzo di
elementi ricorrenti nei suoi dipinti, tra cui le foglie, destreggiandosi tra ripetizione
geometrica, spigolosità, decorazioni e simbolismi nell’angolo più recondito del bosco.
15
settembre 2021
Amadeo Morelos / Noah El Hachem – Semisilvestre
Dal 15 settembre al 30 ottobre 2021
arte contemporanea
Location
GALLERIA ALESSANDRO ALBANESE
Milano, Via Privata Giovanni Ventura, 6, (Milano)
Milano, Via Privata Giovanni Ventura, 6, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 11-19
Vernissage
15 Settembre 2021, 18:30
Sito web
Autore
Curatore