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Amandine Nabarra-Piomelli – Voyages (en train)
Cosa resta dopo un viaggio in treno? Delle ‘impressioni sfuggenti’, scriveva J. Jongkind, oppure degli ‘stati visivi’ secondo E. Degas. Voyages (en train) dà una risposta a questa domanda proponendo un percorso visuale originale in continuo movimento.
Comunicato stampa
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In occasione di START, la riapertura in contemporanea di tutte le gallerie d’Arte di Genova, la VisionQuesT gallery è lieta di inaugurare la stagione artistica 2013/2014 presentando la mostra personale di Amandine Nabarra – Piomelli “Voyages (en train)”
Viaggiare in treno può essere ancora un'esperienza affascinante e non solo un modo di spostarsi da un luogo all'altro? Un viaggiare lento e virtuoso, una filosofia che può dar vita ad uno spazio di un racconto visivo che diventa lo spazio stesso che lo contiene e quindi un racconto visivo nello spazio?
Si può dire che fra tutti i mezzi di trasporto, il treno è quello più consono al pensiero: i paesaggi che vediamo fuori dal finestrino non hanno nulla della potenziale monotonia di quelli visti dalla nave o dall'aereo, si spostano con la velocità necessaria a non farci esasperare e con la lentezza che aiuta a distinguere gli oggetti. Ma un viaggio in treno offre anche, e quasi in eccesso, brevi ma stimolanti impressioni visive; precipitato nel nostro campo visivo, il paesaggio non si è ancora presentato, che si è già eclissato, come notò Luigi Napoleone Bonaparte, durante un viaggio in Inghilterra nel 1833. Le strutture e le forme si frantumano, gli oggetti si scontrano e si combinano in mille modi fino alla loro completa astrazione. Asseriva bene Victor Hugo quando spiegava che “la vista dal finestrino del treno a piena velocità si può paragonare a quella che si può avere guardando in un caleidoscopio”.
Amandine Nabarra-Piomelli con la sua acuta, quasi istantanea percezione fotografica, ci restituisce attraverso le sue immagini, o meglio le sue installazioni e i suoi libri d'artista, lo spazio e quindi il racconto visivo nello spazio di una visione impressionista, arbitraria, fugace ed emozionale del paesaggio che scorre dal finestrino di un treno. Il paesaggio che passa, non scompare in gallerie o campagne, nei centri urbani, ma sfuma quasi in due grandi fasce di colore che sono poi il cielo e la terra. Oltre alla sfocatura, abbiamo fianco a fianco l'accostamento e movimento di immagini prese in tempi diversi che, invece di un'immagine fissa e unica, sono effettivamente appropriate ad esprimere proporzionatamente il movimento: la rappresentazione sequenziale della struttura del viaggio in treno.
Ci racconta: “lontana dall’esperienza californiana, che mi aveva abituato a dei lunghi spostamenti in automobile, ho ritrovato le gioie e i disagi dei trasporti pubblici europei. Questo progetto è nato durante i miei numerosi spostamenti in treno tra Genova, Milano e Torino.
Scattate alcune foto, mi sono subito resa conto che le mie immagini erano sfasate rispetto al paesaggio che vedevo attraverso il finestrino. La mia memoria aveva registrato una combinazione di diversi frammenti d’immagine, un fenomeno che Benjamin Gastineau chiamava ‘visione sintetica del colpo d’occhio’ e che Aldous Huxley aveva definito ‘visione globale.
Per mostrare la velocità del movimento ho dovuto far ricorso sia allo sfumato del mosso che ad una serie d’incidenti caratteristici: riflessi nel vetro, interferenze degli alberi, ecc. Inoltre, la lentezza dello scatto ha aggiunto un elemento imprevisto al progetto, un gioco in cui il caso ha spesso definito l’inquadramento dell’immagine. Dopo molte andate e ritorni ha preso forma una sequenza fotografica in cui i dettagli del paesaggio spariscono nello sfumato e le forme si diluiscono nel colore. Restavano da dissimulare il movimento del treno e la frammentazione dell’immagine. Per farlo, ho creato un’istallazione di 10 dittici composti da fotografie di cui una divisa in due e fissate a dei pannelli scorrevoli in alluminio.”
Cosa resta dopo un viaggio in treno? Delle ‘impressioni sfuggenti’, scriveva J. Jongkind, oppure degli ‘stati visivi’ secondo E. Degas. Voyages (en train) dà una risposta a questa domanda proponendo un percorso visuale originale in continuo movimento.
SCHEDA TECNICA:
• installazioni di 10 dittici composti da: 2 fotografie di cui una divisa in due, stampate a getto d'inchiostro su carta Fuji Baritate, divise in due - 52,5 cm x 45 cm – e montate su pannelli scorrevoli di alluminio e ottone. Ogni installazione è in edizione di 6.
• 1 installazione composta da: 10 fotografie , stampate a getto d'inchiostro su carta Epson Luster e montate su pannelli scorrevoli di alluminio e ottone – 45 cm x 400 cm - . Opera unica
• Libro d'Artista composto da : 4 stampe a getto d'inchiostro su carta Epson Luster e montate su pannelli scorrevoli in alluminio con guide in ottone. Libro chiuso: 13.75 “ x 11.75” – 35 cm x 30 cm, aperto: 50.5” x 11.75” – 127.5 cm x 30 cm - Scatola: 14.5” x 12.75” – 37cm x 32 cm. Coperta di seta con una chiusura di ottone con l’incisione del titolo. Prototipo: Gianni e Giuseppe Sechi, Bernard Guercio, Luigi Alessandrini. Metal work: Luigi Alessandrini. Scatola: Floro Caccia. Edizione di 4 + 1 p.a.
Biografia
Amandine Nabarra-Piomelli nasce a Bordeaux, Francia, vive e lavora tra Parigi, Los Angeles e l’Italia. Cresce in una famiglia dove il padre, fotografo tiene sempre un ingranditore installato in un armadio che viene trasformato in una camera oscura all’occorrenza..
Nel 1995 si trasferisce da Parigi alla California, dove si trova immersa nel mondo dell'arte della West Coast che trasforma il suo modo di fare arte. Inizia la sua sperimentazione sulla stampa dove utilizza vari supporti, tipo carte giapponesi preparate a mano con albume o gesso che creano una superficie quasi tattile somigliante alla pelle umana. Allo stesso tempo sviluppa delle presentazioni tridimensionali delle sue storie attraverso i libri d'artista e le installazioni. Alla staticità della fotografia, aggiunge il movimento fisico creando tensione e permettendo un approccio interattivo con i suoi lavori.
Ha ricevuto numerosi premi fra i quali il Gallery Director’s Exhibition Award in Colorado e il primo premio all’esposizione internazionale Masquelibros di Madrid, Spain, nel 2013. Il secondo premio di Family Relics in Mashville nel 2012. Ha partecipato a numerose mostre di fotografia e di libri d’artista negli Stati Uniti, in Europa ed in Australia. Le sue opere sono presenti in più di 30 collezioni private e pubbliche, tra cui spiccano Le Centre Pompidou – Paris, Il Getty Museum di Los Angeles, The Art Institute of Chicago, la Bibliotheca Librorum Apud Aritificem Sydney, e l’Università della California, Los Angeles.
Viaggiare in treno può essere ancora un'esperienza affascinante e non solo un modo di spostarsi da un luogo all'altro? Un viaggiare lento e virtuoso, una filosofia che può dar vita ad uno spazio di un racconto visivo che diventa lo spazio stesso che lo contiene e quindi un racconto visivo nello spazio?
Si può dire che fra tutti i mezzi di trasporto, il treno è quello più consono al pensiero: i paesaggi che vediamo fuori dal finestrino non hanno nulla della potenziale monotonia di quelli visti dalla nave o dall'aereo, si spostano con la velocità necessaria a non farci esasperare e con la lentezza che aiuta a distinguere gli oggetti. Ma un viaggio in treno offre anche, e quasi in eccesso, brevi ma stimolanti impressioni visive; precipitato nel nostro campo visivo, il paesaggio non si è ancora presentato, che si è già eclissato, come notò Luigi Napoleone Bonaparte, durante un viaggio in Inghilterra nel 1833. Le strutture e le forme si frantumano, gli oggetti si scontrano e si combinano in mille modi fino alla loro completa astrazione. Asseriva bene Victor Hugo quando spiegava che “la vista dal finestrino del treno a piena velocità si può paragonare a quella che si può avere guardando in un caleidoscopio”.
Amandine Nabarra-Piomelli con la sua acuta, quasi istantanea percezione fotografica, ci restituisce attraverso le sue immagini, o meglio le sue installazioni e i suoi libri d'artista, lo spazio e quindi il racconto visivo nello spazio di una visione impressionista, arbitraria, fugace ed emozionale del paesaggio che scorre dal finestrino di un treno. Il paesaggio che passa, non scompare in gallerie o campagne, nei centri urbani, ma sfuma quasi in due grandi fasce di colore che sono poi il cielo e la terra. Oltre alla sfocatura, abbiamo fianco a fianco l'accostamento e movimento di immagini prese in tempi diversi che, invece di un'immagine fissa e unica, sono effettivamente appropriate ad esprimere proporzionatamente il movimento: la rappresentazione sequenziale della struttura del viaggio in treno.
Ci racconta: “lontana dall’esperienza californiana, che mi aveva abituato a dei lunghi spostamenti in automobile, ho ritrovato le gioie e i disagi dei trasporti pubblici europei. Questo progetto è nato durante i miei numerosi spostamenti in treno tra Genova, Milano e Torino.
Scattate alcune foto, mi sono subito resa conto che le mie immagini erano sfasate rispetto al paesaggio che vedevo attraverso il finestrino. La mia memoria aveva registrato una combinazione di diversi frammenti d’immagine, un fenomeno che Benjamin Gastineau chiamava ‘visione sintetica del colpo d’occhio’ e che Aldous Huxley aveva definito ‘visione globale.
Per mostrare la velocità del movimento ho dovuto far ricorso sia allo sfumato del mosso che ad una serie d’incidenti caratteristici: riflessi nel vetro, interferenze degli alberi, ecc. Inoltre, la lentezza dello scatto ha aggiunto un elemento imprevisto al progetto, un gioco in cui il caso ha spesso definito l’inquadramento dell’immagine. Dopo molte andate e ritorni ha preso forma una sequenza fotografica in cui i dettagli del paesaggio spariscono nello sfumato e le forme si diluiscono nel colore. Restavano da dissimulare il movimento del treno e la frammentazione dell’immagine. Per farlo, ho creato un’istallazione di 10 dittici composti da fotografie di cui una divisa in due e fissate a dei pannelli scorrevoli in alluminio.”
Cosa resta dopo un viaggio in treno? Delle ‘impressioni sfuggenti’, scriveva J. Jongkind, oppure degli ‘stati visivi’ secondo E. Degas. Voyages (en train) dà una risposta a questa domanda proponendo un percorso visuale originale in continuo movimento.
SCHEDA TECNICA:
• installazioni di 10 dittici composti da: 2 fotografie di cui una divisa in due, stampate a getto d'inchiostro su carta Fuji Baritate, divise in due - 52,5 cm x 45 cm – e montate su pannelli scorrevoli di alluminio e ottone. Ogni installazione è in edizione di 6.
• 1 installazione composta da: 10 fotografie , stampate a getto d'inchiostro su carta Epson Luster e montate su pannelli scorrevoli di alluminio e ottone – 45 cm x 400 cm - . Opera unica
• Libro d'Artista composto da : 4 stampe a getto d'inchiostro su carta Epson Luster e montate su pannelli scorrevoli in alluminio con guide in ottone. Libro chiuso: 13.75 “ x 11.75” – 35 cm x 30 cm, aperto: 50.5” x 11.75” – 127.5 cm x 30 cm - Scatola: 14.5” x 12.75” – 37cm x 32 cm. Coperta di seta con una chiusura di ottone con l’incisione del titolo. Prototipo: Gianni e Giuseppe Sechi, Bernard Guercio, Luigi Alessandrini. Metal work: Luigi Alessandrini. Scatola: Floro Caccia. Edizione di 4 + 1 p.a.
Biografia
Amandine Nabarra-Piomelli nasce a Bordeaux, Francia, vive e lavora tra Parigi, Los Angeles e l’Italia. Cresce in una famiglia dove il padre, fotografo tiene sempre un ingranditore installato in un armadio che viene trasformato in una camera oscura all’occorrenza..
Nel 1995 si trasferisce da Parigi alla California, dove si trova immersa nel mondo dell'arte della West Coast che trasforma il suo modo di fare arte. Inizia la sua sperimentazione sulla stampa dove utilizza vari supporti, tipo carte giapponesi preparate a mano con albume o gesso che creano una superficie quasi tattile somigliante alla pelle umana. Allo stesso tempo sviluppa delle presentazioni tridimensionali delle sue storie attraverso i libri d'artista e le installazioni. Alla staticità della fotografia, aggiunge il movimento fisico creando tensione e permettendo un approccio interattivo con i suoi lavori.
Ha ricevuto numerosi premi fra i quali il Gallery Director’s Exhibition Award in Colorado e il primo premio all’esposizione internazionale Masquelibros di Madrid, Spain, nel 2013. Il secondo premio di Family Relics in Mashville nel 2012. Ha partecipato a numerose mostre di fotografia e di libri d’artista negli Stati Uniti, in Europa ed in Australia. Le sue opere sono presenti in più di 30 collezioni private e pubbliche, tra cui spiccano Le Centre Pompidou – Paris, Il Getty Museum di Los Angeles, The Art Institute of Chicago, la Bibliotheca Librorum Apud Aritificem Sydney, e l’Università della California, Los Angeles.
04
ottobre 2013
Amandine Nabarra-Piomelli – Voyages (en train)
Dal 04 ottobre al 22 novembre 2013
fotografia
Location
VISION QUEST
Genova, Piazza Invrea, 4r, (Genova)
Genova, Piazza Invrea, 4r, (Genova)
Orario di apertura
dal mercoledì al sabato 15.30 - 19.30 e su appuntamento
Vernissage
4 Ottobre 2013, ore 18.00 - 24.00
Autore
Curatore