Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
AMERICAN MOVIE PLACES: N.Y. TO L.A.
lI cinema visto attraverso l’arte e l’architettura di due città-simbolo:
Da un lato infatti Nighthawks, uno dei dipinti più celebri di Edward Hopper – re-interpretato in chiave cinematografica dall’artista Casey Callender, dall’altro la L.A. del cinema nella lente ipercolorata di George Townley
Comunicato stampa
Segnala l'evento
AMERICAN MOVIE PLACES: N.Y. TO L.A.
lI cinema visto attraverso l’arte e l’architettura di due città-simbolo
Da mercoledì 3 aprile a domenica 5 maggio
Soggettiva Gallery dedica, in occasione del Salone del Mobile (16-21 aprile) e dell’uscita di un film sul celebre pittore Edward Hopper, un approfondimento su due luoghi simbolo del cinema americano e mondiale, New York e Los Angeles. Per farlo prende in prestito due forme artistiche altre rispetto alla Settima Arte: l’arte e soprattutto l’architettura.
Da un lato infatti Nighthawks, uno dei dipinti più celebri di Edward Hopper – pittore “cinematografico” per eccellenza (influenzò molti registi tra cui Alfred Hitchcock e David Lynch) a cui è dedicato il documentario Hopper. Una storia d’amore americana, in uscita il 9 e 10 Aprile – viene reinterpretato dall’illustratore texano Casey Callender che inserisce al suo interno i più iconici protagonisti del cinema: da Batman a Il grande Lebowski, da Blade Runner a Il Padrino, da Terminator a Matrix, da Ghostbusters a Beetlejuice.
Dall’altro le architetture di Los Angeles – città che ha posto le fondamenta di un’intero immaginario cinematografico, nato negli studios hollywoodiani e poi esportato in tutto il mondo – rappresentano una fonte di ispirazione essenziale per l’artista inglese George Townley, il cui incontro con la città californiana ha dato vita a una serie di opere che ritraggono luoghi ordinari – spesso resi straordinari da avvenimenti a cui il cinema fa sfondo, su tutti il The Viper Room, legato indissolubilmente al tragico destino dell’attore River Phoenix – così come set di film e serie di culto – da Pearl Harbour a I Simpson, da La La Land a Don’t Worry Darling e Karate Kid, da Barbie a Il cavaliere oscuro - Il Ritorno
Soggettiva Gallery
American Movie Places
3 aprile – 5 maggio 2024
Soggettiva Gallery
Via Pasquale Sottocorno 5/A, Milano
Dal 3 aprile (fino al 5 maggio) Soggettiva Gallery presenta, in occasione del Salone del Mobile di Milano e di un film dedicato ad Edward Hopper, AMERICAN MOVIE PLACES, ricognizione sui luoghi simbolo, sulle architetture e sulle geografie della cinematografia statunitense, da sempre fonte inesauribile di storie in grado di catturare la nostra immaginazione. New York e Los Angeles diventano così poli magnetici intorno a cui gravita un vero e proprio universo fatto di immagini poste una in fila all'altra come fotogrammi di un film: due volti opposti e complementari, in grado di raccontare da una prospettiva del tutto inedita gli Stati Uniti, vera e propria culla della Settima Arte. La New York di Edward Hopper diventa un set per l’artista texano Casey Callender.
A New York, in particolare a un classico diner americano sulla Greenwich Avenue, si ispira uno dei dipinti più importanti di tutto il XX secolo, Nighthawks di Edward Hopper, opera che trascende il tempo e lo spazio di un pittore che, con le sue opere, ha messo in scena sia l’architettura che i paesaggi, sia reali che dell’anima, che contraddistinguono le infinite sfumature di una paese sfaccettato come Stati Uniti. All’iconica immagine generata da Hopper si ispira l’illustratore texano Casey Callender, che, reinterpretandola, la trasforma in un set cinematografico in grado di accogliere i protagonisti dei film che hanno segnato in maniera indelebile il nostro immaginario, come la scena di un film illuminata dal migliore dei fotografi e arredata dal più meticoloso degli scenografi. Gli “interpreti principali” di questa scena sono seduti al bancone come comuni avventori; non fosse altro che dalla vetrina del locale si intravede in strada la terrificante creatura extra-terrestre di Alien (Ridley Scott), uno degli strampalati esseri che popolando il burtoniano mondo di Beetlejuice, l’iconica Batmobile parcheggiata alle spalle di Batman così come i letali aeroplani pilotati da Tom Cruise in Top Gun. In alcuni casi il locale dipinto da Hopper viene trasportato da Callender interamente in un’altra dimensione: che si tratti della realtà paranormale dei Ghostbusters – a seguito dell’esplosione di Stay Puft, con gli acchiappa-fantasmi ricoperti dalla soffice pasta di marshmellow di cui è fatto il gigantesco ectoplasma – o quella simulata di Matrix – con Neo e Morpheus immersi in un flusso di codici alfa-numerici che compongono quello che noi crediamo essere il mondo reale –, il risultato è sempre incredibilmente affascinante e fonte di infiniti spunti interpretativi per gli appassionati della pittura di Edwardo Hooper e soprattutto del grande cinema.
California Dreaming: l’architettura e il cinema di Hollywood secondo George Townley
Facendo un salto sull’altra costa degli Stati Uniti, a Los Angeles, l’incontro con il cinema è semplicemente inevitabile, tanto questa città è permeata di quell’immaginario filmico che l’industria hollywoodiana ha saputo esportare in tutto il mondo. É in tal senso una vera e propria ossessione quella sviluppata dall’artista di Londra George Townley per la luce calda e soffusa e i colori saturi che rendono unica l’atmosfera californiana. Gli iconici luoghi che hanno ispirato Townley vanno dall’El Rey Theatre – storico cinema e landmark art deco costruito nel 1936 e successivamente convertito in location per concerti dove hanno suonato tra gli altri Bob Dylan, Billie Eilish, Kendrick Lamar e molti altri – alla Fox Plaza – resa celebre come Nakatomi Tower dal celebre film Die Hard con Bruce Willis – dal Lighthouse Cafe – vero jazz cafe al cui interno è stata girata l’emozionante scena di La La Land in cui Ryan Gosling duetta con John Legend – fino al Griffith Observatory – icona di Los Angeles e set di innumerevoli film tra cui Gioventù bruciata, Yes Man e Terminator – e al set che riproduce la celeberrima casa di Barbie, realizzato il 20% più piccolo di un’edificio tradizionale per conferirgli un’aurea da vera casa delle bambole. Tra le location ritratte da Townely non poteva mancare la Mulholland Drive, conosciuta in tutto il mondo grazie al geniale e omonimo film di David Lynch: se infatti Townley inserisce un chiaro riferimento al regista di Twin Peaks in un diner da lui reinterpretato, un altro richiamo a questo luogo simbolico si trova nella Chemosphere, inedita abitazione a forma di astronave progettata dall’architetto californiano John Lautner e posta pochi metri dalla Mulholland Drive.
Un focus è quindi dedicato ai grandi architetti che hanno lasciato il segno nello skyline di Los Angeles: dalla spettacolare Ennis House – per cui il celebre architetto Frank Lloyd Wright si è ispirato alle costruzioni dell’antica civiltà Inca – impiegata che set della futuristica città ritratta in Blade Runner, alla Kaufmann House disegnata dal progettista austriaco Richard Neutra, le cui linee geometriche immerse nella rigogliosa natura di Palm Springs appaiono sullo sfondo del film Don’t Worry Darling.
Infine, oltre i set cinematografici e le case firmate da illustri architetti, le opere di Townley si rifanno anche a luoghi ordinari: che si tratti del Georgian Hotel, che negli anni ha ospitato star del calibro di Charlie Chaplin e Clark Gable, o della amatissima catena di fast food californiana In n’ Out ripresa mentre un aereo partito dall’aeroporto LAX la sorvola, o ancora del The Viper Room, locale diventato testimone involontario di un evento tragico come la prematura scomparsa dell’attore River Phoenix, il fascino emanato dai luoghi che gravitano intorno a Hollywood è sempre presente, quasi che una città come Los Angeles, anche nei suoi angoli meno glamour, fosse in grado di risvegliare in chi la osserva il desiderio di rivivere quelle storie che, partendo dalla “cruda” realtà, sono diventate sostanza stessa dei sogni che il cinema ci ispira.
Casey Callender
Mentre il suo focus principale è l’illustrazione, Casey ha iniziato la sua carriera come fotografo d’arte dopo aver esposto in numerose gallerie negli Stati Uniti e portando al suo attivo diverse pubblicazioni di arte e fotografia. Casey, originario del Texas, detiene diversi titoli in studio d’arte tra cui un MFA in DigitalMedia & Drawing. Insieme al suo lavoro come freelance insegna a livello accademico illustrazione e Game Development. Ha creato illustrazioni e manifesti d’arte su licenza per studi come Blizzard Entertainment, Marvel Entertainment e Warner Bros.
George Townley
Illustratore e designer di Londra con sede a Los Angeles con la passione per il disegno e in particolare per le architetture della Mecca del Cinema per eccellenza, Los Angeles. Essendo un artista londinese la prospettiva unica di Geroge su Los Angeles gli permette di apportare una visione fresca ed estranea alle solite illustrazioni. Adora la Hollywood degli anni d’oro e dai film di quel periodo, che guardava fin da piccolo, trae molta della sua ispirazione. Realizza lavori grafici che hanno come tema principale le architetture e il loro rapporto con la città, dalle atmosfere colorate e goiose. Lo stile geometrico dona alle tavole una resa minimale, fatta di angoli, simmetrie e prospettive che ricordano i fotogrammi di un film degli anni ’60, contaminati da citazionismi espliciti a Wes Anderson. Tra le costruzioni possiamo riconoscere la Hollyhock House e la John Sowden House di Frank Lloyd Wright, la Stahl House di Pierre Koeing e altre.
.
Tutte le opere esposte in mostra sono in vendita.
INFORMAZIONI AL PUBBLICO
SOGGETTIVA GALLERY
Via Pasquale Sottocorno 5/A, 20122 Milano
3357722437 – 3458463222
info@soggettivagallery.com
www.soggettivagallery.com
Orari di apertura:
Da martedì a venerdì, ore 10-20.30
Sabato e domenica, ore 10-13.30 e 16-19.30
SOGGETTIVA GALLERY
Dal 2012 Alberto Bozzoli e Raoul Simoni si sono divertiti a creare realtà innovative a Milano, con l’obiettivo di dare forma fisica alle loro passioni per poi condividerle. Cinema, Arte e Ospitalità sono i mondi attorno ai quali ruotano le energie di entrambi.
Il primo passo è stato RossoSegnale, un piccolo “cocoon" boutique hotel con galleria d’arte, tra i primi esempi dell’innovata e creativa ospitalità della Milano aperta al mondo: pensato come una casa di amici immersa nelle cose belle, design vintage, opere d’arte e un calendario di appuntamenti a fare da collante a un’accoglienza sincera.
Poi è venuto Il Cinemino, bar/bistrot con cinema di qualità, crocevia per gli amanti della settima arte, luogo del cuore di un quartiere dal respiro internazionale. L’amore per il decor e l’arte, ovviamente, sempre presente, come la progettazione delle carte da parati degli interni tratte dai pavimenti più iconici della storia del cinema.
Questi progetti oggi proseguono autonomamente e Alberto e Raoul si sono dedicati a questa nuova avventura, Soggettiva Gallery, che è la sintesi di questi percorsi.
Da mercoledì 3 aprile a domenica 5 maggio
Soggettiva Gallery dedica, in occasione del Salone del Mobile (16-21 aprile) e dell’uscita di un film sul celebre pittore Edward Hopper, un approfondimento su due luoghi simbolo del cinema americano e mondiale, New York e Los Angeles. Per farlo prende in prestito due forme artistiche altre rispetto alla Settima Arte: l’arte e soprattutto l’architettura.
Da un lato infatti Nighthawks, uno dei dipinti più celebri di Edward Hopper – pittore “cinematografico” per eccellenza (influenzò molti registi tra cui Alfred Hitchcock e David Lynch) a cui è dedicato il documentario Hopper. Una storia d’amore americana, in uscita il 9 e 10 Aprile – viene reinterpretato dall’illustratore texano Casey Callender che inserisce al suo interno i più iconici protagonisti del cinema: da Batman a Il grande Lebowski, da Blade Runner a Il Padrino, da Terminator a Matrix, da Ghostbusters a Beetlejuice.
Dall’altro le architetture di Los Angeles – città che ha posto le fondamenta di un’intero immaginario cinematografico, nato negli studios hollywoodiani e poi esportato in tutto il mondo – rappresentano una fonte di ispirazione essenziale per l’artista inglese George Townley, il cui incontro con la città californiana ha dato vita a una serie di opere che ritraggono luoghi ordinari – spesso resi straordinari da avvenimenti a cui il cinema fa sfondo, su tutti il The Viper Room, legato indissolubilmente al tragico destino dell’attore River Phoenix – così come set di film e serie di culto – da Pearl Harbour a I Simpson, da La La Land a Don’t Worry Darling e Karate Kid, da Barbie a Il cavaliere oscuro - Il Ritorno
Soggettiva Gallery
American Movie Places
3 aprile – 5 maggio 2024
Soggettiva Gallery
Via Pasquale Sottocorno 5/A, Milano
Dal 3 aprile (fino al 5 maggio) Soggettiva Gallery presenta, in occasione del Salone del Mobile di Milano e di un film dedicato ad Edward Hopper, AMERICAN MOVIE PLACES, ricognizione sui luoghi simbolo, sulle architetture e sulle geografie della cinematografia statunitense, da sempre fonte inesauribile di storie in grado di catturare la nostra immaginazione. New York e Los Angeles diventano così poli magnetici intorno a cui gravita un vero e proprio universo fatto di immagini poste una in fila all'altra come fotogrammi di un film: due volti opposti e complementari, in grado di raccontare da una prospettiva del tutto inedita gli Stati Uniti, vera e propria culla della Settima Arte. La New York di Edward Hopper diventa un set per l’artista texano Casey Callender.
A New York, in particolare a un classico diner americano sulla Greenwich Avenue, si ispira uno dei dipinti più importanti di tutto il XX secolo, Nighthawks di Edward Hopper, opera che trascende il tempo e lo spazio di un pittore che, con le sue opere, ha messo in scena sia l’architettura che i paesaggi, sia reali che dell’anima, che contraddistinguono le infinite sfumature di una paese sfaccettato come Stati Uniti. All’iconica immagine generata da Hopper si ispira l’illustratore texano Casey Callender, che, reinterpretandola, la trasforma in un set cinematografico in grado di accogliere i protagonisti dei film che hanno segnato in maniera indelebile il nostro immaginario, come la scena di un film illuminata dal migliore dei fotografi e arredata dal più meticoloso degli scenografi. Gli “interpreti principali” di questa scena sono seduti al bancone come comuni avventori; non fosse altro che dalla vetrina del locale si intravede in strada la terrificante creatura extra-terrestre di Alien (Ridley Scott), uno degli strampalati esseri che popolando il burtoniano mondo di Beetlejuice, l’iconica Batmobile parcheggiata alle spalle di Batman così come i letali aeroplani pilotati da Tom Cruise in Top Gun. In alcuni casi il locale dipinto da Hopper viene trasportato da Callender interamente in un’altra dimensione: che si tratti della realtà paranormale dei Ghostbusters – a seguito dell’esplosione di Stay Puft, con gli acchiappa-fantasmi ricoperti dalla soffice pasta di marshmellow di cui è fatto il gigantesco ectoplasma – o quella simulata di Matrix – con Neo e Morpheus immersi in un flusso di codici alfa-numerici che compongono quello che noi crediamo essere il mondo reale –, il risultato è sempre incredibilmente affascinante e fonte di infiniti spunti interpretativi per gli appassionati della pittura di Edwardo Hooper e soprattutto del grande cinema.
California Dreaming: l’architettura e il cinema di Hollywood secondo George Townley
Facendo un salto sull’altra costa degli Stati Uniti, a Los Angeles, l’incontro con il cinema è semplicemente inevitabile, tanto questa città è permeata di quell’immaginario filmico che l’industria hollywoodiana ha saputo esportare in tutto il mondo. É in tal senso una vera e propria ossessione quella sviluppata dall’artista di Londra George Townley per la luce calda e soffusa e i colori saturi che rendono unica l’atmosfera californiana. Gli iconici luoghi che hanno ispirato Townley vanno dall’El Rey Theatre – storico cinema e landmark art deco costruito nel 1936 e successivamente convertito in location per concerti dove hanno suonato tra gli altri Bob Dylan, Billie Eilish, Kendrick Lamar e molti altri – alla Fox Plaza – resa celebre come Nakatomi Tower dal celebre film Die Hard con Bruce Willis – dal Lighthouse Cafe – vero jazz cafe al cui interno è stata girata l’emozionante scena di La La Land in cui Ryan Gosling duetta con John Legend – fino al Griffith Observatory – icona di Los Angeles e set di innumerevoli film tra cui Gioventù bruciata, Yes Man e Terminator – e al set che riproduce la celeberrima casa di Barbie, realizzato il 20% più piccolo di un’edificio tradizionale per conferirgli un’aurea da vera casa delle bambole. Tra le location ritratte da Townely non poteva mancare la Mulholland Drive, conosciuta in tutto il mondo grazie al geniale e omonimo film di David Lynch: se infatti Townley inserisce un chiaro riferimento al regista di Twin Peaks in un diner da lui reinterpretato, un altro richiamo a questo luogo simbolico si trova nella Chemosphere, inedita abitazione a forma di astronave progettata dall’architetto californiano John Lautner e posta pochi metri dalla Mulholland Drive.
Un focus è quindi dedicato ai grandi architetti che hanno lasciato il segno nello skyline di Los Angeles: dalla spettacolare Ennis House – per cui il celebre architetto Frank Lloyd Wright si è ispirato alle costruzioni dell’antica civiltà Inca – impiegata che set della futuristica città ritratta in Blade Runner, alla Kaufmann House disegnata dal progettista austriaco Richard Neutra, le cui linee geometriche immerse nella rigogliosa natura di Palm Springs appaiono sullo sfondo del film Don’t Worry Darling.
Infine, oltre i set cinematografici e le case firmate da illustri architetti, le opere di Townley si rifanno anche a luoghi ordinari: che si tratti del Georgian Hotel, che negli anni ha ospitato star del calibro di Charlie Chaplin e Clark Gable, o della amatissima catena di fast food californiana In n’ Out ripresa mentre un aereo partito dall’aeroporto LAX la sorvola, o ancora del The Viper Room, locale diventato testimone involontario di un evento tragico come la prematura scomparsa dell’attore River Phoenix, il fascino emanato dai luoghi che gravitano intorno a Hollywood è sempre presente, quasi che una città come Los Angeles, anche nei suoi angoli meno glamour, fosse in grado di risvegliare in chi la osserva il desiderio di rivivere quelle storie che, partendo dalla “cruda” realtà, sono diventate sostanza stessa dei sogni che il cinema ci ispira.
Casey Callender
Mentre il suo focus principale è l’illustrazione, Casey ha iniziato la sua carriera come fotografo d’arte dopo aver esposto in numerose gallerie negli Stati Uniti e portando al suo attivo diverse pubblicazioni di arte e fotografia. Casey, originario del Texas, detiene diversi titoli in studio d’arte tra cui un MFA in DigitalMedia & Drawing. Insieme al suo lavoro come freelance insegna a livello accademico illustrazione e Game Development. Ha creato illustrazioni e manifesti d’arte su licenza per studi come Blizzard Entertainment, Marvel Entertainment e Warner Bros.
George Townley
Illustratore e designer di Londra con sede a Los Angeles con la passione per il disegno e in particolare per le architetture della Mecca del Cinema per eccellenza, Los Angeles. Essendo un artista londinese la prospettiva unica di Geroge su Los Angeles gli permette di apportare una visione fresca ed estranea alle solite illustrazioni. Adora la Hollywood degli anni d’oro e dai film di quel periodo, che guardava fin da piccolo, trae molta della sua ispirazione. Realizza lavori grafici che hanno come tema principale le architetture e il loro rapporto con la città, dalle atmosfere colorate e goiose. Lo stile geometrico dona alle tavole una resa minimale, fatta di angoli, simmetrie e prospettive che ricordano i fotogrammi di un film degli anni ’60, contaminati da citazionismi espliciti a Wes Anderson. Tra le costruzioni possiamo riconoscere la Hollyhock House e la John Sowden House di Frank Lloyd Wright, la Stahl House di Pierre Koeing e altre.
.
Tutte le opere esposte in mostra sono in vendita.
INFORMAZIONI AL PUBBLICO
SOGGETTIVA GALLERY
Via Pasquale Sottocorno 5/A, 20122 Milano
3357722437 – 3458463222
info@soggettivagallery.com
www.soggettivagallery.com
Orari di apertura:
Da martedì a venerdì, ore 10-20.30
Sabato e domenica, ore 10-13.30 e 16-19.30
SOGGETTIVA GALLERY
Dal 2012 Alberto Bozzoli e Raoul Simoni si sono divertiti a creare realtà innovative a Milano, con l’obiettivo di dare forma fisica alle loro passioni per poi condividerle. Cinema, Arte e Ospitalità sono i mondi attorno ai quali ruotano le energie di entrambi.
Il primo passo è stato RossoSegnale, un piccolo “cocoon" boutique hotel con galleria d’arte, tra i primi esempi dell’innovata e creativa ospitalità della Milano aperta al mondo: pensato come una casa di amici immersa nelle cose belle, design vintage, opere d’arte e un calendario di appuntamenti a fare da collante a un’accoglienza sincera.
Poi è venuto Il Cinemino, bar/bistrot con cinema di qualità, crocevia per gli amanti della settima arte, luogo del cuore di un quartiere dal respiro internazionale. L’amore per il decor e l’arte, ovviamente, sempre presente, come la progettazione delle carte da parati degli interni tratte dai pavimenti più iconici della storia del cinema.
Questi progetti oggi proseguono autonomamente e Alberto e Raoul si sono dedicati a questa nuova avventura, Soggettiva Gallery, che è la sintesi di questi percorsi.
03
aprile 2024
AMERICAN MOVIE PLACES: N.Y. TO L.A.
Dal 03 aprile al 05 maggio 2024
architettura
arte contemporanea
cinema
altro
arte contemporanea
cinema
altro
Location
Soggettiva Gallery
Milano, Via Pasquale Sottocorno, 5a, (MI)
Milano, Via Pasquale Sottocorno, 5a, (MI)
Orario di apertura
mar-ven 10-20,30 - sab-dom 10,30-13,30/16-19,30
Sito web
Autore
Progetto grafico