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Amir Yatziv – Everything was new, abandoned and destroyed
Durante la realizzazione del progetto, Amir Yatziv ha visitato 17 siti che l’archeologo Dr. Raz Kletter descrive come “un Giardino dell’Eden dove tutto era nuovo, abbandonato, e distrutto e nel quale i due eterni pilastri dell’archeologia – creazione e distruzione – regnavano supremi.”
Comunicato stampa
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Laveronica arte contemporanea è lieta di presentare la seconda mostra personale di Amir Yatziv negli spazi della galleria. In mostra una serie di foto e un video provenienti dal recente progetto Crusaders.
L’artista israeliano torna ad occuparsi di un tema a lui molto caro come l’architettura in relazione con i conflitti che hanno segnato il secolo passato e la sua storia. Le immagini in mostra provengono da una serie di vecchi castelli in rovina sparsi tra Israele e Palestina e risalenti al periodo delle crociate. Le rovine testimoniano silenziosamente le catastrofi antiche e contemporanee, ma anche le lotte sotterranee che riguardano il riscrivere continuo della storia. Consacrate dagli Ebrei e dagli Arabi allo stesso modo, le rovine sono diventate icone di una tragedia nazionale e metafora dell’esilio e della redenzione. Ciò che le governa è la memoria.
Più che in qualsiasi altro luogo, in quei luoghi il passato non è un mondo a sé stante. Tutto ciò che è collegato all’archeologia è immediatamente usato come strumento finalizzato ai conflitti attuali e a quelli futuri. Il periodo delle Crociate ne è l’esempio: mentre i Palestinesi cercavano di provare che i Sionisti erano stranieri e passeggeri così come lo sono stati i loro predecessori Cristiani, i Sionisti attribuivano le colossali rovine, spesso erroneamente, ai cavalieri dei tempi passati per sminuire il contributo della popolazione indigena alla storia, alla cultura e alla conformazione del paese. Dopo che i Crociati hanno lasciato il paese, la popolazione locale ha modificato le loro strutture a seconda delle sue necessità, ingrandendone qualcuna e distruggendone qualche altra. Secondo molti archeologi Israeliani, gli insediamenti Palestinesi che hanno preceduto le Crociate non possono essere studiate se non considerandole dell’epoca delle Crociate, spesso però erroneamente: molte residenze signorili nei villaggi Palestinesi sono state definite “Fortezze dei Crociati”, semplicemente poiché i loro nuovi padroni non riuscivano a credere che gli Arabi potessero costruire delle case così belle. Durante la realizzazione del progetto, Amir Yatziv ha visitato 17 siti che l’archeologo Dr. Raz Kletter descrive come “un Giardino dell’Eden dove tutto era nuovo, abbandonato, e distrutto e nel quale i due eterni pilastri dell’archeologia – creazione e distruzione – regnavano supremi." L’artista si è anche basato su documenti trovati nel 1948 nell’Archivio di Stato Israeliano ed ha incontrato archeologi e storici tra cui lo stesso Kletter e Noga Kadman. Il video e le stampe sono state fatte utilizzando la tecnologia dello scanner 3D – la stessa tecnica che gli architetti utilizzano per la conservazione delle rovine.
L’artista israeliano torna ad occuparsi di un tema a lui molto caro come l’architettura in relazione con i conflitti che hanno segnato il secolo passato e la sua storia. Le immagini in mostra provengono da una serie di vecchi castelli in rovina sparsi tra Israele e Palestina e risalenti al periodo delle crociate. Le rovine testimoniano silenziosamente le catastrofi antiche e contemporanee, ma anche le lotte sotterranee che riguardano il riscrivere continuo della storia. Consacrate dagli Ebrei e dagli Arabi allo stesso modo, le rovine sono diventate icone di una tragedia nazionale e metafora dell’esilio e della redenzione. Ciò che le governa è la memoria.
Più che in qualsiasi altro luogo, in quei luoghi il passato non è un mondo a sé stante. Tutto ciò che è collegato all’archeologia è immediatamente usato come strumento finalizzato ai conflitti attuali e a quelli futuri. Il periodo delle Crociate ne è l’esempio: mentre i Palestinesi cercavano di provare che i Sionisti erano stranieri e passeggeri così come lo sono stati i loro predecessori Cristiani, i Sionisti attribuivano le colossali rovine, spesso erroneamente, ai cavalieri dei tempi passati per sminuire il contributo della popolazione indigena alla storia, alla cultura e alla conformazione del paese. Dopo che i Crociati hanno lasciato il paese, la popolazione locale ha modificato le loro strutture a seconda delle sue necessità, ingrandendone qualcuna e distruggendone qualche altra. Secondo molti archeologi Israeliani, gli insediamenti Palestinesi che hanno preceduto le Crociate non possono essere studiate se non considerandole dell’epoca delle Crociate, spesso però erroneamente: molte residenze signorili nei villaggi Palestinesi sono state definite “Fortezze dei Crociati”, semplicemente poiché i loro nuovi padroni non riuscivano a credere che gli Arabi potessero costruire delle case così belle. Durante la realizzazione del progetto, Amir Yatziv ha visitato 17 siti che l’archeologo Dr. Raz Kletter descrive come “un Giardino dell’Eden dove tutto era nuovo, abbandonato, e distrutto e nel quale i due eterni pilastri dell’archeologia – creazione e distruzione – regnavano supremi." L’artista si è anche basato su documenti trovati nel 1948 nell’Archivio di Stato Israeliano ed ha incontrato archeologi e storici tra cui lo stesso Kletter e Noga Kadman. Il video e le stampe sono state fatte utilizzando la tecnologia dello scanner 3D – la stessa tecnica che gli architetti utilizzano per la conservazione delle rovine.
04
aprile 2015
Amir Yatziv – Everything was new, abandoned and destroyed
Dal 04 aprile al 30 giugno 2015
arte contemporanea
Location
LAVERONICA ARTE CONTEMPORANEA
Modica, Via Clemente Grimaldi, 93, (Ragusa)
Modica, Via Clemente Grimaldi, 93, (Ragusa)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 10-13 e 16-20
Vernissage
4 Aprile 2015, ore 18.30
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