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AnARTomy
anARTomy, la mostra collettiva che racconta la figura umana e le varie raffigurazioni del corpo nell’arte contemporanea. Il corpo nella sua interezza e nella sua eccezionale esaltazione delle parti. Il percorso espositivo ha lo scopo di guidare lo spettatore attraverso la conoscenza ana
Comunicato stampa
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anARTomy è la nuova mostra collettiva, inaugurata il 16 dicembre 2016, che vede la partecipazione di 26 artisti provenienti da tutta Italia, vincitori di prestigiosi premi internazionali.
Sia dal punto di vista tematico che spaziale, la mostra è divisa in quattro sezioni: Espressione, Metamorfosi, Movimento e Tormento.
Il percorso espositivo si sviluppa in tre sale: nella prima sono esposte opere che identificano il corpo come mezzo di espressione e parlano della continua metamorfosi a cui è soggetto nel corso della sua esistenza terrena. Nel secondo ambiente raccontiamo il tormento del corpo, come si ripercuote questo sentimento sull’essere umano, cosa lo genera e come lo affrontiamo. Nella terza ed ultima sala, il percorso si conclude con il moto che genera sentimenti, emozioni e permette all’uomo di vivere fino in fondo.
In occasione della mostra anARTomy, la M gallery ha deciso di partecipare all’iniziativa dell’artista Ferruccio Bedocchi, un programmatore informatico di successo che nel 2011 perse l’uso delle gambe dopo un gravissimo incidente, a sostegno dell’associazione DINDOWN di Rubiera. L’associazione ha lo scopo di tutelare le persone disabili, favorirne uno sviluppo fisico e mentale sereno, contribuire al loro inserimento scolastico e sociale per sviluppare al meglio le loro capacità. Bedocchi, che oggi dipinge e aiuta chi è stato più sfortunato di lui, donerà all’associazione DINDOWN il ricavato della vendita dei suoi
dipinti esposti in mostra.
Il dott. Antonio Cecora, direttore di Mirabilia Arte: "Anartomy: due parole la cui fusione genera la genesi dell'essere umano. La prima forma di comunicazione dell'uomo e segno della nostra esistenza è stata l'arte. Come prime forme artistiche l'anatomia ha preso il sopravvento, Leonardo Da Vinci genio per eccellenza, dedicò la sua vita all'arte e all'anatomia; in realtà l'anatomia umana è un'opera d'arte essa stessa. Anartomy vuole risvegliare questa visione eterna che l'uomo porta con se da millenni.
La dott.ssa Federica Petricca, curatrice di M contemporary art gallery: “La mostra anARTomy nasce dall’esigenza di analizzare il corpo umano e di comprenderne la concezione che si è sviluppata nell’arte.
La mostra presenta il corpo quale espressione dell’animo, specchio del nostro tormento, in continuo movimento e mutamento, considerando e contestualizzando le infinite rielaborazioni sperimentate dagli artisti contemporanei sulla sua raffigurazione; dalla rappresentazione del vero all’idealizzazione, fino alla distorsione della forma, dove i corpi vengono allungati, deformati, alterati nelle loro proporzioni e perfino smaterializzati per comunicare sentimenti e pensieri personali. Il contenuto prevale sulla forma e le masse sono alterate per un fine superiore: la comprensione di ciò che in esso è custodito. Il corpo da esempio di bellezza e perfezione diventa un involucro di emozioni e sensazioni; un prezioso scrigno custode dell’essere”.
L'Artista Ferruccio Bedocchi: “Avevo 49 anni, racconta l’artista, ero circondato da ragazzi dai 18 ai 28 anni. Casi molto più pesanti del mio. Mi sono fatto forza. Ho pensato: metà della mia vita me la sono goduta. Loro nemmeno quella. Ho cominciato a fare il giullare, facendoli ridere e insegnando loro a suonare il sax. Sono uscito così dalla mia depressione».
È qui che scatta la molla di cominciare a dipingere. E riparte da meno di zero. Dal nero che si trasforma in bianco. Come valvola di sfogo. Sono sempre stato un appassionato d’arte, avevo due gallerie, una a Roma e una a Modena che in seguito all’incidente ho dovuto chiudere. Avevo provato a dipingere, ma con scarsi risultati. Ma ora mi è venuta questa idea. Parto da un foglio bianco e uso solo il nero con pennarelli acrilici. Ma una volta terminata l’opera, la gente vede l’opera bianca, anche se ho dipinto col nero. Come quando programmavo i computer e lavoravo nell’iperspazio. Sfondo nero e formule bianche. Si chiama pittura On-Off. Come la mia vita. Ho avuto un momento on e ora sono nell’off. Non è da confondere con l’Optical, perché io faccio geometria imperfetta. E nei miei quadri nascondo soggetti, come ad esempio delle donne che magari vedo solo io. Ma se si ha molta fantasia, si possono cogliere. Ma la cosa affascinante è che ognuno ci vede quello che vuole”.
Sia dal punto di vista tematico che spaziale, la mostra è divisa in quattro sezioni: Espressione, Metamorfosi, Movimento e Tormento.
Il percorso espositivo si sviluppa in tre sale: nella prima sono esposte opere che identificano il corpo come mezzo di espressione e parlano della continua metamorfosi a cui è soggetto nel corso della sua esistenza terrena. Nel secondo ambiente raccontiamo il tormento del corpo, come si ripercuote questo sentimento sull’essere umano, cosa lo genera e come lo affrontiamo. Nella terza ed ultima sala, il percorso si conclude con il moto che genera sentimenti, emozioni e permette all’uomo di vivere fino in fondo.
In occasione della mostra anARTomy, la M gallery ha deciso di partecipare all’iniziativa dell’artista Ferruccio Bedocchi, un programmatore informatico di successo che nel 2011 perse l’uso delle gambe dopo un gravissimo incidente, a sostegno dell’associazione DINDOWN di Rubiera. L’associazione ha lo scopo di tutelare le persone disabili, favorirne uno sviluppo fisico e mentale sereno, contribuire al loro inserimento scolastico e sociale per sviluppare al meglio le loro capacità. Bedocchi, che oggi dipinge e aiuta chi è stato più sfortunato di lui, donerà all’associazione DINDOWN il ricavato della vendita dei suoi
dipinti esposti in mostra.
Il dott. Antonio Cecora, direttore di Mirabilia Arte: "Anartomy: due parole la cui fusione genera la genesi dell'essere umano. La prima forma di comunicazione dell'uomo e segno della nostra esistenza è stata l'arte. Come prime forme artistiche l'anatomia ha preso il sopravvento, Leonardo Da Vinci genio per eccellenza, dedicò la sua vita all'arte e all'anatomia; in realtà l'anatomia umana è un'opera d'arte essa stessa. Anartomy vuole risvegliare questa visione eterna che l'uomo porta con se da millenni.
La dott.ssa Federica Petricca, curatrice di M contemporary art gallery: “La mostra anARTomy nasce dall’esigenza di analizzare il corpo umano e di comprenderne la concezione che si è sviluppata nell’arte.
La mostra presenta il corpo quale espressione dell’animo, specchio del nostro tormento, in continuo movimento e mutamento, considerando e contestualizzando le infinite rielaborazioni sperimentate dagli artisti contemporanei sulla sua raffigurazione; dalla rappresentazione del vero all’idealizzazione, fino alla distorsione della forma, dove i corpi vengono allungati, deformati, alterati nelle loro proporzioni e perfino smaterializzati per comunicare sentimenti e pensieri personali. Il contenuto prevale sulla forma e le masse sono alterate per un fine superiore: la comprensione di ciò che in esso è custodito. Il corpo da esempio di bellezza e perfezione diventa un involucro di emozioni e sensazioni; un prezioso scrigno custode dell’essere”.
L'Artista Ferruccio Bedocchi: “Avevo 49 anni, racconta l’artista, ero circondato da ragazzi dai 18 ai 28 anni. Casi molto più pesanti del mio. Mi sono fatto forza. Ho pensato: metà della mia vita me la sono goduta. Loro nemmeno quella. Ho cominciato a fare il giullare, facendoli ridere e insegnando loro a suonare il sax. Sono uscito così dalla mia depressione».
È qui che scatta la molla di cominciare a dipingere. E riparte da meno di zero. Dal nero che si trasforma in bianco. Come valvola di sfogo. Sono sempre stato un appassionato d’arte, avevo due gallerie, una a Roma e una a Modena che in seguito all’incidente ho dovuto chiudere. Avevo provato a dipingere, ma con scarsi risultati. Ma ora mi è venuta questa idea. Parto da un foglio bianco e uso solo il nero con pennarelli acrilici. Ma una volta terminata l’opera, la gente vede l’opera bianca, anche se ho dipinto col nero. Come quando programmavo i computer e lavoravo nell’iperspazio. Sfondo nero e formule bianche. Si chiama pittura On-Off. Come la mia vita. Ho avuto un momento on e ora sono nell’off. Non è da confondere con l’Optical, perché io faccio geometria imperfetta. E nei miei quadri nascondo soggetti, come ad esempio delle donne che magari vedo solo io. Ma se si ha molta fantasia, si possono cogliere. Ma la cosa affascinante è che ognuno ci vede quello che vuole”.
16
dicembre 2016
AnARTomy
Dal 16 dicembre 2016 al 21 gennaio 2017
arte contemporanea
Location
M CONTEMPORARY ART GALLERY
Reggio Nell'emilia, Via Plauto, 1a, (Reggio Nell'emilia)
Reggio Nell'emilia, Via Plauto, 1a, (Reggio Nell'emilia)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì ore 9-18
Vernissage
16 Dicembre 2016, ore 18.30
Autore
Curatore