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André Beuchat – percorsi incisi
La mostra, dedicata alle incisioni e ai pastelli di André Beuchat, presenta una selezione di opere realizzate negli ultimi anni dall’artista svizzero.
Comunicato stampa
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Ogni artista degno della sua professione sa che l’opera d’arte è essenzialmente allegoria. “Allegoria” deriva dal greco “dire altro”. E Beuchat, che della sua professione è degno, costantemente con le sue opere propone allegorie. Come ogni artista ha intuito che tutta l’umana realtà – la natura, la storia, le persone – è insieme quel che è e quel che nasconde. Con la differenza che la parte nascosta, sotto il velo delle apparenze, è infinitamente più sostanziale della parte visibile.
Non a caso, dunque, l’aspetto significativamente più seducente dell’opera di Andrea Beuchat risiede nell’inesauribile forza dell’allegoria, attraverso la quale propone alla visione dello spettatore simulacri di immagini dietro le quali cela altre significazioni, che allo spettatore spetta individuare, leggere, decifrare, interpretare. Mai l’opera di Beuchat appare un “sistema concluso”, mai la sua opera postula una lettura univoca, mai la prima visione collima con l’ultima. Qui risiede la forza dell’allegoria, la capacità cioè di dire una cosa significandone un’altra, e qui viene riservato un ampio spazio alla capacità di ascolto e di lettura dello spettatore.
Le opere di Beuchat, tuttavia, postulano uno spettatore intelligente, abituato a concedere alla propria visione un tempo non fuggevole, in grado soprattutto di distinguere fra un’opera che dice tutto subito e un’opera che si svela per gradi nell’intuizione di chi la guarda.
Le componenti dell’arte di Beuchat sono molteplici, ma una su tutte può essere sottolineata, quel sottile richiamo a un romanticismo venato di surrealismo, che delicatamente contrassegna gran parte delle sue acqueforti. Le due componenti del resto – quella surreale e quella romantica – ben si fondono con la costante tensione allegorica presente in Beuchat. Si possono leggere suggestioni romantiche nelle frequenti prospettive che conducono a punti lontani, silenziose vie alberate o lunghe scalinate, ma anche nei soggetti un po’ misteriosi, costruzioni diroccate nel bosco, nascoste dalla vegetazione, case dalle finestre sbarrate. Si può poi scorgere il surrealismo nella chiave di lettura che inevitabilmente risulta indotta, quella di realtà improbabili ma possibili. Qui il sogno romantico proteso nel futuro viene ricondotto a un sogno da attuarsi nel presente. Come dire che le cose sono solo apparenze e che il significato più vero è quello delle cose invisibili. Come dire che Beuchat presenta realtà improbabili, che sono però più stimolanti di quelle visibili, per percepire i significati nascosti dell’invisibile. Nascosti, ma più veri. … (Paolo Bellini, “A proposito dell’arte di Beuchat”, da “André Beuchat, visione e sentimento”, 2000)
André Beuchat è nato a Neuchâtel nel 1956 da madre veneziana e da padre svizzero. Dopo gli studi nella sua città natale, parte per Roma, Firenze e Venezia. Nel 1980 apre un laboratorio di ceramica a Fidenza e, dopo aver seguito un corso di calcografia presso il Centro Internazionale della Grafica a Venezia, inizia nel 1986 la sua attività di incisore. Il suo corpus calcografico comprende sino ad oggi più di 550 lastre, la maggior parte stampate direttamente dall’autore. Ha esposto in Italia e all’estero e le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private, fra cui: Musée d’Art et d’Histoire de Delémont, Musée d’Art de Neuchâtel, Musée de la Ville du Locle, Musée de Vevey, Fondation Le Grand-Cachot, Département des Estampes à la Bibliothèque Nationale de Paris, Gabinetto delle Stampe Bertarelli di Milano, Gabinetto delle Stampe di Bagnacavallo, Accademia Albertina di Torino, Biblioteca Comunale Sormani di Milano. Nel 1995 ha vinto il Premio Acqui alla Biennale Internazionale per l’Incisione di Acqui Terme. Vive e lavora a Toccalmatto di Fontanellato presso Parma.
Non a caso, dunque, l’aspetto significativamente più seducente dell’opera di Andrea Beuchat risiede nell’inesauribile forza dell’allegoria, attraverso la quale propone alla visione dello spettatore simulacri di immagini dietro le quali cela altre significazioni, che allo spettatore spetta individuare, leggere, decifrare, interpretare. Mai l’opera di Beuchat appare un “sistema concluso”, mai la sua opera postula una lettura univoca, mai la prima visione collima con l’ultima. Qui risiede la forza dell’allegoria, la capacità cioè di dire una cosa significandone un’altra, e qui viene riservato un ampio spazio alla capacità di ascolto e di lettura dello spettatore.
Le opere di Beuchat, tuttavia, postulano uno spettatore intelligente, abituato a concedere alla propria visione un tempo non fuggevole, in grado soprattutto di distinguere fra un’opera che dice tutto subito e un’opera che si svela per gradi nell’intuizione di chi la guarda.
Le componenti dell’arte di Beuchat sono molteplici, ma una su tutte può essere sottolineata, quel sottile richiamo a un romanticismo venato di surrealismo, che delicatamente contrassegna gran parte delle sue acqueforti. Le due componenti del resto – quella surreale e quella romantica – ben si fondono con la costante tensione allegorica presente in Beuchat. Si possono leggere suggestioni romantiche nelle frequenti prospettive che conducono a punti lontani, silenziose vie alberate o lunghe scalinate, ma anche nei soggetti un po’ misteriosi, costruzioni diroccate nel bosco, nascoste dalla vegetazione, case dalle finestre sbarrate. Si può poi scorgere il surrealismo nella chiave di lettura che inevitabilmente risulta indotta, quella di realtà improbabili ma possibili. Qui il sogno romantico proteso nel futuro viene ricondotto a un sogno da attuarsi nel presente. Come dire che le cose sono solo apparenze e che il significato più vero è quello delle cose invisibili. Come dire che Beuchat presenta realtà improbabili, che sono però più stimolanti di quelle visibili, per percepire i significati nascosti dell’invisibile. Nascosti, ma più veri. … (Paolo Bellini, “A proposito dell’arte di Beuchat”, da “André Beuchat, visione e sentimento”, 2000)
André Beuchat è nato a Neuchâtel nel 1956 da madre veneziana e da padre svizzero. Dopo gli studi nella sua città natale, parte per Roma, Firenze e Venezia. Nel 1980 apre un laboratorio di ceramica a Fidenza e, dopo aver seguito un corso di calcografia presso il Centro Internazionale della Grafica a Venezia, inizia nel 1986 la sua attività di incisore. Il suo corpus calcografico comprende sino ad oggi più di 550 lastre, la maggior parte stampate direttamente dall’autore. Ha esposto in Italia e all’estero e le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private, fra cui: Musée d’Art et d’Histoire de Delémont, Musée d’Art de Neuchâtel, Musée de la Ville du Locle, Musée de Vevey, Fondation Le Grand-Cachot, Département des Estampes à la Bibliothèque Nationale de Paris, Gabinetto delle Stampe Bertarelli di Milano, Gabinetto delle Stampe di Bagnacavallo, Accademia Albertina di Torino, Biblioteca Comunale Sormani di Milano. Nel 1995 ha vinto il Premio Acqui alla Biennale Internazionale per l’Incisione di Acqui Terme. Vive e lavora a Toccalmatto di Fontanellato presso Parma.
15
dicembre 2007
André Beuchat – percorsi incisi
Dal 15 dicembre 2007 al 20 gennaio 2008
arte contemporanea
Location
GALLERIA SANT’ANGELO
Biella, Corso Del Piazzo, 18, (Biella)
Biella, Corso Del Piazzo, 18, (Biella)
Orario di apertura
da martedì a domenica ore 15.30 - 19.00
Vernissage
15 Dicembre 2007, dalle ore 17.00
Autore
Curatore