Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Andrea Anastasio – Quaggiú
La mostra di Andrea Anastasio è la prima di un ciclo ideato e curato da Marcello Smarrelli che impegnerà la Galleria Roberto Giustini per più di due anni, con una serie di progetti ideati da artisti e designer
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La mostra di Andrea Anastasio è la prima di un ciclo ideato e curato da Marcello Smarrelli che impegnerà la Galleria Roberto Giustini per più di due anni, con una serie di progetti ideati da artisti e designer, tra i quali: Enzo Cucchi, Konstantin Grcic, Johanna Grawünder, Massimo Grimaldi ed Ettore Sottsass.
Gli autori coinvolti sono stati invitati a ideare il loro progetto seguendo una specifica indicazione del curatore: produrre un inedito oggetto d’uso e inventare la funzione o il bisogno che questo andrà a soddisfare. Un opera-feticcio, un idolo moderno, un oggetto che viene investito di proprietà magico-sacrali dal suo statuto “speciale” di opera d’arte o di design, da introdurre nella realtà quotidiana già satura di molteplici segni.
Se negli ultimi anni abbiamo assistito a una proliferazione di forme e di oggetti la cui origine non può più essere ricondotta agli ideali originari del Bauhaus e del modernismo, ma nemmeno a quelli che gli si ponevano in modo antagonista o critico, quale risposta può venire offerta da quegli artisti che, sostenuti dalla consapevolezza dello scenario in cui operano, si interrogano sulle ragioni connesse all’ideazione e alla progettazione di nuove forme?
Nell’attuale contesto sociale in cui, seguendo una logica funzionale alla sopravvivenza del sistema, vengono continuamente creati nuovi oggetti del desiderio, nuovi idoli, immagini sacrali, feticci sofisticati che assolvono a bisogni (veri o falsi) sempre più difficili da individuare e da definire, cosa può significare confrontarsi con l’ideazione di un oggetto?
Questa serie di mostre vogliono essere ulteriori domande poste all’interno di un dibattito che non sembra avere risposte conclusive.
Il catalogo-contenitore, verrà composto da fascicoli separati, editi in occasione di ogni mostra.
QUAGGIÚ è il titolo della mostra di Andrea Anastasio. L’autore, dopo anni di esperienze progettuali di design, dal 2004 è impegnato in ambito propriamente artistico. Per questa rassegna ha realizzato una scultura luminosa. La forma ricalca fedelmente quella delle edicole religiose che venivano poste sulle facciate delle case e dei palazzi, ai crocicchi, nonché quella delle nicchie che i romani costruivano nelle loro dimore, per il culto degli avi. Il titolo, ambiguamente, si riferisce al mondo delle cose, dove le forme acquisiscono nomi e funzioni, il quaggiù, appunto, della terra abitata dall’uomo, ma soprattutto alla posizione indicata dall’artista per la collocazione dell’edicola stessa. Essa, infatti, è concepita per essere appesa a pochi centimetri dal suolo, invertendo, in questo modo, la gerarchia spaziale prevista dalla percezione archetipica e dalla consuetudine culturale che indicano il “sacro” in alto e il mondano in basso. Quaggiù è anche un perimetro, una forma, tradizionalmente, chiamata edicola, destinata ad accogliere icone, che qui ri-diventa cornice, transitando dalla familiarità all’estraneità, all’imprevisto; e che, nel suo perimetrare un vuoto, rivela la sua paradossale funzione di poter accogliere tutto. L’artista, in questo modo, usa lo spiazzamento come mezzo per far accadere una rigenerazione percettiva della forma-edicola, e la riconnota, proprio attraverso il ribaltamento e lo svuotamento, di molteplici, potenziali letture.
Andrea Anastasio è nato a Roma nel 1961. Si laurea in filosofia a Venezia. Dal 1988 al 2003 si occupa di design, progettando per Artemide, Memphis Extra, Danese, Design Gallery. Nel 1993 si trasferisce a Madras in India. Suoi lavori vengono esposti in vari musei, tra questi: Museum of Contemporary Art-Denver, USA (1992, 1940-1990 Italian Masterwoks- due lavori in collezione permanente). Grand Palais-Paris (1993, Le Design Miroir du Siecle). Musee des Arts Decoratifs de Montreal, Canada (collezione permanente), Wexner Center for the Arts, Ohio, USA(2002, Moon River). Nel 2005 viene invitato come “artist in residence” dall’ Isabella Stewart Gardner Museum di Boston. La residenza si conclude con Amnesia, video-installazione in collaborazione con l’artista Dayanita Singh, nell’ambito della mostra Chairs, tenutasi al Gardner Museum dall’ 11 febbraio all’ 8 maggio 2005
Gli autori coinvolti sono stati invitati a ideare il loro progetto seguendo una specifica indicazione del curatore: produrre un inedito oggetto d’uso e inventare la funzione o il bisogno che questo andrà a soddisfare. Un opera-feticcio, un idolo moderno, un oggetto che viene investito di proprietà magico-sacrali dal suo statuto “speciale” di opera d’arte o di design, da introdurre nella realtà quotidiana già satura di molteplici segni.
Se negli ultimi anni abbiamo assistito a una proliferazione di forme e di oggetti la cui origine non può più essere ricondotta agli ideali originari del Bauhaus e del modernismo, ma nemmeno a quelli che gli si ponevano in modo antagonista o critico, quale risposta può venire offerta da quegli artisti che, sostenuti dalla consapevolezza dello scenario in cui operano, si interrogano sulle ragioni connesse all’ideazione e alla progettazione di nuove forme?
Nell’attuale contesto sociale in cui, seguendo una logica funzionale alla sopravvivenza del sistema, vengono continuamente creati nuovi oggetti del desiderio, nuovi idoli, immagini sacrali, feticci sofisticati che assolvono a bisogni (veri o falsi) sempre più difficili da individuare e da definire, cosa può significare confrontarsi con l’ideazione di un oggetto?
Questa serie di mostre vogliono essere ulteriori domande poste all’interno di un dibattito che non sembra avere risposte conclusive.
Il catalogo-contenitore, verrà composto da fascicoli separati, editi in occasione di ogni mostra.
QUAGGIÚ è il titolo della mostra di Andrea Anastasio. L’autore, dopo anni di esperienze progettuali di design, dal 2004 è impegnato in ambito propriamente artistico. Per questa rassegna ha realizzato una scultura luminosa. La forma ricalca fedelmente quella delle edicole religiose che venivano poste sulle facciate delle case e dei palazzi, ai crocicchi, nonché quella delle nicchie che i romani costruivano nelle loro dimore, per il culto degli avi. Il titolo, ambiguamente, si riferisce al mondo delle cose, dove le forme acquisiscono nomi e funzioni, il quaggiù, appunto, della terra abitata dall’uomo, ma soprattutto alla posizione indicata dall’artista per la collocazione dell’edicola stessa. Essa, infatti, è concepita per essere appesa a pochi centimetri dal suolo, invertendo, in questo modo, la gerarchia spaziale prevista dalla percezione archetipica e dalla consuetudine culturale che indicano il “sacro” in alto e il mondano in basso. Quaggiù è anche un perimetro, una forma, tradizionalmente, chiamata edicola, destinata ad accogliere icone, che qui ri-diventa cornice, transitando dalla familiarità all’estraneità, all’imprevisto; e che, nel suo perimetrare un vuoto, rivela la sua paradossale funzione di poter accogliere tutto. L’artista, in questo modo, usa lo spiazzamento come mezzo per far accadere una rigenerazione percettiva della forma-edicola, e la riconnota, proprio attraverso il ribaltamento e lo svuotamento, di molteplici, potenziali letture.
Andrea Anastasio è nato a Roma nel 1961. Si laurea in filosofia a Venezia. Dal 1988 al 2003 si occupa di design, progettando per Artemide, Memphis Extra, Danese, Design Gallery. Nel 1993 si trasferisce a Madras in India. Suoi lavori vengono esposti in vari musei, tra questi: Museum of Contemporary Art-Denver, USA (1992, 1940-1990 Italian Masterwoks- due lavori in collezione permanente). Grand Palais-Paris (1993, Le Design Miroir du Siecle). Musee des Arts Decoratifs de Montreal, Canada (collezione permanente), Wexner Center for the Arts, Ohio, USA(2002, Moon River). Nel 2005 viene invitato come “artist in residence” dall’ Isabella Stewart Gardner Museum di Boston. La residenza si conclude con Amnesia, video-installazione in collaborazione con l’artista Dayanita Singh, nell’ambito della mostra Chairs, tenutasi al Gardner Museum dall’ 11 febbraio all’ 8 maggio 2005
24
febbraio 2006
Andrea Anastasio – Quaggiú
Dal 24 febbraio al 20 aprile 2006
arte contemporanea
Location
GALLERIA ROBERTO GIUSTINI
Roma, Via Dell'orso, 72, (Roma)
Roma, Via Dell'orso, 72, (Roma)
Orario di apertura
dal martedì al venerdì dalle 16 alle 20, sabato dalle ore 10 alle 13
Vernissage
24 Febbraio 2006, ore 19
Autore
Curatore