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Andrea Berti – Percorsi dell’oblio
Fotografie che propongono luoghi quasi surreali, deserti, malinconici, al di là del tempo e dello spazio, enfatizzati dai forti contrasti in bianco e nero.. Contrasti ricercati e voluti attraverso l’uso del materiale fotografico analogico e la particolare tecnica di stampa
Comunicato stampa
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A guardare bene potremmo riconoscere quei luoghi in riva al mare, sembrerebbero famigliari... ma il dubbio s’insinua e alla fine prevale il senso del non-tempo, del non-spazio... Andrea Berti ci porta, infatti, su spiagge surreali, quasi astratte se vogliamo, fermate da un occhio che non sembra vedere la vita reale, piuttosto quella lasciata in sospeso da chi se n’è andato.
A ricordare quelle presenze ormai lontane restano oggetti abbandonati e luoghi solitari, enfatizzati da immagini in bianco e nero dai forti contrasti.
E l’oblio cala su tutto, con una vena di malinconia.
Berti non sceglie la fotografia documentaria, come un tempo, ora vuole far emergere la poesia dell’immagine con scatti privi di riferimenti a luoghi, tempi, persone.
Usando solo fotocamere analogiche in formato 6x6, fotografa su pellicola e stampa con getto d’inchiostro usando pigmenti a carbone, in modo che il b/n si enfatizzi; per garantire la stabilità dell’immagine nel tempo usa come supporto la carta-cotone a ph neutro, un procedimento di fine art curato nei minimi dettagli da lui stesso, dopo decenni di sperimentazione.
Fotografo già a sedici anni, fa da subito una scelta radicale e inaspettata: mai una foto a colori, il colore distoglie dal significato, è un linguaggio che non gli appartiene. Sente che solo il bianco e nero può rendere fedelmente il suo messaggio interiore.
E allora ecco opere dove Berti diventa, si può dire, un anti-Ghirri che ricerca fino in fondo una fotografia concettuale, quasi desolata e senza vita.
Possono sembrare ambienti spettrali, inquietanti, ma a guardare bene documentano una malinconia profonda che forse tutti abbiamo dentro di noi e che, attraverso queste opere, potremo provare a esprimere
A ricordare quelle presenze ormai lontane restano oggetti abbandonati e luoghi solitari, enfatizzati da immagini in bianco e nero dai forti contrasti.
E l’oblio cala su tutto, con una vena di malinconia.
Berti non sceglie la fotografia documentaria, come un tempo, ora vuole far emergere la poesia dell’immagine con scatti privi di riferimenti a luoghi, tempi, persone.
Usando solo fotocamere analogiche in formato 6x6, fotografa su pellicola e stampa con getto d’inchiostro usando pigmenti a carbone, in modo che il b/n si enfatizzi; per garantire la stabilità dell’immagine nel tempo usa come supporto la carta-cotone a ph neutro, un procedimento di fine art curato nei minimi dettagli da lui stesso, dopo decenni di sperimentazione.
Fotografo già a sedici anni, fa da subito una scelta radicale e inaspettata: mai una foto a colori, il colore distoglie dal significato, è un linguaggio che non gli appartiene. Sente che solo il bianco e nero può rendere fedelmente il suo messaggio interiore.
E allora ecco opere dove Berti diventa, si può dire, un anti-Ghirri che ricerca fino in fondo una fotografia concettuale, quasi desolata e senza vita.
Possono sembrare ambienti spettrali, inquietanti, ma a guardare bene documentano una malinconia profonda che forse tutti abbiamo dentro di noi e che, attraverso queste opere, potremo provare a esprimere
14
aprile 2018
Andrea Berti – Percorsi dell’oblio
Dal 14 aprile al 03 maggio 2018
fotografia
Location
GALLERIA SPAZIOGRAFICO
Massa Marittima, Vicolo Ciambellano, 7, (Grosseto)
Massa Marittima, Vicolo Ciambellano, 7, (Grosseto)
Orario di apertura
16-19
Vernissage
14 Aprile 2018, ore 17.00
Autore
Curatore