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Andrea Boyer
Concepiti con un’attenzione particolare al dettaglio, i suoi disegni raffigurano dapprima camicie, cravatte, polsini, cappotti, descritti nei minimi particolari, come per affermare che la singola personalità non si coglie dallo studio del viso ma dalla postura, dalle mani e dalla scelta degli indumenti.
Comunicato stampa
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Di lontane origini nizzarde ma nato a Milano nel 1956, Andrea Boyer approda alla pittura dopo essersi dedicato alla fotografia.
Frequenta l’Accademia di Brera, con specializzazione in Scenografia, e dal 1980 diventa un fotografo a tempo pieno. Dapprima sono foto d’architettura, poi di moda, infine still life per la pubblicità. Ed è proprio dalle fotografie di nature morte che ha origine quella passione per il dettaglio che caratterizzerà il suo percorso pittorico.
Il desiderio di dipingere nasce dopo aver visto una mostra di Bacon a Lugano, agli inizi degli anni ’90. L’intento di Boyer diviene quello di ricreare l’effetto della pittura del maestro inglese, mediante la fotografia. I volti cancellati inesorabilmente dalle violente pennellate del maestro inglese, vengono reinterpretati da Boyer attraverso l’uso sapiente della macchina fotografica. Da qui ha origine il procedimento di lavoro di Boyer nella costruzione del quadro attraverso lo studio di scatti fotografici, poi riprodotti tradizionalmente sulla tela. I primi soggetti dipinti sono figure, dai volti poco delineati se non addirittura assenti o “sfuocati”.
Ma rimane la matita su carta (o meglio, su cartoncino Schoeller) il mezzo espressivo che Boyer predilige. Concepiti con un’attenzione particolare al dettaglio, i suoi disegni raffigurano dapprima camicie, cravatte, polsini, cappotti, descritti nei minimi particolari, come per affermare che la singola personalità non si coglie dallo studio del viso ma dalla postura, dalle mani e dalla scelta degli indumenti. In seguito fanno la loro comparsa particolari di interni e porzioni di paesaggi esterni, architetture, giardini, porticati. Sempre e comunque piccoli frammenti: la mancanza di un’identificazione certa, lascia una sorta “di finale aperto ” che ognuno è libero di completare.
E sono proprio questi i soggetti che compongono la personale di Boyer: una selezione di una ventina di opere recenti, di formato medio-piccolo, rigorosamente in bianco e nero ed esclusivamente eseguite a matita.
Numerose le mostre personali in Italia oltre ad alcune realizzate all’estero, più frequentemente a Parigi. Partecipa regolarmente alle maggiori manifestazioni fieristiche in Italia e all’estero.
Frequenta l’Accademia di Brera, con specializzazione in Scenografia, e dal 1980 diventa un fotografo a tempo pieno. Dapprima sono foto d’architettura, poi di moda, infine still life per la pubblicità. Ed è proprio dalle fotografie di nature morte che ha origine quella passione per il dettaglio che caratterizzerà il suo percorso pittorico.
Il desiderio di dipingere nasce dopo aver visto una mostra di Bacon a Lugano, agli inizi degli anni ’90. L’intento di Boyer diviene quello di ricreare l’effetto della pittura del maestro inglese, mediante la fotografia. I volti cancellati inesorabilmente dalle violente pennellate del maestro inglese, vengono reinterpretati da Boyer attraverso l’uso sapiente della macchina fotografica. Da qui ha origine il procedimento di lavoro di Boyer nella costruzione del quadro attraverso lo studio di scatti fotografici, poi riprodotti tradizionalmente sulla tela. I primi soggetti dipinti sono figure, dai volti poco delineati se non addirittura assenti o “sfuocati”.
Ma rimane la matita su carta (o meglio, su cartoncino Schoeller) il mezzo espressivo che Boyer predilige. Concepiti con un’attenzione particolare al dettaglio, i suoi disegni raffigurano dapprima camicie, cravatte, polsini, cappotti, descritti nei minimi particolari, come per affermare che la singola personalità non si coglie dallo studio del viso ma dalla postura, dalle mani e dalla scelta degli indumenti. In seguito fanno la loro comparsa particolari di interni e porzioni di paesaggi esterni, architetture, giardini, porticati. Sempre e comunque piccoli frammenti: la mancanza di un’identificazione certa, lascia una sorta “di finale aperto ” che ognuno è libero di completare.
E sono proprio questi i soggetti che compongono la personale di Boyer: una selezione di una ventina di opere recenti, di formato medio-piccolo, rigorosamente in bianco e nero ed esclusivamente eseguite a matita.
Numerose le mostre personali in Italia oltre ad alcune realizzate all’estero, più frequentemente a Parigi. Partecipa regolarmente alle maggiori manifestazioni fieristiche in Italia e all’estero.
16
ottobre 2004
Andrea Boyer
Dal 16 ottobre all'undici novembre 2004
arte contemporanea
Location
GALLERIA FORNI
Bologna, Via Farini, 26, (Bologna)
Bologna, Via Farini, 26, (Bologna)
Orario di apertura
9,30-13 e 16-19,30
chiuso lunedì mattina e festivi
Vernissage
16 Ottobre 2004, ore 18
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