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Andrea Cavaciocchi – Rubbish Rabbit
L’artista con questa installazione costruisce uno spaccato cromatico abitato da un coniglio sornione e atarassico, indifferente all’erba coloratissima che lo assedia e gli tiene compagnia. Un manto d’erba, un animale, molti colori: Rubbish rabbit è realizzato con materiale plastico di recupero che si fa tessuto connettivo dell’opera e innervato da fili di plastica certosinamente legati a mano, senza uso di colle.
Comunicato stampa
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La Galleria Pietra Serena - incuneata all'angolo di due strade che più fiorentine non si può, via de' Bardi e Costa Scarpuccia, in un luogo dove il confine fra la campagna e la città, fra il verde e i palazzi storici si fa sentire inaspettatamente 'contemporaneo' - ospita l'ultimo lavoro di Andrea Cavaciocchi, RUBBISH RABBIT, un progetto del 2008 realizzato appositamente per questo spazio.
Andrea Cavaciocchi, nato a Firenze dove vive e lavora, con questa installazione costruisce uno spaccato cromatico abitato da un coniglio sornione e atarassico, indifferente all'erba coloratissima che lo assedia e gli tiene compagnia. Un manto d'erba, un animale, molti colori: Rubbish rabbit è realizzato con materiale plastico di recupero che si fa tessuto connettivo dell'opera e innervato da fili di plastica certosinamente legati a mano, senza uso di colle.
Spiega Andrea Cavaciocchi: “I rifiuti sono raccolti e recuperati come per strapparli al loro banale destino di lenta dissoluzione, al loro comune corso di decomposizione. Allo stesso tempo però raccogliere, accumulare, classificare sono attività che tendono allo svilimento, e grattano via quella pienezza di significati che porterebbe a considerare i rifiuti come reliquie, brandelli di anime, documenti esistenziali o antropologici, e ancora metafore, immagini dello spirito del tempo, di una civiltà dei consumi consumata. Così - conclude l'artista - l'infimo perde ogni sua potenziale sacralità, così i rifiuti cessano di essere solo rifiuti e rivivono nella loro efficienza plastico-architettonica.”
Andrea Cavaciocchi, nato a Firenze dove vive e lavora, con questa installazione costruisce uno spaccato cromatico abitato da un coniglio sornione e atarassico, indifferente all'erba coloratissima che lo assedia e gli tiene compagnia. Un manto d'erba, un animale, molti colori: Rubbish rabbit è realizzato con materiale plastico di recupero che si fa tessuto connettivo dell'opera e innervato da fili di plastica certosinamente legati a mano, senza uso di colle.
Spiega Andrea Cavaciocchi: “I rifiuti sono raccolti e recuperati come per strapparli al loro banale destino di lenta dissoluzione, al loro comune corso di decomposizione. Allo stesso tempo però raccogliere, accumulare, classificare sono attività che tendono allo svilimento, e grattano via quella pienezza di significati che porterebbe a considerare i rifiuti come reliquie, brandelli di anime, documenti esistenziali o antropologici, e ancora metafore, immagini dello spirito del tempo, di una civiltà dei consumi consumata. Così - conclude l'artista - l'infimo perde ogni sua potenziale sacralità, così i rifiuti cessano di essere solo rifiuti e rivivono nella loro efficienza plastico-architettonica.”
19
settembre 2008
Andrea Cavaciocchi – Rubbish Rabbit
Dal 19 settembre al 10 ottobre 2008
arte contemporanea
Location
VERA PIETRA SERENA
Firenze, Via Dei Bardi, 5r, (Firenze)
Firenze, Via Dei Bardi, 5r, (Firenze)
Vernissage
19 Settembre 2008, ore 18,00
Sito web
www.myspace.com/plasticscraps
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