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Andrea Francolino – (S)Mito
Andrea Francolino, ridimensiona il Mito in mito. Togliendogli dalle tasche le palline di canfora, gli dà una bella scrollata, arieggia la stanza e lo butta nella contemporaneità.
Comunicato stampa
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Mito. Parola grossa. Che odora di idealizzazione, venerazione, musealizzazione. Pensiamo a James Dean, o a Fidel Castro, o a Jim Morrison, o a Che Guevara. E ogni volta ci ritroviamo a rincorrere icone storicizzate che trasudano polvere. Nient'altro che sepolcri imbiancati. Ma c'e' Andrea Francolino, per fortuna. Che ridimensiona il Mito in mito. Anzi: (s)mito. Togliendogli dalle tasche le palline di canfora, gli dà una bella scrollata, arieggia la stanza e lo butta nella contemporaneità. Di piu': lo (tra)veste da protagonista del contemporaneo. Griffandogli addosso marchi, slogan, giochi di parole, doppisensi.
Avreste mai osato immaginare Ugo Foscolo che fa rima coi 7 nani? Stalin macellaio alla coop? James Dean testimonial delle Nike? Lucrezia Borgia avvelenatrice col Vernel? Alessandro Manzoni che tifa Inter e Salvador Dali' (in arte pallonara Dali' Kakà) che tifa Milan? Woody Aulin e Miao Tse Tung? Non solo se li e' immaginati, Francolino. Li ha "fisiognomicizzati" fingendo di celebrarne oggi la nascita (o di esorcizzarne la morte) fra un marchio e uno slogan, uno scontrino di cassa e un carrello della spesa. E i suoi (s)miti - per poter essere (s)miti davvero: cioe' pizzicati dall'ironia, dal veleno, dal sarcasmo fanno gioiosamente a meno dell'olio su tela affidandosi alla tecnica della scartavetratura: spazzole d¹acciaio, cartavetrata, stucco da carrozziere, catrame.
Anziche' "mettere" (dipingere), Andrea Francolino "sottrae" per abrasioni. Perche' (s)cartavetrando si (s)mitizza meglio. Paradossalmente, continuando a giocare coi marchi pubblicitari, potremmo azzardare che l¹artista non spruzza Svitol ma Smitol. Fino all'ultima goccia. E poi (consciamente? inconsciamente?) la sua arte Pop sembra ispirarsi ad Andy Warhol. Ma se il mito di Pittsburgh macinava miti "popular" (Marilyn Monroe, Mao, Liz Taylor, Jacqueline Kennedy) e miti dell'advertising (il barattolo di Campbell's Soup, la bottiglia di Coca Cola, lo scatolone di pagliette abrasive Brillo) evitando che entrassero in collisione, Francolino (s)cartavetra gli uni e gli altri fondendoli assieme in una sorta di Mix Pop. (S)mitizzandoli in un vertiginoso happening di immagini e parole che sintetizzano un solo slogan. (S)mito. Provare per credere. E la Mitologia Classica, (s)cartavetrata, non fa che tradursi (o tradirsi?) in (S)mitologia contemporanea. Stefano Bianchi
Avreste mai osato immaginare Ugo Foscolo che fa rima coi 7 nani? Stalin macellaio alla coop? James Dean testimonial delle Nike? Lucrezia Borgia avvelenatrice col Vernel? Alessandro Manzoni che tifa Inter e Salvador Dali' (in arte pallonara Dali' Kakà) che tifa Milan? Woody Aulin e Miao Tse Tung? Non solo se li e' immaginati, Francolino. Li ha "fisiognomicizzati" fingendo di celebrarne oggi la nascita (o di esorcizzarne la morte) fra un marchio e uno slogan, uno scontrino di cassa e un carrello della spesa. E i suoi (s)miti - per poter essere (s)miti davvero: cioe' pizzicati dall'ironia, dal veleno, dal sarcasmo fanno gioiosamente a meno dell'olio su tela affidandosi alla tecnica della scartavetratura: spazzole d¹acciaio, cartavetrata, stucco da carrozziere, catrame.
Anziche' "mettere" (dipingere), Andrea Francolino "sottrae" per abrasioni. Perche' (s)cartavetrando si (s)mitizza meglio. Paradossalmente, continuando a giocare coi marchi pubblicitari, potremmo azzardare che l¹artista non spruzza Svitol ma Smitol. Fino all'ultima goccia. E poi (consciamente? inconsciamente?) la sua arte Pop sembra ispirarsi ad Andy Warhol. Ma se il mito di Pittsburgh macinava miti "popular" (Marilyn Monroe, Mao, Liz Taylor, Jacqueline Kennedy) e miti dell'advertising (il barattolo di Campbell's Soup, la bottiglia di Coca Cola, lo scatolone di pagliette abrasive Brillo) evitando che entrassero in collisione, Francolino (s)cartavetra gli uni e gli altri fondendoli assieme in una sorta di Mix Pop. (S)mitizzandoli in un vertiginoso happening di immagini e parole che sintetizzano un solo slogan. (S)mito. Provare per credere. E la Mitologia Classica, (s)cartavetrata, non fa che tradursi (o tradirsi?) in (S)mitologia contemporanea. Stefano Bianchi
11
novembre 2007
Andrea Francolino – (S)Mito
Dall'undici novembre al 12 dicembre 2007
arte contemporanea
Location
PAPARAZZI ART GALLERY
Crema, Via Del Macello, 21, (Cremona)
Crema, Via Del Macello, 21, (Cremona)
Orario di apertura
venerdi dalle 21, sabato dalle 22 e domenica dalle 20
Autore
Curatore