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Andrea Gabbriellini – Continuità disContinua
Compatte superfici solcate da segni profondi e increspati il cui effetto, alla luce radente, è da spaccato o reperto geologico in cui ogni segno, casuale o intenzionale che sia, assume appunto un valore evocativo, come deposito o traccia del tempo e dell’uomo
Comunicato stampa
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Sabato 27 settembre p.v. alle ore 17 si inaugura al Museo Piaggio “Giovanni Alberto Agnelli”di Pontedera con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Regione Toscana e della Provincia di Pisa, la mostra personale dell’artista Andrea Gabbriellini, considerato da vari critici e storici uno dei maggiori artisti toscani oggi attivi nel panorama dell’arte contemporanea italiana.
La mostra, promossa dalla Fondazione Piaggio in collaborazione con il Comune di Pontedera, il contributo della Banca Popolare di Lajatico e della Mioblu Special Welness, intitolata “Continuità disContinua” a significare, nella sostanziale continuità dello stile, le variazioni d’uso linguistico e formale del segno, della materia e del colore in una concezione dello spazio insieme aperto e rigoroso, si compone di 53 dipinti tratti dagli ultimi cicli dell’artista (1990/2008): Barriere, Frantumazioni, Spazi necessari, Cartoni graffiati, Spazi.
Pittore eclettico, autodidatta, conduce dal 1952 una ricerca linguistica che si svolge dagli inizi figurativi e, attraversata la poetica Pop, si posa alternativamente sulle ramificazioni dell’astrattismo lirico e sui codici concettuali fino a giungere alla più estreme conseguenze della aniconicità e alla realizzazione degli imponenti cicli delle ultime stagioni dove le opere, come ebbe già a scrivere il curatore della mostra Nicola Micieli, “si può dire che siano modellate, più che dipinte nel senso convenzionale del termine. Specie nel corso degli anni ’90 e sino al presente, l’artista ha difatti utilizzato stabilmente una sua tecnica originale, che gli consente di raggiungere compatte superfici solcate da segni profondi e increspati il cui effetto, alla luce radente, è da spaccato o reperto geologico in cui ogni segno, casuale o intenzionale che sia, assume appunto un valore evocativo, come deposito o traccia del tempo e dell’uomo”.
Gli “Spazi”, anch’essi funzionali alla concezione decisamente attiva dello spazio, nella duplice accezione concreta e virtuale, evidenziano un’ulteriore ricerca d’ordine attraverso l’utilizzazione di una cromatica più pulita e suggestiva, di apporti materici meno spessi, pur continuando a mantenere una possibilità di racconto nella composizione che ora rasenta, in alcuni esempi, il geometrico.
La serie dei “Cartoni graffiati” (così denominati da Gillo Dorfles nel testo al catalogo di una mostra milanese da lui curata) costituisce forse la miglior testimonianza d’una originale ed autonoma “visione del mondo” dell’autore. Il lavoro si svolge su supporti “poveri”, cartoni da imballaggio che l’artista graffia, incide e colora restituendoceli come autentici “racconti figurati”, carichi di fattori ironici e al tempo stesso, come nuova indagine, critica e ironica, della civiltà contemporanea.
Numerose le personali dell’artista così come i suoi interventi a manifestazioni espositive nazionali ed internazionali. Alla sua ampia opera si sono interessati autorevoli critici e suoi lavori sono nelle collezioni di vari Musei del mondo.
La mostra curata e presentata da Nicola Micieli è interamente documentata nel catalogo reperibile in mostra, in cui si apprezzano, tra gli altri, i contributi critici e le testimonianze di Gillo Dorfles,
Vittorio Sgarbi, Luciano Caramel, Dino Carlesi, Enzo Carli, e Giovanni Faccenda ( curatore della mostra di Giorgio de Chirico da poco conclusasi proprio in questo Museo ).
La mostra, promossa dalla Fondazione Piaggio in collaborazione con il Comune di Pontedera, il contributo della Banca Popolare di Lajatico e della Mioblu Special Welness, intitolata “Continuità disContinua” a significare, nella sostanziale continuità dello stile, le variazioni d’uso linguistico e formale del segno, della materia e del colore in una concezione dello spazio insieme aperto e rigoroso, si compone di 53 dipinti tratti dagli ultimi cicli dell’artista (1990/2008): Barriere, Frantumazioni, Spazi necessari, Cartoni graffiati, Spazi.
Pittore eclettico, autodidatta, conduce dal 1952 una ricerca linguistica che si svolge dagli inizi figurativi e, attraversata la poetica Pop, si posa alternativamente sulle ramificazioni dell’astrattismo lirico e sui codici concettuali fino a giungere alla più estreme conseguenze della aniconicità e alla realizzazione degli imponenti cicli delle ultime stagioni dove le opere, come ebbe già a scrivere il curatore della mostra Nicola Micieli, “si può dire che siano modellate, più che dipinte nel senso convenzionale del termine. Specie nel corso degli anni ’90 e sino al presente, l’artista ha difatti utilizzato stabilmente una sua tecnica originale, che gli consente di raggiungere compatte superfici solcate da segni profondi e increspati il cui effetto, alla luce radente, è da spaccato o reperto geologico in cui ogni segno, casuale o intenzionale che sia, assume appunto un valore evocativo, come deposito o traccia del tempo e dell’uomo”.
Gli “Spazi”, anch’essi funzionali alla concezione decisamente attiva dello spazio, nella duplice accezione concreta e virtuale, evidenziano un’ulteriore ricerca d’ordine attraverso l’utilizzazione di una cromatica più pulita e suggestiva, di apporti materici meno spessi, pur continuando a mantenere una possibilità di racconto nella composizione che ora rasenta, in alcuni esempi, il geometrico.
La serie dei “Cartoni graffiati” (così denominati da Gillo Dorfles nel testo al catalogo di una mostra milanese da lui curata) costituisce forse la miglior testimonianza d’una originale ed autonoma “visione del mondo” dell’autore. Il lavoro si svolge su supporti “poveri”, cartoni da imballaggio che l’artista graffia, incide e colora restituendoceli come autentici “racconti figurati”, carichi di fattori ironici e al tempo stesso, come nuova indagine, critica e ironica, della civiltà contemporanea.
Numerose le personali dell’artista così come i suoi interventi a manifestazioni espositive nazionali ed internazionali. Alla sua ampia opera si sono interessati autorevoli critici e suoi lavori sono nelle collezioni di vari Musei del mondo.
La mostra curata e presentata da Nicola Micieli è interamente documentata nel catalogo reperibile in mostra, in cui si apprezzano, tra gli altri, i contributi critici e le testimonianze di Gillo Dorfles,
Vittorio Sgarbi, Luciano Caramel, Dino Carlesi, Enzo Carli, e Giovanni Faccenda ( curatore della mostra di Giorgio de Chirico da poco conclusasi proprio in questo Museo ).
27
settembre 2008
Andrea Gabbriellini – Continuità disContinua
Dal 27 settembre al 15 novembre 2008
arte contemporanea
Location
MUSEO PIAGGIO
Pontedera, Viale Rinaldo Piaggio, 7, (Pisa)
Pontedera, Viale Rinaldo Piaggio, 7, (Pisa)
Orario di apertura
mercoledì, giovedì, venerdì e sabato dalle ore 10 alle ore 18
Vernissage
27 Settembre 2008, ore 17
Autore
Curatore