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Andrea Gastaldi – Le opere e i giorni
La mostra, dislocata nelle sale espositive della Pinacoteca Albertina e del Museo Accorsi – Ometto, intende esplorare l’arte e la pittura di Andrea Gastaldi, attraverso un percorso che valorizzi il suo gusto artistico fatto di virtuosismo, bello ideale e indagine naturalistica sulla realtà. La mostra raccoglie più di ottanta opere (ritratti, scene di genere, paesaggi) provenienti da collezioni pubbliche e private, tra cui un nucleo di dipinti di Léonie Lescuyer, la moglie parigina di Gastaldi e anch’essa pittrice
Comunicato stampa
Segnala l'evento
ANDREA GASTALDI
Secondogenito di un’agiata famiglia di elevata condizione culturale e sociale e di fervente impronta
cristiana, il padre Bartolomeo, avvocato, aveva sposato Margherita Volpato, impegnata a fianco
della mdare di don Giovanni Bosco nell’attività a favore dei giovani; il fratello primogenito Lorenzo,
teologo rossiniano, sarà vescovo di Saluzzo e poi arcivescovo di Torino, il terzogenito Bartolomeo
eminente studioso di geologia e paleoetnologia, il fratello Biagio medico e clinico all’Università di
Palermo e l’ultimogenito Giovanni pure medico.
Ma è lo zio Giovanni Volpato a influenzare la carriera artistica di Andrea: ispettore della Pinacoteca
privata del re Carlo Alberto, a cui aveva venduto la sua famosa collezione di dipinti antichi, passata
poi a fare parte della Biblioteca Reale, eletto Accademico Nazionale presso l’Accademia Albertina,
come restauratore si occupò del cartone gaudenziano della Sant’Anna, attribuito a Leonardo da
Vinci. Fornì al giovane Andrea sollecitazioni culturali tali da indurlo a declinare i consigli del padre
per la carriera forense e a intraprendere la carriera artistica.
L’artista, durante la sua formazione, negli anni quaranta a Torino presso l’Accademia Albertina,
sotto la direzione del Biscarra, si legò alla cerchia degli insegnanti Gaggini e Paalgi, che lo
indirizzarono verso un classicismo con richiami alla pittura italiana del cinque-seicento. La possibilità
di accedere direttamente alla collezione personale del Volpato e alla quadreria e ai cartoni Mossi di
Morano, donati da Carlo Alberto all’Albertina, contribuirono fortemente all’adozione di un impianto
formale tipico del romanticismo storico.
Nel 1847 a ventun anni partecipa per la prima volta, con un soggetto religioso, alla mostra annuale
della Società Promotrice di Belle Arti di Torino con il quadro “Addio tra Gesù e Maria” e dipinge un
quadro analogo di minori dimensioni; nel 1848, sempre alla Promotrice, espone “l’Italia liberata
dall’austriaco per comando di Dio”, nel 1849 “Gesù sul Calvario converte la donna” e “L’uomo
saggio che scacciando i vizi si attiene alla virtù”.
Nel 1850 – 51 inizia il suo periodo di studio tra Roma e Firenze, dove avvengono i contatti con il
movimento purista romano e i pittori di storia.
E’ presente alla V Esposizione dell’Industria Nazionale di Torino con il “Sacrificio di Abramo”, “Il
cader del sole” e “Un re in catene”. Nel 1851 espone alla Promotrice “L’ora del pensiero” .
Rientrato a Torino nel 1852 riceve dal Consiglio comunale la sua prima commissione pubblica:
viene associato a Giuseppe Camino per affrescare il portale principale della chiesa di san Massimo,
indice del suo pieno inserimento nella comunità artistica sabauda. Espone alla Promotrice di Belle
Arti “Il primo moto del vespro siciliano” e “Il sogno di Parisina”.
Nel 1853 alla Promotrice di Torino espone “La perdita del primo amore”; si sposta a Parigi dove
soggiorna fino al 1859 pur continuando la sua presenza alle mostre torinesi. Il lungo soggiorno a
Parigi diede al suo stile un’impronta internazionale, rara in Italia in quegli anni, dove egli rappresentò
il gusto artistico del tempo fatto di virtuosismo, bello ideale e indagine naturalistica sulla realtà e i
suoi valori correnti.
Espone al Salon di Parigi “Coucher du soleil”. La giuria era composta da Delacroix, Flandrin,
Delaroche, Picot. Conosce la pittrice Leonie Lescuyer che in seguito diventerà sua moglie.
Nel 1854 espone alla Promotrice “Les prisonniers de Chillon”, che andrà in mostra l’anno seguente
all’Esposizione Universale di Parigi e ottiene la Mention Honorable.
Nel 1856 alla Promotrice espone “Frà Savonarola tratto in prigione fra gli insulti dei Compagnacci”,
nel 1857 “La Lia”, “Ritratto dell’autore”, “La Pia de Tolomei”, “Dante e Virgilio incontrano Sordello”;
nel 1858, sempre alla Promotrice, espone “L’imperatore Federico Barbarossa dopo la battaglia di
Legnano si sottrae al campo di battaglia” e “Studio di testa”.
Nel 1859 al Salon di Parigi espone “Pierre Micca se sacrifiant pour sa patrie” e “Ophelia”. Nel 1860
espone alla Promotrice di Torino “Pietro Micca nel punto di dar fuoco alla mina volge a Dio e alla
Patria i suoi ultimi pensieri”, il cui bozzetto è di collezione privata; espone inoltre il dipinto
“L’Innominato”. E’ nominato professore di pittura nella Reale Accademia Albertina.
LEONIE LESCUYER- GASTALDI
Nata a Parigi, ma non si conosce la data, fu allieva di J.R.H. Lazerges e di P.J.Moulan.
Espone ai Salon parigini nel 1849, 1850, 1852, 1855 e 1857. E’ presente con vari dipinti i cui
protagonisti sono animali, in particolare equini, ovini e caprini,ma non disdegna le nature morte ,i
paesaggi e scene di genere storico-romantiche.
Conobbe Andrea Gastaldi quando negli anni cinquanta si spostò a Parigi ,ma non si conosce la data
del loro matrimonio.
Sappiamo che è presente alla Promotrice delle Belle Arti di Torino nel 1861 con due opere: “Vacca
e vitello” e “Un colpo di frusta” e contemporaneamente invia anche un’opera a Brera: “L’ora del
pasto” e nel 1863 è presente con “Il Guado”.
Nel 1864 con il quadro :”I compagni di Miseria” continua ad esporre alla Promotrice che in varie
occasioni acquista alcune opere e pubblica in quell’anno, sul loro “Album”, un’ entusiastica
recensione a cura di A. C. Pagani , corredata da una litografia dell’opera.
Nel 1865 con “Gardien et voleur” incomincia a firmarsi: “Lescuyer damigella Lèonie, di Parigi”, e
come dimora dichiara lo stesso indirizzo di Andea Gastaldi.
Ritorna ad esporre alla Promotrice di Torino, dopo quattro anni di assenza, nel 1869 con il quadro :
“Il boccone riservato” si firma : “Gastaldi Lescuyer signora Lèonie” dimorante presso Andrea
Gastaldi , il che fa supporre che nel frattempo i due si siano sposati. Dall’unione nasceranno tre figli.
Pur con intervalli temporali continua ad esporre alla Promotrice.
Nel 1887 manda l’opera “Affetto materno” all’ Esposizione Nazionale Artistica di Venezia,
manifestazione che nel 1895 sarebbe diventata la Biennale.
Si spense a Torino nel febbraio del 1899.
Le opere che ci rimangono di lei, tutte di proprietà privata degli eredi Gastaldi, dimostrano la
capacità dell’artista di interpretare la poetica agreste secondo gli stilemi di Rosa Bonheur , la più
famosa pittrice dell’ottocento e di conformarsi all’alta qualità pittorica degli artisti Gericault e
Delacroix, per la vibrante concitazione della composizione.
Definita pittrice “animalista” per l’attenzione con cui tratto la rappresentazione della campagna e gli
animali domestici, ritratti con vero realismo e partecipazione emotiva. Il suo dettato artistico rimane
in grande misura ancora da studiare a approfondire con studi critici.
Secondogenito di un’agiata famiglia di elevata condizione culturale e sociale e di fervente impronta
cristiana, il padre Bartolomeo, avvocato, aveva sposato Margherita Volpato, impegnata a fianco
della mdare di don Giovanni Bosco nell’attività a favore dei giovani; il fratello primogenito Lorenzo,
teologo rossiniano, sarà vescovo di Saluzzo e poi arcivescovo di Torino, il terzogenito Bartolomeo
eminente studioso di geologia e paleoetnologia, il fratello Biagio medico e clinico all’Università di
Palermo e l’ultimogenito Giovanni pure medico.
Ma è lo zio Giovanni Volpato a influenzare la carriera artistica di Andrea: ispettore della Pinacoteca
privata del re Carlo Alberto, a cui aveva venduto la sua famosa collezione di dipinti antichi, passata
poi a fare parte della Biblioteca Reale, eletto Accademico Nazionale presso l’Accademia Albertina,
come restauratore si occupò del cartone gaudenziano della Sant’Anna, attribuito a Leonardo da
Vinci. Fornì al giovane Andrea sollecitazioni culturali tali da indurlo a declinare i consigli del padre
per la carriera forense e a intraprendere la carriera artistica.
L’artista, durante la sua formazione, negli anni quaranta a Torino presso l’Accademia Albertina,
sotto la direzione del Biscarra, si legò alla cerchia degli insegnanti Gaggini e Paalgi, che lo
indirizzarono verso un classicismo con richiami alla pittura italiana del cinque-seicento. La possibilità
di accedere direttamente alla collezione personale del Volpato e alla quadreria e ai cartoni Mossi di
Morano, donati da Carlo Alberto all’Albertina, contribuirono fortemente all’adozione di un impianto
formale tipico del romanticismo storico.
Nel 1847 a ventun anni partecipa per la prima volta, con un soggetto religioso, alla mostra annuale
della Società Promotrice di Belle Arti di Torino con il quadro “Addio tra Gesù e Maria” e dipinge un
quadro analogo di minori dimensioni; nel 1848, sempre alla Promotrice, espone “l’Italia liberata
dall’austriaco per comando di Dio”, nel 1849 “Gesù sul Calvario converte la donna” e “L’uomo
saggio che scacciando i vizi si attiene alla virtù”.
Nel 1850 – 51 inizia il suo periodo di studio tra Roma e Firenze, dove avvengono i contatti con il
movimento purista romano e i pittori di storia.
E’ presente alla V Esposizione dell’Industria Nazionale di Torino con il “Sacrificio di Abramo”, “Il
cader del sole” e “Un re in catene”. Nel 1851 espone alla Promotrice “L’ora del pensiero” .
Rientrato a Torino nel 1852 riceve dal Consiglio comunale la sua prima commissione pubblica:
viene associato a Giuseppe Camino per affrescare il portale principale della chiesa di san Massimo,
indice del suo pieno inserimento nella comunità artistica sabauda. Espone alla Promotrice di Belle
Arti “Il primo moto del vespro siciliano” e “Il sogno di Parisina”.
Nel 1853 alla Promotrice di Torino espone “La perdita del primo amore”; si sposta a Parigi dove
soggiorna fino al 1859 pur continuando la sua presenza alle mostre torinesi. Il lungo soggiorno a
Parigi diede al suo stile un’impronta internazionale, rara in Italia in quegli anni, dove egli rappresentò
il gusto artistico del tempo fatto di virtuosismo, bello ideale e indagine naturalistica sulla realtà e i
suoi valori correnti.
Espone al Salon di Parigi “Coucher du soleil”. La giuria era composta da Delacroix, Flandrin,
Delaroche, Picot. Conosce la pittrice Leonie Lescuyer che in seguito diventerà sua moglie.
Nel 1854 espone alla Promotrice “Les prisonniers de Chillon”, che andrà in mostra l’anno seguente
all’Esposizione Universale di Parigi e ottiene la Mention Honorable.
Nel 1856 alla Promotrice espone “Frà Savonarola tratto in prigione fra gli insulti dei Compagnacci”,
nel 1857 “La Lia”, “Ritratto dell’autore”, “La Pia de Tolomei”, “Dante e Virgilio incontrano Sordello”;
nel 1858, sempre alla Promotrice, espone “L’imperatore Federico Barbarossa dopo la battaglia di
Legnano si sottrae al campo di battaglia” e “Studio di testa”.
Nel 1859 al Salon di Parigi espone “Pierre Micca se sacrifiant pour sa patrie” e “Ophelia”. Nel 1860
espone alla Promotrice di Torino “Pietro Micca nel punto di dar fuoco alla mina volge a Dio e alla
Patria i suoi ultimi pensieri”, il cui bozzetto è di collezione privata; espone inoltre il dipinto
“L’Innominato”. E’ nominato professore di pittura nella Reale Accademia Albertina.
LEONIE LESCUYER- GASTALDI
Nata a Parigi, ma non si conosce la data, fu allieva di J.R.H. Lazerges e di P.J.Moulan.
Espone ai Salon parigini nel 1849, 1850, 1852, 1855 e 1857. E’ presente con vari dipinti i cui
protagonisti sono animali, in particolare equini, ovini e caprini,ma non disdegna le nature morte ,i
paesaggi e scene di genere storico-romantiche.
Conobbe Andrea Gastaldi quando negli anni cinquanta si spostò a Parigi ,ma non si conosce la data
del loro matrimonio.
Sappiamo che è presente alla Promotrice delle Belle Arti di Torino nel 1861 con due opere: “Vacca
e vitello” e “Un colpo di frusta” e contemporaneamente invia anche un’opera a Brera: “L’ora del
pasto” e nel 1863 è presente con “Il Guado”.
Nel 1864 con il quadro :”I compagni di Miseria” continua ad esporre alla Promotrice che in varie
occasioni acquista alcune opere e pubblica in quell’anno, sul loro “Album”, un’ entusiastica
recensione a cura di A. C. Pagani , corredata da una litografia dell’opera.
Nel 1865 con “Gardien et voleur” incomincia a firmarsi: “Lescuyer damigella Lèonie, di Parigi”, e
come dimora dichiara lo stesso indirizzo di Andea Gastaldi.
Ritorna ad esporre alla Promotrice di Torino, dopo quattro anni di assenza, nel 1869 con il quadro :
“Il boccone riservato” si firma : “Gastaldi Lescuyer signora Lèonie” dimorante presso Andrea
Gastaldi , il che fa supporre che nel frattempo i due si siano sposati. Dall’unione nasceranno tre figli.
Pur con intervalli temporali continua ad esporre alla Promotrice.
Nel 1887 manda l’opera “Affetto materno” all’ Esposizione Nazionale Artistica di Venezia,
manifestazione che nel 1895 sarebbe diventata la Biennale.
Si spense a Torino nel febbraio del 1899.
Le opere che ci rimangono di lei, tutte di proprietà privata degli eredi Gastaldi, dimostrano la
capacità dell’artista di interpretare la poetica agreste secondo gli stilemi di Rosa Bonheur , la più
famosa pittrice dell’ottocento e di conformarsi all’alta qualità pittorica degli artisti Gericault e
Delacroix, per la vibrante concitazione della composizione.
Definita pittrice “animalista” per l’attenzione con cui tratto la rappresentazione della campagna e gli
animali domestici, ritratti con vero realismo e partecipazione emotiva. Il suo dettato artistico rimane
in grande misura ancora da studiare a approfondire con studi critici.
14
giugno 2016
Andrea Gastaldi – Le opere e i giorni
Dal 14 giugno all'undici settembre 2016
arte moderna
Location
PINACOTECA ALBERTINA
Torino, Via Dell'accademia Albertina, 8, (Torino)
Torino, Via Dell'accademia Albertina, 8, (Torino)
Vernissage
14 Giugno 2016, ore 17.30
ore 19.00 (Museo Accorsi
Autore
Curatore