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Andrea Grosso Ciponte – Storie d’amore e di follia
L’artista davanti alla tela bianca cerca di evitare le immagini-cliché che lo circondano per catturare una “sensazione” e creare un’immagine estetica. Andrea Grosso Ciponte riempie la tela con personaggi che appartengono al repertorio o all’immaginario visuale quotidiano, una sorta di reportage fotografico o filmico sulla realtà.
Comunicato stampa
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L'oggetto esclusivo della sua pittura sembra essere il tema della visione stessa e del rapporto con l'immagine e indirettamente i diversi stili o modelli del vedere che alimentano la percezione presente.
Con i suoi personaggi, fissati in attimi d’intensa rappresentazione del vivere, riesce a comunicarci sensazioni e sentimenti, che superando il momento presente dello scatto fotografico, varcano la soglia del tempo tangibile e organizzato e distorcono il pensiero trascendente delle immagini facendo emergere dal disordine creativo la visione pura.
In realtà la pittura di Grosso Ciponte ha poco a che vedere con una figurazione realista o iperrealista, ma anche con il concetto stesso di figurazione classica e con i suoi connotati di narrazione e rappresentazione. L'oggetto esclusivo della sua pittura sembra piuttosto essere il tema della visione stessa e del rapporto con l'immagine e indirettamente i diversi stili o modelli del vedere che alimentano la percezione presente.
L'effetto zoom, dalla natura ambigua dell'immagine e dal potenziale di astrazione che essa contiene: quest’ambiguità costituisce proprio la soglia che separa il tempo cronologico, che è pittoricamente il tempo narrativo e figurativo, dal puro essere del tempo. Così l'immagine si emancipa dalla raffigurazione e, spesso divenendo oggetto parziale, si astrae dal disegno distaccandosi dallo sfondo.
Le sfumature, i colori molto slavati e striati, le pennellate leggere e decise, i contorni netti delle figure che si staccano dal contesto miscelato dei fondi, consentono al pittore di raggiungere una percezione di movimento e narrazione. Tutti i suoi personaggi sembra abbiano una storia da raccontare e che noi dobbiamo ascoltare.
I suoi personaggi sono ritratti più o meno consci strappati al cinema e alla musica, ma anche alla vita reale; uomini e donne che seguono a testa alta la parabola discendente del proprio destino, che potrà vederli perdenti, ma mai realmente vinti, con una carica sensuale ed erotica presente non solo nelle donne di Grosso Ciponte, ingenuamente seducenti, ma anche negli uomini ritratti in atteggiamenti a volte violenti.
Con i suoi personaggi, fissati in attimi d’intensa rappresentazione del vivere, riesce a comunicarci sensazioni e sentimenti, che superando il momento presente dello scatto fotografico, varcano la soglia del tempo tangibile e organizzato e distorcono il pensiero trascendente delle immagini facendo emergere dal disordine creativo la visione pura.
In realtà la pittura di Grosso Ciponte ha poco a che vedere con una figurazione realista o iperrealista, ma anche con il concetto stesso di figurazione classica e con i suoi connotati di narrazione e rappresentazione. L'oggetto esclusivo della sua pittura sembra piuttosto essere il tema della visione stessa e del rapporto con l'immagine e indirettamente i diversi stili o modelli del vedere che alimentano la percezione presente.
L'effetto zoom, dalla natura ambigua dell'immagine e dal potenziale di astrazione che essa contiene: quest’ambiguità costituisce proprio la soglia che separa il tempo cronologico, che è pittoricamente il tempo narrativo e figurativo, dal puro essere del tempo. Così l'immagine si emancipa dalla raffigurazione e, spesso divenendo oggetto parziale, si astrae dal disegno distaccandosi dallo sfondo.
Le sfumature, i colori molto slavati e striati, le pennellate leggere e decise, i contorni netti delle figure che si staccano dal contesto miscelato dei fondi, consentono al pittore di raggiungere una percezione di movimento e narrazione. Tutti i suoi personaggi sembra abbiano una storia da raccontare e che noi dobbiamo ascoltare.
I suoi personaggi sono ritratti più o meno consci strappati al cinema e alla musica, ma anche alla vita reale; uomini e donne che seguono a testa alta la parabola discendente del proprio destino, che potrà vederli perdenti, ma mai realmente vinti, con una carica sensuale ed erotica presente non solo nelle donne di Grosso Ciponte, ingenuamente seducenti, ma anche negli uomini ritratti in atteggiamenti a volte violenti.
14
febbraio 2004
Andrea Grosso Ciponte – Storie d’amore e di follia
Dal 14 febbraio al 07 marzo 2004
arte contemporanea
Location
ATELIER
Calvenzano, Via Lusardi, 13, (Bergamo)
Calvenzano, Via Lusardi, 13, (Bergamo)
Orario di apertura
tutti i giorni: 9.00-12.30 / 14.30 - 19.30
Domenica: 16.00 - 19.00