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Andrea Papi – Il centrino del soldato
In mostra 49 pezzi (olio su frammenti di tela) che formano un’unica opera: un’osservazione/studio del corpo e dell’identità maschile nel suo complesso attraverso alcune eclatanti ambiguità
Comunicato stampa
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In mostra 49 pezzi (olio su frammenti di tela) che formano un’unica opera, Il centrino del soldato, una. osservazione/studio del corpo e dell’identità maschile nel suo complesso attraverso alcune eclatanti ambiguità. Accentuati dai forti contrasti cromatici, i corpi raffigurati sembrano collocarsi in una strana dimensione tra iperpresenza e assenza, tra densità del colore e rarefatta consistenza della tela sfrangiata, tra la presenza ‘alta’ della pittura e la sfuggente marginalità della pratica artigianale.
Il pretesto iniziale è raccontato dall’autore stesso
“ La fine degli anni ’70, una vecchia signora conosciuta un po’ per caso. Vuole regalarmi un oggetto a lei, dice, ”molto, molto caro”. Regalo a sua volta di un suo fratello maggiore quando era ancora bambina. “ Lei - dice ancora - forse è la persona adatta”. E’ un centrino rosa, con dei fiorellini gialli e rossi, fatto all’uncinetto. Dal fratello però. Durante la prima guerra mondiale, in ospedale, convalescente per una ferita riportata al fronte.. Sembra, dal racconto, che le suore infermiere per far passare il tempo ai militari feriti, insegnassero loro a lavorare all’uncinetto e a ricamare. Trovai la storia assai intrigante perché rivelava aspetti inediti e inimmaginabili della vita dei nostri soldati al fronte. E perché connetteva il maschile per antonomasia ( il soldato ) e il femminile altrettanto per antonomasia ( il ricamo ); la ferita e la cura, l’ingenuità artistica e una prassi esecutiva sofisticata.
Conservai il centrino.
Nel 1993 mentre stavo portando a compimento il progetto Studi sul maschile 1979 – 1990, tenevo un diario visivo dove riflettevo sulla difficoltà, sul senso del lavoro e, perché no?, anche sulla solitudine dell’ artista, usando principalmente immagini di corpi maschili. Mi tornò alla mente il centrino. Pensai che l’azione del ricamare, abissalmente lontana dalle azioni di guerra, aveva accompagnato il soldato ferito fino alla guarigione. Mi sentivo in una situazione analoga e, tra marzo e maggio di quello stesso anno, realizzai anch’io 49 “centrini”, non ricamando ma dipingendo a olio su frammenti di tela. “
Un oggetto comune, come può essere un centrino, diventa motivo ispiratore di un lavoro d’arte, non per le sue qualità di manufatto, ma per l’eccezionalità di chi lo ha realizzato: un giovane soldato che impugna l’uncinetto invece di un fucile. La pratica artigianale del ricamo, dai mille risvolti simbolici ( l’ago nella cruna è il passaggio e il filo è legame tra i diversi livelli cosmici e psicologici; cucire è unire, tenere assieme quel che è separato e diverso, è accudire, ma il movimento dell’ago è anche trapassare, ferire; è cura e crudeltà al tempo stesso ) fu riconsiderata e divenne pratica artistica già nella Vienna della Secessione e nella Russia della Rivoluzione ( la rivalutazione dell’artigianato ). Molti artisti oggi si occupano di ricamo e a questa situazione ha dedicato una grande mostra, nell’estate del 2003, il MART, il Museo d’arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, Il racconto del filo, a cura di Francesca Pasini e Giorgio Verzotti.
A questo ambito di ricerca può essere collegato, da un punto di vista assolutamente personale, anche il Centrino del soldato che presentiamo.
ANDREA PAPI
E’ nato a Firenze nel 1954. Dopo essersi laureato in Architettura inizia a lavorare nel campo della ricerca pittorica, anche con progetti artistici che interessano ambiti territoriali o favoriscono il dialogo tra situazioni architettoniche e linguaggi culturali lontani tra loro.
Vive e lavora a Firenze e San Godenzo.
Progetti artistici
Pittura Scenica Durante un balletto del gruppo Azimut dipinge la scena, con un modello dal vero sul palcoscenico, che verrà distrutta al termine dello spettacolo, Teatro Nuovo di Torino e Teatro del Civis Roma, 1986. In seguito ne realizza una pittura scenica, Teatro Comunale di Firenze, Grand Theatre di Reims (F) e Teatro dell'Opera di Kijev (UA), 1988.
Azione Pittorica Nella sala macchine dell’industria Tetra Pak, di fronte allo staff dei dipendenti e durante l’orario di lavoro, realizza una grande pittura (m. 25 x 2,5) su carta e con colori di fabbrica, Tetra Pak, Hochheim am Main (D), 1988
Studi sul maschile 1979-1990 Ciclo di tre eventi nello studio abitazione, in cui vengono mostrate le fasi di trasformazione delle opere realizzate nel periodo in esame (catalogazione e operazione di occultamento di una parte di esse). Palazzo Caccini, Firenze 1991 e 1993.
Mostre collegate:
Performance, La Corte Arte Contemporanea, Firenze 2002.
Esposizione, Spazio Mirionima - Accademia di Belle Arti, Presentazione di Gianni Pozzi, Macerata 2004.
Progetto Parco Nazionale FoCaMoFaCa Riflessione sul territorio dove ha trasferito lo studio. Tre mostre di disegni e acquerelli, realizzate in spazi aperti e catalogo - itinerario, San Godenzo, 1996
Presentazioni del progetto:
Galleria Sergio Tossi, a cura di Pier Luigi Tazzi e Sergio Risaliti, Prato 1996
Palagio Fiorentino, presentazione di V. Ducoli, direttore del Parco delle Foreste Casentinesi, Stia 1997
Cenacolo di Sant' Apollonia, interventi di P. Bassani e L. Ringressi, Firenze 1997
Progetto Paternità Artistica Architettura del corpo e dell’abitare Progetto in corso che ha come mission l’emersione di strette relazioni storiche e culturali tra la Toscana e l’Europa non sufficientemente approfondite. Si affronta anche il diverso orientamento sessuale di alcuni personaggi.
Mostra e attività realizzate:
Genealogia Medicea, Istituto italiano di Cultura, Mϋnchen (D) 2002
Sito internet: www.andreapapi.it
Selezione mostre personali
Sala d' Accursio, Bologna 1982; Museo del Folklore, Roma 1983; Galleria Numerozero, presentazione di Mario Schifano, Bologna 1984; Galleria La bottega, con intervento danzato “Nomi K”, di Roberto Fabbri e presentazione di Piero Santi e Anna Maria Amonaci, Ravenna 1985; Palazzo Caccini, Lavori recenti, visita guidata a cura di Lino Centi, Firenze 1986; Galleria Dryphoto, Ritratti, Prato 1987; EAS, Nudi, Firenze 1987; Rathaus, Hochheim am Main (D) 1988; Loggia dei Lanzi, in This is the show and the show is many things, a cura di Pier Luigi Tazzi, Museum Van Hedendaagse Kunst, Gent (B) 1994.
Selezione mostre collettive
Messa in scena del corpo, Centro civico Irnerio, Bologna 1984; D' art room - European festival of new sites of the art, Bologna 1986; Corto circuito - Presenze d' arte giovane in Toscana, a cura di Saretto Cincinelli, San Giovanni Valdarno, 1987; Junge Kunst aus Italien: Andrea Papi Heinz Mader Marco Paladini, Galleria Art Promotion, Monaco (D) 1989; Pelago millenovecentonovanta: un progetto, a cura di Pier Luigi Tazzi. Pelago 1990; Residui. Andrea Papi, Davide Rivalta, Addo Lodovico Trinci, Italo Zuffi, Fondazione Lanfranco Baldi, Pelago, 2006
Il pretesto iniziale è raccontato dall’autore stesso
“ La fine degli anni ’70, una vecchia signora conosciuta un po’ per caso. Vuole regalarmi un oggetto a lei, dice, ”molto, molto caro”. Regalo a sua volta di un suo fratello maggiore quando era ancora bambina. “ Lei - dice ancora - forse è la persona adatta”. E’ un centrino rosa, con dei fiorellini gialli e rossi, fatto all’uncinetto. Dal fratello però. Durante la prima guerra mondiale, in ospedale, convalescente per una ferita riportata al fronte.. Sembra, dal racconto, che le suore infermiere per far passare il tempo ai militari feriti, insegnassero loro a lavorare all’uncinetto e a ricamare. Trovai la storia assai intrigante perché rivelava aspetti inediti e inimmaginabili della vita dei nostri soldati al fronte. E perché connetteva il maschile per antonomasia ( il soldato ) e il femminile altrettanto per antonomasia ( il ricamo ); la ferita e la cura, l’ingenuità artistica e una prassi esecutiva sofisticata.
Conservai il centrino.
Nel 1993 mentre stavo portando a compimento il progetto Studi sul maschile 1979 – 1990, tenevo un diario visivo dove riflettevo sulla difficoltà, sul senso del lavoro e, perché no?, anche sulla solitudine dell’ artista, usando principalmente immagini di corpi maschili. Mi tornò alla mente il centrino. Pensai che l’azione del ricamare, abissalmente lontana dalle azioni di guerra, aveva accompagnato il soldato ferito fino alla guarigione. Mi sentivo in una situazione analoga e, tra marzo e maggio di quello stesso anno, realizzai anch’io 49 “centrini”, non ricamando ma dipingendo a olio su frammenti di tela. “
Un oggetto comune, come può essere un centrino, diventa motivo ispiratore di un lavoro d’arte, non per le sue qualità di manufatto, ma per l’eccezionalità di chi lo ha realizzato: un giovane soldato che impugna l’uncinetto invece di un fucile. La pratica artigianale del ricamo, dai mille risvolti simbolici ( l’ago nella cruna è il passaggio e il filo è legame tra i diversi livelli cosmici e psicologici; cucire è unire, tenere assieme quel che è separato e diverso, è accudire, ma il movimento dell’ago è anche trapassare, ferire; è cura e crudeltà al tempo stesso ) fu riconsiderata e divenne pratica artistica già nella Vienna della Secessione e nella Russia della Rivoluzione ( la rivalutazione dell’artigianato ). Molti artisti oggi si occupano di ricamo e a questa situazione ha dedicato una grande mostra, nell’estate del 2003, il MART, il Museo d’arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, Il racconto del filo, a cura di Francesca Pasini e Giorgio Verzotti.
A questo ambito di ricerca può essere collegato, da un punto di vista assolutamente personale, anche il Centrino del soldato che presentiamo.
ANDREA PAPI
E’ nato a Firenze nel 1954. Dopo essersi laureato in Architettura inizia a lavorare nel campo della ricerca pittorica, anche con progetti artistici che interessano ambiti territoriali o favoriscono il dialogo tra situazioni architettoniche e linguaggi culturali lontani tra loro.
Vive e lavora a Firenze e San Godenzo.
Progetti artistici
Pittura Scenica Durante un balletto del gruppo Azimut dipinge la scena, con un modello dal vero sul palcoscenico, che verrà distrutta al termine dello spettacolo, Teatro Nuovo di Torino e Teatro del Civis Roma, 1986. In seguito ne realizza una pittura scenica, Teatro Comunale di Firenze, Grand Theatre di Reims (F) e Teatro dell'Opera di Kijev (UA), 1988.
Azione Pittorica Nella sala macchine dell’industria Tetra Pak, di fronte allo staff dei dipendenti e durante l’orario di lavoro, realizza una grande pittura (m. 25 x 2,5) su carta e con colori di fabbrica, Tetra Pak, Hochheim am Main (D), 1988
Studi sul maschile 1979-1990 Ciclo di tre eventi nello studio abitazione, in cui vengono mostrate le fasi di trasformazione delle opere realizzate nel periodo in esame (catalogazione e operazione di occultamento di una parte di esse). Palazzo Caccini, Firenze 1991 e 1993.
Mostre collegate:
Performance, La Corte Arte Contemporanea, Firenze 2002.
Esposizione, Spazio Mirionima - Accademia di Belle Arti, Presentazione di Gianni Pozzi, Macerata 2004.
Progetto Parco Nazionale FoCaMoFaCa Riflessione sul territorio dove ha trasferito lo studio. Tre mostre di disegni e acquerelli, realizzate in spazi aperti e catalogo - itinerario, San Godenzo, 1996
Presentazioni del progetto:
Galleria Sergio Tossi, a cura di Pier Luigi Tazzi e Sergio Risaliti, Prato 1996
Palagio Fiorentino, presentazione di V. Ducoli, direttore del Parco delle Foreste Casentinesi, Stia 1997
Cenacolo di Sant' Apollonia, interventi di P. Bassani e L. Ringressi, Firenze 1997
Progetto Paternità Artistica Architettura del corpo e dell’abitare Progetto in corso che ha come mission l’emersione di strette relazioni storiche e culturali tra la Toscana e l’Europa non sufficientemente approfondite. Si affronta anche il diverso orientamento sessuale di alcuni personaggi.
Mostra e attività realizzate:
Genealogia Medicea, Istituto italiano di Cultura, Mϋnchen (D) 2002
Sito internet: www.andreapapi.it
Selezione mostre personali
Sala d' Accursio, Bologna 1982; Museo del Folklore, Roma 1983; Galleria Numerozero, presentazione di Mario Schifano, Bologna 1984; Galleria La bottega, con intervento danzato “Nomi K”, di Roberto Fabbri e presentazione di Piero Santi e Anna Maria Amonaci, Ravenna 1985; Palazzo Caccini, Lavori recenti, visita guidata a cura di Lino Centi, Firenze 1986; Galleria Dryphoto, Ritratti, Prato 1987; EAS, Nudi, Firenze 1987; Rathaus, Hochheim am Main (D) 1988; Loggia dei Lanzi, in This is the show and the show is many things, a cura di Pier Luigi Tazzi, Museum Van Hedendaagse Kunst, Gent (B) 1994.
Selezione mostre collettive
Messa in scena del corpo, Centro civico Irnerio, Bologna 1984; D' art room - European festival of new sites of the art, Bologna 1986; Corto circuito - Presenze d' arte giovane in Toscana, a cura di Saretto Cincinelli, San Giovanni Valdarno, 1987; Junge Kunst aus Italien: Andrea Papi Heinz Mader Marco Paladini, Galleria Art Promotion, Monaco (D) 1989; Pelago millenovecentonovanta: un progetto, a cura di Pier Luigi Tazzi. Pelago 1990; Residui. Andrea Papi, Davide Rivalta, Addo Lodovico Trinci, Italo Zuffi, Fondazione Lanfranco Baldi, Pelago, 2006
12
aprile 2008
Andrea Papi – Il centrino del soldato
Dal 12 aprile al 10 maggio 2008
arte contemporanea
Location
IREOS
Firenze, Via Dei Serragli, 3, (Firenze)
Firenze, Via Dei Serragli, 3, (Firenze)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì 18-20
Vernissage
12 Aprile 2008, ore 18
Autore