Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Andrea Pescio – Le trame infinite del segno
Ciò che resta in definitiva non è tanto una commemorazione, quanto un’incredibile valorizzazione dell’umanità tout court, manipolata dal tocco di un artista dinamico e coraggioso, che coniuga l’impronta di un intenzionale gesto di selezione e manipolazione con una tecnica affascinante
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Lo spazio espositivo «Artisti a Palazzo Boglietti» propone una rassegna dedicata ad Andrea Pescio, artista
novarese classe 1972. Diplomatosi nella sua città al liceo Artistico “Felice Casorati”, successivamente iscritto
allo IED di Milano, ha frequentato i corsi di pittura presso l’Accademia di Brera a Milano. Oggi vive e lavora a
Novara.
Giovane di assoluto e riconosciuto talento, ha saputo crearsi uno spazio grazie alla sua straordinaria tecnica,
che accoppia lo studio della figura e dell’anatomia all’utilizzo di uno strumento, la penna Bic, che rende
unica ogni sua creazione.
La ricerca di immagini, estrapolate da un archivio di riviste, spesso degli anni Cinquanta e Sessanta,
costituisce la base per l’elaborazione grafica, tassativamente figurativa, realizzata a penna Bic su tele di
enormi dimensioni.
E' cosi che si coniuga il gesto di una tecnica innovativa, apparentemente semplice e forse provocatoria, in
una innegabile capacità di trasformare questi tratti elementari in pura forza espressiva, quasi fisica.
Al primo grande appuntamento con una mostra personale, Andrea Pescio espone opere di grande formato,
in cui l’impatto scenico della composizione e la tecnica unica di realizzazione, coincidono per creare un
percorso unico di grande arte.
L’artista ha inoltre realizzato appositamente per Palazzo Boglietti il monumentale e scenografico
lavoro site-specific intitolato Baby Gang, che lo spettatore potrà ammirare in mostra. Con una
superficie di quasi 30 metri lineari, il susseguirsi di questi pannelli accompagnerà gli spettatori lungo
un percorso narrativo unico ed affascinante.
Ciò che resta in definitiva non è tanto una commemorazione, quanto un'incredibile valorizzazione
dell'umanità tout court, manipolata dal tocco di un artista dinamico e coraggioso, che coniuga l'impronta di un
intenzionale gesto di selezione e manipolazione con una tecnica affascinante.
LE TRAME INFINITE DEL SEGNO
Enormi pannelli in tela di juta occupano Palazzo Boglietti, incontrano i visitatori, annunciano lo sviluppo della
mostra personale «Le trame infinite del segno» dell'artista novarese Andrea Pescio.
Dopo la rassegna «Da Picasso a Warhol: il segno grafico», questo appuntamento rinnova l'indagine intorno
al valore della linea, di un'intuizione istantanea, della rabdomantica tessitura del segno che si distende, si
interrompe, si amalgama con il colore per dar dimensione e consistenza compositiva e lievità assoluta
all'immagine evocata e raccontata.
In questa dimensione, si colloca l'attuale fase della ricerca di Andrea Pescio che utilizza la matita e,
soprattutto, la penna bic per realizzare i suoi grandi quadri, dove la rappresentazione appare intensa,
imponente, talora dissacrante.
Formatosi al Liceo Artistico di Novara, allo IED di Milano, e quindi all'Accademia di Brera, ha raggiunto una
propria misura espressiva che gli permette di fissare sulla tela bianca il delicato volto di una bambina o la
mitica FIAT 500, una raffigurazione religiosa, che sembra emergere da un lontano passato di inquisizioni, o il
possente gesto de «Il tiro alla fune», che è simbolica testimonianza di una umanità proiettata verso ulteriori
approdi conoscitivi, non senza impiegare una determinante fisicità.
Vi è, quindi, in Pescio una capacità di unire la storia della civiltà alle inquietudini contemporanee, le tensioni
che presiedono all'evoluzione della società alla realtà d'oggi con la «Baby Gang/ Il branco», l'astronauta, la
presenza «Imperiale».
In ogni caso, il segno della biro crea una trama che, in qualche misura, si ricollega alla tradizione dei tessuti
disegnati dai grandi autori del Novecento, con particolare riferimento alla stagione dei Futuristi di cui si
celebra il centenario, impreziositi da trame dorate e argentate, o alle esperienze della «Fiber Art».
Il profilo altero di Don Chisciotte e una enorme tartaruga, appartengono a questo universo di quotidiane
impressioni, di figure tratte da riviste degli anni Cinquanta e Sessanta, di sogni che diventano il «segno» del
suo percorso all'interno dell'esistenza, del gioco come comunicazione, dell'ironia.
Una semplice, comune, leggerissima biro è il mezzo tecnico per trasmettere il senso della propria visione di
questo nostro tempo senza soste, attese, ripensamenti.
Il segno corre veloce, traccia un'espressine, rinserra in un flash il colore-luce, trascrive una parola che si fa
memoria come l'incedere di una frase musicale:«I poeti in vecchie stanze gufose/ che scrivono curvi
parole/...Usando le parole, usate le parole/ le X e gli spazi vuoti/ E la pagina bianca dell'Imperatore/ E l'ultimo
dei tori/ prima che la primavera si metta in moto...».
E i versi, «Blues», di Jack Kerouac segnano percorsi dell'anima, strade di sconfinate libertà, energie che
avvicinano religioni e culture, ricordi a meditazioni risolte nella fitta e pulsante sequenza di una linea nello
spazio.
Angelo Mistrangelo
novarese classe 1972. Diplomatosi nella sua città al liceo Artistico “Felice Casorati”, successivamente iscritto
allo IED di Milano, ha frequentato i corsi di pittura presso l’Accademia di Brera a Milano. Oggi vive e lavora a
Novara.
Giovane di assoluto e riconosciuto talento, ha saputo crearsi uno spazio grazie alla sua straordinaria tecnica,
che accoppia lo studio della figura e dell’anatomia all’utilizzo di uno strumento, la penna Bic, che rende
unica ogni sua creazione.
La ricerca di immagini, estrapolate da un archivio di riviste, spesso degli anni Cinquanta e Sessanta,
costituisce la base per l’elaborazione grafica, tassativamente figurativa, realizzata a penna Bic su tele di
enormi dimensioni.
E' cosi che si coniuga il gesto di una tecnica innovativa, apparentemente semplice e forse provocatoria, in
una innegabile capacità di trasformare questi tratti elementari in pura forza espressiva, quasi fisica.
Al primo grande appuntamento con una mostra personale, Andrea Pescio espone opere di grande formato,
in cui l’impatto scenico della composizione e la tecnica unica di realizzazione, coincidono per creare un
percorso unico di grande arte.
L’artista ha inoltre realizzato appositamente per Palazzo Boglietti il monumentale e scenografico
lavoro site-specific intitolato Baby Gang, che lo spettatore potrà ammirare in mostra. Con una
superficie di quasi 30 metri lineari, il susseguirsi di questi pannelli accompagnerà gli spettatori lungo
un percorso narrativo unico ed affascinante.
Ciò che resta in definitiva non è tanto una commemorazione, quanto un'incredibile valorizzazione
dell'umanità tout court, manipolata dal tocco di un artista dinamico e coraggioso, che coniuga l'impronta di un
intenzionale gesto di selezione e manipolazione con una tecnica affascinante.
LE TRAME INFINITE DEL SEGNO
Enormi pannelli in tela di juta occupano Palazzo Boglietti, incontrano i visitatori, annunciano lo sviluppo della
mostra personale «Le trame infinite del segno» dell'artista novarese Andrea Pescio.
Dopo la rassegna «Da Picasso a Warhol: il segno grafico», questo appuntamento rinnova l'indagine intorno
al valore della linea, di un'intuizione istantanea, della rabdomantica tessitura del segno che si distende, si
interrompe, si amalgama con il colore per dar dimensione e consistenza compositiva e lievità assoluta
all'immagine evocata e raccontata.
In questa dimensione, si colloca l'attuale fase della ricerca di Andrea Pescio che utilizza la matita e,
soprattutto, la penna bic per realizzare i suoi grandi quadri, dove la rappresentazione appare intensa,
imponente, talora dissacrante.
Formatosi al Liceo Artistico di Novara, allo IED di Milano, e quindi all'Accademia di Brera, ha raggiunto una
propria misura espressiva che gli permette di fissare sulla tela bianca il delicato volto di una bambina o la
mitica FIAT 500, una raffigurazione religiosa, che sembra emergere da un lontano passato di inquisizioni, o il
possente gesto de «Il tiro alla fune», che è simbolica testimonianza di una umanità proiettata verso ulteriori
approdi conoscitivi, non senza impiegare una determinante fisicità.
Vi è, quindi, in Pescio una capacità di unire la storia della civiltà alle inquietudini contemporanee, le tensioni
che presiedono all'evoluzione della società alla realtà d'oggi con la «Baby Gang/ Il branco», l'astronauta, la
presenza «Imperiale».
In ogni caso, il segno della biro crea una trama che, in qualche misura, si ricollega alla tradizione dei tessuti
disegnati dai grandi autori del Novecento, con particolare riferimento alla stagione dei Futuristi di cui si
celebra il centenario, impreziositi da trame dorate e argentate, o alle esperienze della «Fiber Art».
Il profilo altero di Don Chisciotte e una enorme tartaruga, appartengono a questo universo di quotidiane
impressioni, di figure tratte da riviste degli anni Cinquanta e Sessanta, di sogni che diventano il «segno» del
suo percorso all'interno dell'esistenza, del gioco come comunicazione, dell'ironia.
Una semplice, comune, leggerissima biro è il mezzo tecnico per trasmettere il senso della propria visione di
questo nostro tempo senza soste, attese, ripensamenti.
Il segno corre veloce, traccia un'espressine, rinserra in un flash il colore-luce, trascrive una parola che si fa
memoria come l'incedere di una frase musicale:«I poeti in vecchie stanze gufose/ che scrivono curvi
parole/...Usando le parole, usate le parole/ le X e gli spazi vuoti/ E la pagina bianca dell'Imperatore/ E l'ultimo
dei tori/ prima che la primavera si metta in moto...».
E i versi, «Blues», di Jack Kerouac segnano percorsi dell'anima, strade di sconfinate libertà, energie che
avvicinano religioni e culture, ricordi a meditazioni risolte nella fitta e pulsante sequenza di una linea nello
spazio.
Angelo Mistrangelo
13
giugno 2009
Andrea Pescio – Le trame infinite del segno
Dal 13 giugno al 26 luglio 2009
arte contemporanea
Location
PALAZZO BOGLIETTI
Biella, Via Felice Piacenza, 1, (Biella)
Biella, Via Felice Piacenza, 1, (Biella)
Orario di apertura
Sabato e Domenica
dalle ore 15 alle 19. Apertura settimanale su richiesta
Vernissage
13 Giugno 2009, ore 18
Sito web
www.artesanmarco.com
Autore
Curatore