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Andrea Silicati – Piccole visioni
Le sue opere sono lineari ed essenziali; dirigono luci discrete, d’una precisione assoluta, sugli aspetti più semplici, più marginali
Comunicato stampa
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Andrea Silicati sussurra e bisbiglia. Le sue opere sono lineari ed essenziali; dirigono luci discrete, d’una precisione assoluta, sugli aspetti più semplici, più marginali, e se vogliamo più miracolosi della natura e del vissuto quotidiano.
Anzi, l’impressione generale è proprio quella di un incontro con i genii naturae,con gli spiriti sacri che informano i fiori dei nostri orti, le aiuole dei nostri giardini, i piccoli insetti, le lumache indotte allo scoperto dalla pioggia. Quelle creature la cui scontata esistenza, ha reso invisibili ai nostri occhi; e pure ci sono! La loro mancanza lascerebbe nel nostro vissuto enormi vuoti.
Per questa sensibilità per così dire, prenatale all’opera, l’arte nel suo lavoro, è già l’ idea: il saper cogliere il fascino dei minima, di queste forme di vita che accompagnano i nostri avi di generazione in generazione, che hanno inciso ed incidono ancora, e profondamente, le forme del nostro territorio.
La bellezza viene colta esattamente là, dove è più inaspettata ed inedita, ma non diviene mai mero compiacimento estetico, i piccoli fiori di basilico, le falene ed i ranocchi ne sarebbero ridotte a spoglia vuota.
No. Invece no, le tavole di Silicati sono pervase da una sensibilità geniale: pure forme di linearità perfetta. Prendono vita in tocchi d’argento ed oro. Tra i petali del basilico si attua il richiamo ad una ieraticità antica. L’evocazione del trascendente e del metafisico dell’arte bizantina e medievale, tradizionalmente raffigurata con enormi campiture auree, viene trasposta per un altro tipo di sacralità, avulsa dal Dio cristiano, e pure, allo stesso modo, fortemente sacra.
E così le piccole lumache, tortili ed in bilico, così poco degne di clamore, assurgono a simbolo della fragilità e della grazia, occultate dalla forza del guscio. Le lumache divengono dei paradigmi delle nostre bellezze nascoste e soprattutto, ciò che è geniale, delle nostre finte forze, delle protezioni posticce che accampiamo ed improvvisiamo a nascondiglio delle nostre parti molli. Per questo chi fruisce dell’opera di Silicati si sente in qualche modo, ripulito dall’interno, beneficato. Per un istante, il grandangolo di spazi enormi, il refrain del tanto decantato world wide web e della globalizzazione vengono annichiliti dal silenzio ancestrale delle piccole creature della natura.
Il microcosmo di Silicati si staglia nitido e ben netto su tavole monocolore; tinte forti come pugni o pastello ed oro; tinte complementari a quelle base, sopraelevate in tavolette quadrangolari. Ogni opera ha una sua armonia perfetta; fosse in versi farebbe pensare ad haiku giapponesi: l’estremo controllo di tre brevi versi e l’improvvisa luce dell’elemento discorde. Ecco i suoi soggetti, sono trattati con la grammatica poetica dell’haiku: il dettato è descrittivo, la forma sintetica, non indulge a nessun tipo di sovrabbondanza, ma non ogni elemento è omogeneo e concorde. Ci sono come elementi di caos, una sorta del disordine interno a tutti i sistemi anche quelli più perfetti. Una legge di natura.
L’attento osservatore percepisce tutto ciò ed ecco perché ne viene vivificato. È una sorta di ritorno alle radici, all’essenzialità di bisogni che era il costume di vita dei nostri progenitori ed in fine, una boccata d’aria a dispetto dell’innaturalità dei tempi, degli spazi, dell’artificiosità estrema dei nostri modelli occidentali.
( di Eleonora Latini )
Andrea Silicati
tel. 340.7725990
e-mail: silico@virgilio.it
Anzi, l’impressione generale è proprio quella di un incontro con i genii naturae,con gli spiriti sacri che informano i fiori dei nostri orti, le aiuole dei nostri giardini, i piccoli insetti, le lumache indotte allo scoperto dalla pioggia. Quelle creature la cui scontata esistenza, ha reso invisibili ai nostri occhi; e pure ci sono! La loro mancanza lascerebbe nel nostro vissuto enormi vuoti.
Per questa sensibilità per così dire, prenatale all’opera, l’arte nel suo lavoro, è già l’ idea: il saper cogliere il fascino dei minima, di queste forme di vita che accompagnano i nostri avi di generazione in generazione, che hanno inciso ed incidono ancora, e profondamente, le forme del nostro territorio.
La bellezza viene colta esattamente là, dove è più inaspettata ed inedita, ma non diviene mai mero compiacimento estetico, i piccoli fiori di basilico, le falene ed i ranocchi ne sarebbero ridotte a spoglia vuota.
No. Invece no, le tavole di Silicati sono pervase da una sensibilità geniale: pure forme di linearità perfetta. Prendono vita in tocchi d’argento ed oro. Tra i petali del basilico si attua il richiamo ad una ieraticità antica. L’evocazione del trascendente e del metafisico dell’arte bizantina e medievale, tradizionalmente raffigurata con enormi campiture auree, viene trasposta per un altro tipo di sacralità, avulsa dal Dio cristiano, e pure, allo stesso modo, fortemente sacra.
E così le piccole lumache, tortili ed in bilico, così poco degne di clamore, assurgono a simbolo della fragilità e della grazia, occultate dalla forza del guscio. Le lumache divengono dei paradigmi delle nostre bellezze nascoste e soprattutto, ciò che è geniale, delle nostre finte forze, delle protezioni posticce che accampiamo ed improvvisiamo a nascondiglio delle nostre parti molli. Per questo chi fruisce dell’opera di Silicati si sente in qualche modo, ripulito dall’interno, beneficato. Per un istante, il grandangolo di spazi enormi, il refrain del tanto decantato world wide web e della globalizzazione vengono annichiliti dal silenzio ancestrale delle piccole creature della natura.
Il microcosmo di Silicati si staglia nitido e ben netto su tavole monocolore; tinte forti come pugni o pastello ed oro; tinte complementari a quelle base, sopraelevate in tavolette quadrangolari. Ogni opera ha una sua armonia perfetta; fosse in versi farebbe pensare ad haiku giapponesi: l’estremo controllo di tre brevi versi e l’improvvisa luce dell’elemento discorde. Ecco i suoi soggetti, sono trattati con la grammatica poetica dell’haiku: il dettato è descrittivo, la forma sintetica, non indulge a nessun tipo di sovrabbondanza, ma non ogni elemento è omogeneo e concorde. Ci sono come elementi di caos, una sorta del disordine interno a tutti i sistemi anche quelli più perfetti. Una legge di natura.
L’attento osservatore percepisce tutto ciò ed ecco perché ne viene vivificato. È una sorta di ritorno alle radici, all’essenzialità di bisogni che era il costume di vita dei nostri progenitori ed in fine, una boccata d’aria a dispetto dell’innaturalità dei tempi, degli spazi, dell’artificiosità estrema dei nostri modelli occidentali.
( di Eleonora Latini )
Andrea Silicati
tel. 340.7725990
e-mail: silico@virgilio.it
19
marzo 2005
Andrea Silicati – Piccole visioni
Dal 19 marzo al 17 aprile 2005
arte contemporanea
Location
GALLERIA ARTEMISIA
Falconara Marittima, Via Nino Bixio, 39, (Ancona)
Falconara Marittima, Via Nino Bixio, 39, (Ancona)
Orario di apertura
tutti i giorni 10-12.30 e 17.30 – 19.30
Vernissage
19 Marzo 2005, ore 18
Autore