Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Andrea Zuffi – Note di colore di un tipo suonato
Andrea Zuffi non è un musicista, non suona Jazz. Come un jazzista, però, improvvisa, sperimenta colori e resine, fuochi e polveri, si esercita in swing di matita e pennello, usa blue ma anche black note, yellow, green, colori primari, secondari, visionari. E’ un pittore jazz!
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Nei primi anni del novecento nasceva il Jazz.
Nei primi giorni del 1964, nasceva Andrea Zuffi.
Le due date non hanno nulla in comune, se non Andrea Zuffi stesso e la sua passione per il Jazz.
Andrea Zuffi non è un musicista, non suona Jazz, davvero, neanche una nota,.
Come un jazzista, però, improvvisa, sperimenta colori e resine, fuochi e polveri, si esercita in swing di matita e pennello, usa blue ma anche black note, senza dimenticare yellow, green, i colori primari, secondari e anche i visionari.
Quindi, si può dire che sia un pittore Jazz.
Suona note malinconiche di colore con improvvise jam color session.
I suoi soggetti sono il sax tenore, la tromba, il pianoforte, il basso, microfoni, tasti, ancie nelle mani e sulle labbra di Coltrane, Evans, Armstrong, Miles Davis, Thelonius Monk, Sonny Rollins, e anche inaspettati Paolo Conte e Michael Bublé.
Facce viste su vinili e copertine di LP, su stampe in bianco e nero e a colori sbiaditi, foto famose e scatti rubati, flash di concerti e di giornali.
Il Jazz di AZ non è arte, è una cosa sua. Lui dice: “io dipingo”. E alla gente piace.
E dipinge, con semplicità, disegna con le luci e le ombre che richiamano palcoscenici e scantinati, fumo di sigarette, whisky e New Orleans.
Per favore, non pensate a dei ritratti di musicisti, pensate piuttosto che il tempo si fermi e che, meglio di una hassemblad, una mano scontorni una figura e riesca a ritrarre l’anima di chi il Jazz non lo suona, ma se lo sente dentro.
BIOGRAFIA
Andrea Zuffi ha iniziato da piccolo. A scuola, con i calzoni corti, ha disegnato un coleottero. Il tratto era sicuro, le proporzioni incredibilmente perfette, forse troppo per un bambino. E allora, ha messo il coleottero in un cassetto, per diventare grande.
Dopo 30 anni, mentre Andrea faceva le sue esperienze adolescenziali, l’art director, il collezionista di valigeria d’epoca, si faceva crescere dei baffi da crucco, il commerciante, e molte altre cose che aspettano una definizione, il coleottero è saltato fuori all’improvviso, perché non ce la faceva più a restare chiuso in un cassetto.
Quando AZ l’ha rivisto, nero come l’anima del Jazz di Sidney Bechet, ha sentito il richiamo del Jazz.
Ora quel bambino ha 45 anni. Da grande vuole dipingere.
State ad vedere il Jazz. Sentirete Andrea Zuffi.
Nei primi giorni del 1964, nasceva Andrea Zuffi.
Le due date non hanno nulla in comune, se non Andrea Zuffi stesso e la sua passione per il Jazz.
Andrea Zuffi non è un musicista, non suona Jazz, davvero, neanche una nota,.
Come un jazzista, però, improvvisa, sperimenta colori e resine, fuochi e polveri, si esercita in swing di matita e pennello, usa blue ma anche black note, senza dimenticare yellow, green, i colori primari, secondari e anche i visionari.
Quindi, si può dire che sia un pittore Jazz.
Suona note malinconiche di colore con improvvise jam color session.
I suoi soggetti sono il sax tenore, la tromba, il pianoforte, il basso, microfoni, tasti, ancie nelle mani e sulle labbra di Coltrane, Evans, Armstrong, Miles Davis, Thelonius Monk, Sonny Rollins, e anche inaspettati Paolo Conte e Michael Bublé.
Facce viste su vinili e copertine di LP, su stampe in bianco e nero e a colori sbiaditi, foto famose e scatti rubati, flash di concerti e di giornali.
Il Jazz di AZ non è arte, è una cosa sua. Lui dice: “io dipingo”. E alla gente piace.
E dipinge, con semplicità, disegna con le luci e le ombre che richiamano palcoscenici e scantinati, fumo di sigarette, whisky e New Orleans.
Per favore, non pensate a dei ritratti di musicisti, pensate piuttosto che il tempo si fermi e che, meglio di una hassemblad, una mano scontorni una figura e riesca a ritrarre l’anima di chi il Jazz non lo suona, ma se lo sente dentro.
BIOGRAFIA
Andrea Zuffi ha iniziato da piccolo. A scuola, con i calzoni corti, ha disegnato un coleottero. Il tratto era sicuro, le proporzioni incredibilmente perfette, forse troppo per un bambino. E allora, ha messo il coleottero in un cassetto, per diventare grande.
Dopo 30 anni, mentre Andrea faceva le sue esperienze adolescenziali, l’art director, il collezionista di valigeria d’epoca, si faceva crescere dei baffi da crucco, il commerciante, e molte altre cose che aspettano una definizione, il coleottero è saltato fuori all’improvviso, perché non ce la faceva più a restare chiuso in un cassetto.
Quando AZ l’ha rivisto, nero come l’anima del Jazz di Sidney Bechet, ha sentito il richiamo del Jazz.
Ora quel bambino ha 45 anni. Da grande vuole dipingere.
State ad vedere il Jazz. Sentirete Andrea Zuffi.
20
febbraio 2009
Andrea Zuffi – Note di colore di un tipo suonato
Dal 20 febbraio al 10 marzo 2009
arte contemporanea
Location
LINEARIA ART & MUSEUM
Milano, Viale Sabotino, 15, (Milano)
Milano, Viale Sabotino, 15, (Milano)
Orario di apertura
Da Lunedì a Sabato dalle ore 10,00 alle 19,30 (chiuso lunedì mattina e domenica).
Vernissage
20 Febbraio 2009, ore 18,30
Autore
Ciao! Come faccio a mettermi in contatto con questo artista? Grazie!!!