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Andrew Dadson
Andrew Dadson, giovane artista canadese di Vancouver, è alla sua seconda personale presso la Galleria Franco Noero. Il suo lavoro sviluppa l’idea dell’azione ripetuta nel tempo, interrogandosi sul concetto di limite e di spazio fisico tramite tecniche diverse quali la fotografia, il video e la pittura.
Comunicato stampa
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Andrew Dadson, giovane artista canadese di Vancouver, è alla sua seconda personale presso la Galleria Franco Noero. Il suo lavoro sviluppa l’idea dell’azione ripetuta nel tempo, interrogandosi sul concetto di limite e di spazio fisico tramite tecniche diverse quali la fotografia, il video e la pittura.
Nella sede della Galleria l’artista presenta una nuova serie di dipinti che superano la bidimensionalità della tela e creano una relazione scultorea con lo spazio. I lavori sono infatti realizzati sovrapponendo numerosi strati di pittura ad olio di diversi colori che sono continuamente raschiati verso i bordi e coperti da un ultimo strato bianco o nero. Lo spessore che ne deriva serve alternativamente da appoggio al muro per la tela posta a terra o diventa elemento materico tridimensionale nelle opere a parete.
I ‘Lean Paintings’, distaccati dalle pareti, provocano una distorsione visiva per cui la forma quadrata o rettangolare della tela sembra essere trapezoidale, mentre nei ‘Restretched Paintings’ l’accumulazione di pittura su tutti i bordi è il limite che separa lo spazio pieno, interamente occupato dal colore, da quello vuoto della tela grezza che sta intorno.
Gli strati di colore sovrapposti sono dipendenti uno dall’altro e diventano progressivamente struttura di supporto o accumulazione, segni tangibili dell’azione che l’artista ripete più volte, sintetizzando in questo modo l’idea di tempo.
Appoggiate alle pareti come ‘puntelli’ le opere fanno riferimento al lavoro di Richard Serra e di Charles Ray, mentre le loro superfici monocrome rimandano alle esperienze della pittura astratta americana di Rauschenberg, Reinhardt e Rothko.
‘The End is The Beginning’ è il titolo dell’installazione nel Project Space di Piazza Santa Giulia 0/F: una sequenza di tubi al neon forma un pannello di grandi dimensioni, nel quale la luce è oscurata da pittura colorata e nera per creare un effetto di annullamento, come se si trattasse della sparizione di un sole artificiale.
Andrew Dadson (White Rock, Canada, 1980) vive e lavora a Vancouver. Tra le sue mostre personali e collettive presso Istituzioni pubbliche internazionali ricordiamo: ’Nothing to say and I am saying it’, Kunstverein Freiburg (2009); ‘The tree: from the sublime to the social’, Vancouver Art Gallery (2008); ‘Evening all afternoon’, Charles H.Scott Gallery, ECIAD, Vancouver (2007); ‘Dedicated to you, but you weren’t listening’, The Power Plant Gallery, Toronto (2005); ‘At Play’, Liu Haisu Museum, Shanghai (2004); ‘I am a curator’, Chisenhale Gallery, Londra (2003); ‘Backpacker “Work from Vancouver and Beyond” , London Biennial, Londra (2002).
Nella sede della Galleria l’artista presenta una nuova serie di dipinti che superano la bidimensionalità della tela e creano una relazione scultorea con lo spazio. I lavori sono infatti realizzati sovrapponendo numerosi strati di pittura ad olio di diversi colori che sono continuamente raschiati verso i bordi e coperti da un ultimo strato bianco o nero. Lo spessore che ne deriva serve alternativamente da appoggio al muro per la tela posta a terra o diventa elemento materico tridimensionale nelle opere a parete.
I ‘Lean Paintings’, distaccati dalle pareti, provocano una distorsione visiva per cui la forma quadrata o rettangolare della tela sembra essere trapezoidale, mentre nei ‘Restretched Paintings’ l’accumulazione di pittura su tutti i bordi è il limite che separa lo spazio pieno, interamente occupato dal colore, da quello vuoto della tela grezza che sta intorno.
Gli strati di colore sovrapposti sono dipendenti uno dall’altro e diventano progressivamente struttura di supporto o accumulazione, segni tangibili dell’azione che l’artista ripete più volte, sintetizzando in questo modo l’idea di tempo.
Appoggiate alle pareti come ‘puntelli’ le opere fanno riferimento al lavoro di Richard Serra e di Charles Ray, mentre le loro superfici monocrome rimandano alle esperienze della pittura astratta americana di Rauschenberg, Reinhardt e Rothko.
‘The End is The Beginning’ è il titolo dell’installazione nel Project Space di Piazza Santa Giulia 0/F: una sequenza di tubi al neon forma un pannello di grandi dimensioni, nel quale la luce è oscurata da pittura colorata e nera per creare un effetto di annullamento, come se si trattasse della sparizione di un sole artificiale.
Andrew Dadson (White Rock, Canada, 1980) vive e lavora a Vancouver. Tra le sue mostre personali e collettive presso Istituzioni pubbliche internazionali ricordiamo: ’Nothing to say and I am saying it’, Kunstverein Freiburg (2009); ‘The tree: from the sublime to the social’, Vancouver Art Gallery (2008); ‘Evening all afternoon’, Charles H.Scott Gallery, ECIAD, Vancouver (2007); ‘Dedicated to you, but you weren’t listening’, The Power Plant Gallery, Toronto (2005); ‘At Play’, Liu Haisu Museum, Shanghai (2004); ‘I am a curator’, Chisenhale Gallery, Londra (2003); ‘Backpacker “Work from Vancouver and Beyond” , London Biennial, Londra (2002).
07
novembre 2009
Andrew Dadson
Dal 07 novembre 2009 al 14 gennaio 2010
arte contemporanea
Location
GALLERIA FRANCO NOERO
Torino, Via Giulia Di Barolo, 16/D, (Torino)
Torino, Via Giulia Di Barolo, 16/D, (Torino)
Orario di apertura
dal giovedì al sabato ore 15 – 18, solo su prenotazione. Per facilitare l’accesso ai piani dell’edificio, l’ingresso è consentito a gruppi limitati di visitatori di non oltre 8 persone
Vernissage
7 Novembre 2009, ore 21 SOLO su prenotazione. l'accesso alla mostra di Andrew Dadson sarà limitato a gruppi di non oltre 10 persone alla volta, con visite dalle ore 21 alle 24 ogni mezz'ora. punto prenotazioni in Via Giulia di Barolo 9, dalle ore 20.30.
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