Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Andy Fluon
Mostra personale dell’artista e musicista Andy Fluon (Monza, 1971), musicista cofondatore dei Bluvertigo accanto a Morgan nei primi anni ‘90, compositore di musiche per il teatro e la danza contemporanea, oltre che conduttore televisivo e radiofonico.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Sabato 21 maggio la galleria Colossi Arte Contemporanea vi invita ad immergervi nell'immaginario visivo postmoderno e poliedrico dell'artista e musicista Andy Fluon (Monza, 1971), cofondatore dei Bluvertigo nei primi anni '90 accanto a Morgan, oltre che compositore di colonne sonore per il teatro e la danza contemporanea, conduttore televisivo, per MTV, Rai Due e il canale Chili di Fastweb e radiofonico per l'emittente Rock'n'Roll.
La sua vita, la sua arte, il suo DNA sono composti dalla magia combinatoria degli elementi surreali che si compenetrano come note musicali su di un pentagramma, accesi da campiture cromatiche dalle tonalità acide e squillanti, definite da contorni neri netti, come “macchie cacofoniche” e risonanti perché illuminate da acrilici fluorescenti che si fondono nella sua pittura liquida e scorrevole, in stile New Pop, all'interno di architetture psichedeliche, piani prospettici fluidi ed elastici. Allo stesso modo, nella sua musica, sonorità electro-minimal alla Kraftwerk si mescolano a quelle New Wave anni '80, le stesse di quella che ascoltava da ragazzo con il walkman -Cure, Depeche Mode, Bauahus e Virgin Prunes- suonate con il sax, le tastiere elettroniche e i sintetizzatori vocali, in un “distillato purissimo di arte, musica e spettacolo”, come lo definisce Chiara Argenteri. Quello di Andy è un codice espressivo inconfondibile, un DNA artistico, dallo stile vagamente fumettistico, influenzato dall'impostazione estetica della grafica glamour anni '80, un po' illustrativa e sintetica alla Patrick Nagel, e dalla formazione dell'artista in illustrazione e grafica pubblicitaria presso l'Accademia di Arti Applicate di Milano.
Nel suo procedere artistico/estetico, infatti, l'artista supera, la trasmigrazione analitica dell'immaginario collettivo e mediatico in ambito artistico, tipica del più famoso “Andy” e dei Pop-artisti anni Sessanta, per arrivare a creare un “cortocircuito” tra costruzione artificiale, massmediatica e realtà, immersa in un universo di teatralità e trasformismo quasi baroccheggiante, accostando soggetti tratti da contesti culturali opposti in azzardi di grande impatto visivo, costruzioni simboliche potenti, dove si condensano artificio e realtà. I suoi panorami di ispirazione surrealista inglobano immagini tratte dagli stereotipi del panorama iconografico del mondo contemporaneo, dei suoi feticci, come il modello della perfezione estetica femminile rappresentato dalle sue geishe, rivisitate in stile cyber-punk, o dalle sue modelle twiggy. A sfilare sulle sue tele dai colori lussureggianti sono le icone di una intera generazione New Wave e avant pop, cresciuta negli anni Ottanta-Novanta, icone del rock, dai Joy Division ai Kraftwerk, da Robert Smith ai Devo, da Nico a Sid Vicious dei Sex Pistols, da Madonna a Diamanda Galas, da Kurt Cobain a David Bowie, da Michael Jackson a Jim Morrison, oppure le dive del cinema come Sofia Loren, Liz Taylor, Audrey Hepburn, Grace Kelly, Marilyn Monroe o le modelle del jet-set come Kate Moss o Eva Evangelista, it-girl, dive patinate da prima pagina, magari accostate a personaggi dei cartoons Disney o francesi come Asterix e i Barbapapà, dei manga giapponesi, come Captain Harlock, Goldrake, Pollon, Lupin, oppure dei cartoni statunitensi, come il cane Muttley dei Wacky Races.
Nel suo universo ludico e onirico di visioni caleidoscopiche, queste icone postmoderne si alternano a fotogrammi storici di film come Shining di Kubrick, ai personaggi mitici come l'oscuro signore dei Sith di Star Wars, Darth Vader, oppure ai capolavori dell'arte classica, madonne effigiate dai maestri del passato, come Leonardo o Raffaello, l'Adamo ed Eva di Tiziano, la Venere del Botticelli, talvolta affiancate dalle immagini commerciali propinateci dai mass media di dispositivi elettronici, smartphone e tablet Apple. Con un circuito di sottili e sapienti pennellate, Andy ricompone sulla tela visioni allucinatorie animate da tinte cangianti che richiamano la frenetica espansione delle immagini mediatiche, dei circuiti elettronici dei pc, ma rilette sotto l'influsso della cultura underground e punk della stagione postmoderna anni '80, alla costante ricerca di una sua nobilitazione nell'arte contemporanea, di un suo inserimento nel mainstream. Il linguaggio pittorico di Andy, esuberante e voluttuoso, quasi Rococò nella sua volontà di esporsi ed esibirsi con eccentrico fasto sul proscenio teatrale delle opere, infatti, attiva forti stimoli visuali che portano ad un forte contagio empatico, usando aggressivi accordi cromatici dal rosso al verde, dal fucsia all'arancio, dal giallo al blu elettrico, in una nitida e sintetica trascrizione dei colori, suddivisa in campiture di colore ben definite da segni scuri e nitidi, simili a quelli della cultura simbolista di fine Ottocento, ma arricchita da azzardi cromatici e formali, richiami allo stile fumettistico, così come alla struttura visiva del computer e della tv, con le quali l'artista-musicista è cresciuto, ma anche alla steet art di Kenny Scharf e ai graffiti di Haring, oppure da motivi decorativi floreali liberty in stile Mucha.
Questo sognatore allucinato continua ad emettere input in un flusso continuo di stimoli percettivi; da qui deriva il nome FluOn, dato al suo laboratorio creativo, da lui fondato nel 2005 in una ex fabbrica tessile di Monza, vera e propria “factory” warholiana, “una stazione creativa che si modula a seconda delle necessità. Può diventare un teatro di posa, uno spazio espositivo per creazioni e per performance di ogni tipo”, come afferma Andy stesso, e trasformatosi, nel 2012, nell'omonimo progetto musicale. FluOn è uno pseudonimo che condensa la sua visione dell'arte e della vita come perenne flusso di energia creativa, la stessa che emerge dai suoi dipinti, che scorre sui binari alternati della “FLUorescenza” e dell'”inFLUenza”, entrambe da emettere e ricevere costantemente come tonalità linguistiche ed emozionali, e il mood, sempre “acceso” in modalità “ON”, sempre pronta ad assorbire stimoli dall'ambiente esterno. I suoi universi fluttuano in prospettive urbane vertiginose ed elastiche, fluide come le visioni futuriste delle città, definite da cromie acide e squillanti.
Il flusso visivo inarrestabile della sua immaginazione ipertrofica ingloba ogni aspetto del visibile, trasfigurandolo, con il filtro surreale del suo immaginario, in una condensazione di elementi massmediali opposti e ci restuisce immagini tratte da suggestioni individuali, ricordi dell'infanzia, mixati come i vari elementi in uno spartito musicale, come le varie sonorità che compongono la sua musica, rielaborate con sax, tastiere elettroniche, sintetizzatori vocali: sono richiami alle icone dell'arte Pop, al decorativismo floreale dell'arte liberty, alle architetture visionarie dei futuristi, alla vanitas barocca, ma anche al fetish metropolitano, allo urban style, alla maschera cosmopolita e fake della moda.
Il contagio empatico di questo flusso creativo finisce per riversarsi anche, come decorazione caleidoscopica, su strumenti musicali, oggetti di design, arredi, abiti. Importanti sono le collaborazioni di Andy con noti marchi del design, come Too Late, Koko Lab, Nodis, Ukie, della moda, come Enrico Coveri, Gherardini, Iceberg, Custo Barcelona. Questo mood ludicamente fantastico, questa dimensione visionaria tridimensionale dove la percezione della realtà è alterata, si riversa su ogni aspetto del vissuto quotidiano, come già fece, non il futurismo dell'avanguardia storica, bensì il Secondo Futurismo, quello del manifesto La ricostruzione futurista dell'universo, pubblicato da Giacomo Balla e Fortunato Depero nel 1915, aprendosi all'architettura d'interni, alle scenografie teatrali e ai costumi per lo spettacolo. Andy si è accostato idelamente all'avanguardia futurista dedicandosi alla sonorizzazione di Danzadellaviatrice, tratta da un testo futurista di Marinetti ed ispirandosi al Teatro di Depero nella sua esibizione alla 53° Biennale di Venezia. Come i futuristi e come la generazione anni '80, caratterizzata dalla frequente collaborazione tra artisti e musicisti nella creazione di allestimenti scenografici per concerti, videoclip ed ensemble teatrali, anche Andy tra gli anni '90 e gli anni 2000 compone musiche per spettacoli teatrali come Winna, messo in scena da Federico Mazzi e Gee. Andy!, dedicato, non a caso, a Andy Warhol.
Pur prendendo ispirazione, come molti artisti della generazione neopop anni Ottanta-Novanta, dall'ingordigia visiva e dall'atteggiamento analitico dell'arte Pop sulla società dei consumi, il suo stile pop contemporaneo, levigato e fluorescente, va ben oltre, arrivando a configurare un panorama visivo allucinato e sardonico, che altera prospettive visuali e connessioni logiche su superfici eterogenee, composte da elementi tratti da contesti culturali e massmediali opposti, andando a delineare uno scenario che diventa paradigma dell'alienazione contemporanea.
Cenni biografici:
Nato a Monza nel 1971, Andy si forma in ambito artistico presso l'Istituto d'Arte di Monza e l'Accademia di Arti Applicate di Milano fino alla specializzazione in illustrazione e grafica pubblicitaria. Cofondatore dei Bluvertigo con Morgan nei primi anni Novanta, parallelamente si dedica alla pittura fondando, agli inizi degli anni Novanta, il laboratorio Resethouse con Roberto Bottazzi, artista video e designer di gioielli, iniziando ad intraprendere il suo percorso aristico in questa sorta di fucina creativa, una “casa scapestrata che era un perfetto luogo di lavorazione, dove potevamo sporcare e provare qualsiasi cosa”, come afferma Andy stesso. Resethouse è la prima prova di quella che diventerà, nel 2005, la sua “factory” warholiana, FluOn, “una stazione creativa che si modula a seconda delle necessità. Può diventare un teatro di posa, uno spazio espositivo per creazioni e per performance di ogni tipo”. Espone per la prima volta all'Open Art Café di Lissone di Milano, nel 1997. Nel 1999-2000 partecipa a due collettive: Brescia Music Art presso il Palazzo Bonoris di Brescia e Musiche Senza Suono presso il Museo Revoltella di Trieste. Nel 2001 espone presso la Fondazione Maimieri di Palazzo Durini, a Milano, in occasione della mostra Sinestesie. Intensa, negli stessi anni, è anche la sua attività di compositore per spettacoli teatrali come La Winna, messo in scena da Federico Mazzi e Gee, Andy!, dedicato ad Andy Warhol, che lo porta, nel 2002, a scrivere le musiche per il balletto Corpo d'Opera per la compagnia parmigiana Artemisdanza, rielaborando alcune arie di Giuseppe Verdi e a proporre una versione modernizzata di Estasy di Rettore per il disco Clonazioni. Tutti pazzi per Rettore.
Nel 2002 espone il progetto LodolAndy realizzato in collaborazione con Marco Lodola presso il Palazzo Ducale di Sassuolo. La nitida e sintetica trascrizione grafica delle sue opere con bordure nere nette e i colori acrilici fluorescenti che illuminano ed eletrizzano le tele lo legano per impostazione formale alle scene retroilluminate dell'amico Lodola che si occupa di dare la forma mentre Andy aggiunge il colore dalle tinte fluorescenti. Due anni dopo collabora al progetto Zerouno di Luca Urbani. Nel 2006 reinterpreta una canzone di Renato Abate edita nel cd ConGarbo ed espone a Palazzo Coveri, a Firenze, ospita la personale Fluoreshandy Pop alla Galleria del Palazzo. Nello stesso anno si svolge la personale Fluopop presso il Palazzo Gautieri di Novara.
Molte sono le collaborazioni che lo vedono affiancarsi ad altri musicisti come gli Offlaga Disco Pax nel 2007, Luca Urbani nel 2008 per arrivare agli Stardog nel 2009, anno in cui partecipa alla Depeche Mode Night, cantando con gli Xelius Project all'Alcatraz di Milano e porta dal vivo, con il chitarrista Fabio Mittino, al locale milanese Scimmie il progetto Inspired by Sylvian-Fripp, nato dall'ammirazione per il cd First Day e il tour Damage. All'impegno nei dj-set che lo porta a diffondere la sua musica nei principali club di tutta la penisola, si affiancano le apparizioni televisive come opinionista nel programma Absolutely 90s -e del sequel Absolutely Stars- andato in onda su MTV, dove viene affiancato da Giorgia Surina, Faso di Elio e le Storie Tese e i Phazze, e in qualità di ospite del programma satirico Scorie andato in onda su Rai Due. Nel 2008 parte in Re-Tour con i Bluvertigo, affiancato da Morgan, Sergio Carnevale e Livio Magnini ed espone più volte alla Art Fusion Galleries nel Design District di Miami Beach, in Florida, in occasione delle personali Spectrums of Reincarnation e Fusion V - Global Affair, oltre che nel grattacielo di proprietà della famiglia Coveri, della quale è ospite, sempre a Miami e alla Strychin Gallery di Berlino, in occasione della mostra Do you nomi?. Nel 2009 partecipa alla mostra Poiesis presso il Museo di Arte Contemporanea di Lissone (MI), Love me fender presso il Museo della Musica di Bologna e Il rumore del lutto presso la Camera di Commercio di Parma. Nello stesso anno, cura l'ideazione grafica del mezzo utilizzato per il progetto Red Bull Tourbus e collabora alla realizzazione del noto videogioco Guitar Hero, conferendo il suo personale tocco alla chitarra e al basso. Sempre nel 2009 sonorizza, in collaborazione con la cantante Siria, l'installazione luminosa Balletto Plastico-Hungar dell'amico Lodola al Padiglione Italia della 53° Biennale di Venezia, espone i suoi dipinti al Padiglione Italia del Cosmoprof Asia, ad Hong Kong e viene invitato a realizzare una videoinstallazione che mixa arti visive e multimedialità per la Biennale di Firenze.
Nel 2010 dipinge una Fiat 500 che viene esposta al Fiat Open Lounge di Milano, espone allo Showroom Coveri di Milano, in occasione della mostra Marvellous, al Palazzo Gusicardo di Pietrasanta (LU), in occasione della mostra Reality Pop e presso il Castello di Vigevano alla mostra Rock the castle. Nello stesso anno, il curatore Jerome Sans lo invita a rappresentare l'Italia con i suoi dipinti fluo alla mostra It's not only Rock'n'Roll baby presso la Triennale Bovisa di Milano, accanto ad altri artisti-musicisti del calibro di Pete Doherty e Lan Vega dei Suicide. Sempre nel 2010 intraprende la strada di conduttore radiofonico per il programma Andysmi in onda su Rock'n'Roll, riproponendo la musica che lo ha da sempre ispirato: dai Depeche Mode ai Virgin Prunes, dai Kraftwerk ai Pet Shop Boys e si propone anche in veste di conduttore televisivo per il programma PopMeUp Contest andato in onda sul canale Chili di Fastweb.
Nel 2011 espone alla Bmg Gallery di Mumbai, al Rabindranath Tagore Centre di Calcutta e all'Italian Cultural Centre di New Delhi, in occasione della collettiva Dadaumpop. The Italian New Pop, curata da Igor Zanti e viene invitato dal Comune di Alassio ad allestire la personale Vitaoltrepop presso la Ex Chiesa Anglicana di Alassio. Sempre nel 2011, Andy partecipa alla mostra G8 de l'art presso La Bohème Galerie di Deauville, in Francia, Illumination presso l'Amstel Art Ltd di Londra, Viva Italia al Museo Menage di San Pietroburgo, The art for hard rock presso il Chiostro del Bramante di Roma e Italian Pop Modern Art alla Galerie Hazaart di Meudon, in Francia, dove espone anche in occasione della mostra Pop it, oltre che alla Galerie Simon di Parigi. Nello stesso anno al Padiglione Italia della Biennale di Milano e di Firenze.
Nel 2012 fonda il gruppo musicale Fluon, accanto a Fabrizio Grigolo per la synth, programmazione, e Fabio Mittino alla chitarra elettronica. Nello stesso anno, partecipa alla mostra Art Now alla Fondazione Luciana Matalon di Milano, Evasioni presso il Palazzo Vernazza di Lecce, Pop Surrrealism - Stay foolish presso il Museo Casa del Conte Verde di Rivoli (TO), Another vision of beauty al Palazzo Chianini Vincenzo di Arezzo, Make love with us all'Antica Biblioteca Valle, situata nel cuore del centro storico di Roma, ed espone presso il Castello di Montaldo, Torino, in occasione della personale Emotion Art.
Nel 2013 si svolge la personale Poptional al Castello di Montignano, Perugia. Nello stesso anno, Andy espone al C.U.BO. Centro Unipol di Bologna in occasione della mostra Riflessi d'Italia e alla Amstel Art Gallery di Londra, in occasione delle mostre Grand Opening, Pure Pop Power e The dark side of Pop Art.
Nel 2014 partecipa alla mostra Art in mind dream in colour, alla Brick Lane Gallery di Londra, Unicredit Tower Parade presso la Unicredit Tower di Milano e Vagiti ultimi presso il Palazzo Ducale di Acquaviva, Atri (TE). Nello stesso anno la chiesa romanica dei Santi Giacomo e Filippo, situata nella storica borgata di Andora (SV) ospita la personale Gravità zero.
La sua cretività si esprime anche nel campo del design grazie alle collaborazioni dell'artistia con noti marchi internazionali: ha rivisitato gli orologi della Too Late in cinque versioni differenti, oltre alle piastre per capelli di Uki International in stile pop-fluorescente e agli auricolari e cuffie per Nodis.
La sua vita, la sua arte, il suo DNA sono composti dalla magia combinatoria degli elementi surreali che si compenetrano come note musicali su di un pentagramma, accesi da campiture cromatiche dalle tonalità acide e squillanti, definite da contorni neri netti, come “macchie cacofoniche” e risonanti perché illuminate da acrilici fluorescenti che si fondono nella sua pittura liquida e scorrevole, in stile New Pop, all'interno di architetture psichedeliche, piani prospettici fluidi ed elastici. Allo stesso modo, nella sua musica, sonorità electro-minimal alla Kraftwerk si mescolano a quelle New Wave anni '80, le stesse di quella che ascoltava da ragazzo con il walkman -Cure, Depeche Mode, Bauahus e Virgin Prunes- suonate con il sax, le tastiere elettroniche e i sintetizzatori vocali, in un “distillato purissimo di arte, musica e spettacolo”, come lo definisce Chiara Argenteri. Quello di Andy è un codice espressivo inconfondibile, un DNA artistico, dallo stile vagamente fumettistico, influenzato dall'impostazione estetica della grafica glamour anni '80, un po' illustrativa e sintetica alla Patrick Nagel, e dalla formazione dell'artista in illustrazione e grafica pubblicitaria presso l'Accademia di Arti Applicate di Milano.
Nel suo procedere artistico/estetico, infatti, l'artista supera, la trasmigrazione analitica dell'immaginario collettivo e mediatico in ambito artistico, tipica del più famoso “Andy” e dei Pop-artisti anni Sessanta, per arrivare a creare un “cortocircuito” tra costruzione artificiale, massmediatica e realtà, immersa in un universo di teatralità e trasformismo quasi baroccheggiante, accostando soggetti tratti da contesti culturali opposti in azzardi di grande impatto visivo, costruzioni simboliche potenti, dove si condensano artificio e realtà. I suoi panorami di ispirazione surrealista inglobano immagini tratte dagli stereotipi del panorama iconografico del mondo contemporaneo, dei suoi feticci, come il modello della perfezione estetica femminile rappresentato dalle sue geishe, rivisitate in stile cyber-punk, o dalle sue modelle twiggy. A sfilare sulle sue tele dai colori lussureggianti sono le icone di una intera generazione New Wave e avant pop, cresciuta negli anni Ottanta-Novanta, icone del rock, dai Joy Division ai Kraftwerk, da Robert Smith ai Devo, da Nico a Sid Vicious dei Sex Pistols, da Madonna a Diamanda Galas, da Kurt Cobain a David Bowie, da Michael Jackson a Jim Morrison, oppure le dive del cinema come Sofia Loren, Liz Taylor, Audrey Hepburn, Grace Kelly, Marilyn Monroe o le modelle del jet-set come Kate Moss o Eva Evangelista, it-girl, dive patinate da prima pagina, magari accostate a personaggi dei cartoons Disney o francesi come Asterix e i Barbapapà, dei manga giapponesi, come Captain Harlock, Goldrake, Pollon, Lupin, oppure dei cartoni statunitensi, come il cane Muttley dei Wacky Races.
Nel suo universo ludico e onirico di visioni caleidoscopiche, queste icone postmoderne si alternano a fotogrammi storici di film come Shining di Kubrick, ai personaggi mitici come l'oscuro signore dei Sith di Star Wars, Darth Vader, oppure ai capolavori dell'arte classica, madonne effigiate dai maestri del passato, come Leonardo o Raffaello, l'Adamo ed Eva di Tiziano, la Venere del Botticelli, talvolta affiancate dalle immagini commerciali propinateci dai mass media di dispositivi elettronici, smartphone e tablet Apple. Con un circuito di sottili e sapienti pennellate, Andy ricompone sulla tela visioni allucinatorie animate da tinte cangianti che richiamano la frenetica espansione delle immagini mediatiche, dei circuiti elettronici dei pc, ma rilette sotto l'influsso della cultura underground e punk della stagione postmoderna anni '80, alla costante ricerca di una sua nobilitazione nell'arte contemporanea, di un suo inserimento nel mainstream. Il linguaggio pittorico di Andy, esuberante e voluttuoso, quasi Rococò nella sua volontà di esporsi ed esibirsi con eccentrico fasto sul proscenio teatrale delle opere, infatti, attiva forti stimoli visuali che portano ad un forte contagio empatico, usando aggressivi accordi cromatici dal rosso al verde, dal fucsia all'arancio, dal giallo al blu elettrico, in una nitida e sintetica trascrizione dei colori, suddivisa in campiture di colore ben definite da segni scuri e nitidi, simili a quelli della cultura simbolista di fine Ottocento, ma arricchita da azzardi cromatici e formali, richiami allo stile fumettistico, così come alla struttura visiva del computer e della tv, con le quali l'artista-musicista è cresciuto, ma anche alla steet art di Kenny Scharf e ai graffiti di Haring, oppure da motivi decorativi floreali liberty in stile Mucha.
Questo sognatore allucinato continua ad emettere input in un flusso continuo di stimoli percettivi; da qui deriva il nome FluOn, dato al suo laboratorio creativo, da lui fondato nel 2005 in una ex fabbrica tessile di Monza, vera e propria “factory” warholiana, “una stazione creativa che si modula a seconda delle necessità. Può diventare un teatro di posa, uno spazio espositivo per creazioni e per performance di ogni tipo”, come afferma Andy stesso, e trasformatosi, nel 2012, nell'omonimo progetto musicale. FluOn è uno pseudonimo che condensa la sua visione dell'arte e della vita come perenne flusso di energia creativa, la stessa che emerge dai suoi dipinti, che scorre sui binari alternati della “FLUorescenza” e dell'”inFLUenza”, entrambe da emettere e ricevere costantemente come tonalità linguistiche ed emozionali, e il mood, sempre “acceso” in modalità “ON”, sempre pronta ad assorbire stimoli dall'ambiente esterno. I suoi universi fluttuano in prospettive urbane vertiginose ed elastiche, fluide come le visioni futuriste delle città, definite da cromie acide e squillanti.
Il flusso visivo inarrestabile della sua immaginazione ipertrofica ingloba ogni aspetto del visibile, trasfigurandolo, con il filtro surreale del suo immaginario, in una condensazione di elementi massmediali opposti e ci restuisce immagini tratte da suggestioni individuali, ricordi dell'infanzia, mixati come i vari elementi in uno spartito musicale, come le varie sonorità che compongono la sua musica, rielaborate con sax, tastiere elettroniche, sintetizzatori vocali: sono richiami alle icone dell'arte Pop, al decorativismo floreale dell'arte liberty, alle architetture visionarie dei futuristi, alla vanitas barocca, ma anche al fetish metropolitano, allo urban style, alla maschera cosmopolita e fake della moda.
Il contagio empatico di questo flusso creativo finisce per riversarsi anche, come decorazione caleidoscopica, su strumenti musicali, oggetti di design, arredi, abiti. Importanti sono le collaborazioni di Andy con noti marchi del design, come Too Late, Koko Lab, Nodis, Ukie, della moda, come Enrico Coveri, Gherardini, Iceberg, Custo Barcelona. Questo mood ludicamente fantastico, questa dimensione visionaria tridimensionale dove la percezione della realtà è alterata, si riversa su ogni aspetto del vissuto quotidiano, come già fece, non il futurismo dell'avanguardia storica, bensì il Secondo Futurismo, quello del manifesto La ricostruzione futurista dell'universo, pubblicato da Giacomo Balla e Fortunato Depero nel 1915, aprendosi all'architettura d'interni, alle scenografie teatrali e ai costumi per lo spettacolo. Andy si è accostato idelamente all'avanguardia futurista dedicandosi alla sonorizzazione di Danzadellaviatrice, tratta da un testo futurista di Marinetti ed ispirandosi al Teatro di Depero nella sua esibizione alla 53° Biennale di Venezia. Come i futuristi e come la generazione anni '80, caratterizzata dalla frequente collaborazione tra artisti e musicisti nella creazione di allestimenti scenografici per concerti, videoclip ed ensemble teatrali, anche Andy tra gli anni '90 e gli anni 2000 compone musiche per spettacoli teatrali come Winna, messo in scena da Federico Mazzi e Gee. Andy!, dedicato, non a caso, a Andy Warhol.
Pur prendendo ispirazione, come molti artisti della generazione neopop anni Ottanta-Novanta, dall'ingordigia visiva e dall'atteggiamento analitico dell'arte Pop sulla società dei consumi, il suo stile pop contemporaneo, levigato e fluorescente, va ben oltre, arrivando a configurare un panorama visivo allucinato e sardonico, che altera prospettive visuali e connessioni logiche su superfici eterogenee, composte da elementi tratti da contesti culturali e massmediali opposti, andando a delineare uno scenario che diventa paradigma dell'alienazione contemporanea.
Cenni biografici:
Nato a Monza nel 1971, Andy si forma in ambito artistico presso l'Istituto d'Arte di Monza e l'Accademia di Arti Applicate di Milano fino alla specializzazione in illustrazione e grafica pubblicitaria. Cofondatore dei Bluvertigo con Morgan nei primi anni Novanta, parallelamente si dedica alla pittura fondando, agli inizi degli anni Novanta, il laboratorio Resethouse con Roberto Bottazzi, artista video e designer di gioielli, iniziando ad intraprendere il suo percorso aristico in questa sorta di fucina creativa, una “casa scapestrata che era un perfetto luogo di lavorazione, dove potevamo sporcare e provare qualsiasi cosa”, come afferma Andy stesso. Resethouse è la prima prova di quella che diventerà, nel 2005, la sua “factory” warholiana, FluOn, “una stazione creativa che si modula a seconda delle necessità. Può diventare un teatro di posa, uno spazio espositivo per creazioni e per performance di ogni tipo”. Espone per la prima volta all'Open Art Café di Lissone di Milano, nel 1997. Nel 1999-2000 partecipa a due collettive: Brescia Music Art presso il Palazzo Bonoris di Brescia e Musiche Senza Suono presso il Museo Revoltella di Trieste. Nel 2001 espone presso la Fondazione Maimieri di Palazzo Durini, a Milano, in occasione della mostra Sinestesie. Intensa, negli stessi anni, è anche la sua attività di compositore per spettacoli teatrali come La Winna, messo in scena da Federico Mazzi e Gee, Andy!, dedicato ad Andy Warhol, che lo porta, nel 2002, a scrivere le musiche per il balletto Corpo d'Opera per la compagnia parmigiana Artemisdanza, rielaborando alcune arie di Giuseppe Verdi e a proporre una versione modernizzata di Estasy di Rettore per il disco Clonazioni. Tutti pazzi per Rettore.
Nel 2002 espone il progetto LodolAndy realizzato in collaborazione con Marco Lodola presso il Palazzo Ducale di Sassuolo. La nitida e sintetica trascrizione grafica delle sue opere con bordure nere nette e i colori acrilici fluorescenti che illuminano ed eletrizzano le tele lo legano per impostazione formale alle scene retroilluminate dell'amico Lodola che si occupa di dare la forma mentre Andy aggiunge il colore dalle tinte fluorescenti. Due anni dopo collabora al progetto Zerouno di Luca Urbani. Nel 2006 reinterpreta una canzone di Renato Abate edita nel cd ConGarbo ed espone a Palazzo Coveri, a Firenze, ospita la personale Fluoreshandy Pop alla Galleria del Palazzo. Nello stesso anno si svolge la personale Fluopop presso il Palazzo Gautieri di Novara.
Molte sono le collaborazioni che lo vedono affiancarsi ad altri musicisti come gli Offlaga Disco Pax nel 2007, Luca Urbani nel 2008 per arrivare agli Stardog nel 2009, anno in cui partecipa alla Depeche Mode Night, cantando con gli Xelius Project all'Alcatraz di Milano e porta dal vivo, con il chitarrista Fabio Mittino, al locale milanese Scimmie il progetto Inspired by Sylvian-Fripp, nato dall'ammirazione per il cd First Day e il tour Damage. All'impegno nei dj-set che lo porta a diffondere la sua musica nei principali club di tutta la penisola, si affiancano le apparizioni televisive come opinionista nel programma Absolutely 90s -e del sequel Absolutely Stars- andato in onda su MTV, dove viene affiancato da Giorgia Surina, Faso di Elio e le Storie Tese e i Phazze, e in qualità di ospite del programma satirico Scorie andato in onda su Rai Due. Nel 2008 parte in Re-Tour con i Bluvertigo, affiancato da Morgan, Sergio Carnevale e Livio Magnini ed espone più volte alla Art Fusion Galleries nel Design District di Miami Beach, in Florida, in occasione delle personali Spectrums of Reincarnation e Fusion V - Global Affair, oltre che nel grattacielo di proprietà della famiglia Coveri, della quale è ospite, sempre a Miami e alla Strychin Gallery di Berlino, in occasione della mostra Do you nomi?. Nel 2009 partecipa alla mostra Poiesis presso il Museo di Arte Contemporanea di Lissone (MI), Love me fender presso il Museo della Musica di Bologna e Il rumore del lutto presso la Camera di Commercio di Parma. Nello stesso anno, cura l'ideazione grafica del mezzo utilizzato per il progetto Red Bull Tourbus e collabora alla realizzazione del noto videogioco Guitar Hero, conferendo il suo personale tocco alla chitarra e al basso. Sempre nel 2009 sonorizza, in collaborazione con la cantante Siria, l'installazione luminosa Balletto Plastico-Hungar dell'amico Lodola al Padiglione Italia della 53° Biennale di Venezia, espone i suoi dipinti al Padiglione Italia del Cosmoprof Asia, ad Hong Kong e viene invitato a realizzare una videoinstallazione che mixa arti visive e multimedialità per la Biennale di Firenze.
Nel 2010 dipinge una Fiat 500 che viene esposta al Fiat Open Lounge di Milano, espone allo Showroom Coveri di Milano, in occasione della mostra Marvellous, al Palazzo Gusicardo di Pietrasanta (LU), in occasione della mostra Reality Pop e presso il Castello di Vigevano alla mostra Rock the castle. Nello stesso anno, il curatore Jerome Sans lo invita a rappresentare l'Italia con i suoi dipinti fluo alla mostra It's not only Rock'n'Roll baby presso la Triennale Bovisa di Milano, accanto ad altri artisti-musicisti del calibro di Pete Doherty e Lan Vega dei Suicide. Sempre nel 2010 intraprende la strada di conduttore radiofonico per il programma Andysmi in onda su Rock'n'Roll, riproponendo la musica che lo ha da sempre ispirato: dai Depeche Mode ai Virgin Prunes, dai Kraftwerk ai Pet Shop Boys e si propone anche in veste di conduttore televisivo per il programma PopMeUp Contest andato in onda sul canale Chili di Fastweb.
Nel 2011 espone alla Bmg Gallery di Mumbai, al Rabindranath Tagore Centre di Calcutta e all'Italian Cultural Centre di New Delhi, in occasione della collettiva Dadaumpop. The Italian New Pop, curata da Igor Zanti e viene invitato dal Comune di Alassio ad allestire la personale Vitaoltrepop presso la Ex Chiesa Anglicana di Alassio. Sempre nel 2011, Andy partecipa alla mostra G8 de l'art presso La Bohème Galerie di Deauville, in Francia, Illumination presso l'Amstel Art Ltd di Londra, Viva Italia al Museo Menage di San Pietroburgo, The art for hard rock presso il Chiostro del Bramante di Roma e Italian Pop Modern Art alla Galerie Hazaart di Meudon, in Francia, dove espone anche in occasione della mostra Pop it, oltre che alla Galerie Simon di Parigi. Nello stesso anno al Padiglione Italia della Biennale di Milano e di Firenze.
Nel 2012 fonda il gruppo musicale Fluon, accanto a Fabrizio Grigolo per la synth, programmazione, e Fabio Mittino alla chitarra elettronica. Nello stesso anno, partecipa alla mostra Art Now alla Fondazione Luciana Matalon di Milano, Evasioni presso il Palazzo Vernazza di Lecce, Pop Surrrealism - Stay foolish presso il Museo Casa del Conte Verde di Rivoli (TO), Another vision of beauty al Palazzo Chianini Vincenzo di Arezzo, Make love with us all'Antica Biblioteca Valle, situata nel cuore del centro storico di Roma, ed espone presso il Castello di Montaldo, Torino, in occasione della personale Emotion Art.
Nel 2013 si svolge la personale Poptional al Castello di Montignano, Perugia. Nello stesso anno, Andy espone al C.U.BO. Centro Unipol di Bologna in occasione della mostra Riflessi d'Italia e alla Amstel Art Gallery di Londra, in occasione delle mostre Grand Opening, Pure Pop Power e The dark side of Pop Art.
Nel 2014 partecipa alla mostra Art in mind dream in colour, alla Brick Lane Gallery di Londra, Unicredit Tower Parade presso la Unicredit Tower di Milano e Vagiti ultimi presso il Palazzo Ducale di Acquaviva, Atri (TE). Nello stesso anno la chiesa romanica dei Santi Giacomo e Filippo, situata nella storica borgata di Andora (SV) ospita la personale Gravità zero.
La sua cretività si esprime anche nel campo del design grazie alle collaborazioni dell'artistia con noti marchi internazionali: ha rivisitato gli orologi della Too Late in cinque versioni differenti, oltre alle piastre per capelli di Uki International in stile pop-fluorescente e agli auricolari e cuffie per Nodis.
21
maggio 2016
Andy Fluon
Dal 21 maggio al 21 luglio 2016
arte contemporanea
Location
COLOSSI ARTE CONTEMPORANEA
Brescia, Corsia Gambero, 12/13, (Brescia)
Brescia, Corsia Gambero, 12/13, (Brescia)
Orario di apertura
Da martedì a sabato 10-12 e 15-19
Domenica su appuntamento.
Lunedì chiuso.
Vernissage
21 Maggio 2016, ore 16.30
Autore