Essere nati in terra di Sicilia ed esserci tornati dopo aver consolidato a Roma la propria formazione professionale, è stata per Angela Gallaro una forte scelta sublimata in una raffinata produzione pittorica di squisito sapore evocativo. La memoria del passato, di una classicità che ha lasciato tracce indelebili nel nostro territorio fisico e mentale, è il palinsesto sul quale si snoda il suo racconto lagato al mito, alle leggende o alla pura immaginazione che mutua anche, inconsapevolmente, da un vocabolario iconografico classicistico senza distaccarsi, quindi, da un segno che diventa forma, ora più arcaica ora strutturata su dinamiche più morbide, frutto di una costante ricerca e continua rielaborazione del segno che, nella sua iterazione, si restringe, si espande, si deforma e non è mai uguale a se stesso.
L'artista esporrà sul tema dei delfini circa 15 tele e 15 tavolette, alcune facenti parte della sua ultima produzione, che variano di formato e dimensioni, prediligendo sintesi formale, fluidità segnica e una tavolozza limitata alle monocromie.