Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Angela Rapio – Scritture strappate
Angela Rapio con le sue ‘Scritture strappate’ tratte dal ciclo carte fossili propone il rapporto tra superficie e frammento, tra scrittura e immagine.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Mercoledì 15 marzo 2017, alle ore 18,00 a Roma, presso lo Studio Arte Fuori Centro, via Ercole Bombelli 22, sarà inaugurata la mostra personale di Angela Rapio, dal titolo “Scritture strappate”, secondo appuntamento della rassegna “Corrispondenze assonati”; quattro proposte di linguaggio sul tema del frammento, dello strappo, della ‘memoria’, curata da Massimo Bignardi.
L’esposizione rimarrà aperta fino al 31 marzo, secondo il seguente orario: dal martedì al venerdì dalle 17,00 alle 20,00 – altri giorni su appuntamento.
La rassegna “Corrispondenze assonanti”, curata da Massimo Bignardi, propone le esperienze di quattro artisti italiani che da tempo, in piena autonomia, lavorano sul valore di piano e di superficie che a volte diviene anche quella del frammento. Si tratta di Silvio D’Antonio che propone le sue Variazioni rilevando in esse corrispondenze con le liriche geometrie che cifravano le sue opere dei primi anni settanta; di Angela Rapio, la più giovane che con le sue ‘Scritture strappate’ tratte dal ciclo carte fossili propone il rapporto tra superficie e frammento, tra scrittura e immagine. Seguono le città di Giuseppe di Muro: le sue lastre in ceramica raku parlano di progetti di una terra archetipa, nascosta nel nostro desiderio di città. Infine le trasparenti sequenze pittoriche di Mario Lanzione che, con la mostra dal titolo Carte, trasparenti filtri delle emozioni ci riporta al piano, alla sua capacità di farsi, attraverso la trasparenza di carte veline, spazio dell’inesprimibile. «Una rassegna, avverte Bignardi, che non ha margini di chiusura, comparti stagni dove ciascun artista conserva il suo ‘monologo’. Anzi spinge verso i margini di un contatto, di un corto circuito tale da rendere l’assonanza un vero accordo, cioè la misura di un dialogo».
In mostra venti opere su carta, articolati ‘collages’ realizzati dall’artista pugliese nel 2015 e proposte nelle due significative personali allestite a Rimini e al Fondo Regionale d’Arte Contemporanea di Baronissi tra il 2015 e il 2016. «Il passo verso la scrittura, il frammento – scrive Massimo Bignardi – è stato breve. Non perché abbia esemplificato e ridotto a forma-sagoma gli spessori delle tridimensionali radici esposte all’Orto botanico di Siena, tanto meno per il facile tentativo di dare risposta all’idea di materia e di costruzione attraverso una pratica che richiama nella sua sostanza il collage. Angela Rapio si è posta una domanda sulla genesi di queste geografie dell’emozione, vale a dire sul personale abbecedario di segni con i quali traccia, consapevolmente o accogliendo l’inarrestabile fluire del destino, giorno dopo giorno la sua mappa esistenziale, la sua storia nelle storie dell’universo, con la fermezza che lei (il suo occhio) è lì pronta a testimoniare il presente. Frammenti di carte, discontinue sia per i colori, sia per le forme, sia per gli spessori dei supporti, dalle veline a quelli più grezzi e ruvidi delle carte per acquerello, costituiscono questo attuale repertorio. Il risultato è sotto i nostri occhi: pagine di una estrema delicatezza ove l’occhio trova difficoltà a seguire l’inquieta trascrizione di segni e di scritture, ove il segno a volte si sfuma fino a disperdersi nell’acquosità delle tinte, nelle gocce che scivolano dando luogo a grovigli, a siepi, ad alghe che agitano la superficie, trattenendo quel sapore di vissuto che è proprio del frammento di carta».
L’esposizione rimarrà aperta fino al 31 marzo, secondo il seguente orario: dal martedì al venerdì dalle 17,00 alle 20,00 – altri giorni su appuntamento.
La rassegna “Corrispondenze assonanti”, curata da Massimo Bignardi, propone le esperienze di quattro artisti italiani che da tempo, in piena autonomia, lavorano sul valore di piano e di superficie che a volte diviene anche quella del frammento. Si tratta di Silvio D’Antonio che propone le sue Variazioni rilevando in esse corrispondenze con le liriche geometrie che cifravano le sue opere dei primi anni settanta; di Angela Rapio, la più giovane che con le sue ‘Scritture strappate’ tratte dal ciclo carte fossili propone il rapporto tra superficie e frammento, tra scrittura e immagine. Seguono le città di Giuseppe di Muro: le sue lastre in ceramica raku parlano di progetti di una terra archetipa, nascosta nel nostro desiderio di città. Infine le trasparenti sequenze pittoriche di Mario Lanzione che, con la mostra dal titolo Carte, trasparenti filtri delle emozioni ci riporta al piano, alla sua capacità di farsi, attraverso la trasparenza di carte veline, spazio dell’inesprimibile. «Una rassegna, avverte Bignardi, che non ha margini di chiusura, comparti stagni dove ciascun artista conserva il suo ‘monologo’. Anzi spinge verso i margini di un contatto, di un corto circuito tale da rendere l’assonanza un vero accordo, cioè la misura di un dialogo».
In mostra venti opere su carta, articolati ‘collages’ realizzati dall’artista pugliese nel 2015 e proposte nelle due significative personali allestite a Rimini e al Fondo Regionale d’Arte Contemporanea di Baronissi tra il 2015 e il 2016. «Il passo verso la scrittura, il frammento – scrive Massimo Bignardi – è stato breve. Non perché abbia esemplificato e ridotto a forma-sagoma gli spessori delle tridimensionali radici esposte all’Orto botanico di Siena, tanto meno per il facile tentativo di dare risposta all’idea di materia e di costruzione attraverso una pratica che richiama nella sua sostanza il collage. Angela Rapio si è posta una domanda sulla genesi di queste geografie dell’emozione, vale a dire sul personale abbecedario di segni con i quali traccia, consapevolmente o accogliendo l’inarrestabile fluire del destino, giorno dopo giorno la sua mappa esistenziale, la sua storia nelle storie dell’universo, con la fermezza che lei (il suo occhio) è lì pronta a testimoniare il presente. Frammenti di carte, discontinue sia per i colori, sia per le forme, sia per gli spessori dei supporti, dalle veline a quelli più grezzi e ruvidi delle carte per acquerello, costituiscono questo attuale repertorio. Il risultato è sotto i nostri occhi: pagine di una estrema delicatezza ove l’occhio trova difficoltà a seguire l’inquieta trascrizione di segni e di scritture, ove il segno a volte si sfuma fino a disperdersi nell’acquosità delle tinte, nelle gocce che scivolano dando luogo a grovigli, a siepi, ad alghe che agitano la superficie, trattenendo quel sapore di vissuto che è proprio del frammento di carta».
15
marzo 2017
Angela Rapio – Scritture strappate
Dal 15 al 31 marzo 2017
arte contemporanea
Location
STUDIO ARTE FUORI CENTRO
Roma, Via Ercole Bombelli, 22, (Roma)
Roma, Via Ercole Bombelli, 22, (Roma)
Orario di apertura
dal martedì al venerdì dalle 17,00 alle 20,00 – altri giorni su appuntamento.
Vernissage
15 Marzo 2017, ore 18,00
Autore
Curatore