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Angela Rosati – Il giardino tra le righe
Il lavoro di Angela Rosati rappresenta un’arte di confine tra varie discipline: l’arte, la fotografia, il design di serie, l’artigianato.
Comunicato stampa
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Il lavoro di Angela Rosati rappresenta un’arte di confine tra varie discipline: l’arte, la fotografia, il design di serie, l’artigianato. Nella Biblioteca Provinciale di Bari, alloggiata nello storico Monastero di Santa Teresa dei Maschi, per la sua personale Angela ricompone le figure di un racconto che nasce dalla ricerca del rapporto fra sé e la propria terra Un albero di terracotta alto tre metri, rivestito di boccioli arrampicati fino alla cima di agrifoglio, diventa l’allegoria di una cultura mitica – l’albero del Maggio di Accettura - che ancora scorre nella memoria ancestrale dei riti primaverili della Lucania. Terra nera di boschi, dove in un gioco di incontri l’occhio fotografico scopre le fioriture spontanee intorno al proprio corpo, natura fra altre, unione di forme ed essenze animate. Basta sfiorarsi per veder crescere piante di felci, aprirsi fiori di malvarosa, sbocciare papaveri oppiacei sulla pelle dei polsi, spuntare minuscole orchidee fra i capelli mentre dalle vene linfatiche della terra la vita fluisce da un corpo all’altro, dalle radici delle minuscole piante ai rami fioriti, alle dita, alle mani, al volto, allo sguardo. Il bosco dei fiori si trasforma in un giardino simbiotico che sa di rappacificazioni sensoriali
Corolle e petali di fiori, raccolti dalla macchina fotografica a mo’ di sillabe vegetali, diventano aristocratici ritratti fissati per sempre fuori del loro brevissimo tempo vegetativo. Contraddicendo le leggi di natura, la fotografia salva e rende incorruttibile la castità del fiore. Il ritratto del soggetto-fiore, colto allo stato embrionale di bocciolo, e poi nelle sue straordinarie sbocciature, diventa rivelazione della pienezza di una natura fecondata. Sulla pagina bianca, il frutto dell’artifizio prende il nome di una bellezza concepita soltanto dallo sguardo. D’ora in avanti il giardino fiorito potrà godere della propria essenza nel fascino di un florario d’artista, nelle tavole botaniche assunte quale scrittura di un sentire personale tracciato nelle righe della sensibilità femminile che mette a nudo le simbiosi della terra e dell’anima, del nascere e del fiorire di tutti gli esseri viventi.. E se la felicità dell’incontro diventa il ritmo dell’opera d’arte, anche il giardino fiorito subisce la metamorfosi del giardino di delizie fin sul tessuto delle lenzuola realizzate per La Signoria di Firenze.
La mostra racconta le impercettibili vene dalle quali si materializza la cultura sottesa al “made in Italy” riconoscibile soltanto se si segue, candidamente, il processo che conduce alla linea di confine fra creatività e oggetto della produzione. Nel nostro caso il prodotto è rappresentato da un tessuto da letto, oggetto ambiguo quanto i valori d’uso e le simbologie che gli appartengono, ma reso tessuto dalla sensibilità di Angela, dai suoi pensieri sulla vita, dal sentimento del nascere e del sognare, l’abbandono nel sonno, l’incantamento della veglia. Ecco, il racconto della mostra è proprio questo. Quelle che una volta si chiamavano arti applicate, oggi diventano l’aristocratico giardino del tessuto nel quale altri si avvolgeranno, si ameranno, sogneranno nel sortilegio di una cultura che la sensibilità dell’artista ha condotto fino alla linea di confine in cui crescono erbe, alberi, fiori delle terre di Lucania.
Corolle e petali di fiori, raccolti dalla macchina fotografica a mo’ di sillabe vegetali, diventano aristocratici ritratti fissati per sempre fuori del loro brevissimo tempo vegetativo. Contraddicendo le leggi di natura, la fotografia salva e rende incorruttibile la castità del fiore. Il ritratto del soggetto-fiore, colto allo stato embrionale di bocciolo, e poi nelle sue straordinarie sbocciature, diventa rivelazione della pienezza di una natura fecondata. Sulla pagina bianca, il frutto dell’artifizio prende il nome di una bellezza concepita soltanto dallo sguardo. D’ora in avanti il giardino fiorito potrà godere della propria essenza nel fascino di un florario d’artista, nelle tavole botaniche assunte quale scrittura di un sentire personale tracciato nelle righe della sensibilità femminile che mette a nudo le simbiosi della terra e dell’anima, del nascere e del fiorire di tutti gli esseri viventi.. E se la felicità dell’incontro diventa il ritmo dell’opera d’arte, anche il giardino fiorito subisce la metamorfosi del giardino di delizie fin sul tessuto delle lenzuola realizzate per La Signoria di Firenze.
La mostra racconta le impercettibili vene dalle quali si materializza la cultura sottesa al “made in Italy” riconoscibile soltanto se si segue, candidamente, il processo che conduce alla linea di confine fra creatività e oggetto della produzione. Nel nostro caso il prodotto è rappresentato da un tessuto da letto, oggetto ambiguo quanto i valori d’uso e le simbologie che gli appartengono, ma reso tessuto dalla sensibilità di Angela, dai suoi pensieri sulla vita, dal sentimento del nascere e del sognare, l’abbandono nel sonno, l’incantamento della veglia. Ecco, il racconto della mostra è proprio questo. Quelle che una volta si chiamavano arti applicate, oggi diventano l’aristocratico giardino del tessuto nel quale altri si avvolgeranno, si ameranno, sogneranno nel sortilegio di una cultura che la sensibilità dell’artista ha condotto fino alla linea di confine in cui crescono erbe, alberi, fiori delle terre di Lucania.
27
dicembre 2004
Angela Rosati – Il giardino tra le righe
Dal 27 dicembre 2004 al 20 febbraio 2005
arte contemporanea
Location
BIBLIOTECA PER LA CULTURA E PER LE ARTI
Bari, Strada Lamberti, 4, (Bari)
Bari, Strada Lamberti, 4, (Bari)
Orario di apertura
feriali 9-19. Sabato 9-13
Vernissage
27 Dicembre 2004, ore 11
Curatore