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Angelisa Bertoloni – Sala d’Attesa
mostra personale di pittura
Comunicato stampa
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Pura grazia femminile, è ciò che la pittura di Angelisa Bertoloni esprime. Senza nascondersi dietro il paravento di esasperazioni concettuali, la pittrice esalta tematiche affini alla propria sensibilità. Nascono così le sue tele, coniugando il linguaggio della tradizione a un’intima espressività, dove la leggerezza delle figure si alterna all’energia dei movimenti: le ballerine, soggetto tra i più approfonditi nella sua ricerca, traggono spunto dalla grande stagione impressionista per oltrepassarla fino all’interpretazione personale tratteggiata nella netta separazione, fisica e mentale, delle componenti luce-ombra. In questa scansione metodica di piani sovrapposti e sovrapponibili, piani di lettura s’intende, Bertoloni ambisce all’unione di suggestioni che spaziano da Degas a Caravaggio, passando per Mondino e giungendo, nella produzione più recente, a echi di una Pop art tipicamente italiana che facendo il verso ai cugini d’oltreoceano s’impossessava, nei secondi sessanta, di un’oggettualità raffinata e vagamente articolata nella resa dei dettagli e nell’acquisizione dei particolari. Ci si riferisce a quelle delicate, quanto esasperate, vedute macroscopiche di tessuti, dipinti da Domenico Gnoli quasi a voler cesellare, nella minuzia più ricercata, il dettaglio estremo di ciò che vorrebbe rappresentare l’essenza stessa della bellezza. Così accade per la pittura di Bertoloni, gradualmente abbandonando la narrazione romantica di corpi tesi nell’intensità del ballo. Estremizzati nelle pose sospese, stagliati su fondi neutri: neri o argento, quasi proiettandoli nell’infinito assente di una realtà che è sogno e immaginazione. Corpi femminili, aggraziati, predisposti all’accettazione del bello come elemento sostanziale, ma aperti all’abbandono di se stessi nel momento in cui l’efficacia pittorica del soggetto tradisce un compiacimento personale. Da ciò, Bertoloni principia un graduale abbandono della forma corporale, concentrando la propria ricerca su elementi che richiamano una metafisica assenza. Gli abiti diventano il soggetto. Scompare il corpo, divenuto principio sostanziale – per questo superfluo – di bellezza e armonia. Resta l’abito, irrealmente appeso, presentato ancora su fondi neutri, a raffigurare se stesso e la sostanza che contiene. Involucri la cui grazia è specchio in cui riflettere la presenza umana, ma in questa condizione di elementare saturazione del vero, non sono più le condizioni fisiche a dare struttura, bensì qualcosa che fin dal principio della sua ricerca appare come condizione imprescindibile: la luce. È la luce, adesso, ad avere un ruolo fondamentale, ancor più che nelle rappresentazioni delle ballerine. La luce consolida, quale elemento energetico e sentimentale, l’intero palinsesto comunicativo, rendendo il dipinto non più la semplice rappresentazione di un soggetto amato, ma l’interpretazione esistenziale di un corpo che esprime misteriosamente le condizioni dell’anima. Non più presente, per questo, ma forse proprio, per questo, ancora più presente. Un corpo espresso nei rimandi della memoria, completato dalla luce abbagliante grazie a cui le vesti da ballo si offrono a noi. Si completa così l’itinerario estetico di Bertoloni, passata da un approccio tipicamente pittorico a qualcosa di sottilmente concettuale, dove anche le scritte alternate alla pittura dichiarano l’approdo ad una pittura-poesia dai tratti più semplici, ma dal contenuto più complesso. Non è l’ultima fase, tuttavia, questa degli abiti, perché la ricerca sostanziale di un bello esprimibile attraverso l’eleganza dei tessuti, trova sfogo nella recente serie di poltrone e divani. Anch’essi presi a sostanza metafisica, solitari, nell’attesa d’esser posseduti, in un vuoto dimensionale assoluto, colpiti da una luce surreale la cui fonte non sembra derivare da nessun luogo fisico. Fissi, di fronte a noi, compiaciuti della loro eleganza, dei tessuti brillanti, dei colori avvolgenti. Lacerti di eleganti contenuti, pronti all’accoglienza e predisposti alla continuazione di quella condizione umana essenziale che è la ricerca di un bello non semplicemente riferibile ad elementi esteriori, ma esteso magistralmente verso le più intime condizioni della personale sensibilità.
Andrea Baffoni
Andrea Baffoni
25
novembre 2018
Angelisa Bertoloni – Sala d’Attesa
Dal 25 novembre al 05 dicembre 2018
arte contemporanea
Location
SPAZIO 121
Perugia, Via Armando Fedeli, 121, (Perugia)
Perugia, Via Armando Fedeli, 121, (Perugia)
Orario di apertura
martedì ore 16 - 18,30
giovedì ore 16 - 18,30
e per appuntamento
Vernissage
25 Novembre 2018, ore 18,00
Autore
Curatore