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Angelo Barabino – Natura morta
Mostra personale
Comunicato stampa
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Angelo Elio Barabino, scrive di lui il critico d’arte Germano Beringheli:
“……… chi avesse la pazienza di scorrere il curriculum operativo del pittore Angelo Barabino (Genova, 1935) scoprirebbe la complessità originaria della sua formazione concertata tra gli insegnamenti fondamentali ai corsi della Ligustica e il percorso vissuto accanto a Gianfranco Fasce, con il quale condivise profonda amicizia e, dal
1967, con le molte discussioni sulle ragioni dell'espressività pittorica, lo studio in
Sampierdarena, dove Barabino lavora, e che ha ospitato, per anni, molte opere dell'artista genovese scomparso nel 2003.
Di Fasce che, attivo soprattutto in Lombardia, ebbe i riconoscimenti critici di alcuni
dei più importanti esperti italiani, Barabino fu a lungo affettuosamente sodale ma, per quanto a lui lungamente prossimo, la sua pittura (figurativa e, come quella di Cèzanne, voluminosa in sintesi di forma e colore, dapprima naturalista e poi
conseguentemente incline all'espressionismo) fu ed è del tutto estranea a quella dell'amico, le cui voluminose vibrazioni ebbero uguali impostazioni strutturali ma puntarono decise a tendenze informali.
Angelo Elio Barabino, il pittore di cui ancora mi occupo presentando, questa volta, lavori più recenti, ha perciò specificità proprie: dalla singolare capacità di osservazione della realtà, all'uso della sua reificazione dovute alla densità umorali della pasta pittorica mediate, probabilmente, dalla pittura di Oscar Kokoschka,
basata soprattutto - siccome, successivo, certo realismo di Corrente alla Guttuso o alla Cassinari - sulla trattazione forte del colore e dello spessore particolare delle pennellate.
Le Nature morte, accese e lirico-fantastiche, corpose e cariche di materia cromatica,
presentate in questa mostra (segnalo, fra le tante in grado di liberare l'immaginazione strutturale, Natura morta con limoni, Natura morta con verde
preminente e Cesto rosso con mele verdi) contrastano con alcune delle sue precedenti opere, ovvero con quegli alberi contorti, tratti dal paesaggio di Pietranera, simbolici e analogicamente esistenziali di figure dilatate nel disegno e macerate dagli umori invernali pressanti e aggressivi. Le icastiche nature morte che possiamo considerare pittura ai limiti della loro
rappresentatività (ricordando che Wittgenstein affermò che la realtà è negli stessi elementi della proposizione con cui la si enuncia) sono oggetti che invitano a essere guardati con attenzione: soprattutto perché le varie composizioni consentono ai volumi (portati dai colori) di stagliarsi nello spazio e di acquisire
quella profondità che non potrebbe derivare dalla prospettiva tradizionale. Ancora una osservazione di fronte a tali opere: spazio e tempo sono assoluti, Barabino lo ha compreso e, in maniera risoluta nello spazio e nel tempo, ha posto le
sue nature invitandoci a considerarne gli aspetti più rigorosi.
GERMANO BERINGHELI
ANGELO ELIO BARABINO – Cenni biografici
E' nato a Genova nel 1935 ed ha iniziato a disegnare e dipingere da bambino dedicandosi totalmente alla pittura a partire dagli anni ‘50 sperimentando nel tempo tutte le differenti possibilità del linguaggio visivo. Da Ferrando, della scuola di A. Nattino, ha imparato l'acquarello, da Carreri la pittura ad olio e ha appreso la tecnica per dipingere il nudo, ha studiato incisione con L. Tardito, e dai corsi liberi dell'Accademia Ligustica (B. Passarelli, N. Ottria, L. Sirotti e C. Mazzarello) ha dedotto i principi fondamentali della ricerca espressiva
contemporanea volgendo a una sorta di enfasi espressionistica nutrita di naturalismo.
Amico e sodale di Gianfranco Fasce con cui ha condiviso dal 1967 lo studio di Sampierdarena, ha tratto, per comunione di interessi artistici e di idee, la forte impostazione strutturale e l'accesa luminosità della materia. Dal 1982 al 1997 ha partecipato ad una trentina di collettive promosse da enti e associazione liguri.
Tra le mostre personali si ricordano: Centro Culturale Ansaldo del 1967, Chiostro della Chiesa di Santa Caterina del 1997, Chiostro dei Frati Cappuccini di Sanremo del 1997, Galleria Arte Studio di Genova nel 2004, Galleria Ghiglione di Genova nel 2010, Oratorio di Sant’Erasmo di Bonassola (SP) nel 2013, (…), Milano nel 2014.
Da oltre 60 anni Angelo Elio Barabino si è dedicato completamente alla pittura esclusivamente per amore dell’arte, rifiutando sistematicamente la ricerca della fama e del denaro, restando così totalmente libero e non condizionato dalle “mode e
dalle esigenze di mercato”.
La sua partecipazione alle varie mostre è avvenuta infatti non per desiderio di notorietà ma sempre esclusivamente per sostenere iniziative sociali benefiche. Soltanto ora, dopo anni di insistenze da parte di ammiratori ed amici, ha acconsentito ad aprire il proprio studio, ove sono conservati in ordine perfetto numerose centinaia di quadri, permettendo l’esposizione al pubblico di alcune sue opere.
Personalmente ritengo questo “un regalo inestimabile” fatto “per generosità” da un
artista che ha dedicato tutta la sua vita alla ricerca della bellezza espressa soprattutto attraverso il colore e la luce e che, raggiunta la piena maturità della sua capacità espressiva, ha sentito l’esigenza di rendere partecipe delle proprie emozioni chiunque lo desideri e ne sia empaticamente coinvolto.
Franco M. Bobbio Pallavicini
PILA GALLERY
Pila Gallery promuove il valore, la conoscenza e il confronto di esperienze fra appassionati dell'arte e della cultura, organizzando manifestazioni, mostre ed altre iniziative a Sartirana in Lomellina.
LA PILA di Sartirana Lomellina. Un sogno, tante idee ed una grande passione.
Un sogno, tante idee ed una grande passione. Questa la ricetta per trasformare un antico
magazzino del riso della fine del 1600 in una struttura capace di ospitare numerose iniziative ed eventi, mantenendone vivo lo spirito e l’origine rurale. Inserita nel complesso
architettonico del Castello Visconteo (XIV) sec. di Sartirana Lomellina, in provincia di
Pavia, La Pila, sin dal nome, rivela la sua originalità: la denominazione deriva dal processo
di pilatura all'interno del ciclo di lavorazione del riso. Storicamente la struttura era stata
infatti creata per lo stoccaggio e la lavorazione del riso all’interno di un contesto territoriale
a forte vocazione agricola. La Lomellina, terra di corsi d’acqua, situata in Provincia di Pavia, si caratterizza per la presenza di risaie che, in un alternarsi di stagioni dai mille colori, regalano il loro frutto più prezioso, il riso. E proprio per ospitare il cereale appena raccolto, sul finire del XVII secolo, nasce La Pila, vera e propria opera dell’ingegno umano. Grandi saloni con pavimenti e soffitti costituiti da tavelle di cotto, muri con tempere di stoccaggio, capriate in legno, vespai areati costituiscono i principali elementi architettonici di questa struttura che, in epoca più recente (XIX sec.) si è arricchita integrando un rarissimo mulino a ruota orizzontale, alimentato dalle acque del Roggione di Sartirana. La struttura, rimasta attiva fino alla metà degli anni sessanta del XX sec., rappresenta un esempio ben conservato di archeologia industriale e costituisce, di per sé, un’attrazione turistica. Le occasioni di visita non mancano, sia che si decida di venire come semplici turisti a Sartirana, nel weekend, alla scoperta di un luogo inusuale, o come appassionati d’arte alla ricerca di una mostra originale e sorprendente.
“……… chi avesse la pazienza di scorrere il curriculum operativo del pittore Angelo Barabino (Genova, 1935) scoprirebbe la complessità originaria della sua formazione concertata tra gli insegnamenti fondamentali ai corsi della Ligustica e il percorso vissuto accanto a Gianfranco Fasce, con il quale condivise profonda amicizia e, dal
1967, con le molte discussioni sulle ragioni dell'espressività pittorica, lo studio in
Sampierdarena, dove Barabino lavora, e che ha ospitato, per anni, molte opere dell'artista genovese scomparso nel 2003.
Di Fasce che, attivo soprattutto in Lombardia, ebbe i riconoscimenti critici di alcuni
dei più importanti esperti italiani, Barabino fu a lungo affettuosamente sodale ma, per quanto a lui lungamente prossimo, la sua pittura (figurativa e, come quella di Cèzanne, voluminosa in sintesi di forma e colore, dapprima naturalista e poi
conseguentemente incline all'espressionismo) fu ed è del tutto estranea a quella dell'amico, le cui voluminose vibrazioni ebbero uguali impostazioni strutturali ma puntarono decise a tendenze informali.
Angelo Elio Barabino, il pittore di cui ancora mi occupo presentando, questa volta, lavori più recenti, ha perciò specificità proprie: dalla singolare capacità di osservazione della realtà, all'uso della sua reificazione dovute alla densità umorali della pasta pittorica mediate, probabilmente, dalla pittura di Oscar Kokoschka,
basata soprattutto - siccome, successivo, certo realismo di Corrente alla Guttuso o alla Cassinari - sulla trattazione forte del colore e dello spessore particolare delle pennellate.
Le Nature morte, accese e lirico-fantastiche, corpose e cariche di materia cromatica,
presentate in questa mostra (segnalo, fra le tante in grado di liberare l'immaginazione strutturale, Natura morta con limoni, Natura morta con verde
preminente e Cesto rosso con mele verdi) contrastano con alcune delle sue precedenti opere, ovvero con quegli alberi contorti, tratti dal paesaggio di Pietranera, simbolici e analogicamente esistenziali di figure dilatate nel disegno e macerate dagli umori invernali pressanti e aggressivi. Le icastiche nature morte che possiamo considerare pittura ai limiti della loro
rappresentatività (ricordando che Wittgenstein affermò che la realtà è negli stessi elementi della proposizione con cui la si enuncia) sono oggetti che invitano a essere guardati con attenzione: soprattutto perché le varie composizioni consentono ai volumi (portati dai colori) di stagliarsi nello spazio e di acquisire
quella profondità che non potrebbe derivare dalla prospettiva tradizionale. Ancora una osservazione di fronte a tali opere: spazio e tempo sono assoluti, Barabino lo ha compreso e, in maniera risoluta nello spazio e nel tempo, ha posto le
sue nature invitandoci a considerarne gli aspetti più rigorosi.
GERMANO BERINGHELI
ANGELO ELIO BARABINO – Cenni biografici
E' nato a Genova nel 1935 ed ha iniziato a disegnare e dipingere da bambino dedicandosi totalmente alla pittura a partire dagli anni ‘50 sperimentando nel tempo tutte le differenti possibilità del linguaggio visivo. Da Ferrando, della scuola di A. Nattino, ha imparato l'acquarello, da Carreri la pittura ad olio e ha appreso la tecnica per dipingere il nudo, ha studiato incisione con L. Tardito, e dai corsi liberi dell'Accademia Ligustica (B. Passarelli, N. Ottria, L. Sirotti e C. Mazzarello) ha dedotto i principi fondamentali della ricerca espressiva
contemporanea volgendo a una sorta di enfasi espressionistica nutrita di naturalismo.
Amico e sodale di Gianfranco Fasce con cui ha condiviso dal 1967 lo studio di Sampierdarena, ha tratto, per comunione di interessi artistici e di idee, la forte impostazione strutturale e l'accesa luminosità della materia. Dal 1982 al 1997 ha partecipato ad una trentina di collettive promosse da enti e associazione liguri.
Tra le mostre personali si ricordano: Centro Culturale Ansaldo del 1967, Chiostro della Chiesa di Santa Caterina del 1997, Chiostro dei Frati Cappuccini di Sanremo del 1997, Galleria Arte Studio di Genova nel 2004, Galleria Ghiglione di Genova nel 2010, Oratorio di Sant’Erasmo di Bonassola (SP) nel 2013, (…), Milano nel 2014.
Da oltre 60 anni Angelo Elio Barabino si è dedicato completamente alla pittura esclusivamente per amore dell’arte, rifiutando sistematicamente la ricerca della fama e del denaro, restando così totalmente libero e non condizionato dalle “mode e
dalle esigenze di mercato”.
La sua partecipazione alle varie mostre è avvenuta infatti non per desiderio di notorietà ma sempre esclusivamente per sostenere iniziative sociali benefiche. Soltanto ora, dopo anni di insistenze da parte di ammiratori ed amici, ha acconsentito ad aprire il proprio studio, ove sono conservati in ordine perfetto numerose centinaia di quadri, permettendo l’esposizione al pubblico di alcune sue opere.
Personalmente ritengo questo “un regalo inestimabile” fatto “per generosità” da un
artista che ha dedicato tutta la sua vita alla ricerca della bellezza espressa soprattutto attraverso il colore e la luce e che, raggiunta la piena maturità della sua capacità espressiva, ha sentito l’esigenza di rendere partecipe delle proprie emozioni chiunque lo desideri e ne sia empaticamente coinvolto.
Franco M. Bobbio Pallavicini
PILA GALLERY
Pila Gallery promuove il valore, la conoscenza e il confronto di esperienze fra appassionati dell'arte e della cultura, organizzando manifestazioni, mostre ed altre iniziative a Sartirana in Lomellina.
LA PILA di Sartirana Lomellina. Un sogno, tante idee ed una grande passione.
Un sogno, tante idee ed una grande passione. Questa la ricetta per trasformare un antico
magazzino del riso della fine del 1600 in una struttura capace di ospitare numerose iniziative ed eventi, mantenendone vivo lo spirito e l’origine rurale. Inserita nel complesso
architettonico del Castello Visconteo (XIV) sec. di Sartirana Lomellina, in provincia di
Pavia, La Pila, sin dal nome, rivela la sua originalità: la denominazione deriva dal processo
di pilatura all'interno del ciclo di lavorazione del riso. Storicamente la struttura era stata
infatti creata per lo stoccaggio e la lavorazione del riso all’interno di un contesto territoriale
a forte vocazione agricola. La Lomellina, terra di corsi d’acqua, situata in Provincia di Pavia, si caratterizza per la presenza di risaie che, in un alternarsi di stagioni dai mille colori, regalano il loro frutto più prezioso, il riso. E proprio per ospitare il cereale appena raccolto, sul finire del XVII secolo, nasce La Pila, vera e propria opera dell’ingegno umano. Grandi saloni con pavimenti e soffitti costituiti da tavelle di cotto, muri con tempere di stoccaggio, capriate in legno, vespai areati costituiscono i principali elementi architettonici di questa struttura che, in epoca più recente (XIX sec.) si è arricchita integrando un rarissimo mulino a ruota orizzontale, alimentato dalle acque del Roggione di Sartirana. La struttura, rimasta attiva fino alla metà degli anni sessanta del XX sec., rappresenta un esempio ben conservato di archeologia industriale e costituisce, di per sé, un’attrazione turistica. Le occasioni di visita non mancano, sia che si decida di venire come semplici turisti a Sartirana, nel weekend, alla scoperta di un luogo inusuale, o come appassionati d’arte alla ricerca di una mostra originale e sorprendente.
11
maggio 2014
Angelo Barabino – Natura morta
Dall'undici maggio al primo giugno 2014
arte contemporanea
Location
PILA GALLERY
Sartirana Lomellina, Piazza Lodovico Da Breme, 3, (Pavia)
Sartirana Lomellina, Piazza Lodovico Da Breme, 3, (Pavia)
Orario di apertura
Orario: Sabato e Domenica ore 10 – 19
Vernissage
11 Maggio 2014, h 13
Autore
Curatore