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Angelo Bordiga
Angelo Bordiga- …: per me è forte il richiamo alla pittura lombarda, “sempre fedele al vero” e in particolare al modo bresciano di fare arte, severo, silenzioso e meditativo, ma sempre con il cuore sulla coscienza, poesia rivolta … agli uomini e alle donne di oggi.
Comunicato stampa
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ANGELO BORDIGA IN GALLERIA SPAZIO 6
Mi sono chiesta molte volte guardando i dipinti di Angelo Bordiga, da dove poteva nascere la poetica e l’ispirazione che avvertivo immediatamente osservando il disegno, la forma e il colore delle opere di questo artista amico nato a Bagolino in Provincia di Brescia.
Mi sono chiesta perché provavo attrazione e soprattutto se avrei appeso i suoi dipinti nella mia casa.
Da dove proveniva il riferimento culturale della sua pittura, era lecito paragonarlo al Pitocchetto della tradizione lombarda, o agli espressionisti tedeschi, oppure il suo dipingere era completamente privo di riferimenti storici o pittorici e forse la sua forte personalità, mascherata da timidezza, esprimeva soltanto il dilemma esistenziale della nostra vita?
Io penso, invece, che Bordiga sia riuscito a sintetizzare la storia della pittura del passato, dei grandi temi del novecento, degli artisti che ci hanno preceduto, con il mondo attuale, il mondo che qui e ora è di fronte a lui.
Come non vedere la sua attenzione alle difficoltà dell’uomo moderno, isolato e indifeso contro il narcisismo, vuoto e sgargiante della banalità imperante? Come non capire che il suo mondo tormentato mostra i dubbi che si trasformano in domande allo spettatore sulle questioni più profonde dell’esistenza?
Torniamo al fascino della sua pittura: per me è forte il richiamo alla pittura lombarda, “sempre fedele al vero” e in particolare al modo bresciano di fare arte, severo, silenzioso e meditativo, ma sempre con il cuore sulla coscienza, poesia rivolta non tanto agli umili, quanto agli uomini e alle donne di oggi.
Le sue figure sono esauste e logorate, afflitte e sfiduciate, rappresentate in una prospettiva allungata e deformata, (lezione dell’espressionismo), ad indicare la lontananza e la vicinanza di chi li vuole raffigurare e raccontare in una toccante partecipazione.
Il disegno è diligente e puntuale ma anche volutamente conciso, essenziale, soprattuto nelle linee dei volti spesso girati o nascosti, delineati con accordi di colore appena accennati, proprio per tracciare u n a rappresentazione attenta e misteriosa, preoccupazione e rispetto, non analisi psicologica individuale ma ricerca di un universale tragico.
Se rivediamo i quadri più famosi di Munch e Bacon, ritroviamo in Bordiga un modo nordico, drammatico che cerca di riconfrontarsi ostinatamente con la natura con un misto di sensualità e spiritualità, conflitto perpetuo espresso nei grumi di colore, nei gialli, nei blu cobalto e nei rossi accostati ai colori verde acqua, grigio, bruno, e soprattutto, nell’uso sapiente ed equilibratore del bianco.
S.C. della Galleria Spazio 6
Mi sono chiesta molte volte guardando i dipinti di Angelo Bordiga, da dove poteva nascere la poetica e l’ispirazione che avvertivo immediatamente osservando il disegno, la forma e il colore delle opere di questo artista amico nato a Bagolino in Provincia di Brescia.
Mi sono chiesta perché provavo attrazione e soprattutto se avrei appeso i suoi dipinti nella mia casa.
Da dove proveniva il riferimento culturale della sua pittura, era lecito paragonarlo al Pitocchetto della tradizione lombarda, o agli espressionisti tedeschi, oppure il suo dipingere era completamente privo di riferimenti storici o pittorici e forse la sua forte personalità, mascherata da timidezza, esprimeva soltanto il dilemma esistenziale della nostra vita?
Io penso, invece, che Bordiga sia riuscito a sintetizzare la storia della pittura del passato, dei grandi temi del novecento, degli artisti che ci hanno preceduto, con il mondo attuale, il mondo che qui e ora è di fronte a lui.
Come non vedere la sua attenzione alle difficoltà dell’uomo moderno, isolato e indifeso contro il narcisismo, vuoto e sgargiante della banalità imperante? Come non capire che il suo mondo tormentato mostra i dubbi che si trasformano in domande allo spettatore sulle questioni più profonde dell’esistenza?
Torniamo al fascino della sua pittura: per me è forte il richiamo alla pittura lombarda, “sempre fedele al vero” e in particolare al modo bresciano di fare arte, severo, silenzioso e meditativo, ma sempre con il cuore sulla coscienza, poesia rivolta non tanto agli umili, quanto agli uomini e alle donne di oggi.
Le sue figure sono esauste e logorate, afflitte e sfiduciate, rappresentate in una prospettiva allungata e deformata, (lezione dell’espressionismo), ad indicare la lontananza e la vicinanza di chi li vuole raffigurare e raccontare in una toccante partecipazione.
Il disegno è diligente e puntuale ma anche volutamente conciso, essenziale, soprattuto nelle linee dei volti spesso girati o nascosti, delineati con accordi di colore appena accennati, proprio per tracciare u n a rappresentazione attenta e misteriosa, preoccupazione e rispetto, non analisi psicologica individuale ma ricerca di un universale tragico.
Se rivediamo i quadri più famosi di Munch e Bacon, ritroviamo in Bordiga un modo nordico, drammatico che cerca di riconfrontarsi ostinatamente con la natura con un misto di sensualità e spiritualità, conflitto perpetuo espresso nei grumi di colore, nei gialli, nei blu cobalto e nei rossi accostati ai colori verde acqua, grigio, bruno, e soprattutto, nell’uso sapiente ed equilibratore del bianco.
S.C. della Galleria Spazio 6
07
settembre 2024
Angelo Bordiga
Dal 07 al 29 settembre 2024
arte contemporanea
Location
Galleria Spazio6
Verona, Via Santa Maria in Organo, 6, (VR)
Verona, Via Santa Maria in Organo, 6, (VR)
Orario di apertura
da martedì a domenica 16,30-19,30
Vernissage
7 Settembre 2024, 18,00
Autore
Curatore