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Angelo Brescianini – A ferro e …fuoco
la mostra, presenta, una selezione significativa delle opere di Brescianini, artista bresciano, noto per la sua singolare maniera di realizzare le opere con l’uso di armi da fuoco indirizzate su lastre d’acciaio.
Comunicato stampa
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Questa rassegna precede le mostre che vedranno l'artista protagonista di importanti appuntamenti al Lattuada Studio di Milano, nel mese di novembre, e successivamente a New York, Londra, Miami, Houston e, per ultimo, nel mese di marzo 2016, a Dubai.
Le opere esposte danno l’opportunità di apprezzare la poliedricità di un innovatore, che ha fatto della ricerca continua e della contaminazione fra i generi, l'elemento caratteristico del suo personale linguaggio. In più di trent'anni di attività, non ha mai smesso di sperimentare, dimostrando con naturalezza la possibilità di compendiare in nell'opera elementi propri dell'artigianalità e delle tecniche di produzione industriale, del design e delle più complesse ricerche pittoriche e plastiche. E in fondo, proprio dall'evoluzione di queste ricerche, nascono le sue "Espansioni", particolari opere realizzate sparando con fucili, pistole e altre armi da fuoco, che egli ma definire “ i miei pennelli”.
Brescianini riesce a realizzare, sparando contro piastre d'acciaio, superfici estroflesse in grado di “catturare” la luce, creare dilatazioni visive ed espandere il riflesso deformato dello spazio circostante. Le sue opere, come scrive Antonio Falbo, che ne è stato lo scopritore "divengono quasi metafora del vuoto, dell’attesa e della provvisorietà delle cose. Attraverso zone arcane, si stabilisce in esse un sentimento di attesa, che si interroga sulle ragioni del ritmo e della compiutezza convenzionale".
È con un gesto dissacrante e non convenzionale come lo sparo, che Brescianini manifesta l'intenzione di andare oltre il gesto pittorico, pur preservando il fascino tradizionale della pittura stessa, fatta di monocromie e di effetti cinetici
Il gesto viene restituito, in prima istanza, per mezzo del colore, che vivacizza le nude superfici d'acciaio, estroflesse dai proiettili sferici sparati, trasformate in bugnati capaci di amplificarne le naturali capacità di riflessione e rifrazione della luce, oppure trattate con particolari ossidi metallici policromi, che disegnano forme fluide su campiture monocrome.
Apparentemente le estroflessioni di Bresciani si ricollegano alle più note tele estroflesse di Enrico Castellani e Agostino Bonalumi, due dei maestri minimalisti che, a cavallo degli anni Cinquanta e Sessanta, hanno fatto capo alla rivista Azimuth, sostenitrice di un radicale azzeramento delle esperienze artistiche. L'uso di supporti rigidi come l'acciaio e il “disegno” a punti realizzati con proiettili sparati fanno della ricerca di Brescianini una radicale proposta, che oltretutto riscatta l'uso delle armi, trasformate da strumenti di violenza in mezzi creativi.
Angelo Brescianini è nato nel 1948, a Pallazzolo sull'Oglio in provincia di Brescia, dove vive e opera. Esordisce nel 1968 alla Biennale di Padova, con dei lavori legati ad una ricerca informale che porterà avanti per qualche tempo prima di abbandonare definitivamente. A partire dagli anni ‘70, infatti, realizza le sue prime sculture. Si tratta di lavori in legno a cui aggiunge dei meccanismi capaci di rendere mobili le strutture compositive dell’opera. Nel decennio fra la metà degli anni Ottanta e Novanta, continua nella produzione di opere il cui movimento è azionato dall’intervento fisico dello spettatore, che diviene, attraverso modalità proprie dell’arte cinetica, parte attiva dell'opera. Un’ulteriore evoluzione dei lavori avviene a partire dal 1994-95, quando i dispositivi che conferiscono il movimento all’opera non saranno più azionati dall’osservatore, ma da un dispositivo meccanico automatico. Brescianini inizia dal 2001 a sperimentare nuove tecniche di esecuzione che porteranno alla creazione della serie Espansioni, costituita da quadri realizzati sparando contro la superficie del supporto. Dal 2003 si dedica esclusivamente a perfezionare questa particolare tecnica espressiva con opere parietali, sculture e oggetti di design. Una sua opera fa già parte della collezione del MAON di Rende
Le opere esposte danno l’opportunità di apprezzare la poliedricità di un innovatore, che ha fatto della ricerca continua e della contaminazione fra i generi, l'elemento caratteristico del suo personale linguaggio. In più di trent'anni di attività, non ha mai smesso di sperimentare, dimostrando con naturalezza la possibilità di compendiare in nell'opera elementi propri dell'artigianalità e delle tecniche di produzione industriale, del design e delle più complesse ricerche pittoriche e plastiche. E in fondo, proprio dall'evoluzione di queste ricerche, nascono le sue "Espansioni", particolari opere realizzate sparando con fucili, pistole e altre armi da fuoco, che egli ma definire “ i miei pennelli”.
Brescianini riesce a realizzare, sparando contro piastre d'acciaio, superfici estroflesse in grado di “catturare” la luce, creare dilatazioni visive ed espandere il riflesso deformato dello spazio circostante. Le sue opere, come scrive Antonio Falbo, che ne è stato lo scopritore "divengono quasi metafora del vuoto, dell’attesa e della provvisorietà delle cose. Attraverso zone arcane, si stabilisce in esse un sentimento di attesa, che si interroga sulle ragioni del ritmo e della compiutezza convenzionale".
È con un gesto dissacrante e non convenzionale come lo sparo, che Brescianini manifesta l'intenzione di andare oltre il gesto pittorico, pur preservando il fascino tradizionale della pittura stessa, fatta di monocromie e di effetti cinetici
Il gesto viene restituito, in prima istanza, per mezzo del colore, che vivacizza le nude superfici d'acciaio, estroflesse dai proiettili sferici sparati, trasformate in bugnati capaci di amplificarne le naturali capacità di riflessione e rifrazione della luce, oppure trattate con particolari ossidi metallici policromi, che disegnano forme fluide su campiture monocrome.
Apparentemente le estroflessioni di Bresciani si ricollegano alle più note tele estroflesse di Enrico Castellani e Agostino Bonalumi, due dei maestri minimalisti che, a cavallo degli anni Cinquanta e Sessanta, hanno fatto capo alla rivista Azimuth, sostenitrice di un radicale azzeramento delle esperienze artistiche. L'uso di supporti rigidi come l'acciaio e il “disegno” a punti realizzati con proiettili sparati fanno della ricerca di Brescianini una radicale proposta, che oltretutto riscatta l'uso delle armi, trasformate da strumenti di violenza in mezzi creativi.
Angelo Brescianini è nato nel 1948, a Pallazzolo sull'Oglio in provincia di Brescia, dove vive e opera. Esordisce nel 1968 alla Biennale di Padova, con dei lavori legati ad una ricerca informale che porterà avanti per qualche tempo prima di abbandonare definitivamente. A partire dagli anni ‘70, infatti, realizza le sue prime sculture. Si tratta di lavori in legno a cui aggiunge dei meccanismi capaci di rendere mobili le strutture compositive dell’opera. Nel decennio fra la metà degli anni Ottanta e Novanta, continua nella produzione di opere il cui movimento è azionato dall’intervento fisico dello spettatore, che diviene, attraverso modalità proprie dell’arte cinetica, parte attiva dell'opera. Un’ulteriore evoluzione dei lavori avviene a partire dal 1994-95, quando i dispositivi che conferiscono il movimento all’opera non saranno più azionati dall’osservatore, ma da un dispositivo meccanico automatico. Brescianini inizia dal 2001 a sperimentare nuove tecniche di esecuzione che porteranno alla creazione della serie Espansioni, costituita da quadri realizzati sparando contro la superficie del supporto. Dal 2003 si dedica esclusivamente a perfezionare questa particolare tecnica espressiva con opere parietali, sculture e oggetti di design. Una sua opera fa già parte della collezione del MAON di Rende
02
ottobre 2015
Angelo Brescianini – A ferro e …fuoco
Dal 02 al 24 ottobre 2015
design
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
MAON – MUSEO D’ARTE DELL’OTTO E NOVECENTO
Rende, Via Raffaele De Bartolo, 1, (Cosenza)
Rende, Via Raffaele De Bartolo, 1, (Cosenza)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 10.00-13.30 e 16.30-20.00
Vernissage
2 Ottobre 2015, ore 18.30
Autore
Curatore