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Angelo Cagnone – Andante
A due anni di distanza dalla mostra antologica realizzata alla Casa del Mantegna a Mantova si inaugura presso la LAC Lagorio Arte Contemporanea una significativa mostra dedicata agli ultimi anni del percorso creativo di Angelo Cagnone, uno dei più originali esponenti della pittura italiana, punto di incontro delle tendenze astratte e figurali.
Comunicato stampa
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A due anni di distanza dalla mostra antologica realizzata alla Casa del Mantegna a Mantova sabato 20 marzo 2010 si inaugura presso la LAC Lagorio Arte Contemporanea una significativa mostra dedicata agli ultimi anni del percorso creativo di Angelo Cagnone, uno dei più originali esponenti della pittura italiana, punto di incontro delle tendenze astratte e figurali.
Attraverso una selezione di circa 30 opere, il linguaggio di Cagnone mostra i meccanismi visivi che raccontano le mutazioni dello spazio interiore, le oscillazioni nel buio dei ricordi e nei tragitti abbaglianti dell’occhio, dove ogni immagine nasce dai molteplici orientamenti dell’inconscio.
Si passa dai temi della luce agli spazi socchiusi del buio, dai racconti della realtà alle immaginazioni della mente, sempre attraverso la qualità delle materie sperimentate con modalità operative che non hanno paragone con le attuali esperienze della pittura italiana.
Il critico Claudio Cerritelli così racconta il lavoro dell’artista : “ Cagnone ha scritto in tempi lontani: - Frequento così a lungo un quadro che finisco per entrare nella sua solitudine -, questa singolare affermazione racchiude il suo amore per la pittura come esaltante condanna quotidiana che trasforma i tramiti visivi in sogni misteriosi di cui l’artista non può fare a meno. Viaggiare in solitudine significa aprire fenditure dentro la fitta trama del mondo, spiragli che nessuna altra esperienza sarebbe in grado di cogliere nei modi propri della pittura.
Inoltre dipingere significa costruire quello stato di grazia in cui le visioni fugaci della realtà acquistano una forza tale da soppiantare qualunque altra forma di aspirazione.
L’artista si affida spesso a linee pericolose che si lanciano nel vuoto come frecce che precipitano, inclinando in modo sempre diverso la traiettoria. Che sia la misura del corpo a condizionare ogni scrittura spaziale, lo si vede dai dettagli anatomici che scandiscono il ritmo di un percorso ininterrotto, di una presenza ben accertata in una planimetria fantastica di tragitti fisici e mentali.
D’altro lato, emergono profili anonimi di uomini dagli stati d’animo imperscrutabili, figure in miniatura si muovono per intero entro spazi minuscoli, con atteggiamenti che simulano danze, voli, tensioni, a sconfiggere le leggi della gravità. Ciò che guida le diverse avventure spaziali è l’ambivalenza della costruzione vale a dire la capacità di tenere socchiuso lo sguardo verso l’indefinito”.
La mostra di Angelo Cagnone è accompagnata da un importante volume edito da Skira che ne ripercorre l’intera vicenda artistica dagli esordi, con testi di Luca Massimo Barbero, Claudio Cerritelli, Nanni Cagnone e Claude Jeancolas.
Biografia
Angelo Cagnone (Carcare 1941)
Angelo Cagnone cresce a Carcare in compagnia del fratello Nanni. Li accomuna una precoce passione per la pittura, la musica la letteratura. Finite le scuole medie, si iscrive al liceo artistico di Genova. Frequenta saltuariamente le lezioni, preferendo lavorare da autodidatta e girare per gallerie d’erte e librerie.
Nel 1960 espone una china curata da Mario De Micheli alla libreria Hoepli di Milano. Ad Albissola frequenta Giuseppe Capogrossi, Enrico Castellani, Roberto Crippa, Gianni Dova, Agenore Fabbri, Lucio Fontana, Asger Jorn, Wilfredo Lam, Leoncillo Leopardi, Piero Manzoni, Umberto Mastroianni, Mario Rossello.
Nel 1961 decide di dedicarsi interamente alla pittura e si trasferisce a Milano. Evita di frequentare l’accademia di Brera e abita presso la pittrice americana Nancy Martin. Frequenta in quegli anni Roberto Crippa, Oreste Del Buono, Lucio Fontana, Friedensreich Hundertwasser, Tancredi Parmeggiani, Mimmo Rotella, Emilio Scanavino, Roland Topor.
Nel giugno 1963 Mario Rossello lo presenta a Carlo Cardazzo, che gli chiede di mandare due quadri alla galleria del Cavallino. In agosto Cardazzo gli dice che apprezza il suo lavoro e che i quadri mandati al Cavallino sono stati presi da Peggy Guggenheim. Gli fissa un appuntamento a Milano per fargli firmare un contratto e organizza una mostra invernale al Cavallino, da ripetere in primavera alla Galleria del Naviglio, ma in settembre Cardazzo muore.
Nel 1964 Cagnone si trasferisce nella casa-studio al numero 7 di via dell’Orso ed espone per la prima volta al Festival dei Due Mondi di Spoleto.
Peggy Guggenheim convince Renato Cardazzo, che ha preso il posto del fratello Carlo, a proporgli una personale al Cavallino: nel dicembre 1965 la mostra veneziana presentata da Oreste del Buono. Giovanni Coin acquista due quadri. Cagnone conosce Umbro Apollonio e fa amicizia con Peggy Guggenheim.
Partecipa alla mostra Il Gioco degli artisti curata da Dino Buzzati per la Galleria del Naviglio.
Nell’autunno del 1967 tiene la prima personale milanese alla Galleria del Naviglio. Acquistano dei quadri Dino Buzzati, Giuseppe Capogrossi e Domenico Porzio. Nel 1969 collabora con lo Studio Sant’Andrea di Gianfranco Bellora. A partire dal 1970 ha un rapporto di esclusiva con la Galleria Blu di Peppino Palazzoni. La prima personale alla Blu, presentata da Franco Russoli, è del 1970. Nel 1980 tiene una personale alla Edward Totah Gallery di Londra. Dopo che la Galleria Blu ha sospeso l’attività espositiva nel 1980 collabora con diverse gallerie senza rapporti esclusivi.
Vive e lavora tra Milano e Altare e dell’aprile 2008 l’ultima sua importante mostra nello spazio espositivo della Casa del Mantegna a Mantova.
Attraverso una selezione di circa 30 opere, il linguaggio di Cagnone mostra i meccanismi visivi che raccontano le mutazioni dello spazio interiore, le oscillazioni nel buio dei ricordi e nei tragitti abbaglianti dell’occhio, dove ogni immagine nasce dai molteplici orientamenti dell’inconscio.
Si passa dai temi della luce agli spazi socchiusi del buio, dai racconti della realtà alle immaginazioni della mente, sempre attraverso la qualità delle materie sperimentate con modalità operative che non hanno paragone con le attuali esperienze della pittura italiana.
Il critico Claudio Cerritelli così racconta il lavoro dell’artista : “ Cagnone ha scritto in tempi lontani: - Frequento così a lungo un quadro che finisco per entrare nella sua solitudine -, questa singolare affermazione racchiude il suo amore per la pittura come esaltante condanna quotidiana che trasforma i tramiti visivi in sogni misteriosi di cui l’artista non può fare a meno. Viaggiare in solitudine significa aprire fenditure dentro la fitta trama del mondo, spiragli che nessuna altra esperienza sarebbe in grado di cogliere nei modi propri della pittura.
Inoltre dipingere significa costruire quello stato di grazia in cui le visioni fugaci della realtà acquistano una forza tale da soppiantare qualunque altra forma di aspirazione.
L’artista si affida spesso a linee pericolose che si lanciano nel vuoto come frecce che precipitano, inclinando in modo sempre diverso la traiettoria. Che sia la misura del corpo a condizionare ogni scrittura spaziale, lo si vede dai dettagli anatomici che scandiscono il ritmo di un percorso ininterrotto, di una presenza ben accertata in una planimetria fantastica di tragitti fisici e mentali.
D’altro lato, emergono profili anonimi di uomini dagli stati d’animo imperscrutabili, figure in miniatura si muovono per intero entro spazi minuscoli, con atteggiamenti che simulano danze, voli, tensioni, a sconfiggere le leggi della gravità. Ciò che guida le diverse avventure spaziali è l’ambivalenza della costruzione vale a dire la capacità di tenere socchiuso lo sguardo verso l’indefinito”.
La mostra di Angelo Cagnone è accompagnata da un importante volume edito da Skira che ne ripercorre l’intera vicenda artistica dagli esordi, con testi di Luca Massimo Barbero, Claudio Cerritelli, Nanni Cagnone e Claude Jeancolas.
Biografia
Angelo Cagnone (Carcare 1941)
Angelo Cagnone cresce a Carcare in compagnia del fratello Nanni. Li accomuna una precoce passione per la pittura, la musica la letteratura. Finite le scuole medie, si iscrive al liceo artistico di Genova. Frequenta saltuariamente le lezioni, preferendo lavorare da autodidatta e girare per gallerie d’erte e librerie.
Nel 1960 espone una china curata da Mario De Micheli alla libreria Hoepli di Milano. Ad Albissola frequenta Giuseppe Capogrossi, Enrico Castellani, Roberto Crippa, Gianni Dova, Agenore Fabbri, Lucio Fontana, Asger Jorn, Wilfredo Lam, Leoncillo Leopardi, Piero Manzoni, Umberto Mastroianni, Mario Rossello.
Nel 1961 decide di dedicarsi interamente alla pittura e si trasferisce a Milano. Evita di frequentare l’accademia di Brera e abita presso la pittrice americana Nancy Martin. Frequenta in quegli anni Roberto Crippa, Oreste Del Buono, Lucio Fontana, Friedensreich Hundertwasser, Tancredi Parmeggiani, Mimmo Rotella, Emilio Scanavino, Roland Topor.
Nel giugno 1963 Mario Rossello lo presenta a Carlo Cardazzo, che gli chiede di mandare due quadri alla galleria del Cavallino. In agosto Cardazzo gli dice che apprezza il suo lavoro e che i quadri mandati al Cavallino sono stati presi da Peggy Guggenheim. Gli fissa un appuntamento a Milano per fargli firmare un contratto e organizza una mostra invernale al Cavallino, da ripetere in primavera alla Galleria del Naviglio, ma in settembre Cardazzo muore.
Nel 1964 Cagnone si trasferisce nella casa-studio al numero 7 di via dell’Orso ed espone per la prima volta al Festival dei Due Mondi di Spoleto.
Peggy Guggenheim convince Renato Cardazzo, che ha preso il posto del fratello Carlo, a proporgli una personale al Cavallino: nel dicembre 1965 la mostra veneziana presentata da Oreste del Buono. Giovanni Coin acquista due quadri. Cagnone conosce Umbro Apollonio e fa amicizia con Peggy Guggenheim.
Partecipa alla mostra Il Gioco degli artisti curata da Dino Buzzati per la Galleria del Naviglio.
Nell’autunno del 1967 tiene la prima personale milanese alla Galleria del Naviglio. Acquistano dei quadri Dino Buzzati, Giuseppe Capogrossi e Domenico Porzio. Nel 1969 collabora con lo Studio Sant’Andrea di Gianfranco Bellora. A partire dal 1970 ha un rapporto di esclusiva con la Galleria Blu di Peppino Palazzoni. La prima personale alla Blu, presentata da Franco Russoli, è del 1970. Nel 1980 tiene una personale alla Edward Totah Gallery di Londra. Dopo che la Galleria Blu ha sospeso l’attività espositiva nel 1980 collabora con diverse gallerie senza rapporti esclusivi.
Vive e lavora tra Milano e Altare e dell’aprile 2008 l’ultima sua importante mostra nello spazio espositivo della Casa del Mantegna a Mantova.
20
marzo 2010
Angelo Cagnone – Andante
Dal 20 marzo al 02 maggio 2010
arte contemporanea
Location
LAC – LAGORIO ARTE CONTEMPORANEA
Brescia, Via Arnaldo Soldini, 9/11, (Brescia)
Brescia, Via Arnaldo Soldini, 9/11, (Brescia)
Orario di apertura
dal martedì al sabato: 9.30-12.30 15.30- 19.30, domenica e lunedì chiuso
Vernissage
20 Marzo 2010, ore 18.00
Editore
SKIRA
Autore