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Angelo Casciello – Segni dall’archetipo
L’esposizione raccoglie all’incirca quaranta opere, tra sculture, dipinti e disegni, compresi tra il 1990 ed il 2004. Promossa dalla Provincia di Salerno, dal Comune di Cava de’ Tirreni e dalla locale Azienda di Soggiorno e Turismo, la mostra, curata da Ada Patrizia Fiorillo, si delinea su un percorso di opere, scelte anche in virtù dell’articolato spazio che le accoglie.
Comunicato stampa
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È un tracciato che focalizza l’attenzione su quel momento centrale dell’esercizio di Casciello che, proprio dal sorgere degli anni Novanta lascia registrare nella sua ricerca una maggiore strutturazione plastica. Prestando attenzione a quelle sollecitazioni provenienti dal perimetro della propria cultura d’origine, o, in senso più lato a quegli stimoli catturati dal bacino degli archetipi, l’artista di Scafati, lascia emergere nelle sue opere un equilibrio compositivo di essenzialità lineare, raggiunto anche per via dell’ingresso di nuovi materiali.
In particolare il ferro verniciato, affiancato all’uso del marmo di Carrara, della pietra vesuviana, del legno. Una riflessione questa sulla natura dei materiali che lo ha portato ad imboccare la strada di un dire meno esuberante. «Superata la fase segnica – scrive Ada Patrizia Fiorillo – delle scultopitture, tralasciata l’evidenza dell’articolazione spaziale per via di forme prevalentemente totemiche, realizzate soprattutto in legno, l’artista ha riassorbito la vena narrativa espressivamente simbolica, in composizioni meno allusive».
Casciello assurge insomma alla possibilità di sintetizzare il dato narrativo della sua ricerca nella più avvertita necessità del primato della forma. In sostanza si verifica dal decennio Novanta nel lavoro dell’artista, un’accelerazione nel versante della forma plastica che lo porta a riconsiderare lo stesso carattere della pittura, organizzata per via di una definizione volumetrica e spaziale assolta in forme statiche, di poetica consistenza.
Esemplificative in tal senso nella mostra opere come Il raccoglitore di umori del 1990, Il tempio dell’angelo del 2001, Dall’alto del 2002, Buongiorno giorno del 2003-04 tutte sculture in ferro, cui si affiancano dipinti quali Il luogo del suono infinito del 1994, Bastoni fioriti del 1997, Rosso pompeiano del 2003 ed una recente bellissima serie di carte disegnate. È un percorso che tende ad evidenziare un momento di piena maturità dell’artista campano, di consapevolezza di una vocazione anche spaziale del suo lavoro. Dal peculiare cono di attenzione rivolto ad un universo mitopoietico, Casciello afferma la sua piena adesione ad un progetto collettivo in cui le sue opere vivono come segni, simboliche testimonianze del tempo presente.
A corredo della mostra è pubblicato da Il Laboratorio/edizioni un elegante catalogo comprensivo del saggio critico della curatrice, documentazione delle opere e notizie biobliografiche.
In particolare il ferro verniciato, affiancato all’uso del marmo di Carrara, della pietra vesuviana, del legno. Una riflessione questa sulla natura dei materiali che lo ha portato ad imboccare la strada di un dire meno esuberante. «Superata la fase segnica – scrive Ada Patrizia Fiorillo – delle scultopitture, tralasciata l’evidenza dell’articolazione spaziale per via di forme prevalentemente totemiche, realizzate soprattutto in legno, l’artista ha riassorbito la vena narrativa espressivamente simbolica, in composizioni meno allusive».
Casciello assurge insomma alla possibilità di sintetizzare il dato narrativo della sua ricerca nella più avvertita necessità del primato della forma. In sostanza si verifica dal decennio Novanta nel lavoro dell’artista, un’accelerazione nel versante della forma plastica che lo porta a riconsiderare lo stesso carattere della pittura, organizzata per via di una definizione volumetrica e spaziale assolta in forme statiche, di poetica consistenza.
Esemplificative in tal senso nella mostra opere come Il raccoglitore di umori del 1990, Il tempio dell’angelo del 2001, Dall’alto del 2002, Buongiorno giorno del 2003-04 tutte sculture in ferro, cui si affiancano dipinti quali Il luogo del suono infinito del 1994, Bastoni fioriti del 1997, Rosso pompeiano del 2003 ed una recente bellissima serie di carte disegnate. È un percorso che tende ad evidenziare un momento di piena maturità dell’artista campano, di consapevolezza di una vocazione anche spaziale del suo lavoro. Dal peculiare cono di attenzione rivolto ad un universo mitopoietico, Casciello afferma la sua piena adesione ad un progetto collettivo in cui le sue opere vivono come segni, simboliche testimonianze del tempo presente.
A corredo della mostra è pubblicato da Il Laboratorio/edizioni un elegante catalogo comprensivo del saggio critico della curatrice, documentazione delle opere e notizie biobliografiche.
13
novembre 2004
Angelo Casciello – Segni dall’archetipo
Dal 13 novembre al 22 dicembre 2004
arte contemporanea
Location
GALLERIA D’ARTE COMUNALE – EX CONVENTO SANTA MARIA AL RIFUGIO
Cava De' Tirreni, Piazza San Francesco, (Salerno)
Cava De' Tirreni, Piazza San Francesco, (Salerno)
Orario di apertura
tutti i giorni 10-13 17-20
Vernissage
13 Novembre 2004, ore 18,30
Autore
Curatore