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Angelo De Boni – M.A.S. Minimo Aniconico Sottrattivo
Una fruizione sincronica degli archetipi e delle simbologie svelano invece un’arte dal contenuto antropologico, dove l’ermetismo si conferma quale estetica dell’essenziale
Comunicato stampa
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ANGELO DE BONI
del Prof. Roberto Ambrosi – critico d'arte
Artista di pregevole livello, Angelo De Boni ha raggiunto una solida maturità intellettuale, operando in un continuo divenire, lungo il percorso di una meditazione fertile, motivato dall'esigenza di una cognizione consapevole, ampiamente strutturata, in cui esperienza e studio si fanno compendio totalizzante ed espressione originale di quella che chiamiamo “Next-Art”: tra l'emozione soggettiva e la realtà oggettiva l'artista getta il ponte del messaggio codificato con l'urgenza di trattenere la verità dell'attimo, conservarla nella memoria emotiva ed elaborarla senza falsarla o storicizzarla, bensì riproponendola chiamando lo spettatore all'interazione con essa; una dialettica contraddizione, questa, in cui il concettuale si motiva nello sconfinamento nel microcosmo dell'altro da sé.
L'immediatezza del messaggio si fonda, in realtà, su un sottostrato emozionale e cognitivo ricco e consapevole, in cui la storicizzazione sarebbe vano esercizio: una fruizione sincronica degli archetipi e delle simbologie svelano invece un'arte dal contenuto antropologico, dove l'ermetismo si conferma quale estetica dell'essenziale.
L'esperienza della lunga “Meditazione attiva” gli ha reso possibile spaziare in un unico sguardo tra artisti e correnti – per citarne solo alcuni: Tapies, Vedova, Fautrier, Burri. E poi il futurismo, l'informale, attualità e passato: ad esempio quello prezioso di Piero della Francesca, o il sapiente studio della luce delle basiliche dell' Alberti (l'interno di S. Sebastiano). Ma il background di
De Boni è ancora più di questo, curioso come è di altre discipline speculative. Icastica, pulita e sapiente, la tecnica dell'artista è compiutamente mezzo ed espressione: visita la globalizzazione traendone ciò che di positivo offre, nonché superandola affrancandosene.
Nella presente, significativa esposizione, ci viene proposta una parte della produzione più recente: si tratta di dipinti polimaterici, non datati, di varie dimensioni, monocromi, dai titoli volutamente ermetici e parte integrante dell'opera (“distanza”, “abitare il sè”, “progetto mentale”); monocromia ed ermetismo sono tratti essenziali caratterizzanti l'attività espressiva di Angelo De Boni ed insieme alla prossimità stanno alla base della sua concezione artistica.
De Boni propone 16 tele, bianco su bianco con talvolta sottili linee rette, con leggeri campi d'ombra. L'attuale produzione artistica, detta MAS “minimo-aniconico-sottrattivo”, evidenzia la lettura personale che De Boni propone sul mondo d'oggi, sull'anello “individuo-specie-società”, con una tensione incentrata sull'essenza ed il concetto dell'individuo e del mondo: è tale rapporto a concretizzarsi nell'immediatezza espressiva e quale comunicazione volta ad un cambiamento destinato a modificare se stesso e gli altri al fine di migliorare il pensiero dell'uomo verso una pertinente conoscenza libera “dagli errori mentali, intellettuali.....dagli accecamenti paradigmatici e dai dogmi, invulnerabili ad ogni critica” (Morin): tali sono le zone d'ombra di De Boni presenti in ognuno di noi.
Le linee rette divengono pertanto metafora della ragione che si pone al servizio dell'uomo per aiutarlo in questa liberazione, senza richiudersi in un piatto razionalismo, cioè un altro “ismo” dogmatico, in un rapporto dialettico tra ragione ed emozione, verso il comune destino planetario. Egli riprende così uno degli assiomi della pragmatica della comunicazione, per cui “è impossibile non comunicare”: “la comunicazione non avviene solo attraverso la parola, il gesto, il silenzio, lo spazio.....tutto comunica perché ogni comportamento è linguaggio”.
Prof Roberto Ambrosi
Trieste, 14 novembre 2008
del Prof. Roberto Ambrosi – critico d'arte
Artista di pregevole livello, Angelo De Boni ha raggiunto una solida maturità intellettuale, operando in un continuo divenire, lungo il percorso di una meditazione fertile, motivato dall'esigenza di una cognizione consapevole, ampiamente strutturata, in cui esperienza e studio si fanno compendio totalizzante ed espressione originale di quella che chiamiamo “Next-Art”: tra l'emozione soggettiva e la realtà oggettiva l'artista getta il ponte del messaggio codificato con l'urgenza di trattenere la verità dell'attimo, conservarla nella memoria emotiva ed elaborarla senza falsarla o storicizzarla, bensì riproponendola chiamando lo spettatore all'interazione con essa; una dialettica contraddizione, questa, in cui il concettuale si motiva nello sconfinamento nel microcosmo dell'altro da sé.
L'immediatezza del messaggio si fonda, in realtà, su un sottostrato emozionale e cognitivo ricco e consapevole, in cui la storicizzazione sarebbe vano esercizio: una fruizione sincronica degli archetipi e delle simbologie svelano invece un'arte dal contenuto antropologico, dove l'ermetismo si conferma quale estetica dell'essenziale.
L'esperienza della lunga “Meditazione attiva” gli ha reso possibile spaziare in un unico sguardo tra artisti e correnti – per citarne solo alcuni: Tapies, Vedova, Fautrier, Burri. E poi il futurismo, l'informale, attualità e passato: ad esempio quello prezioso di Piero della Francesca, o il sapiente studio della luce delle basiliche dell' Alberti (l'interno di S. Sebastiano). Ma il background di
De Boni è ancora più di questo, curioso come è di altre discipline speculative. Icastica, pulita e sapiente, la tecnica dell'artista è compiutamente mezzo ed espressione: visita la globalizzazione traendone ciò che di positivo offre, nonché superandola affrancandosene.
Nella presente, significativa esposizione, ci viene proposta una parte della produzione più recente: si tratta di dipinti polimaterici, non datati, di varie dimensioni, monocromi, dai titoli volutamente ermetici e parte integrante dell'opera (“distanza”, “abitare il sè”, “progetto mentale”); monocromia ed ermetismo sono tratti essenziali caratterizzanti l'attività espressiva di Angelo De Boni ed insieme alla prossimità stanno alla base della sua concezione artistica.
De Boni propone 16 tele, bianco su bianco con talvolta sottili linee rette, con leggeri campi d'ombra. L'attuale produzione artistica, detta MAS “minimo-aniconico-sottrattivo”, evidenzia la lettura personale che De Boni propone sul mondo d'oggi, sull'anello “individuo-specie-società”, con una tensione incentrata sull'essenza ed il concetto dell'individuo e del mondo: è tale rapporto a concretizzarsi nell'immediatezza espressiva e quale comunicazione volta ad un cambiamento destinato a modificare se stesso e gli altri al fine di migliorare il pensiero dell'uomo verso una pertinente conoscenza libera “dagli errori mentali, intellettuali.....dagli accecamenti paradigmatici e dai dogmi, invulnerabili ad ogni critica” (Morin): tali sono le zone d'ombra di De Boni presenti in ognuno di noi.
Le linee rette divengono pertanto metafora della ragione che si pone al servizio dell'uomo per aiutarlo in questa liberazione, senza richiudersi in un piatto razionalismo, cioè un altro “ismo” dogmatico, in un rapporto dialettico tra ragione ed emozione, verso il comune destino planetario. Egli riprende così uno degli assiomi della pragmatica della comunicazione, per cui “è impossibile non comunicare”: “la comunicazione non avviene solo attraverso la parola, il gesto, il silenzio, lo spazio.....tutto comunica perché ogni comportamento è linguaggio”.
Prof Roberto Ambrosi
Trieste, 14 novembre 2008
06
dicembre 2008
Angelo De Boni – M.A.S. Minimo Aniconico Sottrattivo
Dal 06 al 23 dicembre 2008
arte contemporanea
Location
GALLERIA POLIEDRO
Trieste, Via Del Bosco, 30/a, (Trieste)
Trieste, Via Del Bosco, 30/a, (Trieste)
Vernissage
6 Dicembre 2008, ore 18
Autore